Gabriele Oriali
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Gabriele Oriali (1952 – vivente), dirigente sportivo ed ex calciatore italiano.
Citazioni di Gabriele Oriali
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- [Nel 1984] La moviola è un'arma a doppio taglio. Non sappiamo usarla per quello che vale. Mette in risalto gli errori, ma non si tiene conto che un arbitro non può cambiare la velocità dell'azione, come può fare la moviola. [...]. Oggi si discute di tutto e su tutto. Si vuol cercare il colpevole, anche quando un colpevole non c'è.[1]
- [Sugli inizi] Insaponavo i clienti facendo il garzone in un negozio di barbiere, per guadagnare qualche lira. Giocavo nel Cusano Milanino, io terzino destro, Maldera terzino sinistro, povero Aldo, quando un giorno il mitico "sciur" Crippa venne a casa a dire che mi voleva l'Inter. Ero juventino, mio papà mi aveva portato a Varese a vedere la Juve di Castano e Salvadore, il mio idolo era Menichelli, un'ala sinistra. Ma per 100 mila lire a 13 anni passai all'Inter e da quel momento interista a vita.[2]
- Maradona. Ricordo un'amichevole con la Nazionale, quando aveva 18 anni. Bearzot mi disse di controllarlo, ma io l'ho soltanto visto.[2]
- Ero un giocatore molto duttile, in grado di ricoprire più ruoli. Ciò rappresentava sicuramente un vantaggio, ma a volte anche uno svantaggio, perché gli allenatori incaricavano me quando si trattava di marcare gli avversari più forti. Penso a Maradona, Zico, Cruijff, Rivera e Platini [...]. Era motivante marcare i migliori, mi piacevano le responsabilità, ma non nascondo che anche le incursioni erano belle. Insomma, anche io a volte volevo segnare (ride, ndr).[3]
- [Su José Mourinho] Perché è così speciale? Riesce a ottenere il massimo dai propri giocatori ed è bravissimo nella gestione dello spogliatoio. Un allenatore molto diretto che dice in faccia ciò che pensa. Tratta tutti allo stesso modo, dal campione fino al più giovane. Questa era ed è la sua grande forza.[3]
Intervista di Massimiliano Castellani, avvenire.it, 3 dicembre 2011.
- Ci sono due Mourinho, quello mediatico che è sotto gli occhi di tutti e il Josè padre di famiglia, amico e confidente che abbiamo avuto la fortuna di conoscere in pochi. E posso assicurarvi che quest'ultimo, il Mourinho "umano" è davvero speciale.
- Quando mi guardo indietro penso: ma chi l'avrebbe detto che saresti arrivato così in alto? Però ho commesso un grosso errore... Aver tenuto sempre tutto dentro e non essermi mai goduto a pieno le vittorie. La notte della finale dell'82, dopo la partita mi chiusi in una stanza con Zoff e Scirea, i tre "muti". Eravamo campioni del mondo, eppure non riuscimmo a dire una parola...
- Ho perso mio fratello Gualtiero, morto a 23 anni in un incidente stradale. Stessa sorte è toccata a Giuseppe, il fratello più piccolo... Spesso ti senti dire che sei ricco, famoso e che hai vinto tutto, e invece nella mia vita, come in quella di ogni uomo, ci sono pure tante sconfitte e ferite che non si rimarginano più.
- Roby è stato il calciatore italiano che più si è avvicinato al genio di Maradona.
- [Sui mediani] Siamo i gregari del pallone, quelli che lavorano tanto e spesso nessuno se ne accorge di quanto sia prezioso il nostro sacrificio.
Intervista di Mimmo Ferretti, ilmessaggero.it, 26 marzo 2016.
- Cruijff non era soltanto un centravanti pur essendo nominalmente un centravanti. Lui sapeva far tutto, davanti e dietro, e rendeva quell'Ajax, e anche la nazionale olandese, espressioni di calcio uniche. Rivoluzionarie, se vogliamo. Sia da un punto di vista tecnico che, soprattutto, tattico. [«La massima espressione dell'uomo-squadra, in sostanza».] Cruijff faceva la giocata, sempre con estrema naturalezza, ma mai per se stesso: tutto era fatto in funzione del gruppo. Un gruppo fantastico, all'interno del quale c'erano giocatori straordinari, di cui Cruijff era la stella.
- [Cruijff] ha contribuito [...] a cambiare un modo consolidato di fare calcio. Prima di quel periodo parole come pressing, fuorigioco, squadra corta e come calcio totale non si erano mai sentite. Non esistevano. Cruijff ha portato novità sostanziali sul piano tattico sfruttando testa e gambe. [«Gambe?»] Prendeva la palla, ti faceva mezza finta e poi scattava. Poi, durante lo scatto, scattava di nuovo. Ditemi: come potevi marcarlo uno così?
- [Cruijff] lascia in dote a tutto il movimento il suo senso del bello e utile; la sua capacità di produrre calcio in continua evoluzione. Lascia l'esempio di un campione infinito che giocava sempre per gli altri.
Citazioni su Gabriele Oriali
[modifica]- Ci affascina la sua semplicità seriosa, la sua incantevole modestia, il suo essere uomo e padre anche nel modo di giocare, di correre, di lottare, voglio dire un atleta sano e puntiglioso. Oriali è l'emblema del calcio lombardo come dev'essere, quando da ragazzi si vive per il calcio, uscendo da un salone di barbiere ed andando a conquistare, col sudore e l'umiltà del facchinaggio, il successo. (Vladimiro Caminiti)
- Una vita da mediano, | da uno che si brucia presto, | perché quando hai dato troppo | devi andare e fare posto. | Una vita da mediano, | lavorando come Oriali, | anni di fatica e botte e | vinci casomai i mondiali. (Luciano Ligabue)
Note
[modifica]- ↑ Dall'intervista di Enrico Pini, Con un Arno in più, Guerin Sportivo nº 17 (486), 25 aprile – 1º maggio 1984, p. 18.
- ↑ a b Da un'intervista a La Gazzetta dello Sport; citato in Oriali: "Dal Cusano Milanino all'Inter, nerazzurro a vita. De Rossi mi assomiglia, ma io...", spaziointer.it, 24 novembre 2012.
- ↑ a b Da un'intervista a Calcio 2000; citato in Dario Di Noi, Oriali: "Addio all'Inter, ecco la verità. Tornare? Ho altre idee. Quel Touré o Maicon...", fcinter1908.it, 11 luglio 2016.
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