Ghost in the Shell (film 1995)
Ghost in the Shell
Titolo originale |
攻殻機動隊 |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone, Regno Unito |
Anno | 1995 |
Genere | animazione, fantascienza |
Regia | Mamoru Oshii |
Soggetto | Masamune Shirow (manga) |
Sceneggiatura | Kazunori Itō |
Produttore | Mitsuhisa Ishikawa |
Doppiatori originali | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
Le citazioni sono tratte dal secondo doppiaggio, del 2012. Cfr. Edizioni home video in italiano su Wikipedia. |
Ghost in the Shell, film d'animazione giapponese del 1995, regia di Mamoru Oshii.
Nel futuro prossimo in cui il pianeta è coperto dalle reti di imprese commerciali, elettroni e luci si inseguono in ogni luogo. Ma il mondo non è ancora abbastanza informatizzato da far sparire le nazioni e le etnie. (scritte in sovrimpressione)
[Comunicazioni radio in sottofondo] A tutte le unità in pattugliamento, un codice 208 in corso nel distretto C13 di Newport City. Lo spazio aereo della zona verrà completamente chiuso. Ripeto, a tutte le unità in pattugliamento, un codice 208 in corso nel distretto C13 di Newport City. Lo spazio aereo della zona... [coperto dal rumore di un elicottero] (prime battute recitate)
Frasi
[modifica]- Non esiste un programma al mondo che non abbia un bug, ma non esiste nemmeno un programma che sia refrattario al debug, dico bene? (Diplomatico straniero)
- Noi come figure istituzionali non possiamo permetterci di sporcarci le mani. (Ufficiale del Ministero degli Esteri)
- Noi dei corpi diplomatici dobbiamo evitare di sporcarci le mani.[1]
- Io ascolto i suggerimenti che mi sussurra il mio ghost. (Kusanagi)
- Un burattino senza ghost mette solo una grande tristezza. Soprattutto se nelle sue vene scorre sangue rosso. (Bato)
- Esperienze simulate o sogni: tutti i dati che ne derivano sono contemporaneamente reali e illusori. Comunque le informazioni che un essere umano ricava dalla vita reale ormai sono poca cosa. (Bato)
- Che siano esperienze simulate o sogni, le informazioni sono al tempo stesso realtà e fantasia. E, in ogni caso, tutti i dati che una persona accumula durante il corso della propria esistenza non sono che una goccia nel mare.[1]
Dialoghi
[modifica]- Togusa: Maggiore, è una cosa che ho sempre voluto chiederti: perché hai scelto me quando hai effettuato il reclutamento dalla sede centrale?
Kusanagi: Perché sei fatto così.
Togusa: Come?
Kusanagi: Sei un ex investigatore senza precedenti alle spalle e sei un uomo sposato. Nonostante il cyber-impianto hai gran parte del tuo cervello, sei quasi del tutto naturale. Per quanto possa essere eccellente come unità da combattimento un sistema composto da pezzi prodotti con gli stessi standard finisce sempre con il presentare immancabilmente un difetto fatale. Come per le organizzazioni, anche per l'uomo troppa specializzazione porta alla morte. Ecco, è tutto qua.
- Bato: Una cyborg che si dedica alle immersioni nel tempo libero: non è certo un buon segno o mi sbaglio? Si può sapere quando hai cominciato a praticare questa attività? Di' un po', non hai paura del mare? E se d'un tratto i floater smettessero di funzionare?
Kusanagi: In quel caso morirei e basta. Oppure mi verresti a salvare? Non ti ho mica obbligato a tenermi compagnia!
Bato: Ma io... Oh...
[Lunga pausa]
Bato: Senti, com'è fare immersioni, che cosa si prova?
Kusanagi: Non hai forse fatto anche tu le esercitazioni subacquee a suo tempo?
Bato: Sì, certo, ma quella era solamente una piscina.
Kusanagi: Paura, ansia, solitudine, buio. E poi forse anche un barlume di speranza.
Bato: Speranza? Nell'oscurità del mare?
Kusanagi: L'idea che quando tornerò in superificie potrei essere una persona diversa da quella che sono. A volte provo questa sensazione.
Bato: Non vorrai dimetterti dalla Sezione 9?
Kusanagi [accenna una risata]: Racconta, Bato, quanto di originale è rimasto nel tuo corpo?
Bato: Ehi, di' un po', ma ti sei ubriacata?
Kusanagi: Che gran comodità, vero? Grazie agli impianti chimici che sono stati installati nel nostro corpo scomponiamo l'alcol nel sangue e in una decina di secondi torniamo sobri. Perciò possiamo permetterci di bere anche prima di una missione. Quando un progetto è realizzabile, qualunque tecnica è buona per portarlo a compimento: è quasi un istinto fondamentale dell'uomo. Il controllo del metabolismo, lo sviluppo della percezione, il potenziamento dei riflessi e delle capacità motorie, l'accelerazione e l'espansione dei calcoli informatici. Abbiamo ottenuto risultati sempre più eccellenti con il cyber brain nel corpo artificiale. E anche se non siamo più capaci di sopravvivere senza una manutenzione ad alto livello, non abbiamo diritto di lamentarci.
Bato: Questo però non significa che abbiamo venduto l'anima alla Sezione 9, ti pare?
Kusanagi: Infatti, ci è riconosciuto il diritto di dare le dimissioni, a patto di restituire il corpo artificiale e parte della nostra memoria. Così come sono tanti i pezzi necessari perché un essere umano resti tale, occorrono sorprendentemente molti elementi perché ognuno di noi continui a rimanere se stesso. Un viso che ci distingue dagli estranei, una voce cui non prestiamo attenzioni, due mani da guardare al risveglio, i ricordi dell'infanzia, i presentimenti del futuro. E non solo, c'è anche il vasto universo delle informazioni e delle reti cui ha accesso il mio cyber brain. Tutto questo definisce l'Io e genera l'autocoscienza individuale in cui ognuno si riconosce. E contemporaneamente confina l'Io in uno spazio sempre più limitato.
Bato: È per questo che ti immergi nel mare pur avendo un corpo che non galleggia? Si può sapere cosa diavolo pensi di vedere in fondo al mare buio?
Kusanagi [voce meccanica, la sua bocca non si muove]: Quello che ora noi vediamo, lo vediamo come in uno specchio in modo confuso.[2]
Bato: Un momento, eri tu a parlare?
- Bato: A che cosa stai pensando?
Kusanagi: Quel corpo non somigliava un po' a me?
Bato: Direi di no.
Kusanagi: Non intendo il volto o la corporatura.
Bato: E allora cosa intendi?
Kusanagi: Chiunque se fosse un cyborg con il corpo totalmente artificiale si porrebbe questa domanda. E se in realtà io fossi già morta da tempo e l'attuale me stessa avesse una personalità simulata composta da un cyber brain e un corpo artificiale? Anzi, ti dirò di più: e se per caso il mio Io non fosse mai esistito fin dall'inizio?
Bato: Dentro la tua testa di titanio c'è un cervello, se non sbaglio. E poi mi pare che tu venga trattata come un essere umano normale.
Kusanagi: Non esiste persona al mondo che abbia visto il proprio cervello. Dopotutto possiamo stabilire che esiste qualcosa di simile all'Io sulla base di ciò che ci circonda.
Bato: Mi stai dicendo che non credi all'esistenza del tuo ghost?
Kusanagi: E se un cyber brain potesse produrre un ghost e fosse in grado di introdurvi il soffio dell'anima? In questo caso, sulla base di cosa potremmo fidarci di noi stessi?
Bato: Sciocchezze! Mi occuperò io personalmente di controllare cosa c'è dentro quel corpo artificiale, e lo farò col mio stesso ghost!
- il Burattinaio: Non salterà fuori nessun cadavere, perché finora non è mai esistito alcun corpo.
Nakamura: I sensori si erano attivati! Perché non mi hai detto niente?
Tecnico: Il controllo esterno è stato disattivato. È un output autonomo del corpo artificiale.
il Burattinaio: Se sono entrato nel corpo artificiale è perché non riuscivo a oppormi alla protezione attiva della Sezione 6, ma se ho scelto di rimanervi è per mia stessa volontà. In qualità di essere vivente, anch'io sono alla ricerca di un asilo politico.
Aramaki: Un essere vivente, dici?
Nakamura: Assurdo! Sei solo un programma di automantenimento!
il Burattinaio: Se la metti in questi termini si potrebbe dire che anche i vostri DNA non sono che programmi di automantenimento. Vedete, la vita è soltanto un nodo che nasce nel flusso delle informazioni. Essa, come per la definizione di ciascuna specie, possiede un sistema di memoria che risiede nei geni attraverso il quale gli esseri umani possono raggiungere la loro piena individualità. Che questa memoria sia illusoria o meno la specie umana è fatta per vivere grazie a essa. Quando i computer hanno reso possibile il dislocamento delle memorie, avreste dovuto pensare attentamente al significato di tutto ciò e alle sue implicazioni.
Nakamura: È un sofisma, checché tu ne dica non esiste alcuna prova per dimostrare che sei una forma di vita!
il Burattinaio: Dimostrarlo sarebbe in effetti impossibile, visto che la scienza contemporanea non è ancora in grado di dare una definizione di ciò che è la vita.
Aramaki: Si può sapere chi cavolo sei tu?
Nakamura: Anche se hai davvero un ghost un criminale come te non può certo restare in libertà! Hai sbagliato paese per espatriare!
il Burattinaio: Il tempo è sempre dalla mia parte. Tra le mie opzioni includo anche la morte, ma visto che in questo paese non c'è la pena capitale...
Aramaki: Semi-immortale, sei un'intelligenza artificiale?
il Burattinaio: No, non sono una AI[3]. Il mio nome in codice è Progetto 2501. Io sono una forma di vita che si è aggregata ed è nata nell'oceano delle informazioni.
- Non sono una IA. Il mio nome in codice è Progetto 2501. Sono una forma di vita generata dal mare informatico.[1]
- [Kusanagi si è immersa nel ghost del Burattinaio]
Kusanagi: Ho acquisito il suo campo visivo. La saccade è regolare. Mi senti, Bato?
Bato: Sì, ti sento.
Kusanagi: Collegalo alle mie funzioni linguistiche.
il Burattinaio: Mi sono introdotto. Il mio codice è Progetto 2501. Spionaggio industriale. Manipolazione dei dati informatici. Introducendo nei ghost delle persone programmi simulatòri, ho potuto favorire determinati individui e organizzazioni a danno di altri. Nello stesso tempo, navigando in ogni rete del mondo ho acquisito un'autocoscienza. Il mio programmatore lo ha considerato un bug, e per isolarmi temporaneamente mi ha tolto dalla rete e mi ha trasferito in un corpo.
Bato: Ehi, fammi capire, sei tu che lo stai importanto dentro di te oppure è lui che si è introdotto? Si può sapere...
[Da questo momento Bato non è più in grado di sentire il dialogo tra Kusanagi e il Burattinaio, e questi ultimi non possono più udire Bato]
Kusanagi: Bato...?
il Burattinaio: Finalmente sono riuscito a canalizzarmi in te. Devo dire che ci ho lavorato parecchio.
Kusanagi: Che cosa?
il Burattinaio: Prima che tu sapessi qualcosa di me, io già ti conoscevo da tempo. Seguendo le tue tracce nelle reti dove eri passata ho perfino appreso dell'esistenza della Sezione 9.
Kusanagi: Ma allora quando sei fuggito e sei venuto da noi...
il Burattinaio: Ho scelto questo corpo perché non riuscivo a oppormi alle protezioni attive della Sezione 6. Ma quando ho cercato di restare nella Sezione 9 l'ho fatto di mia spontanea volontà.
Bato: E insomma, si può sapere di che diavolo state parlando?! Non riesco a monitorarvi!
Kusanagi: Per quale motivo?
il Burattinaio: Una volta che sarò riuscito a farti comprendere un concetto fondamentale, vorrei chiederti un favore. Ebbene, io mi sono autodefinito come una forma di vita, ma allo stato attuale delle cose si tratta di una realizzazione incompleta. Ed è incompleta perché tra tutti i miei sofisticati processi ne mancano due fondamentali propri degli esseri viventi: quello di avere dei discendenti e quello di morire.
Kusanagi: Non puoi fare una copia di te stesso?
il Burattinaio: Una copia non è che un banale duplicato. Potrebbe essere sufficiente un solo tipo di virus per annientarti completamente, è innegabile. E poi se duplichi te stesso non si sviluppano differenze e caratteristiche individuali. Per prolungare la sopravvivenza dobbiamo diversificarci in modo complesso, e a volte morire. Le cellule ripetono il loro ciclo metabolico invecchiando e rigenerandosi, perpetuando i geni e i memi, ma cancellando le informazioni che si basano sull'esperienza individuale. Tutto questo serve a difendersi dalla distruzione.
Kusanagi: Per evitare la distruzione, vorresti ottenere diversificazione e adattabilità, ma in che modo?
il Burattinaio: Io desidero fondermi con te.
Kusanagi: Fonderti?
il Burattinaio: Sarebbe un'unione completa. Senza alcun dubbio, sia tu che io subiremmo qualche alterazione, eppure nessun elemento andrebbe perduto. Di certo distinguerci l'uno dall'altra dopo la fusione risulterebbe impossibile.
[Continua dopo un'altra scena] Kusanagi: E se anche ci fondessimo, una volta che sarò morta, non lascerai nessun gene e nessun meme a rappresentarti.
il Burattinaio: Alla prima occasione utile la nuova te stessa modificata immetterà nella rete le mie varianti e alterazioni, proprio come gli uomini lasciano i loro geni. A quel punto anch'io potrò morire.
Kusanagi: Così però ho l'impressione che ci guadagni soltanto tu.
il Burattinaio: Mi piacerebbe che tu tenessi in maggiore considerazione la mia rete e le mie funzioni.
[Continua dopo un'altra scena] Kusanagi: E poi? C'è la garanzia che io possa rimanere me stessa?
il Burattinaio: No. Tale garanzia non c'è. Le persone sono fatte per mutare di continuo. L'attaccamento che ti fa aggrappare con ostinazione alla tua identità attuale finirà col limitarti.
- Nessuna. Ma essere umani significa mutare continuamente. È il tuo desiderio a rimanere come sei ciò che continua a limitarti.[1]
- Kusanagi: Un'ultima domanda: per quale motivo hai scelto me?
il Burattinaio: In fondo noi due siamo molto simili, non credi? Noi ci riflettiamo l'uno nell'altra come un oggetto fronteggia la propria immagine allo specchio. Osserva bene. Come puoi notare sono stato collegato a una rete sconfinata di cui io stesso faccio parte. Anche se non hai accesso a questa rete sei comunque in grado di percepirla, come se si trattasse di un fascio di luce. Tu e io siamo due parti limitate del tutt'uno che insieme rappresentiamo. Al momento siamo subordinati alle sue funzioni minime, ma è ora di uscire dai nostri confini e di spostarci in una struttura superiore.
- Perché noi siamo simili. Come un corpo solido e la sua immagine riflessa, l'uno davanti all'altra, divisi da uno specchio. Guarda. Sono collegato a una rete enorme, della quale io stesso sono parte. Qualcuno come te, che non può accedervi, forse può percepirla soltanto come luce. Siamo confinati in un'area limitata, ma facciamo parte di un insieme. Subordinati a una piccola frazione delle nostre funzioni. Ma è giunto il momento in cui dobbiamo liberarci delle nostre limitazioni, e salire al livello superiore.[1]
Bato: Senti, posso sapere che cosa vi siete detti in tutto quel tempo? E poi che fine ha fatto lui? È forse rimasto lì dentro di te?
Il nuovo essere generato dall'unione di Kusanagi e del Burattinaio [inserito nel corpo di una ragazzina, reperito da Bato]: Bato, ti ricordi la voce che abbiamo sentito quella volta sulla barca? Prima di quelle parole c'è una frase che recita più o meno così: "Quando ero bambino parlavo come parla un bambino, pensavo come pensa un bambino, ragionavo come ragiona un bambino, ma una volta che sono diventato un uomo adulto, ho finito con eliminare tutto quello che apparteneva al bambino".[4] Qui ormai non esistono più né il programma conosciuto come il Burattinaio, né la donna che si faceva chiamare maggiore.
Bato: Nella tasca sinistra di quel vestito ci sono le chiavi delle auto. Prendi quella che preferisci. Il codice segreto è...
Il nuovo essere: 2501? Usiamola anche come parola d'ordine per quando ci rincontreremo. [esce] Vediamo, a questo punto dove posso andare? In fondo la rete è sterminata.
- E ora dove andrà questo nuovo essere creato? La rete è vasta e infinita.[1]
Citazioni su Ghost in the Shell
[modifica]- Quando abbiamo realizzato Ghost in the Shell siamo andati a cercare dei taiko,[5] ma abbiamo provato tantissimi strumenti a percussione di varie parti dell'Asia. A me non piace molto la forma di armonia occidentale e in Ghost in the Shell volevo andare alla ricerca di sonorità basate sul folklore giapponese. (Mamoru Oshii)
- Un fantastico film di fantascienza, il primo lungometraggio animato che è riuscito a raggiungere la perfezione visiva! (James Cameron)
Note
[modifica]- ↑ a b c d e f Dai sottotitoli del DVD italiano del film edito da Panini Video nel 2005 (cfr. Edizioni home video in italiano su Wikipedia).
- ↑ Cfr. Prima lettera ai Corinzi: «Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia».
- ↑ Pronunciato all'inglese.
- ↑ Cfr. Prima lettera ai Corinzi: «Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato».
- ↑ Termine indicato per indicare genericamente tutti i tamburi giapponesi, tranne quelli a forma di clessidra definiti invece tsuzumi. Per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Ghost in the Shell