Michael Ende

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Michael Ende (1929 − 1995), scrittore tedesco.

Citazioni di Michael Ende[modifica]

  • Anima mia all'erta sta': ora e qui è l'eternità. (da Lo specchio nello specchio)

La storia infinita[modifica]

Incipit[modifica]

otairauqitnA
ilodnairoC odarroC olraC eralotiT

Questa scritta stava sulla porta a vetri di una botteguccia, ma naturalmente così la si vedeva solo guardando attraverso il vetro dall'interno del locale in penombra.
Fuori era una fredda, grigia giornata novembrina e pioveva a catinelle. Le gocce di pioggia correvano giù lungo il vetro, sopra gli svolazzi delle lettere. Tutto ciò che si riusciva a vedere attraverso il cristallo era un muro macchiato di pioggia dall'altro lato della strada.
D'improvviso la porta venne spalancata con tanta violenza che un piccolo grappolo di campanellini d'ottone sospeso sul battente cominciò a tintinnare tutto eccitato e ci volle un bel po' prima che si rimettesse tranquillo.

Citazioni[modifica]

  • Chi non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a creature che si era imparato ad amare e ammirare, per le quali si era temuto e sperato e senza le quali d'improvviso la vita pareva così vuota e priva di interesse?
  • Il momento è eterno.
  • Ma ci sono cose che non si possono capire con la riflessione, bisogna viverle.
  • Una Storia può essere nuova eppure raccontare di tempi immemorabili. Il passato nasce con lei. (Graogramàn, cap. XV)
  • Tutto ciò che accade, tu lo scrivi
    Tutto ciò che io scrivo accade. (L'Infanta Imperatrice e il Vecchio della Montagna Vagante)
  • [...] ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta. [frase che si ripete più volte nel libro]
  • Fa' ciò che vuoi [iscrizione sul retro dell'Auryn]
  • È più facile dominare su chi non crede in niente (Kmorf)
  • Ogni storia è una storia infinita.

Citazioni su La storia infinita[modifica]

  • La storia infinita, per la ricchezza dei suoi significati allegorici, la densità dei suoi richiami ai più inquietanti problemi di oggi, la sua ricerca di un mondo di valori da contrapporre alle forze della disgregazione e del caos che insidiano la società del nostro tempo, si rivolge anche, e forse soprattutto, agli adulti: o almeno a quegli adulti che per abitudine o per cinismo non abbiano ancora perso la facoltà di guardare alle cose con la freschezza, la sincerità, e la capacità di interrogazione e di meraviglia del puer aeternus. (Francesco Mei)

Momo[modifica]

Incipit[modifica]

Lontano lontano nel tempo, quando gli uomini si esprimevano con lingue tanto diverse dalle nostre attuali, già esistevano, sulle terre di clima caldo, grandi e magnifiche città. Là si ergevano gli alti palazzi di re e imperatori, là si intersecavano larghe strade, vie anguste e viuzze tortuose. Là stavano i mirabili templi adorni di statue d'oro e marmo dedicate agli dei, là vivevano sia i mercati dai molti colori dove si offrivano le merci di tutti i paesi conosciuti sia le vaste armoniose piazze dove le genti convenivano per discutere sulle novità, per pronunziare discorsi o per stare ad ascoltarli. E, soprattutto, là si trovavano i grandi teatri.

Citazioni[modifica]

  • Come voi avete occhi per vedere la luce, e orecchie per sentire i suoni, così avete un cuore per percepire il tempo. E tutto il tempo che il cuore non percepisce è perduto, come i colori dell'arcobaleno per un cieco o il canto dell'usignolo per un sordo.
  • Esiste un grande eppur quotidiano mistero. Tutti gli uomini ne partecipano ma pochissimi si fermano a rifletterci. Quasi tutti si limitano a prenderlo come viene e non se ne meravigliano affatto. Questo mistero è il tempo. Esistono calendari ed orologi per misurarlo, misure di ben poco significato, perché tutti sappiamo che talvolta un'unica ora ci può sembrare un'eternità, ed un'altra invece passa in un attimo... dipende da quel che viviamo in quell'ora. Perché il tempo è vita. E la vita dimora nel cuore.
  • Nessuno si rendeva conto che, risparmiando tempo, in realtà risparmiava tutt'altro. Nessuno voleva ammettere che la sua vita diventava sempre più povera, sempre più monotona e sempre più fredda. Se ne rendevano conto i bambini, invece, perché nessuno aveva più tempo per loro. Ma il tempo è vita. E la vita risiede nel cuore. E quanto più ne risparmiavano, tanto meno ne avevano. (2011)
  • Il vecchio si chiamava Beppo Spazzino. Aveva di sicuro un altro cognome ma, dato che di mestiere era spazzino e che tutto lo chiamavano così, anche lui aveva deciso che quel cognome gli stava bene. [....]E faceva il suo dovere volentieri e a fondo. Sapeva che era un lavoro assai necessario. Quando spazzava le strade andava piano ma con ritmo costante: ad ogni passo un respiro e ad ogni respiro un colpo di granata. Passo-respiro-colpo di scopa. Passo-respiro-colpo di scopa. Di tanto in tanto si fermava e un momento e guardava, pensieroso davanti a sé. E poi riprendeva. Passo-respiro-colpo di scopa. [....]Dopo il lavoro, quando sedeva vicino a Momo, le spiegava i suoi grandi pensieri. E poiché lei ascoltava in quel suo modo speciale, gli si scioglieva la lingua e trovava le parole adatte."Vedi, Momo, è così: certe volte si ha davanti una strada lunghissima. Si crede che è troppo lunga, che mai si potrà finire, uno pensa."Guardò un po' in avanti davanti a sé e poi proseguì: "E allora si comincia a fare in fretta. E ogni volta che alzi gli occhi vedi che la strada non è diventata di meno. E ti sforzi ancora di più e ti viene la paura e alla fine resti senza fiato... e non ce la fai più.... e la strada sta sempre là davanti. Non è così che si deve fare." Pensò ancora un poso e poi seguitò: "Non si può mai pensare alla strada tutta in una volta, tutta intera capisci? Si deve soltanto pensare al prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa. Sempre soltanto al gesto che viene dopo. Allora c'è soddisfazione; questo è importante perché allora si fa bene il lavoro. Così deve essere. E di colpo uno si accorge che, passo dopo passo, ha fatto tutta la strada. Non si sa come.... e non si è senza respiro. Questo è importante."

Incipit di alcune opere[modifica]

Lo specchio nello specchio[modifica]

Scusa, non posso parlare più forte. Non so quando riuscirai a sentirmi, me che ti parlo. Ma riuscirai mai a sentirmi? Il mio nome è Hor. Ti prego, accosta l'orecchio alla mia bocca, per quanto tu possa essere lontano, ancora adesso o sempre. Altrimenti non posso farmi capire da te. E, anche se ti degnerai di esaudire la mia preghiera, resteranno tanti silenzi che dovrai riempire da solo. Ho bisogno della tua voce, quando la mia viene meno.

La notte dei desideri[modifica]

Quell'ultimo pomeriggio dell'anno si era fatto buio pesto molto prima del solito. Nuvoloni neri avevano oscurato il cielo e una tempesta di neve spazzava da ore il Parco Morto.
All'interno di Villa Incubo tutto era immoto – fuorché il guizzante riverbero del fuoco che ardeva nel camino con alte fiamme verdi, immergendo in una luce spettrale il laboratorio di magia.
[Michael Ende, La notte dei desideri ovvero il satanarchibugiardinfernalcolico Grog di Magog, trad. di Elisabetta Dell'Anna Ciancia, Salani, 2006]

Bibliografia[modifica]

  • Michael Ende, La storia infinita (Die unendliche Geschichte, 1979), traduzione di Amina Pandolfi, Longanesi 1981. ISBN 8830400297
  • Michael Ende, Momo, ovvero l'arcana storia dei ladri di tempo e della bambina che restituì agli uomini il tempo trafugato, traduzione di D. Angeleri, Longanesi 1984. ISBN 8830401072
  • Michael Ende, Momo, traduzione di D. Angeleri, SEI 2011. ISBN 9788805072385
  • Michael Ende, Lo specchio nello specchio, traduzione di D. Frediani, Longanesi, 1986.

Film[modifica]

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]