Lleyton Hewitt
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Lleyton Hewitt (1981 – vivente), tennista australiano.
Citazioni di Lleyton Hewitt
[modifica]- [Sul torneo di Queen's] È un bel viaggio da Adelaide a qui, ma mi sembra quasi di essere a casa. Vincere qui tre volte è davvero incredibile, soprattutto venendo dalla terra rossa di Parigi, ma ho trovato in fretta il passo sull'erba. Eppoi è fantastico quando giri per il club, vedi tutte quelle figure famose ai muri e sai che c'è anche il tuo accanto a quei grandi nomi. Che onore.[fonte 1]
- Guardali. Dimmi se vedi qualche somiglianza.[1][fonte 2]
- Roger è al livello di Agassi e Sampras nei loro giorni migliori, non è questione di superficie, è questione di capacità di far tutto e di saper variare tutto, a cominciare dal servizio che non leggi mai.[fonte 3]
Intervista di Robert Braddock, News.com.au; tradotta da Alessandro Mastroluca, Ubitennis.com, 23 dicembre 2012.
- [Alla domanda: «Tutti conosciamo la passione che metti in campo, ma chi ti conosce dice che fuori dal campo sei una persona molto tranquilla. Chi è il vero Hewitt?»] Sono due persone diverse. Quello che vedete sul campo per me è naturale, io metto l'anima quando gioco. Ho sempre urlato "C'mon" per caricarmi. Quando non gioco sono molto più calmo, passo gran parte del tempo col mio team, la famiglia e le persone di cui mi fido.
- [Su Roger Federer] Un tipo tranquillo, ma nessuno gli è davvero vicino. Mantiene una certa distanza dagli altri.
- [Su Rafael Nadal] È il mio preferito da guardare e come compagno d'allenamento. [...] Il suo spirito combattivo è straordinario.
- [Su Rafael Nadal] Gioca con il tempo. È sempre l'ultimo ad alzarsi ai cambio campo. Perfino durante il lancio della monetina prima del match, lui è già lì a rete che ti saltella di fronte, poi scatta verso la riga di fondo. E c'è una cosa che il pubblico non vede: nel riscaldamento tira più forte di tutti. Questo impone una presenza forte.
Citazioni su Lleyton Hewitt
[modifica]- [Nel 2002] Da Lleyton devi aspettarti che tu fai il massimo e lui si prende il match. Così dimostra perché è il numero uno del mondo. un fenomenale combattente. Se gli sezioni colpo per colpo, non ne ha uno sconvolgente, ma tanti e tanti buoni che, combinati alla sua aggressività mentale e alla determinazione fanno una miscela vincente. (Tim Henman)
- Esulta per gli errori altrui, è sempre troppo aggressivo... Lo ucciderei: puoi essere il più forte del mondo e vincere tutti i tornei, ma se ti comporti così sei l'ultimo degli esseri umani. (Guillermo Coria)
- Gioca ogni punto come se fosse la Seconda Guerra Mondiale. (Roy Emerson)
- Ha dimostrato ancora di essere il primo, e non è facile, specialmente per il modo in cui gioca. (Andre Agassi)
- Lleyton è uno degli agonisti più genuini che abbia conosciuto. Ha sempre avuto la capacità di vedere uno spiraglio di luce, non importa quanto complicata fosse la situazione. Vedeva la possibilità di uscirne, là dove la maggior parte dei giocatori non avrebbe visto nulla. Non sarà facile smettere per uno come lui. (Jason Stoltenberg)
- Lleyton Hewitt ha sfruttato al meglio, vincendo due prove importanti del Grande Slam, la fase di passaggio dal dominio di Pete Sampras a quello di Roger Federer. Ha compensato con grandi qualità agonistiche e di corsa alcuni limiti tecnici, anche perché la grande tradizione del tennis australiano aveva già iniziato prima di lui un declino nella produzione di campioni e di talenti difficile da spiegare senza uno studio più ampio della società australiana. (Rino Tommasi)
- Lo so che molta gente apprezza il mio gioco perché lo trova fluido, variato, un alternarsi di rotazioni, lift e slice, un tennis a tutto campo, rete inclusa. Ma una varietà simile può essere anche uno svantaggio. Se prendete Hewitt, troverete qualcosa che vi sembrerà l'opposto, un'incredibile presenza atletica, una mentale impossibile da scalfire. Anche quello è un talento, quasi una fede. (Roger Federer)
- Nei grandi momenti, nei match che contano Lleyton è sempre presente al massimo. La competizione, l'adrenalina lo motivano. Ha un'enorme fiducia in se stesso, un insaziabile appetito per il lavoro. Ma soprattutto un amore infinito per il gioco del tennis. (Roger Rasheed)
- Non sono il primo che ha dei problemi contro di lui, è un gran combattente e rimanda indietro tante di quelle palle che ti fa andare in tilt. Perché hai l'impressione di dominare lo scambio e poi, all'improvviso, se ne viene fuori che non t'aspetteresti mai, figurati sulla sua superficie preferita, con quelle gambe che ha. E così dopo aver cercato con pazienza l'occasione per andare a rete, cambi gioco, provi a giocare più profondo per mettergli pressione e, visto che non funziona neppure quello perché lui ha sempre la risposta giusta, snaturi il tuo sistema, come ho fatto io dopo il primo set, e cerchi, ancora invano, di prendere più spesso possibile la rete. Se giocherà così anche in finale, sarà ben difficile batterlo, chiunque si troverà davanti. (Pete Sampras)
- Questo ragazzo ha la miglior risposta in circolazione, un servizio in continuo miglioramento. È un grande giocatore e lo vedrete competere per la vittoria su questi campi nei prossimi 10 anni. (Pete Sampras)
- Se gli dai una racchetta di legno con un piattocorde più piccolo, sarebbe un giocatore medio. (Pat Cash)
- [Dopo il torneo di Adelaide del 1998] Tutti abbiamo capito che aveva qualcosa di speciale. (Tony Roche)
- E quella al Queen's è stata la terza affermazione consecutiva nel classico prologo di Wimbledon, record eguagliato di John McEnroe. Non a caso il campione al quale l'australiano più somiglia per la capacità di far schierare gli spettatori: o con lui o contro di lui. Di più: o con lui in modo violento ed eccessivo, come il suo carattere, o contro di lui, per dare una lezione a quel moccioso maleducato.
- Ecco, il limite vero di Lleyton è il suo fisico: quelle braccine e quelle gambe esili, da teenager, che significano agilità e forza veloce, ma stridono a confronto con i mister muscolo del tennis moderno. Spesso Hewitt si arrende proprio alla resistenza, a qualche strano virus che l'affligge, a stomaco e polmoni che non sono di ferro come, invece, cuore e cervello. Le due molle che muovono il più grosso personaggio del tennis moderno, dopo l'addio di "Bum Bum" Becker e dopo l'imborghesimento di Agassi (marito e padre). Vabbè che purtroppo l'evoluzione della racchetta ha trasformato un gioco d'artisti in uno sport di superatleti, ma la gente vuole comunque spettacolo, intrattenimento, evasione, sensazioni. E questo è il vero campo di Lleyton Hewitt, altro che cemento ed erba.
- Lleyton il selvaggio, McHewitt, il nuovo Connors: paragonatelo a John McEnroe il moccioso oppure al gladiatore Jimbo, chiamatelo come vi pare, guardatelo come un guerriero piuttosto che come un tennista, applauditelo soprattutto per le gambe e per il cuore, odiatelo per come porta a tutti i costi a casa la partita, fischiatelo perché offende il pubblico della sua citta' ("Che stupidi!") o un giudice di sedia a Wimbledon ("Sembri un handicappato!") oppure perché si dimostra razzista verso l'avversario e il giudice di linea – entrambi di colore – agli Us Open, ma non potrete negargli il rispetto. Perché il biondino di Adelaide con il cappellino da ciclista e la mascella dura alla Braccio di Ferro non deluderà mai lo spettatore.
- Perché Lleyton non si fa prendere dai sentimenti non s'emoziona di certo davanti allo svedese (più giovane di 16 mesi) che ha anticipato di tre anni fra i pro, che ha allenato personalmente, spesso sul cemento di casa, ad Adelaide, e che ha accompagnato spesso a cena, in famiglia e nei tornei. Niente di personale, ma è troppo forte l'inesauribile voglia di vincere di Lleyton il selvaggio, stoppato da un virus e anche dall'enorme sforzo psico-fisico che deve sempre fare per contrastare, senza un braccio sopraffino, i supermen del tennis.
Note
[modifica]- ↑ Agli Us Open 2001, Hewitt si rivolse così all'arbitro facendo riferimento al medesimo colore della pelle dell'avversario, James Blake, e del giudice di linea che per due volte gli aveva fischiato un fallo di piede, chiedendo che quest'ultimo venisse sostituito. In un secondo momento l'australiano tentò di svincolarsi delle accuse di razzismo che gli piovvero addosso.
Fonti
[modifica]- ↑ Citato in Vincenzo Martucci, Hewitt, disco verde, Gazzetta dello Sport, 17 giugno 2002.
- ↑ Citato in Massimiliano Di Russo, Un elogio alla follia, Ubitennis.com, 20 luglio 2012.
- ↑ Citato in Vincenzo Martucci, Mago Federer cambia la moda, Gazzetta dello Sport, 23 novembre 2004.
Voci correlate
[modifica]- Roger Rasheed, coach (2003-2007)
- Tony Roche, coach (2007-2009)
- Jason Stoltenberg, coach (2001-2003)
Altri progetti
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