Moses Hess
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Moses Hess (1812 – 1875), filosofo, politico e attivista tedesco.
Citazioni su Moses Hess
[modifica]- Che spirito nobile! Tutto quanto noi abbiamo tentato si trova già in lui. Riesce un po' pesante l'hegelianismo della sua terminologia. Ma come è magnifico il suo Giudaismo Spinoziano e nazionale! Dopo Spinoza, l'ebraismo non ha prodotto nessuno spirito più grande di questo dimenticato Moses Hess. (Theodor Herzl)
- Dal 1840 in avanti anche dei laici cominciarono a sognare Sion. Moshe Hess (1812-1875) passò dall'hegelismo al socialismo come Marx, ma presto prese le distanze da quello che (per lui) era l'internazionalismo senz'anima del collettivo, sia nella versione teorica di Marx, sia nei tentativi pratici di Lassalle in Germania. Come molti ebrei, giunto alla mezza età cominciò a risalire alle proprie radici, ma il suo recupero del giudaismo assunse una forma nazionalistica piuttosto che religiosa. Lo Stato-nazione era, secondo lui, l'unità naturale dello sviluppo storico. Pertanto gli ebrei illuminati, che tendevano con tutte le forze alla completa assimilazione, tradivano la propria natura. (Paul Johnson)
- Fra di loro [i giovani intellettuali radicali della sinistra hegeliana] ebbe una certa importanza Moses Hess (1812-73), non tanto per i suoi meriti intellettuali – era un pensatore tutt'altro che limpido – quanto perché divenne socialista prima degli altri, e seppe convertire tutta una generazione di giovani intellettuali ribelli. Fra il 1842 e il 1843 la sua influenza fu fondamentale per Marx ed Engels, anche se ben presto entrambi cessarono di prenderlo molto sul serio. La sua fiaccola di «vero socialismo» (che era in pratica una sorta di saintsimonismo tradotto in gergo feuerbachiano) non era destinata ad assumere grande importanza. (Eric Hobsbawm)
- Mentre Marx ed Engels, partecipando sempre più attivamente alla lotta di classe del proletariato, da una critica sempre più approfondita della società borghese e del sistema capitalistico sviluppavano i primi elementi del materialismo storico e, sulla base di esso una nuova concezione del comunismo, Hess riconduceva più o meno la lotta di classe a una opposizione di tipo spirituale e morale e perciò continuava a credere al potere determinante della ragione, sicché conservava una concezione utopistica e sentimentale del comunismo. (Auguste Cornu)
- Nel 1859 si entusiasmò delle vicende dell'Italia[1], altra antica nazione ridotta per molto tempo in tanti piccoli Stati, che era riuscita a recuperare la propria identità nazionale. Perché non poteva l'ebraismo costruire il proprio Risorgimento? Nel suo grande libro Roma e Gerusalemme Hess perorò la causa dello Stato-nazione ebraico. Avrebbe, da un lato, impedito gli eccessi dei maskil che volevano annullarsi nell'assimilazione e, dall'altro, quella degli ortodossi che preferivano ignorare completamente il mondo. (Paul Johnson)
Note
[modifica]- ↑ Il 1859 è l'anno della seconda guerra d'indipendenza italiana.
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