Kim Jong-il

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Kim Jong-il

Kim Jong-il (1941 – 2011), politico nordcoreano.

Citazioni di Kim Jong-il[modifica]

It's all a lie. They're just pretending to praise me.
  • Gloria agli eroici soldati dell'Esercito! (Commento ad una rivista militare nel 1992, e l'unica volta della voce di Kim in onda [1])

Da Per un’analisi e un bilancio corretti della storia della precedente ideologia rivoluzionaria della classe operaia

sintesi di tre discorsi del Dirigente Kim Jong Il agli scienziati sociali in occasione del 21° anniversario della sua elezione a Segretario Generale del Partito del Lavoro di Corea (20 maggio, 17 giugno e 30 settembre 1966), riportato in Italiacoreapopolare.wordpress.com

  • L’attitudine servile e dogmatica verso il marxismo-leninismo ha arrecato un gran danno alla lotta rivoluzionaria e allo sviluppo del paese. È normale vedere inevitabilmente la teoria separata dalla pratica e la riflessione paralizzata laddove serpeggiano il servilismo verso le grandi potenze e il dogmatismo. La nocività di questa attitudine consiste nell’impedire al Partito della classe operaia di stabilire una politica rispondente alla situazione concreta del proprio paese, e di condurre la rivoluzione e lo sviluppo del paese in un vicolo cieco.
  • Lo spirito servile e il dogmatismo verso il marxismo-leninismo sono incompatibili con l’ideologia del nostro Partito. L’ideologia del nostro Partito è quella del grande Leader Kim Il Sung. Coloro che considerano il marxismo-leninismo come una panacea per tutte le epoche e per tutti i paesi non possono apprendere l’essenza delle idee rivoluzionarie dello stimato Leader Kim Il Sung e della politica del nostro Partito, la loro concretizzazione, né accettarle di tutto cuore, né impregnarvisi, né applicarle correttamente.
  • Il marxismo è del resto una dottrina rivoluzionaria basata sull’analisi dei rapporti sociali, economici e di classe in Gran Bretagna, in Germania e in altri paesi capitalisti sviluppati. Pertanto, questa dottrina non fornisce soluzioni ai problemi teorici e pratici della rivoluzione e dell’edificazione nelle ex colonie e semicolonie, le quali compongono la schiacciante maggioranza delle nazioni sulla Terra.
  • Il leninismo è il marxismo dell’epoca dell’imperialismo e delle rivoluzioni proletarie. Conducendo il suo lavoro ideologico in circostanze storiche diverse da quelle di Marx ed Engels, Lenin ha salvaguardato la sostanza rivoluzionaria del marxismo contro le deformazioni e gli attacchi degli opportunisti di tutti i colori e ha sviluppato i suoi princìpi essenziali in funzione delle condizioni concrete della rivoluzione russa e del contesto della nuova epoca.

Da Applicare fino in fondo il sistema di direzione del Partito

discorso ad una assemblea consultiva dei Dirigenti Superiori dei Dipartimenti di Direzione Organizzativa e di Agitazione e Propaganda del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (28 Aprile 1979), riportato in Jucheitalia.it

  • Solo quando il sistema è completamente instaurato il Partito può portare avanti la sua missione di Stato Maggiore della rivoluzione e organizzare le grandi masse per lanciare la lotta rivoluzionaria ed eseguire in modo efficiente il lavoro della costruzione.
  • Accettare senza condizioni e mettere in pratica le decisioni e le direttive del Partito sono il primo compito rivoluzionario dei quadri e dei membri del Partito.
  • La lealtà verso il Partito va espressa non a parole, ma con la lotta pratica per realizzare le decisioni e le direttive del Partito: solo coloro che le eseguono in maniera incondizionata sono dei veri comunisti rivoluzionari di tipo Juché, leali al Partito.

Da Avanziamo sotto la bandiera del marxismo-leninismo e dell’idea del Juché

Scritto pubblicato nel 3 maggio 1983 in occasione del centenario della morte di Marx e del 165° anniversario della sua nascita, riportato in Italiacoreapopolare.wordpress.com

  • Karl Marx donò un enorme contributo alla causa per la liberazione dell’umanità e, a causa delle sue gesta immortali, il suo nome viene ancora oggi ricordato con affetto dalle classi lavoratrici ed i popoli di tutto il mondo. La carriera di Marx fu quella di un illustre pensatore e teorico, di un grande rivoluzionario. Fu lui che diede inizio all’epoca del movimento comunista internazionale ed apportò un radicale cambiamento nelle modalità della lotta atta alla liberazione ed alla libertà della classe operaia e delle masse popolari. L’umanità progressista ricorderà in eterno la sua brillante carriera ed i suoi servigi alla sacra causa rivoluzionaria della classe operaia e degli altri popoli lavoratori.
  • Grazie all’eminente contributo di Marx, la classe operaia poté avere la propria visione scientifica del mondo per la prima volta, capire le leggi che regolano lo sviluppo della società e vedere la strada che avrebbe dovuto seguire per ottenere l’emancipazione e costruire una società nuova e brillante.
  • Se Lenin non avesse formulato il leninismo, la teoria, la strategia e la tattica della rivoluzione proletaria nell’epoca dell’imperialismo, e se non avesse incitato la classe operaia della Russia alla lotta, il primo Stato socialista nel mondo non avrebbe mai potuto nascere. Così come fu in passato nel caso del movimento comunista internazionale e così come è nel presente, anche nel futuro la causa rivoluzionaria della classe operaia avanzerà vittoriosamente sotto la guida del Leader.
  • Circa quarant’anni di occupazione e di politica di asservimento dell’imperialismo americano hanno completamente ridotto la Corea del Sud allo stato di una colonia annientandone la sovranità, mentre la popolazione si vede costretta a ogni sorta di calamità e flagelli. Per mantenere il loro dominio coloniale fascista, l’imperialismo americano e i suoi vassalli hanno largamente diffuso in Corea del Sud il culto degli Stati Uniti, il servilismo, la paura e la sottomissione verso di esso.
  • Oggi, gli imperialisti americani, reclamando la “protezione delle concessioni” o la “garanzia di sicurezza”, concentrano una pletora di forze armate d’aggressione nelle regioni più ricche in risorse e nei punti strategici importanti, puntando ad asservire di nuovo i paesi di recente indipendenza; allo stesso modo, sotto la copertura della “cooperazione” e della “protezione”, essi scuotono cielo e terra per controllare i paesi del Terzo Mondo sul piano politico, economico e militare.
  • Gli imperialisti americani, che sognano l’egemonia mondiale, cercano di provocare una guerra nucleare per precipitare l’umanità nei tormenti che essa provoca. Essi incrementano le loro forze armate nella regione del Vicino e Medio Oriente e vi aggravano la tensione per preparare una nuova guerra di aggressione contro i popoli arabi; anche in Africa disturbano la pace e la sicurezza opponendosi ai popoli che lottano per la liberazione nazionale e l’edificazione di una nuova società. Lanciano un intervento armato contro i popoli dell’America centrale che lottano per la libertà e l’indipendenza e moltiplicano le minacce militari e le manovre di sovversione e sabotaggio contro i paesi progressisti. Tentano di aumentare considerevolmente le loro armi nucleari nella regione dell’Europa e vi esacerbano la tensione.

Da Su alcune questioni relative alle basi ideologiche del socialismo

discorso pronunciato dinanzi ai responsabili del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (30 maggio 1990), riportato in Jucheitalia.it

  • Il socialismo rappresenta una società fondata sulle idee rivoluzionarie della classe operaia. Quel che garantisce il suo sviluppo sono l’ideologia e la teoria cui s’ispira, più precisamente la loro pertinenza, la loro virtù rivoluzionaria e il loro realismo. Perciò il socialismo, per assicurare la sua difesa e il suo sviluppo, obbligato com’è a sostenere una lotta ad oltranza contro i suoi nemici d’ogni colore, esige che questa ideologia e questa teoria, quelle della classe operaia, siano emendate e perfezionate senza sosta in funzione delle esigenze del tempo e dei progressi della rivoluzione.
  • Ai giorni nostri il tipo di socialismo che dà prova della più grande stabilità politica e della più ferma vitalità nei diversi campi è proprio il nostro socialismo, costruito sulle idee del Juché. Provvisto di virtù e di qualità a tutta prova, il nostro socialismo avanza vittoriosamente, sfidando ogni pressione ed ogni attacco degli imperialisti e degli altri reazionari. Esso gode della fiducia assoluta e del sostegno totale del nostro popolo. Desta l’ammirazione di numerosi popoli che lo invidiano, vedendo in esso il «modello del socialismo», un «socialismo del tutto originale». Così la realtà stessa conferma la validità e la pertinenza incomparabile del pensiero del Juché che forma la sovrastruttura ideologica del nostro socialismo.
  • L’ideologia rivoluzionaria creata dal Presidente Kim Il Sung rappresenta il sistema integrale del pensiero, delle teorie e dei metodi del Juché, che, a causa della sua originalità eccezionale, può esser battezzato solo con l’augusto nome del suo autore.
  • La dottrina del Juché ha formulato, per la prima volta della storia, l’idea che l’uomo è un essere sociale, dotato di Chajusong, di creatività e di coscienza, e ha indicato la via più corretta che ci sia per forgiare il suo destino.
  • Il compagno Kim Il Sung ha creato le idee del Juché non per presentare una nuova dottrina, ma per indicare al popolo la via corretta da seguire per plasmare il suo destino. In effetti, tutto il cammino percorso dalla rivoluzione coreana rappresenta un processo d’applicazione delle idee del Juché, che è stato la chiave dell’instaurazione e dello sviluppo del suo socialismo, così altamente elaborato. L’originalità e la pertinenza delle idee del Juché si trovano corroborate dalla superiorità di questo regime sociale.
    Il suo valore fondamentale proviene dal fatto che privilegia l’uomo ponendolo al centro d’ogni preoccupazione e destinando ogni cosa al suo servizio. Esso è determinato dalle idee del Juché, incentrate sull’uomo.
  • Se Marx accertò che i fatti sociali determinano la coscienza sociale, che, a sua volta, reagisce attivamente sui primi, non giunse fino a rilevare il ruolo determinante che gioca la coscienza nelle attività dell’uomo.
    Il pensiero del Juché ha per la prima volta reso giustizia al ruolo della mentalità.
  • I fatti dimostrano che il socialismo può dar piena misura del suo valore, soddisfacendo i bisogni essenziali dell’uomo, solo quando s’ispira alle idee del Juché.
  • Il socialismo e il comunismo differiscono l’uno dall’altro solo per i livelli di sviluppo e di perfezionamento che incarnano. È in fondo uno stesso tipo di società, dotata delle medesime basi politico-economiche e ideologiche. Il socialismo è lo stadio inferiore del comunismo e riveste un carattere essenzialmente comunista; il suo perfezionamento è il comunismo. Fin d’ora sono date le condizioni, si può dire, per perfezionare la teoria del comunismo per via di generalizzazione delle esperienze dell’edificazione del socialismo.
    Bisognava perfezionare la teoria del comunismo, e questo compito storico fu brillantemente assolto grazie al pensiero del compagno Kim Il Sung che mise a punto la teoria e il metodo di direzione Juché.
    La sua teoria sul comunismo è incentrata sulle masse popolari; la sua strategia e la sua tattica della rivoluzione sul ruolo di queste. È una teoria compiuta sulla liberazione nazionale, l’emancipazione sociale, l’affrancamento umano nonché sulla trasformazione della società, della natura e dell’essere umano.
  • Il dogmatismo e il revisionismo alterarono il socialismo in parecchi paesi, privandolo della sua vitalità, e sollevarono una moltitudine di difficoltà al suo sviluppo. Gli imperialisti e gli altri reazionari ne approfittarono per ordire le peggiori trame contro di esso, e, su loro istigazione e col loro sostegno, i revisionisti si lanciarono apertamente, sotto la veste della «socialdemocrazia», in una politica di ripristino del capitalismo.
  • Dobbiamo essere nitidamente coscienti che avere successo nell’edificazione del nostro socialismo è una missione storica sublime che c’incombe non soltanto per realizzare la prosperità della nostra patria e la felicità del nostro popolo, ma anche per assicurare la vittoria finale della causa dell’emancipazione dell’umanità, della causa del socialismo, e dobbiamo armarci più solidamente ancora delle idee del Juché, basi ideologiche del nostro socialismo, ed applicarle a fondo, per dare energicamente impulso alla rivoluzione e allo sviluppo del paese.

Da Per un'idea ed una conoscenza corretta della filosofia Juché

risultati del colloquio coi dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (25 ottobre 1990), riportato in Jucheitalia.it

  • Dobbiamo assolutamente guardarci dalla vuota fraseologia, inutile alla rivoluzione e allo sviluppo del paese, ed astenerci dall’imitare i princìpi riconosciuti o teorie straniere che non quadrano con la nostra situazione.
  • Se l’uomo è il prodotto dell’evoluzione, ciò non toglie tuttavia che gli gli attributi intrinsechi dell’essere sociale di cui trattasi si sono formati e sviluppati nel corso della storia della società.
  • L’uomo essendo l’unico essere sociale al mondo, i suoi componenti e la sua struttura non possono essere un criterio per paragonarlo agli animali: l’esame della diversità e della complessità di questi componenti e di questa struttura non fa risaltare la differenza fondamentale tra l’essere sociale e l’essere naturale.

Da Cementiamo l'unità monolitica ed esaltiamo la coscienza del valore della nazione coreana

colloquio coi dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (4 febbraio 1992), riportato in Jucheitalia.it

  • In questi ultimi anni certi paesi hanno visto lo scacco del socialismo, rimpiazzato sempre più dal capitalismo, tragico avvenimento provocato dal complotto degli imperialisti e dei socialdemocratici contemporanei. L’anno scorso l’Unione Sovietica si è sciolta dopo 69 anni di esistenza.
    I socialdemocratici contemporanei, imbrogliati dalla strategia di «evoluzione pacifica» degli imperialisti, hanno astiosamente denigrato il socialismo, tacciandolo di società burocratizzata e sostenendo che il capitalismo procuri libertà e democrazia alla gente. Però non v’è un briciolo di libertà o di democrazia autentica nei paesi in cui il capitalismo è stato restaurato. Nella vecchia Unione Sovietica o in altri paesi d’Europa in cui il capitalismo è stato restaurato, se esiste, la libertà consiste soltanto, per i ricchi, nel vivere lautamente e nel riempirsi le tasche e, per i poveri, nel vagare per le strade in cerca d’un mezzo di sostentamento. Si vedono moltiplicarsi senza posa i disoccupati, persone che non esistevano all’epoca del socialismo, il prezzo delle merci salire alle stelle e il livello di vita della popolazione cadere. La gente ha nostalgia della vita ai tempi del socialismo e manifesta per strada contro la politica dei governi attuali.
  • Un tempo grande potenza, l’Unione Sovietica è stata annientata, e i paesi socialisti dell’Europa orientale che la seguivano alla cieca sono naufragati.
    Gli avvenimenti innescati nei paesi che hanno scelto la via del capitalismo rinunciando al socialismo provano che non bisogna a nessun costo abbandonare l’ideale e i princìpi rivoluzionari del socialismo.
  • Il nostro popolo è costituito, fin dall’antichità, da una nazione omogenea che possiede una sola lingua ed una sola cultura su di un medesimo territorio; esso è fiero della sua storia cinque volte millenaria e delle sue tradizioni. L’intelligenza come pure la bellezza del nostro paese si sono rivelate più che mai da quando il Presidente Kim Il Sung liberò il paese ed instaurò il regime socialista. In effetti, nessun popolo al mondo beneficia, come il nostro, della direzione di un eminente leader e di un grande partito, in un regime socialista incentrato sulle masse popolari che, considerate come l’essere più prezioso, vedono i loro interessi prevalere su tutto il resto.
  • Non spetta agli stranieri riunificare il nostro paese, ma piuttosto alla nostra nazione stessa e grazie alla sua unità. Tutti i coreani, del Nord, del Sud o d’oltremare, hanno in comune l’anima Koryo, il che offre loro la possibilità di unirsi. Da qualche anno numerosi coreani d’oltremare visitano la patria socialista, il grembo del Presidente Kim Il Sung, e sono unanimi nell’affliggersi per la divisione della nazione, dichiarandosi pronti a consacrare il resto della loro vita alla riunificazione. Ciò mostra che nelle loro vene scorre il sangue Koryo, benché risiedano all’estero da lunghi anni. Dal canto suo, la popolazione della Corea del Sud manifesta uno spirito d’indipendenza nazionale e un’aspirazione alla riunificazione crescenti.
  • Tutti i coreani, del Nord, del Sud o d’oltremare, devono unirsi sotto la bandiera della riunificazione in quanto hanno conservato l’anima della nazione Koryo ed aspirano all’unità nazionale cui ciascuno deve apportare quel che può: forza fisica, sapere o denaro. In un paese riunificato la nostra nazione godrà di più dignità e forza e, indipendente e sovrana, risplenderà con la sua popolazione di settanta milioni di abitanti, la sua cultura brillante e la sua economia possente. Dobbiamo esaltare la coscienza del valore della nazione Koryo ed unire tutti i coreani del Nord, del Sud e d’oltremare, per realizzare al più presto la riunificazione, auspicio supremo della nazione.
  • Fin dai tempi più antichi, i coreani amano il kimchi e preparano per i giorni di festa svariati tipi di tok (torta di riso o d’altri cereali). Ancora ai giorni nostri i coreani impazziscono per il kimchi, considerando un kimchi ben preparato come una fonte di fierezza per il suo autore. Le donne si rallegrano oltre ogni misura udendo il loro ospite tessere le lodi del loro kimchi. I coreani d’oggi considerano il tok come uno dei piatti indispensabili nei giorni di festa e amano vedere del kimchi sul tavolo. La cucina di questi vari piatti tradizionali, apprezzati dal nostro popolo, dev’essere incoraggiata, e deve esser agevolata la preparazione di pietanze deliziose.
  • Fin dall’antichità, i coreani esprimono l’educazione e il rispetto inchinandosi. Il primo giorno dell’anno del calendario lunare i giovani facevano la riverenza agli anziani. Perché imitare i saluti stranieri quando abbiamo i nostri che li equivalgono ampiamente? Il saluto alla coreana va efficacemente incoraggiato.

Da Il socialismo è vitale per il nostro popolo

risultati del colloquio coi dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (14 novembre 1992), riportato in Jucheitalia.it

  • Al giorno d’oggi gli imperialisti e gli altri reazionari si abbandonano a molteplici complotti per soffocare il nostro paese che va sempre avanti portando alta la bandiera del socialismo sotto la direzione del leader e del partito. Più intensificano le loro mene, più alta dobbiamo portare questa bandiera e stroncare la loro offensiva controrivoluzionaria con un’offensiva rivoluzionaria.
  • Il socialismo è vitale per il nostro popolo. La sopravvivenza o l’estinzione del nostro popolo, vale a dire che continui a godere di una vita libera e creativa in quanto padrone dello Stato e della società o che venga ridotto in schiavitù per subire maltrattamenti ed umiliazioni, dipendono dal suo sforzo per salvaguardare il socialismo. Come dice una canzone, la tutela del socialismo porta alla vittoria, il suo abbandono alla morte. Non dobbiamo mai abbandonare il socialismo che noi stessi abbiamo scelto e costruito, per quanto grandi siano le difficoltà e le prove.
  • Il socialismo sprovvisto di basi ideologiche e di un’ideologia direttrice pertinente non può esser considerato socialismo autentico; un tale socialismo, incapace di contrastare le azioni antisocialiste degli imperialisti e degli altri reazionari, può fallire. Il caso dei paesi in cui il socialismo è crollato e il capitalismo è stato restaurato ne offre una lezione eloquente. Se il nostro socialismo progredisce vittoriosamente senza lasciarsi scuotere malgrado le incessanti manovre degli imperialisti e degli altri reazionari, è in quanto poggia e si orienta sulle idee del Juché. Se il socialismo è vitale per il nostro popolo, le idee del Juché lo sono per il nostro socialismo.
  • Il leader, il partito e le masse costituiscono una comunità che condivide la medesima sorte.
  • Gli imperialisti e i partigiani della restaurazione del regime borghese se la prendono col socialismo qualificandolo come «totalitarismo», come «regime da caserma» ovvero come «sistema di comando amministrativo». Sofismi reazionari, irragionevoli e senza alcun fondamento teorico. I partigiani della restaurazione del regime borghese, invece, come si comportano? Hanno sciolto il partito comunista con un «decreto presidenziale» ed impongono la loro volontà in ogni faccenda.
  • Gli artisti del settore musicale sono invitati a comporre un gran numero di canti d’alto valore ideologico ed artistico che possano far parte del patrimonio nazionale. Ma non si tratta di qualcosa di straordinario. Basta che i canti siano apprezzati ed amati dal leader e dal popolo per esser classificati come tesoro nazionale.
  • Un canto, per quanto buono, non potrà dar prova di tutto il suo valore se viene mal interpretato.

Da Le calunnie contro il socialismo sono inaccettabili

articolo pubblicato su Kulloja, rivista teorica del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (1 marzo 1993), riportato in Jucheitalia.it

  • La caduta del socialismo in molti paesi è stata determinata dall’accordo criminale tra le forze imperialiste e le forze controrivoluzionarie di quegli stessi paesi e anche dalla penetrazione ideologica e culturale dell’imperialismo e dall’influenza delle idee opportuniste di destra che sono penetrate tra la gente.
  • Non è il regime socialista ma quello capitalista che opprime l’indipendenza e la creatività delle masse popolari. Nella società capitalista il popolo lavoratore non è che lo schiavo del capitale e non può assolutamente fruire di una vita piena, indipendente e creativa.
  • Il compagno Kim Il Sung, nostro grande dirigente, ha creato le idee del Juché e su questa base ha impresso un nuovo sviluppo alle idee socialiste perfezionandole.
  • Il socialismo garantisce una vita confortevole e un alto livello di civiltà alle masse popolari.
  • La cosa più importante nella vita di un uomo è la capacità di rispondere alle esigenze dell’ideale politico: vivere circondati dall’affetto e dalla fiducia della collettività sociale, uniti e in collaborazione con gli altri. Nella società capitalista, in cui la dignità e la personalità del popolo lavoratore vengono colpite senza pietà dai privilegi e dagli arbitri del capitale, la gente non può realizzare con dignità la propria dimensione politica complessiva e non può godere di una vita degna dell’uomo. Solo nella società socialista, in cui ogni dominio privilegiato sull’uomo è stato abolito e in cui, grazie alla direzione e all’impegno del partito e dello Stato, sono assicurate le libertà e i diritti autentici, l’uomo può godere di una vita degna della propria natura e tale da rispondere alle esigenze della dimensione complessiva del suo essere.
  • Un individuo isolato non può essere la forza motrice del movimento storico né godere di quell’integrità socio-politica di cui abbisogna un essere sociale dotato di indipendenza, creatività e coscienza. Il luogo che consente di avere questa forza vitale è la collettività sociale.

Da Il socialismo è una scienza

articolo pubblicato nel Rodong Sinmun, organo del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (1 novembre 1994), riportato in Jucheitalia.it

  • Se il socialismo ha fallito in vari paesi, esso nondimeno sopravvive, in quanto scienza, nello spirito dei popoli.
  • È solo e soltanto il collettivismo che può rafforzare l’unità e la collaborazione in seno alla collettività, accrescere lo zelo creatore di tutti i suoi membri, permettere di combinare giudiziosamente e di realizzare simultaneamente ed ampiamente le sue aspirazioni sovrane e quelle dell’individuo.
  • La causa del socialismo e del comunismo lumeggiata dalle idee del Juché è la causa delle masse popolari che vogliono giungere alla loro emancipazione completa.
  • Le idee del Juché chiarirono per la prima volta nella storia, su basi scientifiche, l’essenza dell’uomo.
  • Tutte le polemiche dedicate all’essenza dell’uomo nel passato furono dominante principalmente da due visioni: una che considera l’uomo come un’entità spirituale, un’altra che lo considera come una forma di vita materiale. Secondo la visione religiosa e idealistica che vede nell’uomo un’entità puramente spirituale, l’uomo sarebbe il prodotto d’un qualche essere soprannaturale, misterioso, che determinerebbe perciò il suo destino. La classe dominante reazionaria e i suoi portavoce si servirono di questo punto di vista religioso e idealistico per predicare la fatalità della situazione delle masse lavoratrici che vivono nella sventura, sfruttate e oppresse, e la sottomissione alla loro sorte che sarebbe predeterminata. L’altro punto di vista, che considera l’uomo come un semplice essere naturale e biologico, ignora le differenze qualitative esistenti tra l’uomo e gli altri esseri biologici, il primo operante sotto il controllo della sua coscienza e con uno scopo determinato, i secondi guidati dai loro soli istinti. La classe dominante reazionaria e i suoi portavoce misero in opera questa visione per tentar di giustificare la società capitalistica dominata dalla legge della giungla. I rinnegati del socialismo che restaurano il capitalismo introducendo il liberalismo borghese e l’economia capitalistica di mercato partono anch’essi da un punto di vista e da un atteggiamento reazionario nei confronti dell’uomo.
    L’uomo non è né un essere puramente spirituale né un semplice essere biologico, ma un essere sociale che vive ed agisce nel quadro dei rapporti sociali che intesse. Essere sociale, ecco la caratteristica essenziale che lo distingue dalle altre entità biologiche.
  • Parecchi tentativi furono compiuti nel passato per mettere in luce l’essenza dell’uomo a partire dalle sue caratteristiche. Si provò, per esempio, a definire l’uomo come un essere parlante, lavoratore e pensante. Ma si tratta solo di uno degli aspetti delle sue attività, le quali, d’altronde, sono solo manifestazioni dei suoi attributi essenziali.
    L’uomo è un essere sociale dotato di Chajusong, di creatività e di coscienza. Sono queste le caratteristiche essenziali dell’uomo.
  • La storia dell’evoluzione della società rappresenta, in fin dei conti, quella dello sviluppo del Chajusong, della creatività e della coscienza dell’uomo.
  • La vita fisica è preziosa per l’uomo. Essa costituisce il fondamento della sua esistenza socio-politica. In questo senso, la vita materiale che sopperisce ai bisogni della sua esistenza fisica è destinata, si può dirlo, a soddisfare i bisogni primari dell’uomo. Ebbene, l’uomo non è un semplice essere biologico, ma un essere sociale i cui bisogni materiali si accrescono a misura del progresso della società in funzione dello sviluppo del suo Chajusong, della sua creatività e della sua coscienza. E ciò si ripercuote a sua volta sull’esistenza socio-politica dell’uomo. Una vita materiale stabile e sana non soltanto soddisfa i bisogni dell’esistenza fisica dell’uomo, ma parimenti offre garanzie materiali che permettono di mantenere e di sviluppare la sua esistenza socio-politica.
  • La libertà è vitale per l’uomo. Questi, poiché è un essere sociale sovrano, rivendica una vita indipendente, esente da ogni assoggettamento e da ogni costrizione. Per lui condurre una vita indipendente è sinonimo di difendere la sua posizione e di esercitare i suoi diritti in quanto padrone del mondo e del suo destino. Ebbene, essere sociale, egli può avere una vita degna e godere d’integrità socio-politica solo esercitando i suoi diritti sovrani e realizzando le sue aspirazioni sovrane. Se viene privato della sua libertà e se viene assoggettato al prossimo, egli non differisce, ancorché sia in vita, da un morto sul piano socio-politico. Il desiderio dell’uomo di godere della libertà si realizza anzitutto attraverso la sua vita politica sovrana. Assoggettato sul piano socio-politico, egli non può, va da sé, godere di una vita indipendente.
  • I più grandi nemici dei diritti umani sono gli imperialisti, che violano i diritti sovrani dei popoli e che s’ingeriscono negli affari interni degli altri paesi sotto la veste dei «diritti umani». Non ammetteremo mai alcun atto d’ingerenza ed alcun atto arbitrario degli imperialisti che cercano con arroganza di recar danno alla sovranità del nostro paese e della nostra nazione, difenderemo e salvaguarderemo risolutamente questa sovranità.
  • Gli imperialisti e i capitalisti non hanno bisogno di esseri umani sovrani e creatori, in altre parole di esseri umani dalla coscienza sovrana e sviluppati su tutti i piani, hanno bisogno piuttosto di schiavi, di esseri obbedienti, di produttori di plusvalore.
  • Rapporti d’amore e di fiducia possono unire anche quanti, malgrado la differenza delle loro situazioni sociali, lottano in comune e conducono attività creatrici congiunte per difendere la causa dell’emancipazione delle masse popolari.
  • La politica borghese è una politica d’oppressione e di saccheggio, crudele e subdola, legata al potere del denaro.
  • Se un buon numero di partiti ha perso il sostegno e la fiducia delle masse popolari e ha finito per cessare di esistere, è in quanto non erano divenuti dei protettori, che potessero rispondere del destino del popolo ed occuparsene con affetto, ma si erano ridotti allo stato di partiti burocratici, mostrandosi autoritari e abusando del loro potere.
  • Il socialismo incentrato sull’uomo, sulle masse popolari, è il più scientifico, il più valido e il più potente che ci sia. Per la sua verità scientifica e la sua pertinenza, il socialismo non mancherà di trionfare.

Da Dare la priorità al lavoro ideologico è l'imperativo dell'opera sociliasta

(19 giugno 1995), riportato in Jucheitalia.it

  • La lezione più graffiante della caduta del socialismo in parecchi paesi è che il socialismo comincia ad alterarsi là dove il suo ideale si degrada, che la disfatta sul fronte ideologico si ripercuote su tutti i fronti del socialismo per condurre, infine, al tracollo totale del regime.
  • Il socialismo trionferà se si veglia sul fattore ideologico; andrà incontro alla rovina se si allenta questo fattore, è la verità confermata dalla storia.
  • Senza lavoro ideologico il regime socialista non può né veder la luce, né sussistere, né svilupparsi. Mentre il regime capitalista, regime basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, che sostituì la servitù del capitale alla servitù gerarchica, germoglia in seno alla società feudale, il socialismo, sostanzialmente diverso da ogni regime basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, non può fare altrettanto nel quadro del regime capitalista.
  • A differenza della società capitalistica, società dell’onnipotenza del denaro, la società socialista si sviluppa grazie alla forza delle idee, grazie all’attività cosciente d’uomini muniti delle idee socialiste, ecco dove risiede la caratteristica essenziale di questa società.
  • Il tracollo del socialismo in vari paesi dà una seria lezione: nella società socialista, se si trascura il fattore ideologico e si allenta il lavoro ideologico, i valori socialisti si degradano e vanno incontro alla rovina; una volta demolite le posizioni ideologiche del socialismo, questo regime non può più durare, quale che sia la potenza economica e militare di cui è dotato. Ciò testimonia invece dell’importanza del ruolo dell’ideologia e del lavoro ideologico nell’opera socialista.
  • Tempo addietro si cercava il più delle volte il fattore determinante dell’attività dell’uomo al di fuori di esso. I seguaci delle vedute religiose e idealistiche sostenevano che un essere misterioso, soprannaturale, al di fuori dell’uomo, presiedesse all’attività e al destino di questo. La scienza ha già dimostrato l’assurdità di queste vedute. I materialisti, dal canto loro, trovavano il fattore determinante dell’attività dell’uomo nelle condizioni materiali oggettive. L’uomo è il prodotto dell’evoluzione del mondo materiale che gli serve da quadro di vita e d’attività, perciò è inevitabile che le condizioni materiali oggettive influiscano sulla sua attività. Senonché non possono provocarla di per se stesse. In effetti le condizioni oggettive intervengono nell’attività dell’uomo solo per tramite della sua coscienza. Essere sociale che agisce in modo sovrano e creatore a causa della sua coscienza, l’uomo non si accontenta di subire l’influenza delle condizioni oggettive, ma le modifica e le utilizza in maniera attiva.
  • È logico che il regime di proprietà privata generi l’individualismo e che le idee borghesi si sviluppino e si diffondano a partire dalla proprietà capitalista e dall’economia capitalistica di mercato. Il socialismo è incompatibile con la proprietà privata e l’economia capitalistica di mercato.
  • È sull’individualismo che erano fondate tutte le società divise in sfruttatori e sfruttati, società in cui per millenni gli uomini ne furono contaminati. L’individualismo è una forte tendenza tenace e conservatrice, profondamente radicata nella coscienza, nei costumi e nella vita degli uomini. Anche nella società socialista l’individualismo e le altre tendenze retrograde non scompaiono in un sol colpo e possono, alla minima occasione, risorgere e diffondersi.
  • Sostenere la «trasparenza» e il «pluralismo» nella società socialista è semplicemente un atto controrivoluzionario che tende a sopprimere le idee socialiste e ad introdurre le idee reazionarie borghesi al fine di distruggere la società socialista dall’interno.
  • Nella società socialista le idee superate permangono negli spiriti, le idee reazionarie non cessano di penetrare dall’estero e di esercitare la loro influenza. Pertanto è evidente che l’instaurazione del regime socialista e la creazione di nuove condizioni materiali ed economiche non possono permettere che la trasformazione ideologica socialista di tutti i membri della società si compia spontaneamente e senza scosse. Se non si svolge un lavoro ideologico sufficiente, offrendo al popolo tutte le condizioni necessarie e circondandolo di sollecitudini perché conduca una vita sovrana e creatrice, v’è il rischio che gli uomini considerino questo stato di cose come naturale e non riconoscano il valore e la beneficenza del regime socialista.

Da Il Partito del Lavoro di Corea è il partito del compagno Kim Il Sung, grande leader

Discorso pronunciato il 2 ottobre 1995, nel 50° anniversario della fondazione del Partito del Lavoro di Corea; riportato in Associazionestalin.it

  • L'ideologia che guida un partito ne determina il carattere e gli obiettivi, l'orientamento dello sviluppo organizzativo e dell'attività e anche la combattività e l'efficacia. Solo un partito guidato da grandi idee può diventare un grande partito.
  • [Sul Juche] Porre l'uomo al centro dell'attenzione e formare gli uomini per risolvere tutti i problemi posti dall'edificazione e dall'attività del partito: questa è l'essenza della teoria.
  • L'unità del leader, del partito e delle masse costituisce la forza motrice della rivoluzione. Le masse popolari devono essere dirette dal partito e dal leader, se si vuole che assumano la posizione di forza motrice della rivoluzione e svolgano dunque questo ruolo. Il leader è il cervello di questa forza motrice, il centro intorno al quale si realizza la sua unità e coesione, mentre il partito è l'organizzazione politica destinata a mettere in opera le idee e le direttive del leader. Senza il pensiero e la direzione del leader, il partito è impensabile come organizzazione politica dirigente. Il partito non può guidare vittoriosamente la rivoluzione e lo sviluppo del paese se non è unito alle masse. Quando il leader, il partito e le masse formano un blocco monolitico centrato sul primo, costituiscono una forza motrice rivoluzionaria di una solidità ed efficacia senza pari, capace di dare un forte impulso alla rivoluzione e allo sviluppo del paese. Ecco perchè il partito della classe operaia deve essere il partito del leader, un'organizzazione politica la cui funzione è di mettere in pratica le idee e le direttive del leader e di fare un tutt'uno con le masse popolari
  • Tutti i membri del partito fanno blocco intorno al leader con un unico pensiero e un'unica fede, con spirito di fraternità e di devozione rivoluzionaria: questa è la fonte della solidità a tutta prova dell'unità e della coesione del partito.
  • Quando la disciplina centralista è indebolita e si tollera che prenda piede una "democrazia" senza principi, il partito diviene preda del disordine e finisce per frammentarsi. Nel nostro partito, grazie all'applicazione corretta del centralismo democratico, le direttive del leader giungono senza scosse fino alla base e tutte le organizzazioni e i militanti sono pronti ad accettare la sua politica, facendola propria e mettendola in pratica nel migliore dei modi, manifestando grande zelo e spirito di iniziativa.
  • Il partito ha risolto tutti i problemi posti dalla rivoluzione e dallo sviluppo del paese secondo le proprie idee e convinzioni, sulla propria responsabilità, col principio di contare esclusivamente sulle proprie forze, e l'ha fatto alla nostra maniera, in funzione delle condizioni del nostro paese e degli interessi della nostra rivoluzione. Si è opposto fermamente al codismo, al dogmatismo e a tutte le tendenze a far ricorso a forze esterne. Ha respinto risolutamente ogni pressione e ingerenza di forze esterne. Ha analizzato e giudicato ogni problema nell'ottica degli interessi della rivoluzione, senza mai conformarsi meccanicamente alle teorie e alle formule già stabilite, aprendo così la via difficile e dura della rivoluzione coreana secondo le proprie convinzioni e decisioni e mettendo in gioco le proprie forze. Il nostro partito ha dato un forte impulso, tra i propri membri e gli altri lavoratori, alla formazione in base alla propria politica, alle proprie tradizioni rivoluzionarie e all'insegnamento del patriottismo socialista, elementi tutti che hanno per riferimento centrale la formazione secondo le idee del Juche. Per questo tutti, condividendone fino in fondo le idee rivoluzionarie e la politica e animati da un senso profondo di fierezza nazionale, danno alta prova di fiducia rivoluzionaria in se stessi e adottano quello stile di vita rivoluzionario che ci è proprio.
  • La storia del movimento rivoluzionario mostra che quando ci si scosta di un passo dai principi rivoluzionari, a quel passo ne seguirà un altro e poi altri dieci, fino a provocare la sconfitta della rivoluzione.
  • Bisogna lottare senza abbassare la guardia contro l'infiltrazione delle idee reazionarie borghesi del revisionismo e delle altre correnti ideologiche opportuniste e vigilare per non lasciare il minimo spazio in cui correnti di idee eterogenee possano prendere piede.
  • Tutti i quadri e gli altri membri del partito devono fare della fedeltà al partito un articolo di fede, considerarla come un imperativo della coscienza e della morale, renderla una necessità vitale. Devono unirsi strettamente in un solo pensiero e in una sola volontà e sostenere senza riserve le direttive del partito.
  • Per applicare più a fondo il pensiero del compagno Kim Il Sung, grande dirigente, per il quale i1 popolo era dio, bisogna d'altra parte stringere vieppiù i forti legami che uniscono il partito al popolo e consolidare senza posa l'unità monolitica della società nel suo complesso.

Da Viviamo per l'avvenire, non per il presente

Colloquio coi dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (14 gennaio 1996), riportato in Jucheitalia.it

  • «Vivere per l’avvenire, non per il presente», ecco la mia concezione della vita. Significa vivere col proposito di dedicarsi all’avvenire della patria e alla felicità delle generazioni a venire, anche a costo di non trarre personalmente vantaggio dalla propria fatica.
  • Non è nella speranza di godere d’un benessere immediato che bisogna pensar di fare la rivoluzione. Chi mira alla comodità per oggi stesso è incapace di farla, finisce anzi per restare indietro sul proprio tempo. La comodità bisogna desiderarla per il momento in cui il popolo avrà accesso ad un benessere senza eguali al mondo e in cui avremo ottenuto la riunificazione del paese.
  • Quanto a me, non bramo alcun benessere personale. Il Presidente Kim Il Sung fece notare che un rivoluzionario deve ritenersi soddisfatto di aver qualcosa da mettere sotto i denti, purché sia in condizioni di lavorare per la rivoluzione.
  • Dal momento che il comandante supremo impartisce l’ordine, ciascuno deve mobilitarsi, pronto a sfidare la morte. Da combattenti rivoluzionari irriducibili, i nostri quadri devono lanciarsi all’assalto, pronti a sfidare la morte.
  • Soltanto chi si lancia alla carica con ardimento pensando all’avvenire, malgrado le difficoltà che deve vincere e la fatica che deve sopportare, può meritare di esser considerato un quadro fermo nella sua fede e nella sua concezione jucheana della vita.
  • Più le circostanze sono difficili e complesse, più bisogna portare tutti ad affrontare le sfide, cantando e danzando.

Da Il grande Leader compagno Kim Il Sung sarà per sempre col nostro popolo

discorso agli alti funzionari del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (11 febbraio 1996), riportato in Italiacoreapopolare.wordpress.com

  • Il Presidente Kim Il Sung fu un grand’uomo senza pari, come il nostro popolo non ne ha mai visti nella sua storia millenaria; non solo egli fu il padre della nostra nazione, ma è stato riconosciuto anche in tutto il mondo come il Sole dell’umanità.
  • Sebbene il suo cuore abbia smesso di battere, egli è sempre con la sua gente. Egli vivrà per sempre quale cervello pensante dell’insieme integrale di leader, partito e masse e fondatore della Corea socialista, la quale ne emula le gesta. La sua storia continua nel nostro paese fiorente, nel quale le sue istruzioni sono applicate alla lettera.
  • Quando si avvicinerà l’anniversario della sua morte, il popolo ricorderà la sua brillante carriera e la sua immortale storia rivoluzionaria impregnata di devozione per il paese ed il popolo, e rinnoverà la propria determinazione, rammentando ciò che egli gli ha chiesto di fare e cosa esso ha fatto per adempiere alla richiesta. Poiché non vi è limite alla sua nostalgia nei suoi riguardi, il nostro popolo riverirà la sua memoria come meglio ritiene e col più nobile obbligo morale ogniqualvolta si avvicina l’8 luglio.

Da Per far regnare il senso morale comunista in tutta la società

Colloquio coi dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (26 febbraio 1996), riportato in Jucheitalia.it

  • Il Cimitero dei martiri rivoluzionari del monte Taesong è stato costruito magistralmente in un’ubicazione favorevole. Non c’è al mondo un cimitero di martiri così perfetto. Esso suscita l’ammirazione di tutti i visitatori stranieri, come pure del nostro popolo. Da solo consente di misurare la nobiltà del sentimento del dovere morale del nostro partito che rispetta i precursori rivoluzionari.
  • Ormai il Presidente Kim Il Sung sarà per sempre coi suoi compagni d’armi. I legami tra il leader supremo e i suoi soldati, stretti quanto quelli di sangue, dopo la loro morte rimangono gli stessi di quand’erano in vita.
  • Il Presidente Kim Il Sung ricordò che si comincia la rivoluzione per farsi dei compagni, perché un compagno rivoluzionario vale più di mille scudi d’oro.
  • La mancanza di rispetto del galateo si manifesta più particolarmente presso i giovani. Da circa vent’anni nel loro linguaggio e nella loro vita affettiva si constatano numerosi casi d’indecenza e di maleducazione. Bisogna rimediare al più presto a questa situazione. I comunisti non devono tollerare simili pratiche che, una volta ammesse, rischiano di portare a poco a poco alla scomparsa delle nostre buone usanze e costumi ancestrali, o addirittura della nostra identità nazionale. Poiché il nostro paese è noto dall’antichità come il paese orientale della cortesia, è inammissibile lasciare che i nostri giovani si attirino delle note di biasimo per la loro maleducazione nell’era del Partito del Lavoro.
  • Il comportamento esemplare degli insegnanti è alla base del rispetto delle regole dell’educazione da parte degli studenti. Se essi usano un linguaggio volgare, sciatto, gli studenti faranno altrettanto e così anche quando serviranno nell’esercito dopo gli studi. Se gli insegnanti non danno l’esempio del rispetto del galateo, è impossibile trasformare i membri della generazione in ascesa in autentici quadri dotati di senso morale comunista. Perciò le scuole normali superiori e le scuole normali devono dispensare un buon insegnamento morale e formare così degli insegnanti provvisti di nobiltà morale comunista.

Da La filosofia del Juché è una filosofia rivoluzionaria originale

Articolo pubblicato su Kulloja, rivista teorica del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (26 luglio 1996), riportato in Jucheitalia.it

  • È certo vero che il nostro partito, lungi dal considerare il materialismo dialettico marxista in modo dogmatico, l’ha studiato ed analizzato dal punto di vista jucheano, potendo così dare un nuovo chiarimento su numerosi problemi. Ciò non toglie che lo sviluppo apportato al materialismo e alla dialettica non costituisce il contenuto essenziale della filosofia del Juché.
  • La filosofia marxista pose i rapporti tra la materia e la coscienza, tra l’essere e il pensiero come problema essenziale della filosofia e dimostrò la preminenza della materia e dell’essere; pertanto essa accertò che il mondo è costituito di materia, si trasforma e si sviluppa grazie al movimento della materia. La filosofia del Juché, invece, pose come problema fondamentale della filosofia il rapporto tra il mondo e l’essere umano nonché la posizione e il ruolo che spettano all’uomo nel mondo; essa determinò il principio filosofico secondo cui l’uomo è padrone di tutto e decide di tutto, principio che le servì da base per chiarire la più giusta via per modellare il destino dell’uomo.
  • È la filosofia del Juché che ha infine determinato scientificamente le particolarità essenziali dell’uomo, essere sociale provvisto di Chajusong, di creatività e di coscienza, dalle quali deriva il principio filosofico secondo cui l’uomo occupa la posizione di padrone nel mondo e gioca un ruolo decisivo nella sua trasformazione.
  • La filosofia marxista definì l’uomo come un insieme di rapporti sociali, senza giungere però a delucidare le particolarità di questo essere che vive in società. Se questa dottrina sviluppò i princìpi del movimento sociale, incentrandoli sulla legge universale dello sviluppo del mondo materiale, è in quanto non mise in luce i tratti caratteristici essenziali dell’essere umano. È la filosofia del Juché che ha chiarito perfettamente questo problema.
  • Quando si tratta dell’uomo come organismo vivente, si può paragonarlo ad altre materie viventi e discutere delle particolarità dei suoi componenti biologici e della sua struttura. Ebbene, l’uomo di cui è questione nella filosofia del Juché non è soltanto un essere organico altamente evoluto, ma anche vivente ed agente, dotato di Chajusong, di creatività e di coscienza, qualità di cui sono sprovvisti tutti gli altri esseri viventi. L’origine di queste tre specificità bisogna cercarla non nello sviluppo dei suoi tratti comuni con altri esseri materiali, ma nei suoi tratti specifici, che non può avere nessun altro essere materiale. È in quanto vive e agisce nella società in mezzo ai rapporti sociali che l’uomo poté acquisire il Chajusong, la creatività e la coscienza. Questi attributi sociali si formarono e si svilupparono nel corso del processo storico in cui l’uomo agisce in mezzo ai rapporti sociali. Certo, queste caratteristiche sono impensabili senza un organismo altamente sviluppato. Con un tale organismo, l’uomo può essere considerato come il compimento supremo dell’evoluzione e l’essere materiale più sviluppato.

Da Per una corretta comprensione del nazionalismo

Discorso ai dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea 26 e 28 Febbraio, Juché 91 (2002), riportato in Jucheitalia.it

  • Nessuna persona, in nessuna società, esiste al di fuori della propria nazione, separata da essa.
  • Il carattere di classe ed il carattere nazionale e le necessità delle classi e della nazione sono tra di essi inseparabili.
  • Nessuno potrebbe essere felice, vedendo la sovranità della propria nazione calpestata e il carattere nazionale disprezzato. Amare la propria nazione, curare le sue tipicità ed i suoi interessi, desiderarne la prosperità, sono il sentimento e la psicologia comuni dei membri di una nazione. Il nazionalismo riflette questo sentimento e questa psicologia. In altre parole, il nazionalismo è l’ideologia che sostiene l’amore per la nazione e la difesa dei suoi interessi. Da quando il popolo traccia il proprio destino vivendo unito in uno stato-nazione, l’autentico nazionalismo costituisce il patriottismo.
  • Il nazionalismo borghese si manifesta come egoismo nazionale, esclusivismo nazionale e come sciovinismo da grande potenza nelle relazioni tra paesi e nazioni; esso è reazionario, crea antagonismo e disaccordo tra i paesi e le nazioni e ostacola lo sviluppo di relazioni amichevoli tra i vari popoli de mondo.
  • È sbagliato considerare il comunismo come incompatibile con il nazionalismo. Il comunismo non difende solo gli interessi della classe operaia, ma difende anche gli interessi della nazione in quanto è una ideologia che ama il paese ed il popolo. Anche il nazionalismo è una ideologia che ama il paese ed il popolo, in quanto difende gli interessi del paese e della nazione. L’amore per il paese e per il popolo è un sentimento comune al comunismo ed al nazionalismo: questa è la base ideologica sulla quale questi possono allearsi. Quindi, non c’è alcuna ragione per cui debbano contrapporsi, o per cui si debba rigettare il nazionalismo.
  • [Su Kim Il-sung] Possiamo dire che non c’è mai stato al mondo nessun uomo grande come lui, che ha dedicato l’intera vita all’indipendenza della nazione, alla sua prosperità e ad un luminoso futuro per l’umanità. Egli è stato il comunista più inflessibile e, allo stesso tempo, un impareggiabile patriota, vero nazionalista ed un esempio per gli internazionalisti.
  • Coloro che non amano i loro stessi genitori, fratelli e sorelle non possono nemmeno amare il proprio paese ed i proprio compatrioti. Allo stesso modo, coloro che non amano la propria patria ed il proprio popolo non possono diventare comunisti.
  • Gli imperialisti stanno manovrando astutamente per realizzare le loro ambizioni di dominio, con la scusa della “globalizzazione” e della “integrazione”. Essi affermano che l’ideale di costruire uno stato-nazione sovrano e l’amore per un paese o una nazione siano “un pregiudizio nazionale anacronistico” mentre la “globalizzazione” e la “integrazione” sarebbero le tendenze della presente situazione, in cui la scienza e la tecnologia stanno sviluppandosi rapidamente e gli scambi economici tra i paesi vengono condotti velocemente su scala internazionale. [...] Le manovre degli imperialisti statunitensi per la “globalizzazione” e per la “integrazione” sono volte a trasformare il mondo in quello che loro chiamano “mondo libero e democratico”, fatto su modello degli USA, assoggettando quindi tutti i paesi e le nazioni alla loro dominazione e subordinazione.
  • La nostra nazione, che ha ereditato, intatte nel tempo, storia e cultura e la tradizione del patriottismo, è stata divisa tra nord e sud da forze straniere per più di mezzo secolo. La divisione del territorio e della nazione sta bloccando la via per uno sviluppo comune della nazione, ed infligge ad essa indicibili miserie e difficoltà. La riunificazione nazionale non è solo una necessità vitale del nostro popolo, ma è anche la volontà unanime e l’aspirazione dell’intera nazione.

Da La linea rivoluzionaria basata sul Songun è una grande linea rivoluzionaria della nostra era ed una bandiera sempre vittoriosa della nostra rivoluzione

Discorso ai dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea, 29 gennaio Juche 92 (2003), riportato in Jucheitalia.it

  • La caratteristica essenziale della politica del Songun è che essa salvaguarda la sicurezza del paese e difende le vittorie rivoluzionarie attraverso lo sviluppo dell’Esercito Popolare in un’invincibile forza armata rivoluzionaria, e che essa accresce la forza motrice della rivoluzione e si collega a tutte le questioni della costruzione socialista in maniera rivoluzionaria e militante, con l’Esercito Popolare come nucleo centrale e forza principale.
  • Attraverso la politica del Songun abbiamo difeso i grandi pensieri militari del Presidente e le sue immortali imprese, portandoli ad un livello nuovo e più alto, ed aprendo una breccia per la vittoria della causa rivoluzionaria del Juché.
  • Sebbene gli avvocati difensori degli imperialisti e gli opportunisti abbiano sostenuto che fosse giunta una nuova era di “distensione e pace” in seguito alla “fine della Guerra fredda”, il mondo non può avere pace finché l’imperialismo resta aggressivo. Approfittando del crollo del sistema socialista globale, le forze reazionarie imperialiste hanno intensificato la loro offensiva contro le forze antimperialiste indipendenti; in particolare, gli imperialisti statunitensi, che sono emersi come unica superpotenza al mondo, erano più tenaci che mai nel perseguire la loro politica bellica di aggressione, nel tentativo di realizzare la loro ambizione di supremazia nel mondo, esercitando il potere di autorità e arbitrarietà nell’arena internazionale usurpando violentemente la sovranità degli altri paesi.
  • Se avessimo trascurato gli affari militari e mancato il rafforzamento dell’esercito probabilmente saremmo già morti, e dunque ben lontani dal guidare la rivoluzione e la costruzione.
  • La politica del Songun rende possibile sconfiggere ogni nemico, non importa quanto formidabile.
  • Se uno respinge il nemico sul fronte militare, allora riuscirà vittorioso su tutti gli altri fronti. Il nostro Esercito Popolare è diventato una forza armata invincibile, e la nostra patria socialista è apparsa come una potenza militare sulla scena internazionale. Abbiamo conseguito una vittoria dopo l’altra, in un aspro scontro politico e militare con l’imperialismo e abbiamo difeso il paese, la rivoluzione ed il socialismo da ogni macchinazione aggressiva del nemico.
  • La politica del Songun, che contrasta l’aggressione imperialista e le politiche di guerra e difende l’indipendenza del paese e della nazione, sta guadagnando un grande appoggio tra le associazioni e i popoli progressisti del mondo. Essa colpisce le forze d’aggressione dell’imperialismo e incoraggia le forze indipendenti antimperialiste nell’arena internazionale, sollecitando la causa di un mondo interamente indipendente.

Da La Repubblica popolare democratica di Corea è uno stato socialista orientato sul Juché e dalla potenza invincibile

Discorso pubblicato sul Rodong Sinmun, Organo del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea, e sul Minju Joson, Organo del Governo della RPDC 5 settembre Juché 97 (2008), riportato in Jucheitalia.it

  • La nostra Repubblica è stata fondata e si è sviluppata come un vero paese del popolo, come un paese socialista orientato sul Juché, il primo nella storia di questo genere, mentre il nostro popolo, che era stato oppresso e brutalizzato per secoli, ha potuto finalmente godere, nell’abbraccio della Repubblica, dell’orgoglio e della felicità di una vita autentica, in cui esercitare tutti i diritti di artefice dello Stato e della società. Le montagne e i fiumi, che di giorno in giorno diventano più belli, le vaste campagne, le aree urbane e rurali, le strade e i villaggi, le linee di difesa, i posti di prima linea costruiti per essere inespugnabili, e le molte fabbriche, le imprese, gli stabilimenti economici e culturali e le strutture monumentali: tutto porta l’impronta della grandiosa e lodevole direzione del Presidente Kim Il Sung; ogni aspetto della più dignitosa, prestigiosa e soddisfacente vita di cui il nostro popolo gode di generazione in generazione, secolo dopo secolo, è legato ai suoi benevoli, paterni, affetto e premura.
  • La nostra Repubblica, nell’intero periodo della sua storia, dai primi giorni ad oggi, mentre stiamo costruendo un paese socialista grande, prospero e potente, ha seguito un cammino coperto di gloria e di vittorie, affrontando difficoltà e prove senza precedenti, nel mezzo di un duro scontro con le forze di aggressione imperialiste. La nostra battaglia per costruire un nuovo paese, una nuova società, è stata ardua e determinata, poiché abbiamo dovuto superare ogni genere di avversità. In ogni caso, il nostro paese ha tracciato una via per compiere la causa dell’indipendenza antimperialista, la causa del socialismo, realizzando imprese storiche, immortali, e accumulando enormi esperienze. Grazie a ciò, i sessant’anni di storia della nostra Repubblica brillano di tanto splendore ed il nostro paese socialista, la Corea del Songun, dimostra tanto prestigio e dignità, in quanto bastione dell’indipendenza e baluardo del socialismo.
  • La Guerra di Liberazione della Patria contro l’invasione armata degli imperialisti statunitensi è stata la prima e più dura prova affrontata dalla nostra giovane Repubblica: fu una guerra feroce che avrebbe deciso il destino del paese e della nazione. Gli imperialisti statunitensi compirono sforzi disperati per schiacciare la nostra giovanissima Repubblica, scagliando nella guerra una parte enorme del proprio esercito e dei loro 15 stati vassalli, incluse le più moderne attrezzature militari ed altri mezzi di offesa: solo per subire una ignobile sconfitta.
  • La storica vittoria della nostra Repubblica nella Guerra di Liberazione della Patria è stata una chiara testimonianza di questa potenza invincibile, della forza del nostro Stato e del nostro sistema sociale, della fiducia dell’esercito e del popolo nella vittoria e nel loro instancabile spirito combattivo. Questa vittoria dimostrò anche che nessuna forza può conquistare un popolo che ha preso il proprio destino nelle proprie mani ed è unito solidamente dietro al proprio partito e al proprio leader.
  • Un grande leader e un grande partito costruiscono una grande nazione. Se un leader e un partito sono grandi, il loro paese, anche se piccolo o arretrato, può diventare un paese sviluppato, dignitoso e potente.
  • La nostra è una nazione orgogliosa, con 5.000 anni di storia ed una cultura brillante. Nell’identità nazionale del nostro popolo ci sono capacità di iniziativa, talento, carattere fermo, spirito patriottico e tradizioni culturali.

Citazioni su Kim Jong-il[modifica]

  • Come si spiega una crisi umanitaria di queste dimensioni nel bel mezzo del boom economico del Nord-est asiatico? La risposta è nell'unico uomo grasso di tutto il paese: Kim Jong-il. (Michael Breen)

Hwang Jang-yop[modifica]

  • L'autoammirazione cieca che si è tributato il generale supremo (Kim Jong Il) ha raggiunto un punto tale che lui crede veramente di essere un genio. Si attribuisce il merito di tutto ciò che funziona e imputa ai suoi subordinati la responsabilità di ciò che non va bene.
  • Non avrei disertato se Kim Jong-il non stesse uccidendo enormi numeri di persone tramite l'inedia e serbando un desiderio per un'altra guerra. Bisogna giudicare una persona per quello che ha fatto, e finora Kim ha fatto morire di fame il suo popolo. Sta inoltre rovinando ciò che suo padre costruì, come l'economia.
  • Non è difficile fare dispiacere a Kim e diventare oggetto del suo sospetto e rabbia. Chiunque non abbia qualcosa di buono da dire, o si lamenta di Kim, viene licenziato o punito. Per esempio, se la sua squadra di sorveglianza segreta riporta che qualcuno non l'ha mostrato abbastanza rispetto, la persona viene consegnata a una riunione di lotta ideologica. La persona verrà sempre dichiarato colpevole di qualsiasi crimini è accusato e inviato a un campo di concentramento.
  • Non so molto della situazione di salute del "Caro Leader", ma so per certo che non avverrà mai un golpe nel Paese. E questo perché Kim ha permesso soltanto ai suoi fedelissimi di avvicinarsi al potere. Ha promosso i più servili, e li premia per mantenerne la fiducia. Il grado di dittatura è aumentato di dieci volte rispetto a quando era vivo il padre.
  • Preferisce affidarsi ai mezzi privati e segreti, usando i suoi assistenti più intimi invece che le istituzioni e i canali pubblici. Gli piace usare il terrore. Fu inutile tenere le riunioni perché non ascoltava nessuno. Suo padre era diverso – Kim Il-sung era un buon ascoltatore.

Note[modifica]

  1. Citato in Bradley K. Martin, Under the Loving Care of the Fatherly Leader: North Korea and the Kim Dynasty, Macmillan, 2007, ISBN 1429906995

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