Sogni dai film
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Raccolta di sogni tratti dai film.
- – A quest'ora c'è sempre un tizio che è convinto di scoprire il nascondiglio di Moro attraverso i sogni rivelatori. Ascolti, ascolti...
– Il sogno di stanotte mi porta la ghetto. È Trotsky con la fronte insanguinata che mi indica il ghetto. E nel sogno, ieri notte, ma forse non en parlavo con lei, non lo so... Era Babel', il grande scrittore de L'armata a cavallo, un'altra illustre vittima dello stalinismo. (Esterno notte) - Che strano sogno ho fatto. [...] Ero cieco e voi mi portavate in Svizzera, in una clinica, per farmi operare. [...] Ed era il professor Quadri che mi operava. L'intervento riusciva, riacquistavo la vista e partivo con la moglie del professore. Si era innamorata. (Il conformista)
- Ho fatto un sogno, Ronnie, l'altra notte...C'eri tu che parlavi a una grande folla, come lui [Kennedy], proprio come lui... e dicevi delle grandi cose! (Nato il quattro luglio)
- Ho fatto un sogno stanotte, una straordinaria premonizione. Ho visto campi verdi e fiori! Sentivo il profumo dell'erba! La vostra spedizione avrà successo. Non dimenticate la pizza! (Alive - Sopravvissuti)
- Ho rifatto quel sogno: sto facendo l'amore e i giudici olimpionici guardano. Ho superato le eliminatorie e sono entrato in finale. Il canadese mi dà 9.8, l'americano mi dà un 10 pieno e mia madre travestita da giudice della Germania dell'Est mi dà 3! (Harry, ti presento Sally...)
- Ho sognato che camminavamo insieme verso l'ufficio matrimoni. (Foglie al vento)
- – Ho sognato il mare stanotte, lo sai?
– Ti sei bagnato?
– Sì, ci ho camminato dentro. È stato un po' come innamorarsi. Aveva profumo di donna. E anche il sapore. (Il vento del perdono) - – Ho spessissimo quest'incubo. Ed è una cosa da fare impazzire. Ha a che fare con un sacco di strani tipi.
– Ha a che fare con un generale, dei cinesi e gli uomini della nostra pattuglia?
– Come fai a saperlo?! Come lo sai?! (Va' e uccidi) - Ho sognato di essere andata in moglie a un uomo di Kure [...] e poi a un certo punto mia cognata mi ha detto "se vuoi puoi tornare a Hiroshima". All'inizio mi sono chiesta che cosa intendesse... ah, per visitare i miei! A quel punto mio suocero e mia suocera si sono scusati per non averci pensato e mi hanno detto che se volevo potevo prendermi due o tre giorni e tornare con calma. (In questo angolo di mondo)
- Lo sai com'era il sogno? Ero su una barca che andava via sulla corrente. Prima ero sola, poi sei venuto tu, non lo so da dove, perché la barca era in mezzo all'acqua e non c'era nessuno, invece... invece dopo c'eri anche tu. Io stavo dormendo sul fondo della barca. Però, anche se dormivo, vedevo tutto, e mentre dormivo ho sentito che ti stavi avvicinando. Poi s'è messo a nevicare, ma non era neve vera: cadevano giù dei grossi coriandoli. Il lago s'è ghiacciato tutto quanto, anche la barca è diventata tutta gelata, era così gelata che... che non riuscivo più ad andare avanti, e allora dopo mi sono svegliata. (Maladolescenza)
- – Marchese, lo sa che scherzo mi hanno fatto quei gamberetti che abbiamo mangiato ieri sera al Ronchetto delle Rane?
– Le hanno fatto male?
– No, mi hanno fatto fare un sogno.
– In bianco e nero o a colori?
– A colori, io sogno sempre a colori.
– E che sogno ha fatto, commendatore?
– Ho sognato che ero rimasto vedovo.
– Ah, ha sognato che era morta la sua...
– Sì, mia moglie. Un sogno completo: morte, camera ardente, funerale. Io camminavo dietro al feretro, alla mia destra camminava lei, marchese, e alla mia sinistra padre Agostino.
– Perbacco! Ricorda tutti i dettagli.
– Sì, come fosse adesso.
– E nel sogno ha provato dolore?
– No, anzi: mentre tutti piangevano, io solo ridevo.
– Rideva?
– Poi, mentre calavano la bara giù, nella fossa, ho sentito come un colpetto qui dietro alla nuca: tac! Anche abbastanza forte... Credevo fosse padre Agostino e invece mi sono svegliato nel mio letto; era mia moglie che mi diceva [con forte accento milanese]: «Cos'hai, cretinetti, ridi nel sonno?». (Il vedovo) - – Oh, Rhett, avevo un gran freddo ed ero affamata e tanto stanca. E cercavo qualcosa. Vagavo nella nebbia ma non riuscivo a trovarla.
– Cosa cercavi?
– Ah, non lo so. Faccio sempre lo stesso sogno che finisce così. Cerco qualcosa e non la trovo.
– Tesoro...
– Oh, non sognerò mai di aver trovato quello che cerco e di essere salva?
– In sogno ciò non accade mai. (Via col vento) - Quand'ero ragazzo ho fatto uno strano sogno su Dio. Ho sognato che lo trovavo nascosto in un armadio nel mezzo di una città bruciata, una città che era stata distrutta da un incendio o da una qualche esplosione. E... là tra le macerie c'era un... un armadio... lì da solo in mezzo al nulla... e io andavo verso l'armadio e aprivo un'anta e dentro c'era Dio, nascosto. Mi ricordo che aveva una grande testa di leone ma sapevo che non era un leone, era Dio... e aveva paura. Allora io allungavo la mano per aiutarlo a uscire e gli dicevo «Non aver paura Dio, io sono dalla tua parte.» E ce ne stavamo lì, noi due, tenendoci per mano, contemplando quella distruzione. Era subito dopo il tramonto. (The Big Kahuna)
- Stamattina mi sono risvegliato da un sogno. Ero in bolletta e dividevo la stanza con dodici persone che non conoscevo soltanto per scoprire che ero in bolletta e dividevo la stanza con dodici persone che non conoscevo! (Schindler's list - La lista di Schindler)
- – Ti ho vista nel mio sogno. I capelli erano diversi. era diverso il colore. Sono sicuro che eri tu.
– E dove ci trovavamo?
– C'era un aeroporto, prima che accadesse tutto. Sempre lo stesso sogno, da quando ero bambino.
– E c'ero anch'io? Che cosa facevo io?
– Eri sconvolta. Sei sempre molto sconvolta nel sogno. Non sapevo che fossi tu.
– È chiaro che prima non ero io, James. Ma adesso il mio volto è entrato nei tuoi sogni. E so il perché. Puoi slegarmi per favore?
– No, sei sempre stata tu. È molto strano. (L'esercito delle dodici scimmie) - Un incubo... Ho avuto un incubo terribile, Wendy... il più brutto sogno di tutta la mia vita. [...] Una cosa orribile! Sognavo di uccidere te e Danny. Ma non solo di uccidervi... vi facevo... vi facevo a pezzi. Oh, mio Dio! Io sto perdendo la testa. (Shining)