Mao Zedong

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Mao Zedong

Mao Zedong, noto anche come Mao Tse-tung (1893 – 1976), politico cinese.

Citazioni di Mao Zedong[modifica]

  • È molto difficile che il popolo lavoratore... si renda conto dell'importanza di impugnare il fucile.[1]
  • Fate fiorire mille fiori, fate battersi cento scuole di pensiero.[2]
  • Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente.
There is great chaos under heaven; the situation is excellent.[3]
  • Il marxismo comprende molti princìpi, ma in ultima analisi questi possono essere ricondotti ad una singola frase: «è giusto ribellarsi contro i reazionari».
Marxism comprises many principles, but in the final analysis they can all be brought back to a single sentence: it is right to rebel against the reactionaries.[4]
  • Il marxismo-leninismo è la verità più giusta, più scientifica e più rivoluzionaria, generata dalla realtà oggettiva e confermata da questa stessa realtà. Tuttavia molti tra coloro che studiano il marxismo-leninismo lo considerano un dogma, e in tal modo sono di ostacolo allo sviluppo della teoria e arrecano danno sia a se stessi che ai compagni.[5]
  • Il mondo progredisce, l'avvenire è radioso e nessuno può cambiare il corso generale della storia.[6]
  • Il partito comunista non rinuncerà mai ai suoi obiettivi, che sono il socialismo e il comunismo.[7]
  • Il popolo è come l'acqua e l'esercito come il pesce.[8]
  • Il popolo, e solo il popolo, è la forza motrice che crea la storia del mondo.[9]
  • In una società in cui vi è lotta di classe, se le classi sfruttatrici hanno la libertà di sfruttare i lavoratori, i lavoratori non hanno la libertà di non subire lo sfruttamento. Se vi è democrazia per la borghesia, non vi è democrazia per il proletariato e per il lavoratori.[10]
  • L'America sarà l'ultimo paese a diventare comunista.[7]
  • L'immensa maggioranza dell'umanità vive oggi nella sofferenza, e non può liberarsene se non seguendo la via indicata da Stalin.[11]
  • L'imperialismo paventa la Cina e gli arabi. Israele e Formosa sono le basi dell'imperialismo in Asia. Voi [palestinesi] siete il cancello d'ingresso del grande continente, e noi [cinesi] siamo quello sul retro. Il loro obiettivo è il medesimo... L'Asia è il più grande continente al mondo, e l'Occidente ha intenzione di continuare a sfruttarlo. Non piacciamo all'Occidente e dobbiamo esserne consapevoli. La battaglia degli arabi contro l'Occidente è la battaglia contro Isreale. Perciò boicottate l'Europa e l'America, o Arabi!
Imperialism is afraid of China and of the Arabs. Israel and Formosa are bases of imperialism in Asia. You are the front gate of the great continent, and we are the rear. Their goal is the same... Asia is the biggest continent in the world, and the West wants to continue exploiting it. The West does not like us, and we must understand this fact. The Arab battle against the West is the battle against Israel. So boycott Europe and America, O Arabs![12]
  • L'industria cinese è sottosviluppata. Non posso vantarmi molto riguardo alla Cina. Il vostro paese [l'Inghilterra] è sviluppato e il nostro è sottosviluppato.
[...] China's industry is undeveloped. I can't boast much of China. Your country is a developed country and ours is an undeveloped one.[13]
  • La discriminazione razziale negli Stati Uniti è un prodotto del sistema colonialista-imperialista. La contraddizione tra le grandi masse del popolo nero e la cricca dirigente degli USA è una contraddizione di classe.[14]
  • La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un'opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un'insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un'altra.[15]
  • Le donne possono sorreggere la metà del cielo.[16]
  • Lotta di classe — alcune classi trionfano, altre vengono eliminate. Questa è la storia, questa è da millenni la storia della civiltà.[17]
  • [Rivolto a Paolo Battino Vittorelli] Mi saluti affettuosamente il compagno Nenni. Ci siamo ben conosciuti qualche anno fa. E si ricordi di porgere i miei auguri al popolo italiano per la sua festa della Repubblica.[18]
  • Nel grande fiume della conoscenza umana tutto è relativo e nessuno può afferrare la verità assoluta.[7]
  • Noi ringraziamo Marx, Engels, Lenin e Stalin per averci dato un'arma. Quest'arma non è una mitragliatrice, ma il marxismo-leninismo.
We thank Marx, Engels, Lenin and Stalin for giving us a weapon. This weapon is not a machine-gun, but Marxism-Leninism.[19]
  • [Durante la guerra di Corea] Noi siamo disposti a combattere per anni e anni, fino a che l'imperialismo americano non preferirà far fagotto, fino alla completa vittoria deli popoli coreano e cinese.[20]
  • [Durante la guerra di Corea] Noi vogliamo la pace, ma finché l'imperialismo americano non rinunzia alle sue pretese irragionevoli e ai suoi piani per estendere l'aggressione, il popolo cinese deve seguitare a combattere al fianco di quello coreano. Noi non amiamo la guerra. Noi vorremmo farla cessare immediatamente e risolvere in un secondo tempo le questioni in sospeso. Ma l'imperialismo americano preferisce non fermarsi. Bene, anche noi seguiteremo a batterci.[20]
  • Non bisogna limitarsi a imparare i termini e le espressioni del marxismo-leninismo, bisogna invece studiarlo come scienza della rivoluzione. Non si tratta soltanto di capire le leggi generali che Marx, Engels, Lenin e Stalin hanno tratto dal loro ampio studio della vita reale e dell'esperienza rivoluzionaria, ma anche di studiare la posizione e il metodo da essi assunti nell'esaminare e risolvere i problemi.[21]
  • Non concordo con l'opinione secondo cui, per essere morali, le azioni debbano essere motivate dal giovamento che arrecano agli altri. I principi morali non devono essere definiti dalla correlazione con il prossimo [...] Le persone come me vogliono [...] soddisfare appieno la propria natura e, così facendo, sono automaticamente in possesso delle regole morali più apprezzabili. Ovviamente nel mondo ci sono cose e persone ma esistono perché io me ne serva.[22]
  • Nulla è difficile sotto questo cielo | solo per chi ha la volontà di risalire.
Under this heaven nothing is difficult | If only there is the will to ascend. (traduzione di Jerome Ch'en)[23]
  • Ogni comunista deve comprendere questa verità: «Il potere politico nasce dalla canna del fucile».[24]
  • [Parlando di Chiang Kai-shek] Se accettasse la sovranità del governo popolare cinese su tutta la Cina non gli torceremmo un solo capello. Potrebbe vivere liberamente come qualunque cittadino. Potremmo perfino utilizzare i suoi talenti e nominarlo governatore di una provincia cinese [...] Anche di Taiwan, perché no?[18]
  • Senza un esercito popolare, il popolo non ha niente.[25]
  • [Rivolto a Henry Kissinger] Sì, io ho inventato la locuzione «tigre di carta».
Yes, I invented the English term "paper tiger."[26]
  • Si può dire [...] che la politica è guerra senza spargimento di sangue e che la guerra è politica con spargimento di sangue.[27]
  • Siamo per l'abolizione della guerra, non vogliamo la guerra. Ma la guerra può essere abolita solo con la guerra. Perché non vi siano più fucili, bisogna impugnare il fucile.[28]
  • Si ritiene che l'opzione preferibile sia l'eliminazione [di Chiang Kai-shek].[29]
  • Tutti devono morire, ma non tutte le morti hanno uguale valore. [...] La morte di chi si sacrifica per gli interessi del popolo ha più peso del Monte Tai, ma la morte di chi serve i fascisti, di chi serve gli sfruttatori e gli oppressori, è più leggera di una piuma.[30]
  • Tutti i reazionari sono tigri di carta.[31]

Citazioni del presidente Mao Tse-tung[modifica]

Incipit[modifica]

Il nucleo dirigente della nostra causa è il Partito Comunista Cinese.
Il fondamento teorico in base al quale si orienta il nostro pensiero è il marxismo-leninismo.

Citazioni[modifica]

  • ... senza gli sforzi del Partito comunista cinese, senza i comunisti cinesi, spina dorsale del popolo cinese, sarebbe stato impossibile realizzare l'indipendenza e la liberazione della Cina, come sarebbe stato impossibile l'industrializzazione in Cina e la riorganizzazione dell'agricoltura su basi nuove. (24 aprile 1945; p. 7)
  • La rivoluzione è un atto di violenza, è l'azione implacabile di una classe che abbatte il potere di un'altra classe. (marzo 1927, p. 13)
  • Colui che si allinea al fianco del popolo rivoluzionario è un rivoluzionario, mentre colui che si allinea al fianco dell'imperialismo, del feudalesimo e del capitalismo burocratico è un controrivoluzionario. Colui che si allinea al fianco del popolo rivoluzionario, ma soltanto a parole, e agisce altrimenti, è un rivoluzionario a parole; è un perfetto rivoluzionario colui che si allinea al fianco del popolo rivoluzionario non soltanto a parole ma anche coi suoi atti. (23 giugno 1950, pp. 14-15)
  • Noi dobbiamo sostenere tutto ciò contro cui il nemico combatte, e combattere contro tutto ciò che il nemico sostiene. (16 settembre 1939, p. 15)
  • Il dogmatismo e il revisionismo si contrappongono entrambi al marxismo. Il marxismo deve necessariamente andare avanti, svilupparsi in ragione dello sviluppo della pratica, non può segnare il tempo. Se si facesse stagnante e stereotipato, non avrebbe più vita. Tuttavia, non si possono infrangere i principi fondamentali del marxismo senza cadere nell'errore. Considerare il marxismo da un punto di vista metafisico, come qualcosa di rigido, è puro e semplice dogmatismo. Negare i principi fondamentali e la verità universale del marxismo è revisionismo cioè è una forma di ideologia borghese. I revisionisti cancellano la differenza tra il socialismo ed il capitalismo, tra la dittatura del proletariato e quella della borghesia. Ciò che essi auspicano è di fatto non la linea socialista, bensì la linea capitalista. Nelle presenti circostanze il revisionismo è ancora più nocivo del dogmatismo. Sul fronte ideologico ci incombe un compito importante: quello di criticare il revisionismo. (12 marzo 1927, p. 18)
  • Il comunismo è ad un tempo il sistema ideologico completo del proletariato e un nuovo sistema sociale. Diverso da ogni altra ideologia e da ogni altro sistema sociale, il comunismo è il più perfetto, il più progredito, il più rivoluzionario e il più razionale sistema di tutta la storia dell'uomo. L'ideologia e il sistema sociale del feudalesimo trovano ormai posto solo nel museo della storia. (gennaio 1940, p. 20)
  • Arrestare, giudicare e condannare certi controrivoluzionari, togliere per un certo periodo di tempo il diritto di voto e libertà di espressione ai proprietari fondiari e ai capitalisti burocratici è tutto ciò nel campo di applicazione della nostra dittatura. (27 febbraio 1957, p. 29)
  • Noi siamo favorevoli all'abolizione delle guerre; non vogliamo la guerra. Ma non si può abolire la guerra se non mediante la guerra. Affinché non esistano più fucili, occorre il fucile. (6 novembre 1938, p. 44)
  • Attualmente, in tutti paesi del mondo, si discute dell'eventualità di una terza guerra mondiale. Noi dobbiamo essere psicologicamente preparati a una simile eventualità e prenderla in considerazione in modo analitico. Noi siamo risolutamente per la pace e contro la guerra. Ma se gli imperialisti si ostinano a scatenare una nuova guerra, non dobbiamo averne paura. Il nostro atteggiamento nei confronti di questa questione è lo stesso di quello che adottiamo nei confronti di qualsiasi disordine: primo, noi siamo contro, e secondo, non ne abbiamo paura. La prima guerra mondiale è stata seguita dalla nascita dell'Unione Sovietica, che ha una popolazione di 200 milioni di abitanti. La seconda guerra mondiale è stata seguita dalla formazione del campo socialista, che include una popolazione di 900 milioni di anime. È certo che se gli imperialisti si ostinano a scatenare una terza guerra mondiale, centinaia di milioni di uomini passeranno dalla parte del socialismo e che soltanto un territorio di scarsa estensione resterà in mano agli imperialisti; anzi, è addirittura possibile che il sistema imperialista crolli completamente. (27 febbraio 1957, pp. 46-47)
  • Tutti i reazionari sono tigri di carta. Apparentemente sono terribili, ma in realtà non sono poi così tanto potenti. A considerare la cosa dal punto di vista dell'avvenire, il popolo è veramente potente, non i reazionari. (agosto 1946, p. 50)
  • Così come al mondo non esiste cosa di cui la natura non sia duplice (è, questa, la legge dell'unità dei contrari), l'imperialismo e tutti i reazionari hanno una duplice natura — sono vere tigri e, nello stesso tempo — tigri di carta. (1 dicembre 1958, p. 50)
  • Ho affermato che tutti i reazionari ritenuti potenti non sono che tigri di carta. Ciò per la semplice ragione che essi sono staccati dal popolo. Ebbene, Adolf Hitler non era forse una tigre di carta? Hitler non è stato abbattuto? Ho anche affermato che tale era lo zar, l'imperatore di Cina, e cosí l'imperialismo giapponese. Voi vedete che tutti sono stati abbattuti. L'imperialismo americano non è ancora stato abbattuto e, inoltre, possiede la bomba atomica; ma, a mio avviso, anch'esso verrà abbattuto, anch'esso è una tigre di carta (18 novembre 1957, pp. 51-52)
  • Gli imperialisti sono ancora vivi; essi continuano a far sì che l'arbitrio regni in Asia, in Africa e nell'America latina. In Occidente, essi opprimono ancora le masse popolari dei diversi paesi. Questa situazione deve cambiare. (29 settembre 1958, p. 53)
  • L'imperialismo americano detta ovunque le sue leggi, si è posto in una posizione ostile ai popoli del mondo intero e va sempre più isolandosi. Le bombe A e H che esso possiede non riusciranno ad intimidire coloro che rifiutano di essere schiavi. È impossibile arginare la marea di collera dei popoli contro gli aggressori americani. La lotta dei popoli di tutto il mondo contro l'imperialismo americano e i suoi lacchè otterrà certamente vittorie sempre più grandi. (12 gennaio 1964, p. 53)
  • Il codismo è la manifestazione di inerzia e lentezza. I nostri compagni non devono credere che se qualcosa non è per loro comprensibile, non sia comprensibile per le masse. Spesse volte accade che le masse ci superano ed esigono con insistenza che il movimento avanzi, mentre i nostri compagni sono incapaci di guidarle. (24 aprile 1945, p. 85)
  • Però la stessa attività delle larghe masse, quanto è prima di un forte gruppo dirigente che la organizzi come si deve, non può a sua volta protrarsi a lungo né svilupparsi nella direzione giusta e raggiungere un livello più elevato. (1 giugno 1943, p. 87)
  • A patto di non essere un elemento ostile e di non lanciare perfidi attacchi, chiunque può formulare il proprio parere, anche se sbaglia; e i dirigenti di tutti i livelli hanno il dovere di ascoltare. Occorre applicare due principi: non tacere nulla di ciò che sai, non tenerti per te quel che hai da dire; nessuno è colpevole di aver parlato, a chi ascolta di trarne profitto. È impossibile far osservare il primo principio, a meno di ammettere realmente, e non formalmente, che nessuno è colpevole di aver parlato. (15 dicembre 1944, p. 106)
  • Il partito deve educare i suoi membri sulle questioni della democrazia, affinché essi comprendano che cos'è la vita democratica, quali sono i rapporti tra la democrazia ed il centralismo e come si pratica il centralismo democratico. Soltanto così potremo estendere realmente la democrazia in seno al partito, pur evitando l'ultra-democratismo e quel lasciar perdere che distrugge la disciplina. (ottobre 1938, p. 106)
  • Se in una scuola di un centinaio di persone non esiste un gruppo dirigente costituito in funzione della situazione e composto da alcuni, talora poco più di una decina, tra gli elementi più attivi, più retti e più capaci, scelti tra gli insegnanti, gli impiegati e gli allievi, questa scuola funzionerà certamente male. (1 giugno 1943, p. 108)
  • Dopo aver subito uno scacco, bisogna trarne una lezione e modificare le proprie idee in modo tale da farle corrispondere alle leggi del mondo esterno, e così si potrà trasformare lo scacco in un successo; è quel che è espresso dalle massime: la sconfitta è la madre del successo e ogni insuccesso ci rende più cauti. (luglio 1937, p. 135)
  • La dialettica materialista ritiene che le cause esterne costituiscono la condizione delle trasformazioni, che le cause interne ne sono la base e che le cause esterne operano tramite le cause interne. Un uovo posto in condizioni adatte di temperatura si trasforma in un pulcino, ma il calore non può trasformare in pulcino una pietra. (agosto 1937, p. 137)
  • Guardare le cose da un lato solo significa pensare in termini di assoluto, considerare i problemi in modo metafisico. Quando si tratta di valutare il nostro lavoro, approvarlo interamente come condannarli in blocco equivale ad adottare un punto di vista laterale. Approvare tutto significa vedere soltanto i lati buoni e non quelli cattivi, significa ammettere soltanto le lodi e non le critiche. Sostenere che nel nostro lavoro tutto va bene non può corrisponde alla realtà. Di fatto, non tutto procede come si vorrebbe e si danno ancora insufficienze ed errori. È dunque necessaria un'analisi. Condannare tutto significa ritenere, estranei a qualsiasi spunto analitico, che "tutto va male", che nulla è degno di lode in un'impresa grandiosa quale l'edificazione socialista, in questa grande lotta sostenuta da milioni di persone, ritenere che "tutto è guasto". Certamente, non bisogna confondere i numerosi sostenitori di questi punti di vista con gli elementi ostili al regime socialista, e tuttavia le loro opinioni sono del tutto errate ed estremamente nocive e non possono che scoraggiarci. Per valutare il nostro lavoro, l'approvazione esclusiva è falsa quanto l'esclusiva negazione. (12 marzo 1957, pp. 140-41)
  • Nell'esame di un problema, il marxismo deve considerare il tutto quanto le parti. Una rana dentro un pozzo diceva che "Il cielo non è più grande della bocca di un pozzo". Però e inesatto, perché il cielo non si limita alle dimensioni della bocca del pozzo. Se la rana avesse detto "una parte del cielo ha le dimensioni della bocca dei pozzo," avrebbe detto il vero, poiché è conforme alla realtà. (27 dicembre 1935, p. 141)
  • È quindi necessario nello studio di ogni processo complesso, che contenga più di due contraddizioni, ricercare la contraddizione principale. Determinata questa contraddizione principale è facile risolvere tutti i problemi. (agosto 1937, p. 143)
  • La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo. (31 luglio 1955, p. 170)
  • Il mondo è vostro tanto quanto nostro, ma in fin dei conti, è a voi che appartiene. Voi giovani siete dinamici, in piena espansione, come il sole alle otto o alle nove del mattino. In voi risiede la speranza...
    ...Il mondo appartiene a voi. A voi appartiene l'avvenire della Cina. (Conversazione con alcuni studenti e borsisti cinesi a Mosca, 17 novembre 1957; p. 183)
  • Nel mondo contemporaneo ogni cultura, ogni letteratura e ogni arte appartiene a una classe determinata e si rifà ad una ben definita linea politica. L'arte per l'arte, l'arte al di sopra delle classi, l'arte che si sviluppa fuori della politica e indipendentemente da essa non esiste. La letteratura e l'arte proletarie sono parte di tutta l'azione rivoluzionaria del proletariato, o come ha detto Lenin, sono "una rotella e una vitina" del meccanismo generale della rivoluzione (Interventi alle conversazioni sulle questioni della letteratura e dell'arte a Yenan, maggio 1942; p. 189)
  • La cultura rivoluzionaria è per le masse popolari una potente arma della rivoluzione. Prima della rivoluzione, la prepara ideologicamente; durante la rivoluzione, costituisce un settore importante, indispensabile del fronte generale della rivoluzione. (La nuova democrazia, gennaio 1940; p. 189)
  • Occorre che i nostri scrittori e i nostri artisti adempiano a questo compito: mutare di posizione e gradualmente passare dalla parte del proletariato, dalla parte degli operai, dei contadini e dei soldati, andando tra loro, gettandosi in pieno nella lotta pratica, studiando il marxismo e la società. Solo così noi avremo una letteratura ed un'arte che possano servire realmente agli operai, ai contadini e ai soldati, una letteratura e un'arte autenticamente proletarie. (Interventi alle conversazioni sulle questioni della letteratura e dell'arte a Yenan, maggio 1942; p. 190)
  • La critica letteraria e artistica comporta due criteri: politico e artistico... ma in che rapporto sono tra loro? Tra la politica e l'arte non si può mettere il segno dell'uguale, così come non lo si può mettere tra una concezione generale del mondo e i metodi della creazione e della critica artistica. Noi neghiamo non soltanto l'esistenza di un criterio astratto e immutabile, ma anche d'un criterio artistico astratto e immutabile; ogni classe, in ogni società di classe, pone sempre il criterio politico in primo piano, e quello artistico in secondo piano... Noi invece esigiamo unità tra politica ed arte, unità tra contenuto e forma, unità tra contenuto politico rivoluzionario e una forma artistica il più possibile perfetta. Le opere che mancano di un valore artistico, per quanto possano essere avanzate politicamente, restano inefficaci. Per questo, noi siamo contro le opere d'arte che esprimono opinioni politiche erronee e nello stesso tempo siamo contro la tendenza a produrre opere in "stile da slogan o da manifesto," in cui le opinioni politiche sono giuste, ma che mancano di forza espressiva artistica. In letteratura e in arte dobbiamo condurre la lotta su due fronti. (Interventi alle conversazioni sulle questioni della letteratura e dell'arte a Yenan, maggio 1942; pp. 190-191)
  • Un esercito senza cultura è un esercito ignorante, ed un esercito ignorante non può vincere. (Il fronte unico nel lavoro culturale, 30 ottobre 1944; p. 192)
  • Se, arrivati ad una teoria giusta, ci si accontenta di farne argomento di conversazione, per poi lasciarla da parte senza metterla in pratica, questa teoria, per quanto bella possa essere, è priva d'ogni significato. (A proposito della pratica, luglio 1937; p. 194)

Explicit[modifica]

Per apprendere il marxismo, non basta studiarlo sui libri; è soprattutto con la lotta delle classi, col lavoro pratico e i contatti con le masse operaie e contadine che si arriva ad appropriarselo realmente. Se, dopo aver letto qualche opera marxista, i nostri intellettuali acquisissero anche qualche comprensione del marxismo a contatto delle masse operaie e contadine e nel loro lavoro politico, allora parleremmo tutti lo stesso linguaggio, non solo il linguaggio del patriottismo e del socialismo, ma probabilmente anche il linguaggio della concezione comunista del mondo, e il lavoro di noi tutti se ne avvantaggerebbe di sicuro.

Sulla contraddizione[modifica]

Incipit[modifica]

La legge della contraddizione inerente alle cose, ossia la legge dell'unita degli opposti, è la legge fondamentale della dialettica materialistica.

Citazioni[modifica]

  • Lungo tutta la storia della conoscenza umana sono sempre esistite due concezioni dello sviluppo del mondo: la concezione metafisica dello sviluppo e la concezione dialettica dello sviluppo; esse sono due concezioni del mondo opposte fra loro. (Le due concezioni del mondo, p. 4)
  • In Cina la metafisica si chiama anche hsuan-hsueh. In Cina come in Europa, per un lungo periodo storico, la metafisica è stata una parte della concezione idealista del mondo e ha avuto un ruolo importante nel pensiero degli uomini. Nel periodo iniziale di esistenza della borghesia in Europa, anche il materialismo è stato metafisico. (La concezione metafisica dello sviluppo, p. 4)
  • Secondo i metafisici le diverse cose, le loro diverse proprietà e i loro caratteri specifici sono rimasti immutati dal momento in cui hanno cominciato a esistere. Le loro successive modificazioni sono soltanto espansioni o contrazioni. Ogni cosa non può che essere ripetutamente riprodotta sempre uguale a se stessa, non può trasformarsi in un'altra cosa, in una cosa diversa. Secondo i metafisici lo sfruttamento capitalista, la concorrenza capitalista, la morale individualista che troviamo nella società capitalista, ecc. si ritrovano pari pari anche nell'antica società schiavista, anzi perfino nella società primitiva ed esisteranno eternamente e immutabilmente. Essi attribuiscono lo sviluppo della società a condizioni esterne ad essa come l'ambiente geografico, il clima, ecc. Semplicisticamente cercano le cause dello sviluppo fuori delle cose stesse e negano la tesi della dialettica materialista secondo cui lo sviluppo delle cose è determinato dalle loro contraddizioni interne. (La concezione metafisica dello sviluppo, p. 5)
  • La causa principale dello sviluppo di una cosa non si trova fuori di essa ma dentro di essa, nelle sue contraddizioni interne. Il movimento e lo sviluppo delle cose avvengono perché in esse esistono queste contraddizioni. La contraddizione insita in una cosa è la causa principale del suo sviluppo, mentre la relazione della cosa con altre cose (il legame e l'interazione) è solo la causa secondaria di esso. (La concezione materialista dialettica dello sviluppo, p. 6)
  • Il celebre filosofo tedesco Hegel, vissuto tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, ha dato un grande contributo alla dialettica, ma la sua dialettica era idealista. Solo quando i grandi protagonisti del movimento proletario, Marx e Engels, sintetizzarono le conquiste raggiunte dall'umanità nel corso dello sviluppo della conoscenza e, in particolare, assimilarono criticamente gli elementi razionali della dialettica hegeliana e crearono la grande teoria del materialismo dialettico e del materialismo storico, solo allora si verificò nella storia della conoscenza umana una rivoluzione senza precedenti. In seguito questa grande teoria fu ulteriormente sviluppata da Lenin e da Stalin. Da quando ha posto piede in Cina, essa ha provocato enormi modificazioni nel pensiero cinese. (La concezione materialista dialettica dello sviluppo, p. 8)
  • L'interdipendenza e la lotta degli aspetti contraddittori insiti in una cosa determinano la vita della cosa e determinano il suo sviluppo. Non esistono cose che non contengano contraddizioni; senza contraddizioni, non vi sarebbe l'universo. (La contraddizione esiste nel processo di sviluppo di ogni cosa, p. 9)
  • "Che cos'è l'antagonismo?" Tale questione sorge dal problema della lotta degli opposti. Noi rispondiamo: l'antagonismo è una delle forme della lotta degli apposti, ma non la sua forma unica e universale (Il ruolo dell'antagonismo nella contraddizione, p. 40)
  • La legge della contraddizione inerente alle cose, cioè la legge dell'unità degli opposti, è la legge fondamentale della natura e della società e quindi anche del pensiero. Essa è l'opposto della concezione metafisica del mondo. La sua scoperta ha costituito una grande rivoluzione nella storia della conoscenza umana. (Conclusione, p. 43)

Combattere il liberalismo[modifica]

Incipit[modifica]

Noi siamo per la lotta ideologica attiva, perché è l'arma per assicurare l'unità nel Partito e nelle organizzazioni rivoluzionarie, nell'interesse della nostra lotta. Ogni comunista, ogni rivoluzionario, deve impugnare questa arma.

We stand for active ideological struggle because it is the weapon for ensuring unity within the Party and the revolutionary organizations in the interest of our fight. Every Communist and revolutionary should take up this weapon.

Citazioni[modifica]

  • Il liberalismo invece respinge la lotta ideologica ed è schierato per una pace senza princìpi, dando perciò origine a un atteggiamento decadente e filisteo e determinando la degenerazione politica in certe unità nel Partito e nelle organizzazioni rivoluzionarie.
But liberalism rejects ideological struggle and stands for unprincipled peace, thus giving rise to a decadent, Philistine attitude and bringing about political degeneration in certain units and individuals in the Party and the revolutionary organizations.
  • Il liberalismo si manifesta in varie forme.
    Lasciar correre per amore della pace e dell'amicizia quando una persona ha chiaramente sbagliato, e astenersi da discussioni di principio perché è una vecchia conoscenza, un compaesano, un compagno di scuola, un amico intimo, una persona cara, un vecchio collega o un vecchio sottoposto. O prendere l'argomento con leggerezza invece di approfondirlo, così da mantenere buoni rapporti. Il risultato è che sia l'organizzazione che l'individuo sono danneggiati. Questa è una prima forma di liberalismo.
Liberalism manifests itself in various ways.
To let things slide for the sake of peace and friendship when a person has clearly gone wrong, and refrain from principled argument because he is an old acquaintance, a fellow townsman, a schoolmate, a close friend, a loved one, an old colleague or old subordinate. Or to touch on the matter lightly instead of going into it thoroughly, so as to keep on good terms. The result is that both the organization and the individual are harmed. This is one type of liberalism.
  • Essere consapevole dei propri errori ma non fare nessun tentativo per correggerli, assumendo un atteggiamento permissivo e liberale verso sé stessi. Questa è l'undicesima forma di liberalismo.
To be aware of one's own mistakes and yet make no attempt to correct them, taking a liberal attitude towards oneself. This is an eleventh type.
  • Il liberalismo è estremamente nocivo in una collettività rivoluzionaria. È un corrosivo che divora l'unità, mina la coesione, causa apatia e crea dissensi.
Liberalism is extremely harmful in a revolutionary collective. It is a corrosive which eats away unity, undermines cohesion, causes apathy and creates dissension.
  • Le persone che sono liberali considerano i princìpi del marxismo come un dogma astratto. Approvano il marxismo, ma non sono preparati a praticarlo o praticarlo pienamente; non sono preparati a sostituire il loro liberalismo con il marxismo. Queste persone hanno un loro marxismo, ma hanno anche un loro liberalismo – parlano di marxismo ma praticano il liberalismo; applicano il marxismo sugli altri e il liberalismo su loro stessi. Prendono ciò che è buono da entrambi e trovano un utilizzo per ciascuno.
People who are liberals look upon the principles of Marxism as abstract dogma. They approve of Marxism, but are not prepared to practice it or to practice it in full; they are not prepared to replace their liberalism by Marxism. These people have their Marxism, but they have their liberalism as well--they talk Marxism but practice liberalism; they apply Marxism to others but liberalism to themselves. They keep both kinds of goods in stock and find a use for each.

Explicit[modifica]

Tutti i comunisti leali, onesti, attivi e giusti devono unirsi per opporsi alle tendenze liberali dimostrate da alcune persone tra di noi, e reindirizzarle sulla via più giusta. Questo è uno dei compiti del nostro fronte ideologico.

All loyal, honest, active and upright Communists must unite to oppose the liberal tendencies shown by certain people among us, and set them on the right path. This is one of the tasks on our ideological front.

Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo[modifica]

  • La nostra dittatura è la dittatura democratica popolare diretta dalla classe operaia e basata sull'alleanza tra operai e contadini. Questo significa che in seno al popolo si pratica la democrazia e che la classe operaia, unendosi con tutti coloro che godono dei diritti civili, i contadini in primo luogo, esercita la dittatura sulle classi e sugli elementi reazionari e su tutti coloro che si oppongono alla trasformazione socialista e all'edificazione socialista. (p. 4)
  • Sul piano politico godere dei diritti civili significa godere del diritto di libertà e di democrazia. Ma questa libertà è una libertà che ha una direzione e questa democrazia è una democrazia sotto una direzione centralizzata: non è anarchia. L'anarchia non risponde agli interessi e alle aspirazioni del popolo. (p. 4)
  • Dovunque vi sono controrivoluzionari, essi devono essere eliminati; ogni volta che si scopre un errore, esso deve essere corretto. (p. 13)
  • Sarebbe vuota fantasia credere che la causa del socialismo sia navigare col vento in poppa e facili successi, senza difficoltà e rovesci e che non richieda sforzi tremendi. (p. 14)

Direttive riguardanti la rivoluzione culturale[modifica]

  • È a vantaggio dei despoti mantenere il popolo ignorante; è a nostro vantaggio renderlo intelligente. Dobbiamo condurre gradualmente il popolo fuori dall'ignoranza. (11 febbraio 1966)
It is to the advantage of despots to keep people ignorant; it is to our advantage to make them intelligent. We must lead all of them gradually away from ignorance.
  • Il vento non cessa anche se gli alberi vogliono riposare. (2 giugno 1966)
Wind will not cease even if trees want to rest.
  • La democrazia a volte può sembrare fine a sé stessa, ma in realtà è solo il mezzo per un fine. (1º gennaio 1967)
Democracy sometimes looks like an end in itself, but in fact it is merely a means to an end.

Citazioni su Mao Zedong[modifica]

  • Credo che le generazioni future non avranno difficoltà nel riconoscere in Mao la figura più importante di questo secolo. (A. J. P. Taylor)
  • Il mio debito nei confronti di Mao è indubbio, convinto e credo anche dichiarato. Egli riflette sulla più grande rivoluzione anticoloniale della storia, che si sviluppa mentre continuano ovviamente a manifestarsi tensioni e conflitti di ogni genere all'interno del grande paese asiatico e mentre a livello mondiale permane e anzi si acutizza lo scontro tra le grandi potenze colonialiste e imperialiste che mirano a controllare la Cina: nel 1937 il Giappone ha preso ormai il posto della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, per essere a sua volta soppiantato dagli USA otto anni dopo.
    Come orientarsi in questo intreccio di contraddizioni? Qual è la contraddizione principale? Come si manifesta la lotta di classe? Su quali alleati e sino a che punto può contare il protagonista della lotta di classe emancipatrice (il popolo impegnato a scuotersi di dosso il giogo colonialista)? Nello sforzo di rispondere a tali domande Mao ha rotto definitivamente con la lettura binaria del conflitto sociale e ha arricchito Marx ed Engels: in essi la questione coloniale è ben presente ma i popoli coloniali non appaiono quali protagonisti di un processo rivoluzionario che modifica profondamente il corso della storia mondiale. (Domenico Losurdo)
  • In una lunga guerra nei pressi di Pechin | con i suoi soldati sconfigge anche Stalin, | incontro un vecchio uomo nato nel Shantung | lo fermo e gli domando dov'era Mao Tse-tung, | qui non c'era. (Rino Gaetano)
  • Ho conosciuto Mao nel 1955. Era affabile e onesto nei modi. Dimostrò un notevole interesse per l'Europa e anche per il nostro Paese. Mi parve più incline ad ascoltare che a parlare. (Pietro Nenni)
  • La gigantesca personalità di Mao Tse-tung, che aveva assicurato l'unità e una decisa direzione del Partito e del Movimento rivoluzionario, e – dal 1949 – della Cina intera, diventa all'interno e all'esterno una causa di imbarazzo. Iniziatore delle Comuni popolari, del "grande balzo in avanti", del Movimento di educazione socialista del 1962 e della Rivoluzione Culturale degli anni seguenti, egli si troverà di fronte a tali resistenze nel Partito che sarà costretto a superarle mettendo in movimento le masse e rovesciando le strutture esistenti. (Jacques Guillermaz)
  • La figura di un dittatore Mao è completamente sbagliata. Il rispetto che egli ispirava fra coloro che gli stavano intorno non era timore reverenziale, ma affetto, senso della sua indispensabilità. Mao era un uomo che sapeva le cose, che aveva avuto più peso di tutti gli altri cinesi nella conquista di una nuova società proletaria, nella rifondazione di una Cina unita. (Paolo Battino Vittorelli)
  • [Sulla figura storica di Mao Zedong] La scorciatoia della demonizzazione, la spiegazione psicopatologica, evita la messa in discussione delle responsabilità collettive. C'è un intero gruppo dirigente, vivo e vegeto, potente e arrogante, al governo della più grande nazione del pianeta, che deve rendere conto del sistema che ha consentito a Mao di essere Mao. Oltre ai dirigenti, anche l'intero popolo cinese non potrà risparmiarsi un giorno il dovere doloroso dell'autocoscienza, non potrà eludere l'obbligo morale di spiegare perché precipitò nella barbarie. I processi sommari ai «traditori» nelle piazze gremite di gente che applaudiva e inveiva, la gogna pubblica, le delazioni contro i colleghi, gli amici e i parenti: com'è stato possibile? La teoria del mostro è un alibi che rinvia la resa dei conti con il passato. (Federico Rampini)
  • Mao era un uomo libero, che parlava liberamente. Non è colpa sua se ha dovuto sfidare tutte le leggi della storia e dell'economia, ancora più duramente di quanto non l’abbia fatto Lenin, nell'impiantare il socialismo nel Paese più difficile del mondo. Da questo veniva il suo fascino, che sapeva comunicare. (Paolo Battino Vittorelli)
  • Mao è stato tra le personalità più salienti del secolo, forse la più grande personalità del secolo. Egli è stato del resto qualcosa di più di un grande capo rivoluzionario in quanto ha impersonato le aspirazioni di un politico proiettato dalla sua millenaria esperienza verso un domani di giustizia e di eguaglianza. (Pietro Nenni)
  • Scompare con Mao il principale artefice di uno dei più grandi eventi di questo secolo: la rivoluzione cinese e la nascita della Nuova Cina Popolare. Il segno che egli lascia nella vita del suo popolo e in quella dell'umanità intera non sarà cancellato dal tempo, anzi è destinato a divenire più grande e marcato via via che la storia gli renderà per intero tutte le ragioni del suo pensiero e della sua opera. (Bettino Craxi)

Nikita Sergeevič Chruščёv[modifica]

Mao con Chruščёv nel 1958
  • L'esercito sovietico ha schiacciato le forze migliori dell'esercito tedesco, mentre gli uomini di Mao hanno trascorso venti, venticinque anni a punzecchiarsi il sedere con la punta dei coltelli e delle baionette.
  • La politica è un giuoco, e Mao Tse-tung ha giocato nel far politica con asiatica astuzia, ricorrendo volta a volta all'adulazione, al tradimento, alla vendetta selvaggia ed all'inganno. Ci ha preso in giro per molti anni prima che scoprissimo i suoi trucchi. Talleyrand disse, una volta, che ad un diplomatico è data la parola per nascondere i pensieri. Lo stesso vale per un politico, e Mao Tse-tung è sempre stato un maestro nel dissimulare i suoi veri pensieri ed intenzioni.
  • Mao è un nazionalista e, almeno quando lo conobbi, bruciava dall'impaziente desiderio di governare il mondo. Il suo piano era di governare prima la Cina, poi l'Asia, poi... cosa?
  • Trovai del tutto incredibile che Mao potesse liquidare l'imperialismo americano come una tigre di carta quando, in effetti, esso è un pericoloso animale predatore.

Paul Johnson[modifica]

  • In un certo senso Mao non compì mai la transizione dalla rivoluzione all'amministrazione. Gli mancava l'amore di Stalin per la burocrazia. Per lui la storia era una rappresentazione cosmica, una successione di episodi spettacolari, nel quale lui era attore, impresario e spettatore.
  • L'aspetto più importante che avvicinava Mao a Hitler era l'idea di un'imminente escatologia. Mao era un uomo terribilmente impaziente. Non aveva il lento stoicismo con cui Stalin perseguiva senza rimorsi i suoi obiettivi e le sue vendette. Come Hitler voleva accelerare il corso della storia.
  • La linea portante del pensiero di Mao era il patriottismo radicale. Egli non dovette mai compiere il passaggio dall'internazionalismo al nazionalismo come fece Mussolini nel 1914: fu un nazionalista ab initio, come Ataturk, e il suo nazionalismo culturale non derivò da un senso di oppressione, ma dalla consapevolezza risentita di aver subito un torto. Come si poteva sopportare che la Cina, culla della cultura, venisse trattata dai villani europei come un bambino capriccioso? Perché così veniva spesso definita dalla stampa occidentale negli anni Venti.

Edgar Snow[modifica]

  • Il marxismo diede a Mao un metodo moderno di analisi dei fenomeni politici molto superiore alle confuse concezioni tra confuciane e da signore-della-guerra di Chiang Kai-shek. La sua mancanza di un'ampia conoscenza della complessità del mondo esterno costituì più tardi uno svantaggio, ma non danneggiò la sua capacità di manovra nell'ambito della scena politica cinese.
  • Mao era un uomo, scrissi nel 1936, cui «si sente una certa forza del destino, una sorta di solida vitalità elementare».
  • Mao Tse-tung aveva quarantatré anni, soltanto quattordici più di me, ma aveva vissuto nove vite rispetto alle mie due. Aveva molto da insegnarmi: era un sociologo e uno psicologo di valore.
  • Una sera a cena [Mao] espose una sua teoria secondo la quale i popoli che amano mangiare pepato sono rivoluzionari. Citò prima di tutto la sua provincia, lo Hunan, terra che ha generato famosi rivoluzionari. Poi, per dimostrare la sua asserzione, passò alla Spagna, al Messico, alla Russia e alla Francia, ma ridendo forte, dovette riconoscersi battuto quando qualcuno ricordò come la ben nota passione degli italiani per il pepe rosso e l'aglio contraddicesse la sua teoria.

Deng Xiaoping[modifica]

  • Guardi, il presidente Mao ha commesso errori, sì. Però è stato anche uno dei principali fondatori del Partito comunista cinese e della Repubblica popolare cinese. Quindi, valutando i suoi meriti come i suoi errori, noi pensiamo che i suoi errori vadano messi al secondo posto, i suoi meriti al primo. E questo significa che il contributo da lui dato alla rivoluzione cinese non può essere dimenticato, che il popolo cinese custodirà sempre la sua memoria, penserà sempre a lui come a uno dei fondatori del partito e della Repubblica.
  • [Nel 1985] Il compagno Mao Zedong è stato un grande leader, ed è sotto la sua leadership che la rivoluzione cinese riuscì a trionfare. Purtroppo però, commise il grave errore di trascurare lo sviluppo delle forze produttive. Non intendo dire che non volesse svilupparle. Il punto è che non tutti i suoi metodi erano corretti. Per esempio, né l'attuazione del grande balzo in avanti, né l'istituzione delle comuni popolari erano adeguate alle leggi che governano lo sviluppo socio-economico.
  • Il presidente Mao ha dedicato la maggior parte della sua vita alla Cina, ha salvato il partito e la rivoluzione nei momenti più critici, insomma ha dato un contributo tale che senza di lui, come minimo, il popolo cinese avrebbe impiegato molto più tempo a trovare la sua strada nel buio. Non dimentichiamo nemmeno che fu il presidente Mao a combinare i principii del marxismo-leninismo con le realtà della storia cinese, e poi ad applicare quei principii, creativamente, non solo alla politica ma alla filosofia, all'arte, alla letteratura, alle faccende militari.
  • Negli ultimi anni della sua vita, il presidente Mao contraddisse sé stesso, i buoni principii che aveva formulato. E idee malsane, ragionamenti ingiusti emersero attraverso il suo comportamento e le sue azioni. L'idea più malsana di tutte, l'idea dell'ultrasinistra. Mah! Forse il fatto d'avere vinto aveva cancellato in lui ogni prudenza, o forse aveva perduto contatto con la realtà. Sa, a causa di tutto ciò che aveva fatto per la rivoluzione, egli godeva di grande prestigio nel paese e così riceveva troppe lodi, troppe lusinghe. Finì con l'ignorare anche il centralismo democratico, cioè la direzione collettiva che aveva sempre predicato. E questo fu uno dei guai più gravi sebbene anche altri rivoluzionari, in quel senso, abbiano avuto la loro parte di responsabilità. Incluso me stesso.

Note[modifica]

  1. Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 263. ISBN 9788858019429
  2. 1957; citato in Aa. Vv., Antropologia e interpretazione: Il contributo di Clifford Geertz alle scienze sociali, Morlacchi, Perugia, 2004, p. 115. ISBN 88-88778-45-4
  3. Citato in Slavoj Žižek, Demanding the Impossible, 2013, p. 94. ISBN 0745672299
  4. Citato in (EN) Alan Badiou, An Essential Philosophical Thesis: “It Is Right to Rebel against the Reactionaries”, positions, vol. 13, n. 3, 1 agosto 2005, Duke University Press, p. 669.
  5. Da Rettificare lo stile di lavoro del Partito, in Opere scelte, vol. 3, p. 37.
  6. Da Sui negoziati di Chiungking, 17 ottobre 1945, in Opere scelte, vol. IV.
  7. a b c Citato in Edgar Snow, La mia vita di giornalista, Giulio Einaudi Editore, 1977.
  8. Da Aspetti della lotta cinese contro il Giappone; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  9. Da Sul governo di coalizione, 24 aprile 1945, in Opere scelte, vol. III.
  10. Citato in Žižek presenta Mao, Slavoj Žižek, Milano, 2009.
  11. Œuvres, tomo II, Ed. en langues étrangères, Pechino, 1967. Citato in Ludo Martens, Stalin. Un altro punto di vista, Verona, Zambon, 2017, pp. 387.
  12. Rivolgendosi ad Ahmed Shuqairy e alla delegazione dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina in visita a Pechino nel marzo 1965. Pubblicato su al-Anwar, Beirut, 6 aprile 1965. Citato in (EN) John K. Cooley, China and the Palestinians, su Journal of Palestine Studies, vol. 1, n. 2, 1972 p. 21.
  13. Dalla conversazione del maggio 1974 con l'ex primo ministro inglese Edward Heath. (EN) In On Diplomacy, Foreign Languages Press, Beijing, 1998.
  14. Da (EN) On Diplomacy, Foreign Languages Press, Beijing, 1998, p. 439. Citato in Domenico Losurdo, La lotta di classe. Una storia politica e filosofica, Gius. Laterza & Figli, Roma-Bari, 20136, p. 300. ISBN 978-88-581-2186-3
  15. Da Citazioni dalle opere del Presidente Mao-Tse-Tung (meglio nota come Libretto rosso), pp. 12-13; citato in Saverio Di Bella, Caino Barocco. Messina e la Spagna 1672-1678, p. 56.
  16. Citato in AA.VV., Il libro del femminismo, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2019, p. 230. ISBN 9788858022900
  17. Da Abbandonate le illusioni, preparatevi alla lotta, 14 agosto 1949, in Opere scelte, vol. IV.
  18. a b Citato in Paolo Vittorelli, Un uomo, un capo, Avanti!, 10 settembre 1976, p. 1.
  19. Citato in ON THE PEOPLE'S DEMOCRATIC DICTATORSHIP, su marxists.org.
  20. a b Citato in Mao Tse: «In Corea seguiteremo a batterci», La Stampa, 9 febbraio 1953
  21. Da Il ruolo del Partito comunista cinese nella guerra nazionale, in Opere scelte, vol. 2, p. 217.
  22. Scritto all'età di 24 anni, riportato da Edgar Snow in Red star over China, Londra, Gollanz, 1973 e citato in Jung Chang e Jon Halliday, Mao – La storia sconosciuta, p. 24.
  23. Citato in (EN) Jerome Ch'en, Chingkangshan Revisited: An Unpublished Poem by Mao Tse-tung, The China Quarterly, vol. 34, giugno 1968, Cambridge University Press, p. 3.
  24. Da Problemi della guerra e della strategia, 9 novembre 1938, in Opere scelte, vol. II.
  25. Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 264. ISBN 9788858019429
  26. Citato in (EN) Memorandum of Conversation, febbraio 1973, p. 18. Dossier desecretato il 16 agosto 1997 e pubblicato su nsarchive2.gwu.edu (The National Security Archive of George Washington University).
  27. Da Sulla guerra di lunga durata, maggio 1938, in Opere scelte, vol. II.
  28. Da Problemi della guerra e della strategia, 6 novembre 1938, in Opere scelte, vol. II.
  29. Dal telegramma al "giovane maresciallo" Chang Hsue-liang del 12 dicembre 1936; citato in Jung Chang e Jon Halliday, Mao – La storia sconosciuta, p. 223.
  30. Dal Discorso pronunciato da Mao a una riunione tenuta dagli organi direttamente dipendenti dal Comitato centrale del Partito comunista cinese per onorare la memoria del compagno Chang Szu-teh, in Opere scelte, vol. 3, p. 181-182.
  31. Da intervista con la giornalista americana Anna Louise Strong, agosto 1946, Opere scelte, vol. IV.

Bibliografia[modifica]

Voci correlate[modifica]

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