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Ludovico Antonio Muratori

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Ludovico Antonio Muratori

Ludovico Antonio Muratori (1672 – 1750), presbitero, storico e scrittore italiano.

Citazioni di Ludovico Antonio Muratori

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  • A mio credere, i buoni principi fabbricano le città e i cattivi le distruggono.[1]
  • Angelo di Costanzo uno de' primi poeti italiani.[2]
  • Dio non è un rigido fiscale, e che vuol essere servito con allegria.[3]
  • Il solo ridire il detto non farà mai grande onore a un letterato.[4]
  • Lo spirito della parzialità o dell'avversione troppo sovente guida la mano de gli storici.[5]
  • Nel principio dell'Anno 1497, adì 2 di Gennajo, terminò ancora i suoi giorni in Milano, nel parto di un maschio morto, Beatrice Estense [...] principessa per bellezza, e per ingegno elevato, degna di maggior vita. Le storie di Milano ci fanno sapere, che Lodovico tenerissimamente l'amava, e fu inconsolabile per la sua morte, siccome ancora che splendidissime furono le esequie a lei fatte, e descritte dal Corio. Ma quelle di Ferrara notano, che Lodovico era perduto dietro ad una Donzella della Moglie, e che da molti mesi non passava fra loro comunione di letto. Aggiunge un'altra [voce], essere stata Beatrice avvelenata da Francesca dal Verme ad istanza di Galeazzo Sanseverino, per quanto essa Francesca dopo alcuni anni propalò morendo. Il perché non si dice, potendosi solamente osservare, che per attestato d'esso Corio era morta poco tempo prima Bianca bastarda d'esso Duca Lodovico, e moglie di Galeazzo suddetto. Ma perciocché di questi fatti entrano facilmente le dicerie del volgo, io non mi fo mallevadore d'alcuna di queste notizie segrete.[6]

Dei difetti della giurisprudenza

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  • A che il mondo saltò fuori dalle mani onnipotenti di Dio, e nacque il tuo e il mio, sino a' dì nostri, sempre ci sono state liti fra gli uomini, e finché il mondo avrà fine, ci saran genti, che litigheran per la roba.
  • Giusto è bene, che chi professa una scienza od arte, la stimi e la lodi; ma non è si facilmente da perdonargli, se troppo la stima ed esalta, perché in fine questo è un lodare se stesso col pretesto di contar le glorie della sua professione.
  • Non debbano i giudici col pretesto dell'equità assassinar la giustizia.

Della pubblica felicità

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Il cuor dell'Uomo, nome con cui si suol denotare l'umana Volontà, può ben chiamarsi un mantice indefesso e perpetuo di desiderj. Formato che n'è appena uno, ne succede un altro; e pure tanti e sì diversi desiderj nostri non sono per lo più, che un solo, nella stessa guisa che tanti rami escono di un tronco, e compongono un'Albero solo.

Citazioni

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  • Prima di parlare della Pubblica Felicità, conviene che c'intendiamo il Lettore ed io. Abbraccia questo nome di Felicità due diverse provincie; la prima delle quali consiste nel goder molti Beni quaggiù, onde possono venire assaissimi comodi al possidente. L'altra consiste nell'esenzione da i Mali. E quanto a quest'ultimo, certo è che si può chiàmar Felice quaggiù, chi non prova alcuna delle tante dure pensioni, alle quali sì facilmente è suggetto ognun de' figliuoli d'Adamo, o si riguardi il Corpo o si consideri l'Animo. (p. 1)
  • Dirò, e certamente dirò con dispiacere, che ordinariamente né tempo né voglia resta ai Principi di maneggiar Libri, per imparar da essi il proprio mestiere. Ora egli è da desiderare, che almeno i Ministri suoi ne conoscano le principali Massime, per andarle opportunamente insinuando al loro Sovrano. Se il Principe non ha studiato, o pure se ha dimenticato le buone lezioni a lui date nell'età giovanile: può, anzi dee soccorrere il prudente e fedele Ministro, con suggerirgli ciò, che maggiormente può tornare in lode di chi l'ha eletto per suo Consigliere. (pp. 23-24)
  • La Storia è una Maestra della Pratica, facendoci vedere nelle azioni altrui ciò, che la Teorica degli altri c'insegna; cioè quello, che han saputo operar di bene tanti saggi Principi, ed Uomini illustri, o di male tanti altri o imprudenti o cattivi. (p. 263 [i.e. 163])

Incipit di Della forza della fantasia umana

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Allorché il filosofo cristiano si mette a meditare tanti e sì varj enti, che compongono l'universo mondo, non può dispensarsi dallo stupore in osservando la sorprendente grandezza, o l'ingegnosa struttura, o l'ordine maraviglioso di un gran tutto, e di tante sue parti. Questa meditazione non solo è sufficiente ad alzare, ma necessariamente alza il pensiero umano a riconoscere un ente superiore, perfettissimo, eterno, esistente da sé, dotato d'infinita potenza, per formare un sì vasto e maestoso emporio di creature, e d'infinita sapienza, per architettare una sì prodigiosa ed ampia fabbrica con tanto artifizio, e con sì ingegnoso legamento di tutte le sue parti. Ma delle cose, che si veggono su la terra, niuna è capace più dell'uomo stesso di darci una grande idea di questo sapientissimo e potentissimo artefice, che noi appelliamo Iddio.

Citazioni su Ludovico Antonio Muratori

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  • L'arte critica antica ebbe ultimi promulgatori due grandi ingegni, il Muratori e il Gravina. Della critica nata dipoi con le nuove speculazioni e con le nuove forme di poesia, non conosciamo in Italia alcun degno scrittore e rappresentatore. (Terenzio Mamiani)
  • Tali furono le varie e grandi opere del Muratori, che trasse dalle tenebre la storia dell'Italia; che dissotterrò dalla polvere tante cronache e tanti documenti; che illustrò i bassi tempi in guisa che poco più rimane a dire intorno ad essi; che pose i poeti italiani; prima traviati, sul buon sentiero; che fe' disfavillar nell'Italia novella filosofica luce. (Giuseppe Maffei)
  • Ricerca diligente di documenti, esame spassionato di essi, nessuna preoccupazione di sistemi preconcetti, di idee fisse, di tesi da sostenere, di grandi opere d'arte da costruire, sono i criteri ai quali il Muratori dedica opere molteplici, che sembrano il lavoro non di un uomo soltanto, ma di una generazione di eletti studiosi. (Michele Rosi)

Note

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  1. Da Annali d'Italia, "1162"; detto con riferimento a Federico I il Barbarossa. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  2. Da Perfetta volgar poesia, libro I cap. 8.
  3. Citato in Giuseppe Maffei, Storia della letteratura italiana, Vol. III, Giovanni Mazzajoli Editore, Livorno, 1852.
  4. Da Epistolario.
  5. Da Annali d'Italia.
  6. Da Delle antichità estensi, a cura di Cassa di Risparmio di Vignola, vol. 2, Arti Grafiche Tamari, 1988, p. 263.

Bibliografia

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Altri progetti

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