Marco Lillo

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Marco Lillo (2015)

Marco Lillo (1969 – vivente), giornalista e scrittore italiano.

Citazioni di Marco Lillo[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • C'è un altro telefonino, quello di Tiziano Renzi [padre di Matteo], che è accusato da mesi di traffico di influenze dalla Procura di Roma e che, però, non è stato mai preso perché evidentemente interessano più il mio telefonino e quello di Federica Sciarelli di quello di Tiziano Renzi.[1]
  • Hanno perquisito me, che non sono indagato, mio padre di 96 anni, la mia compagna e la mia ex. E non hanno perquisito Tiziano Renzi che invece è indagato.[2]
  • L'avvocato di Massimo Carminati, Bruno Giosué Naso, commentò che i protagonisti del processo “erano solo quattro cazzari” e che la sentenza era “una sconfitta del procuratore di Roma Giuseppe Pignatone”. Nel 2012 L’espresso pubblicò una copertina che ha fatto storia: I quattro re di Roma. L’inchiesta di Lirio Abbate individuava i quattro capi della criminalità romana in Massimo Carminati, Giuseppe Casamonica, Carmine Fasciani e Michele Senese.[3]
  • I pm avevano intercettato nel 2004 alcune telefonate tra Savona e il suo amico e co-autore di libri, Carlo Pelanda, nelle quali si parlava della gara per il Ponte sullo Stretto, poi vinta dal consorzio guidato da Impregilo, il cui presidente era Savona. Dalle telefonate emergeva che i politici vicini a Berlusconi, in testa il ministro Pietro Lunardi e Marcello Dell'Utri, si sarebbero schierati con Impregilo ma il pm chiese e ottenne l’archiviazione perché “la manipolazione della gara (…) non ha trovato decisivi riscontri”.[4]
  • Non so se Il Fatto ha dato notizia dell'arresto di Tirozzi [Mario Tirozzi, fiorista ingiustamente detenuto che ha passato ventuno mesi in carcere da innocente], ammetto che probabilmente non avremmo dato notizia della sua assoluzione. È la regola della notizia. La colpa di noi giornalisti è dare grande enfasi alle notizie quando ci sono gli arresti, ma non bisogna essere ipocriti. [...] Io sto uscendo dall'ipocrisia. Purtroppo è una regola dell'informazione. Se in una scuola di giornalismo diciamo che questa cosa non è vera, non diciamo la verità. Se in un bar dicessimo che c'è un traffico di stupefacenti la gente ci ascolterebbe, se dicessimo che c'è un signore assolto, non si girerebbero. C'è un dato di fatto che dobbiamo correggere, non affermo che sia giusto. Devi partite da questo presupposto, questo problema c'è. È un problema strutturale dell'informazione. Qualsiasi direttore ha il problema di venderlo il giornale.[5]

Note[modifica]

  1. Citato in Marco Lillo, perquisizione in casa del giornalista del Fatto, Huffingtonpost.it, 5 luglio 2017.
  2. Dall'intervista di Virginia Piccolillo, Marco Lillo: «Hanno perquisito anche mio padre di 96 anni. Non quello del leader pd», Corriere.it, 5 luglio 2017.
  3. Da Casamonica a Roma, così si salvano i clan nella città che non vede la mafia, Ilfattoquotidiano.it, 8 maggio 2018.
  4. Da Paolo Savona: il Ponte e le chiamate "inquietanti" in nome di Impregilo e Dell’Utri, Ilfattoquotidiano.it, 22 maggio 2018.
  5. Da un intervento a Quarta Repubblica, Rete 4, 20 giugno 2022; citato in Massimo Falcioni, Quarta Repubblica, Marco Lillo: "Un'assoluzione non è notizia". Gaia Tortora si infuria, Tvblog.it, 21 giugno 2022.

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