Mamoru Oshii

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Mamoru Oshii nel 2015

Mamoru Oshii (1951 – vivente), scrittore e regista giapponese.

Citazioni di Mamoru Oshii[modifica]

  • La cosa in assoluto più importante dei film è vederli. E non intendo dire che bisogna guardarli una volta soltanto e fermarsi all'impressione della prima visione, ma occorre rivederli più e più volte, perché è solo grazie a una visione ripetuta che si capisce il linguaggio di quel film e si comprendono le sfumature che donano a quel film un'identità.[1]
  • Le mie opere sono considerate di fantascienza, ma la mia intenzione, in realtà, non era di creare film di tale genere. Questa classificazione è stata imposta per due motivi: il primo è che sono in parte create in animazione e in parte girate con attori reali, e il secondo è che il tema molto spesso riguarda la tecnologia. Tuttavia il mio interesse è principalmente descrivere problematiche reali della società attuale, quindi rappresentare il futuro è solo un mezzo per rappresentare il presente: è questa la mia intenzione, e semplicemente lo faccio mediante un'immagine descritta in un mondo futuro.[1]
  • Il tipo di animazione che faccio io è un lavoro che prevede spese ingenti e ha ritorni economici abbastanza limitati, e se è vero che le mie opere sono riconosciute abbastanza in Occidente, in realtà in Giappone non sono così seguite.[1]
  • Nel caso di Lamù, la serie rispecchiava molto quello che era l'andamento tra coloro che ci lavoravano; c'erano storie d'amore tra noi membri dello staff, c'era chi si fidanzava e chi si lasciava, era tutto molto divertente e dinamico.[1]
  • Non c'entro nulla con la scelta di Scarlett Johansson [come personaggio per il film live action Ghost in the Shell], se proprio avessi dovuto fare io una scelta avrei preferito Nicole Kidman.[1]
  • Non credo che l'animazione sia la libertà totale, anzi; penso sia importante [...] fissare un livello di realismo e mantenerlo, perché è proprio nel limitare le cose che si dà forza all'opera e si fa credere al pubblico che quella non sia totalmente finzione, ma un mondo con le sue regole.[1]
  • Personalmente non mi ritengo uno sperimentatore in senso stretto; credo che il lavoro del cineasta non sia sistemare alla perfezione tutte le cose che ci sono e fare tutto il possibile per creare un film ben confezionato – il che è sicuramente importante, ma non è tutto –, bensì dar vita a qualcosa che si ha dentro di sé, e creare un prodotto nuovo e proprio.[1]
  • Quando abbiamo realizzato Ghost in the Shell siamo andati a cercare dei taiko,[2] ma abbiamo provato tantissimi strumenti a percussione di varie parti dell'Asia. A me non piace molto la forma di armonia occidentale e in Ghost in the Shell volevo andare alla ricerca di sonorità basate sul folklore giapponese.[1]
  • Quando ho lavorato a Lamù ero molto giovane, avevo più o meno trent'anni, e all'epoca non avevo paura di niente e litigavo sempre con tutti! L'emittente televisiva infatti era sempre arrabbiata per il mio modo di fare; diceva che il mio lavoro fosse troppo violento, troppo sexy, insomma troppo esagerato in tutti i sensi. Ma io non sono mai sottostato a nessuna opposizione, ho sempre fatto le cose come volevo.[1]
  • Si può dire [...] che creare un film di animazione sia come manovrare una grossa petroliera in mare: si sa già quale sia la rotta, e ogni cambiamento comporta un dispendio di carburante e di energie notevole.[1]

Note[modifica]

  1. a b c d e f g h i j Da Lucca 2015: Reportage degli incontri con Mamoru Oshii, AnimeClick.it, 6 dicembre 2015.
  2. Termine indicato per indicare genericamente tutti i tamburi giapponesi, tranne quelli a forma di clessidra definiti invece tsuzumi. Per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.

Filmografia[modifica]

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