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La cena

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La cena

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Titolo originale

La cena

Lingua originale italiano
Paese Francia, Italia
Anno 1998
Genere commedia
Regia Ettore Scola
Sceneggiatura Ettore Scola, Furio Scarpelli e Giacomo Scarpelli
Produttore Franco Committeri
Interpreti e personaggi

La cena, film italiano del 1998, regia di Ettore Scola.

Frasi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Per essere felici non basta sognare di essere re, bisogna anche incontrare qualche regina. (Maestro Pezzullo)
  • Ai soggetti con personalità limitata, diaciamo al 50%, un posticino [di lavoro] non manca mai. Sapete perché? Perché oggigiorno coloro che vogliono comandare sono molto ma molto più numerosi di coloro che son disposti a ubbidire. (Mago)
  • Solo chi è in cattiva compagnia è solo. (Rino)
  • Purtroppo c'è chi non sa affrontare la solitudine da solo. (Aldo)
  • Quando gli uomini parlano con una donna si vergognano di mostrare una qualità che pensano sia solo femminile: la grazia. Alcuni di voialtri non se ne vergognano, ma siete pochini. (Flora)
  • Nel mio campo, gli omosessuali, costituiscono una notevole base di clientela. L'abbigliamento deve essere per forza democratico. (Battifondi)
  • Che bel mondo sarebbe un mondo senza figli. Così non ci sarebbero né padri né madri, ma solo persone. (Ex direttrice didattica)

Dialoghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Professor Di Fonzi: [...] l'uomo non deve produrre pensiero, ma deve produrre prodotto. E per questo è nato l'uomo. E per questo noi non dobbiamo abbagliarlo con i nostri specchietti. Non dobbiamo sbarrare il passo all'unica possibilità di salvazione della società.
    Cecilia: E quale sarebbe l'unica salvezza della società?
    Professor Di Fonzi: L'individualismo, l'interesse privato, il profitto. In una parola... Lo dico? Mh?
    Cecilia: Mh-mh.
    Professor Di Fonzi: Il mercato! Sappi, signorina borghesuccia, che la tua cena non ti è assicurata dallo spirito di solidarietà del tuo macellaio, ma dal sacrosanto affetto che egli ha per il suo guadagno! Solo la supremazia del possedere, vendere, comprare, segnerà l'avvento del nuovo umanesimo mercantile.
  • Diomede: Scusino, loro che sono persone istruite, mi permettono una domanda un tantino pesante?
    Professor Di Fonzi: Eh...
    Diomede: Ma perché i giovani mi stanno sulle palle? Sarà l'età?
    Maestro Pezzullo: Perché, lei crede che noi non stiamo sulle palle ai giovani?
    Diomede: Sì, ma loro ce l'hanno più resistenti.
    Maestro Pezzullo: Ah, be'! He, he, he, he!
    Professor Di Fonzi: Sarà l'età, ma a me stanno sulle palle tutti: giovani e vecchi.
    Maestro Pezzullo: Io mi accontento di stare io sulle palle agli altri.
    Professor Di Fonzi: Be', anche questo va bene.

Citazioni su La cena

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  • È un peccato che in un insieme fluido e intelligente, in cui Scola ritrova il suo stile migliore, riaffiorino le tentazioni della vecchia commedia degli eccessi e della caricatura, per esempio nel "tavolo" della bella Nadia Carlomagno, che ha dato appuntamento al ristorante, contemporaneamente, a tutti i suoi amanti e introduce uno stridente stile da pochade. E peccato anche che i collegamenti tra tavolata e tavolata non siano più agili e nervosi, anzi, che lascino a volte la sensazione di ritrovarci sempre allo stesso punto di una situazione che non si muove. Peccato perché il quadro sociologico forse è un po' troppo romano ma vivido, gli interpreti bravi quando non eccellenti (basti per tutti l'ottimo Tirabassi), la fotografia di Franco Di Giacomo molto bella ed è brillante la cornice narrativa (riassunta dal lungo piano sequenza in cui l'intero ristorante si ferma al suono del concerto per arpa e flauto di Mozart) che porta la forma-pranzo a degli estremi ancora intentati nonostante l'ormai fitta tradizione di film conviviali. La sensazione che lascia La cena è così, da una parte, il disappunto di fronte a un bel film imperfetto cui avrebbe giovato un lavoro di lima – dall'altra il piacere di un cinema altamente professionale, colto, spesso acuto, che disegna con humour e intelligenza il ritratto dell'italiano medioborghese di oggi. (Irene Bignardi)
  • «La cena» sembra concentrare una sorta di sfinita mediocrità italiana, gente atona senza passioni, senza alcuna grandezza, senza orrore di se stessa. Non succede molto, nella trattoria simile ad altri luoghi chiusi dei film corali di Scola (la sala circolare di «Ballando ballando», l'oscuro appartamento de «La famiglia», il superattico de «La terrazza»), ai tavoli simili a quelli di tanti altri film centrati su un pranzo («Festen», «Camerieri», «Il pranzo di Babette»). Soltanto, a un certo punto tutti restano incantati da una musica alta e dolce d'arpa e di flauto: ma è un attimo, subito si riprende a sforchettare. (Lietta Tornabuoni)

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