Jung Chang
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Jung Chang (1952 – vivente), scrittrice cinese.
Citazioni di Jung Chang
[modifica]- Cixi non era bella, ma aveva una notevole compostezza. Sebbene fosse piuttosto bassa di statura, poco più di un metro e mezzo, sembrava più alta grazie alla veste, alle calzature e all'acconciatura. Sedeva con il busto eretto e si muoveva con grazia, anche quando camminava a passo svelto su quelli che alcuni definivano «trampoli». Aveva la fortuna di avere una carnagione molto bella e le mani delicate, che anche in età avanzata sarebbero rimaste morbide come quelle di una ragazza. [...] La caratteristica che colpiva di più erano gli occhi, brillanti ed espressivi, come osservarono in molti. In seguito, durante le udienze con i funzionari sarebbe stata capace di passare da uno sguardo di adulazione a un improvviso lampo di temibile autorità. Il futuro – e primo – presidente della Cina, il generale Yuan Shikai, che era stato al suo servizio e aveva la reputazione di essere una persona spietata, confessò che lo sguardo di Cixi era l'unica cosa che lo intimidiva: «Non so perché, ma cominciavo a sudare copiosamente. M'innervosiva moltissimo.»[1]
- Nelle adunate di denuncia, il pezzo forte del regime maoista, veniva praticato il cannibalismo. Le vittime venivano macellate e alcune parti scelte dei loro corpi, il cuore, il fegato e talvolta il pene asportate, spesso prima che i poveretti fossero morti, cucinate sul posto e mangiate in quelli che all'epoca erano chiamati "banchetti di carne umana".[2]
Cigni selvatici
[modifica]All'età di quindici anni mia nonna divenne concubina di un signore della guerra, un generale capo della polizia di un inconsistente governo nazionale cinese. Era il 1924, e la Cina era in preda al caos. Gran parte del suo territorio, compresa la Manciuria dove viveva mia nonna, era governata dai signori della guerra. L'unione fu combinata dal padre di lei, un funzionario di polizia di Yixian, una cittadina di provincia della Manciuria sudoccidentale, che si trovava circa centossessanta chilometri a nord della Grande Muraglia e quattrocento chilometri a nordest di Pechino.
Citazioni
[modifica]- Chiang Kai-shek aveva adottato una politica di non resistenza di fronte alla conquista giapponese della Manciuria e agli sconfinamenti sempre più frequenti nel territorio della Cina propriamente detta, e si era concentrato sul tentativo di annientare i comunisti. (6. «Parlare d'amore» Un matrimonio rivoluzionario (1948-1949), p. 145)
- Tutt'intorno a me gli altoparlanti trasmettevano a tutto volume musica esaltante, e c'erano striscioni, manifesti ed enormi scritte sui muri con slogan che proclamavano: «Viva il Grande Balzo in Avanti!» e «Tutti a produrre acciaio!» Anche se non capivo bene perché, sapevo che il presidente Mao aveva ordinato alla nazione di produrre una gran quantità di acciaio. (12. «Una donna in gamba riesce a preparare il pranzo senza cibo» Carestia (1959-1962), p. 278)
- Era Il periodo [del Grande balzo in avanti] in cui Mao aveva cercato di realizzare il sogno, peraltro appena abbozzato, di trasformare la Cina in una potenza economica moderna. Definì l'acciaio il «maresciallo» dell'industria, e ordinò di raddoppiare in un anno la produzione di acciaio, passando da 5,35 milioni di tonnellate nel 1957 a 10,7 milioni di tonnellate nel 1958; ma invece di sviluppare l'industria siderurgica vera e propria con operai specializzati, decise di coinvolgere nell'impresa l'intera popolazione. (12. «Una donna in gamba riesce a preparare il pranzo senza cibo» Carestia (1959-1962), p. 279-280)
- [...] il 18 agosto [1966] si tenne sulla piazza Tianmen, al centro di Pechino, una manifestazione di proporzioni gigantesche, alla quale partecipò oltre un milione di giovani. Per la prima volta Lin Biao[3] apparve in pubblico come vice di Mao e suo portavoce: tenne un discorso invitando le Guardie Rosse a uscire dalle scuole e a «distruggere i quattro vecchi», che erano poi «le vecchie idee, la vecchia cultura, le vecchie tradizioni e le vecchie abitudini».
Seguendo quell'oscuro invito, in tutta la Cina le Guardie Rosse scesero in strada, dando sfogo al vandalismo, all'ignoranza e al fanatismo. Saccheggiarono le case, fracassarono oggetti di antiquariato, strapparono dipinti e saggi di calligrafia. Furono accesi dei falò per bruciare i libri e nel giro di pochissimo tempo quasi tutti i tesori delle collezioni private furono distrutti. Molti scrittori e artisti si suicidarono dopo essere stati percossi, umiliati e costretti ad assistere al rogo delle proprie opere. (16. «Volare in cielo e perforare la terra». Le Guardie Rosse di Mao (giugno-agosto 1966), p. 363)
- A dire il vero, solo una piccola parte delle Guardie Rosse fu coinvolta in atti di crudeltà o di violenza: molti non vi presero parte, perché l'organizzazione era molto aperta e in generale non obbligava i suoi membri a compiere atti di crudeltà. Di fatto, Mao non ordinò mai alle Guardie Rosse di uccidere, e le sue direttive per quanto riguarda la violenza erano contraddittorie. Si poteva essere fedeli a Mao e avere la coscienza a posto anche senza aver commesso nessuna violenza. Quindi coloro che scelsero di agire in quel modo non potevano semplicemente attribuirne la colpa a Mao. (16. «Volare in cielo e perforare la terra». Le Guardie Rosse di Mao (giugno-agosto 1966), p. 366)
- La Rivoluzione Culturale produsse anche un gran numero di militanti puritani, soprattutto fra le giovani donne. Un'altra ragazza della mia classe ricevette un giorno una lettera d'amore da un ragazzo sedicenne, e gli rispose definendolo «traditore della rivoluzione»: «Come osi pensare a certe vergognose sciocchezze, quando i nemici di classe vanno ancora a testa alta e la gente nel mondo capitalista vive ancora in un abisso di miseria?» (18. «Una splendida notizia di dimensioni più che ciclopiche». Pellegrinaggio a Pechino (ottobre-dicembre 1966), p. 409)
- Al principio del 1971, le autorità della comune[4] ordinarono all'ospedale di assumere un «medico scalzo»: il nome derivava dal fatto che il «medico» avrebbe dovuto in teoria vivere come i contadini, che consideravano le scarpe troppo preziose per portarle nei campi invasi dal fango. All'epoca fu varata una grande campagna di propaganda che salutò i «medici scalzi» come un'invenzione della Rivoluzione Culturale. (23. «Più libri si leggono, più si diventa stupidi» Lavoro come contadina e come medico scalzo (giugno 1969-1971), p. 556)
- La propaganda riguardo ai medici scalzi era una delle manovre politiche di Mao, che aveva condannato il ministero della Sanità dell'epoca precedente alla Rivoluzione Culturale con l'accusa di non essersi preso cura dei contadini, preoccupandosi soltanto degli abitanti della città, e soprattutto dei funzionari del Partito. Tra l'altro accusava i medici di non voler lavorare in campagna, soprattutto nelle zone più isolate. [...] Mao offrì ai contadini una ricetta magica, la creazione en masse di nuovi medici: i medici scalzi. «Non è affatto necessario avere una tale formazione accademica», disse. «Si può imparare e migliorare anche solo con la pratica». Il 26 giugno 1965 fece un'osservazione che divenne una linea-guida per la sanità e l'istruzione: «Più libri si leggono, più di diventa stupidi». (23. «Più libri si leggono, più si diventa stupidi» Lavoro come contadina e come medico scalzo (giugno 1969-1971), pp. 556-557)
Note
[modifica]- ↑ Da L'imperatrice Cixi, traduzione di Elisabetta Valdré, Longanesi, Milano, 2015, p. 17. ISBN 978-88-304-4150-7
- ↑ Da Mao la storia sconosciuta Longanesi, Milano, 2006; citato in Massimo Introvigne, Quando i comunisti mangiavano (per davvero) i bambini, il Domenicale. Settimanale di cultura, anno 5, n. 38, 23 settembre 2006. Articolo riportato in Cesnur.org.
- ↑ Citato a volte come Lin Piao. Cfr. voce su Wikipedia
- ↑ Comune popolare. Cfr. voce su Wikipedia
Bibliografia
[modifica]- Jung Chang, Cigni selvatici. Tre figlie della Cina (Wild Swans), traduzione di Lidia Perria, TEA, Milano, 2002.
Altri progetti
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Opere
[modifica]- Cigni selvatici (1991)