La grande strada azzurra
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La grande strada azzurra
Yves Montand e Alida Valli in una sequenza del film
Titolo originale |
La grande strada azzurra |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1957 |
Genere | drammatico |
Regia | Gillo Pontecorvo |
Soggetto | Franco Solinas (romanzo) |
Sceneggiatura | Ennio De Concini, Gillo Pontecorvo, Franco Solinas |
Produttore | Maleno Malenotti |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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La grande strada azzurra, film italiano del 1957 con Yves Montand e Alida Valli, regia di Gillo Pontecorvo.
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Squarciò: Come mai ridi tanto? Ti hanno aumentato la paga?
Domenico: Lo so, lo so, 800 lire sono poche, ma io non vendo né miccia né tritolo.
Squarciò: Peccato, volevo farti diventare ricco!
Domenico: Non preoccuparti, sto bene così: né ricco né in galera. - Rivo: Sentite, perché non ci diamo una mano?
Salvatore: Ognuno fa il suo mestiere, maresciallo. Lei ci verrebbe con noi a tirare le reti?
Citazioni su La grande strada azzurra
[modifica]- Brutto film, con tre o quattro belle sequenze. Lo riconosce lo stesso regista che avrebbe voluto girarlo con pescatori veri e in bianconero. Ha le incertezze delle opere prime, ma anche l'onestà. (il Morandini)
- Il primo lungometraggio di Pontecorvo è un forte dramma umano e sociale, condotto con maestria anche se qua e là ingenuo e sommario. [...] Purtroppo non sempre alle intenzioni è corrisposta una rigorosa rappresentazione artistica, e il film è da ammirare più per i motivi ispiratori che per i risultati raggiunti. (Gianni Rondolino)
- Lirismo e realismo sociale spesso fanno a pugni, e sia Montand che la Valli sono poco credibili come pescatori, ma il tono asciutto costituì comunque una novità nel cinema italiano dell'epoca. (Il Mereghetti)
- Modesto il romanzo [...] a cui si è ispirato, modesto è anche il film di Gillo Pontecorvo: che tuttavia, mettendo a frutto la lezione del neorealismo e gli "appunti cinematografici" di realtà italiana colti nei suoi migliori documentari e cortometraggi, è riuscito a esordire con un film pulito, onesto, civile: un risultato al giorno d’oggi non trascurabile. Sostanzialmente fedelissimo alla storia di Solinas – alla vicenda di Squarciò, il pescatore della Maddalena che contro la Finanza e i suoi stessi compagni va a pesca con la dinamite, finché dilaniato da un’esplosione muore fiero e solitario com’è sempre vissuto. (Guido Fink)
- Nonostante il ricordo della Terra trema (la vendita del pesce ai grossisti, la pesca, il discorso di Salvatore, che invita a formare una cooperativa: «con le nostre reti potremo chiudere dieci miglia di mare. E abbiamo braccia forti»), il film mette in funzione una serie di meccanismi narrativi e melodrammatici elementari, senza riuscire a raggiungere quella immediatezza di contatti con l'ambiente e quella forma di rappresentazione tipiche dei film di De Santis. Le preoccupazioni per il montaggio, la prevedibilità dello sviluppo drammatico, soprattutto per quanto riguarda il finale, gli stereotipi sul mondo dei pescatori fanno sì che questo esordio raccolga qualche consenso senza produrre particolari entusiasmi. (Gian Piero Brunetta)
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