Silvana De Mari
Silvana De Mari (1953 – vivente), scrittrice italiana.
Citazioni di Silvana De Mari
[modifica]- L'atto sessuale tra due persone dello stesso sesso è una forma di violenza fisica usata anche come pratica di iniziazione al satanismo.[1]
- Il Foro monetario ha dichiarato ufficialmente che la pandemia è una occasione per distruggere la società attuale, resettarla, e formarne una nuova, completamente digitalizzata. Nel loro libro Covid 19 the Great Reset, spiegano come senza la pandemia non sarebbe stato possibile. Ci saranno milioni di disoccupati e centinaia di migliaia di piccole imprese che falliranno, ma poi, gloriosamente, il sole della quarta rivoluzione industriale illuminerà il mondo. Le malattie si fermano potenziando il sistema immunitario e curandole. Per il Covid 19 si è creato il folle progetto di bloccare la circolazione del virus. I vari colori giallo arancione rosso servono a creare speranza, a colpevolizzare la vittima. Tutta una parte del popolo italiano, quella che vive, sopravvive e paga le tasse mediante gli sport invernali è stata condannata a morte insieme a hotel e ristoratori. La situazione sanitaria non c'entra nulla, non è meno sotto controllo degli anni precedenti.[2]
L'ultimo Orco
[modifica]- [Rivolgendosi ai mercenari] Che gli avveduti facciano attenzione ai cretini. (Rankstrail)
- Chi ha la forza per impedire le ingiustizie e non la usa di quelle ingiustizie si rende responsabile. (Yorsh)
- Ci sono due maniere di morire: mentre nessuno interviene e a nessuno gliene importa un accidente, o mentre qualcuno sta provando a fare qualcosa e non ci riesce. (Meliloto e Palladio)
- Considerò [...] quanto a volte quello che riconosciamo nello sguardo degli altri sia semplicemente il fantasma delle nostre ombre. (Rosalba)
- Domani vinciamo. Vinciamo e basta. Li facciamo a pezzi. Rompiamo l'assedio. Domani sera inondiamo la città di farina, porco salato e olio, perché domani arriviamo alle loro salmerie. Domani sera vi metterete al centro del cortile della Cittadella e a ogni donna che viene a chiedervelo riempirete il grembiule di roba da mangiare, con i nostri ringraziamenti per questa sera. Domani vinciamo, perché non siamo la cavalleria leggera, siamo la cavalleria e basta. Domani voi vincete perché, da qualsiasi parte veniate, questa per cui combattete è la vostra terra, perché quelli che saranno i vostri figli ci giocheranno, perché tra tutte quelle che salverete, ci sarà una donna che sarà felice di diventare la vostra; perché questo per cui combattete è diventato il vostro popolo e il vostro popolo sta combattendo con voi. Non usciremo soli, domani. Verranno con noi gli uomini di Daligar, e le donne resteranno sugli spalti con gli archi che hanno imparato a usare e con i bacili di calce viva che stanno preparando. Domani si combatte tutti insieme e si vince tutti insieme. (Rankstrail)
- [rivolgendosi ad Aurora] Dove non c'è vergogna è un dolore pulito. (Rankstrail)
- [rivolgendosi al Capitano] Ehi, Capitano... osserva e impara la differenza tra un malvagio e un idiota. Il malvagio ti danneggia solo se ci guadagna qualcosa. L'imbecille è un pericolo permanente. (Lisentrail)
- Essere liberi non vuol dire la possibilità di fare quello che si vuole, ma la capacità di assumersi la responsabilità del mondo. (Yorsh)
- Fame, vergogna e paura erano le armi con cui si spezzano le persone. (Rankstrail)
- Gli uomini perseguitavano, uccidevano, salvavano. Erano a volte ben più crudeli degli orchi, ma la loro compassione poteva essere più grande di quella degli dei. (Yorsh)
- I Mezzi-Elfi hanno il coraggio degli Uomini: il coraggio di non rimanere mai disarmati. Come gli Uomini, fino alla fine, noi non ci arrendiamo. (Aurora)
- Il Capitano pensò che persino quel dolore fosse meglio del vuoto, persino quella sofferenza fosse meglio del nulla.
- L'avevano amata non nonostante fosse lei, ma perché era lei. (Rosalba)
- L'importante non sono le cose, ma il senso che hanno. Più importante dello stesso dolore, è che il dolore sia stato compianto o deriso. Ancora più grave dell'essere stati uccisi o storpiati, è che qualcuno lo abbia festeggiato e ne abbia gioito. (Rankstrail)
- La fame uccide la generosità, azzoppa il coraggio. (Rankstrail)
- La Regina Strega si augurò che negli Inferi fosse previsto un girone per i cretini e che non fosse troppo distante da quello previsto per i vili così che i suoi sudditi potessero zampettare dall'uno all'altro senza eccessive scomodità.
- "Ma gli Elfi non sono immortali?" domandò qualcuno. "Solo quando li lasciano campare" rispose Lisentrail, che sapeva sempre tutto di tutto. "Se uno li ammazza crepano come noi".
- [rivolgendosi alle Furie] Noi siamo le scelte che facciamo, non il sangue che ci scorre nelle vene. (Yorsh)
- Ogni uomo è bravo in qualche cosa. Non c'è nessuno che non è bravo in niente. (Moron)
- Pensò che aveva scoperto una nozione fondamentale: sapere che qualcuno trova la nostra esistenza un pregio può essere più prezioso di una crosta di sesamo e miele. (Rankstrail)
- Per paura di morire noi rinunciammo a vivere. (Angkeel)
- Quando succedono tragedie irrisolvibili, cercare un colpevole guarisce il senso di impotenza. (Yorsh)
- Quelli che fanno uscire le spade dai sassi, poi vincono sempre. (Meliloto e Palladio)
- Se qualcuno le spiegava cosa stava succedendo, il mondo non era solo furore, usciva dal buio dell'incomprensibile: era come se qualche raggio di luce avesse attraversato la nebbia. (Erbrow)
- [rivolgendosi al Capitano] Solo a quelli che non fanno mai un accidenti di niente non si sciupa niente e tutto gli resta uguale. Anche Chi ha fatto l'Universo qualche dito e qualche dente, nell'impresa, ce li deve avere lasciati. (Lisentrail)
- Tu provaci sempre. Anche se è inutile. Per lo meno passi il tempo. (Monser)
- Un amore non corrisposto, benché sia il più pulito dei dolori dell'anima, in qualche maniera la corrode. (Aurora)
- [rivolgendosi ad Aurora] Un uomo che costringa una donna ad accettarlo senza che lei lo voglia, un uomo che allunghi le sue mani su una donna che lo rifiuta, merita la morte. Non fate nulla per causare questa morte, se farlo vi costerebbe la vostra anima, ma ricordate sempre che quest'uomo, chiunque egli sia, la meriterebbe. (Rankstrail)
- Un vero capo non permette mai ingiustizie, meno che mai sul cibo, e solo un'idiota può pensare di andare a fare la guerra con uno dei suoi soldati che non si regge in piedi per la fame e l'umiliazione. (Rankstrail)
- Una spada era una spada. Si sarebbe macchiata del sangue di qualcuno che, per quanto abbietto, restava una creatura che il ventre di una madre aveva portato. Nessun disegno in argento e oro doveva festeggiare l'uccisione. (Rankstrail)
Gli ultimi Incantesimi
[modifica]- Ai vostri tempi c'era più rispetto e tutti stavano al loro posto. Ma sapete, i tempi vanno a rotoli. Vanno sempre a rotoli. È da che mondo è mondo che vanno a rotoli. (Giara)
- Al peggio non c'è mai fine. (Inskay)
- C'erano due teorie per spiegare quanto frequentemente i soldi fossero associati alla stupidità. Secondo la prima, un destino benevolo badava che gli stupidi nascessero in posizione comoda perché da poveri non sarebbero campati una stagione. La seconda si riassumeva nel detto che la necessità aguzza l'ingegno: tutti nascono cretini, poi i poveri per restare vivi devono diventare un po' più scaltri. (Kaiura)
- Chi cammina sotto le ali della sofferenza o si perde o diventa magnifico. (Yorsh)
- Chi ti guarda in faccia deve avere paura. Che ti guardino e tremino, che ti guardino negli occhi e sappiano che piuttosto che permettere che loro vincano, piuttosto che permettere che facciano del male a lei, tu li ucciderai, tu porterai la tua anima nel fango e nel sangue, andrai all'inferno a piedi e da lì ritornerai per farli a pezzi. La vittoria non è di chi combatte per odio, ma di chi ama una persona, o una terra o qualcosa a tal punto da essere disposto a morire o a uccidere pur di non perdere ciò che ama. Guardali in faccia e fagli paura. (Ferrain)
- È curioso come le cose non abbiano importanza in sé, come conti solo il senso che noi diamo loro. (Kaiur)
- È il presente che colora il passato. (Kaiur)
- È un'altra maniera di morire [commentò Ferrain] se almeno qualcuno ha provato a salvarti.
- Fagli paura, Atàcleto. La paura è una delle armi fondamentali. Ci sono eserciti enormi che sono stati messi in rotta e massacrati da bande di pezzenti perché i loro comandanti si sono spaventati. E ci sono bande di pezzenti che hanno vinto perché la collera che avevano dentro è diventata coraggio. Chiunque avrai di fronte, Atàcleto, fagli paura. (Ferrain)
- Il linguaggio era una ricchezza, un potere, e solo uno stolto non usa un potere e una ricchezza che possiede. (Atàcleto)
- Il ridicolo è l'arma che usano i vili contro gli innocenti, quelli che non hanno fatto niente di male e che quindi non danno alcuna scusa per poterli disprezzare. (Rosalba)
- Io non penso che sia insensato. Sono assolutamente certo che sia insensato. È per questo che vengo con voi. Non voglio lasciarvi da soli. (Arduin)
- La amò perché era lei. Perché era lei e basta. Amò l'ombra dei suoi occhi, il suo cranio malamente rasato, le sue dita grosse, le sue unghie sudicie e smangiucchiate e desiderò con tutta l'anima avere il coraggio di allungare una mano e sfiorarla. Amò ogni singolo tratto di quella faccia larga, con il naso troppo grosso, gli zigomi troppo piatti, e pensò che da quel momento avrebbe trovato imperfetta qualsiasi faccia che non avesse quegli zigomi piatti, quel naso così grosso. (Atàcleto)
- La miseria e la paura riempivano di fango anche le menti, non solo le strade. (Inskay)
- La terra e la stupidità sono le cose presenti in maggior quantità nel mondo. (Paonay)
- Le storie servono a dare coraggio. Sono l'unica magia degli Uomini per ritrovare la forza quando la perdono. (Erbrow)
- Non era lui che era sbagliato perché capiva poco. Erano gli altri che erano sbagliati e dicevano cose atroci. (Joss)
- Non si fanno le cose per dispetto a qualcuno. (Inskay)
- Non si può mantenere la giustizia in un regno se chi subisce un'ingiustizia, o chi vi assiste, non la denuncia. Non denunciare si chiama omertà. (Rosalba)
- [Atàcleto] Possedeva un asino, e l'asino possedeva lui, come in ogni amicizia che abbia un senso.
- Quando, bambina, aveva visto le altre giocare a fare le madri o le spose, aveva distolto gli occhi nella certezza che a lei non sarebbe potuto capitare mai. (Masciak)
- Salvail invece sapeva di non essere un ladro e quello che pensavano gli altri non poteva scalfirlo. Lui era lui, non quello che pensavano di lui.
- Sua madre diceva sempre che quando sei regina la gente fa miglia e miglia per avere l'onore di regalarti sporte di ricotta, pane e formaggio, mentre quando non sei nessuno, cioè quando ti servirebbero, nessuno te li regala. (Joss)
- Uno sbaglio non era una colpa, su questo sua madre era stata chiara. (Inskay)
Io mi chiamo Yorsh
[modifica]Storia del principe dei Melmosi,
Signore delle mosche,
Raccontata da egli stesso medesimo.
Raccontata con confusione, quindi siate tolleranti, pazienti, accondiscendenti, generosi.
Siate generosi, siate generosi sempre, siate generosi con i mediocri, gli scadenti, gli insignificanti e i reprobi, i reprobi soprattutto.
Siate generosi con i lagnosi e gli scontenti, che spesso diventano reprobi perché non sono capaci di salvare la bellezza che non vedono.
Siate generosi con chi cade.
La bestia e la bella
[modifica]È stato il mio ultimo giorno da principe. Era il 12 novembre del 1623, faceva un freddo porco e nevischiava, cosa di cui non avrebbe potuto importarmi di meno. Fino alle ore prima del tramonto, le quattro del pomeriggio per la precisione, io ero il principe, il principe Manrico Ildebrando Alberto di Roccanova, erede di due casate, Grande Elettore, cugino di secondo grado dell'Imperatore di Germania.
I principi stanno dinanzi al fuoco di grandi camini, scaldati dal tè di grandi teiere d'argento, con profusione di biscotti e cioccolatini. Alle quattro del pomeriggio di quel 12 novembre del 1623 sono stato trasformato in cane e allora la meteorologia ha aumentato di importanza: il freddo, la neve, la pioggia, il vento gelido che talvolta spira dal nord potevano in qualsiasi momento fare la differenza tra l'essere vivi ed essere defunti.
Interviste
[modifica]- Ci pensi un attimo. Che cosa puoi dire di reale sulla natura dell'umano se non hai mai fatto una rettoscopia?
- Un uomo è in grado di dare un pugno sul tavolo e dire no, al figlio che vuole farsi di spinelli che vuole andare al rave party. Dove non c'è un uomo, un padre è più facile a un sedicenne con gli attacchi di idiozia che a 16 anni sono la norma dire la fesseria del secolo che è 'smetto di andare a scuola, che sono stufo', 'smetto di lavarmi', 'smetto di uscire dalla mia stanza'. Per favore non mi scrivete che a casa vostra è zia Carmela che la mette giù dura e Zio Ugo è un mollaccione.
- La parola matrimonio nasce da madre, il matrimonio serve perché un uomo protegga la donna che porta la maternità dei suoi figli così che lei possa diventare madre. Il matrimonio omosessuale non ha questa funzione, quindi è senza funzione, ed apre al matrimonio islamico poligamo. Se va bene tra due uomini, perché non tra tre uomini?
- C'è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. La violenza del padre per proteggere il figlio è un punto essenziale della sua sicurezza e della sua educazione. Io ho sempre saputo se qualcuno mi avesse fatto del male, i carabinieri sarebbero stati l'ultimo dei suoi problemi: mio padre lo avrebbe massacrato.
- La vagina è stata creata per essere penetrata, per questo ha una mucosa incredibile. Avete presente Aragorn del Signore degli Anelli? Una roba di questo tipo, ci sono tanti strati, ghiandole che producono molto lubrificante, c'è una sottomucosa, una miriade di vasi linfatici.
- Tant'è che esiste l'espressione quando si minaccia qualcuno: ti faccio un c... così. Non è un caso. È un gesto di violenza, di sottomissione. È un gesto che viene sempre fatto nelle iniziazioni sataniche. Non sono quattro sfessati, ma è presente nei piani alti. Nelle pratiche di iniziazione del satanismo esiste il sesso anale, ne ha fatto uno anche Angelina Jolie.
Note
[modifica]- ↑ Citato in Alberto Custodero, Congresso Famiglie, Di Maio: "A Verona destra di sfigati". Giallo sul patrocinio del governo, la Repubblica, 12 marzo 2019.
- ↑ Citato in Un popolo chiuso in casa impazzisce...ed è quello che vogliono, BastaBugie (n. 695), 16 dicembre 2020.
- ↑ (IT) Silvana De Mari al contrattacco, su La Croce Quotidiano. URL consultato il 14 gennaio 2017.
- ↑ Il chirurgo Silvana De Mari: "Curo gli omossessuali da 40 anni. La loro condizione non è normale", in ilGiornale.it. URL consultato il 14 gennaio 2017.
- ↑ Silvana De Mari: "Ecco perché diciamo 'Ti faccio il c...'", su blitzquotidiano.it. URL consultato il 14 gennaio 2017.
- ↑ il diavolo del sesso anale ha trovato la sua esorcista: la dott. silvana de mari! (audio-video), su dagospia.com. URL consultato il 14 gennaio 2017.
Bibliografia
[modifica]- Silvana De Mari, La bestia e la bella, Salani, 2003. ISBN 8884512603
- Silvana De Mari, L'Ultimo Orco, Salani, 2005. ISBN 8884515998
- Silvana De Mari, Gli ultimi Incantesimi, Salani, 2008. ISBN 8884518172
- Silvana De Mari, Io mi chiamo Yorsh, Fanucci Editore, 2011. ISBN 9788834717882
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