La signora Skeffington

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La signora Skeffington

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Titolo originale

Mr. Skeffington

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1944
Genere drammatico
Regia Vincent Sherman
Soggetto Elizabeth von Arnim (Mr Skeffington)
Sceneggiatura Julius J. Epstein, Philip G. Epstein
Produttore Julius J. Epstein, Philip G. Epstein
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La signora Skeffington, film statunitense del 1944 con Bette Davis, regia di Vincent Sherman.

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Sono lieto che sia una bimba. Puoi abbracciare sempre tua figlia, anche quando è grande. A un maschio, dopo un po' non puoi che stringere la mano. (Job)
  • Uh, champagne! Per lavarmi le macchie dalla coscienza. (Fanny)
  • E ora, beviamo alla mia coscienza! (Fanny) [brindisi]
  • L'unica persona su cui può contare una donna che ha fatto tanta strada [...] è suo marito. Amanti, ammiratori, come volete chiamarli, non dicono che sciocchezze, e alla fine se ne vanno con gli urti di stomaco. (Byles)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Edward: Come mai qui così presto?
    Jim: Orologio avanti. E tu come mai qui ancora più presto?
    Edward: Non uso orologi: mentiscono sempre.
  • Job: Una donna è sempre bella quando è amata, e soltanto allora.
    Fanny: Sciocchezze. Una donna è bella se ha dormito otto ore di seguito, e se va sempre all'istituto di bellezza.
  • Fanny jr.: Oh mamma, anch'io mi esaminavo agli occhi, a tredici anni le braccia, i denti, e detestavo le lentiggini che avevo sul naso, ma il papà mi confortava sempre: "Una donna è bella soltanto quando è amata", diceva.
    Fanny: Sì, lo disse anche a me una volta.
    Fanny jr.: Così mamma, non è stata la malattia a privarti della bellezza, tu l'avevi già perduta fin dal momento in cui mandasti via il babbo, perché da quel giorno non c'è stato più nessun uomo che ti abbia veramente amato: se ti avessero amato, non ti avrebbero lasciata sola.

Citazioni su La signora Skeffington[modifica]

  • Interpretato da due attori in vero stato di grazia – con Claude Rains che tiene perfettamente la scena di fronte a una Bette Davis straordinaria nell'inventare i gesti e la dizione di una tipica ragazza viziata, che vive solo per l'adulazione degli uomini – il film ha anche alcuni risvolti non banali (come il tema della decadenza fisica) e affronta, per la prima volta in un melò femminile, il tema della discriminazione razziale degli ebrei (l'origine del marito rappresenta una barriera invalicabile nella conformista società newyorchese, di fronte alla quale anche la sua fortuna non può niente). (Il Mereghetti)
  • Uno dei personaggi più riusciti della carriera di B. Davis, affiancata da un C. Rains di grande finezza in una melodrammatica saga familiare, ottimamente sceneggiata dai fratelli Julius J. e Philip Epstein sulla base di un romanzo di Elizabeth von Arnim. (il Morandini)

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