Russia sotto Vladimir Putin

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Cartellone a Sinferopoli

Citazioni sulla Russia durante i governi di Vladimir Putin.

Citazioni[modifica]

  • Ci sono attori esterni che operano per fratturare l'ordine liberale internazionale. Non userò giri di parole: questo movimento è guidato principalmente dalla Russia. (Joe Biden)
  • Ci sono stati anni in cui si stava formando un’opinione pubblica, quelli di Boris Eltsin, con tutti i limiti. Io mi ero illuso, ma mia moglie, che è russa, mi diceva: ‘Non hai capito niente’, e purtroppo aveva ragione. La Russia di oggi è una cleptocrazia tirannica che ha eliminato progressivamente tutte le voci critiche. (Antonio Caprarica)
  • [I russi] combatteranno per la democrazia solo quando capiranno di essere isolati su larga scala. Sono isolati dal mondo civilizzato. C'è una sola via d'uscita da questo isolamento: rispettare il diritto internazionale. Questa è già democrazia. Riconoscere la sovranità, l'integrità territoriale... Non solo dell'Ucraina. Di tutti i Paesi post-sovietici. (Volodymyr Zelens'kyj)
  • Il mondo non vuole più dare la mano ai leader russi di oggi. In tutti i sensi. Non solo una stretta di mano. Mi riferisco a questioni serie. Non possono partecipare a competizioni, campionati mondiali, eventi culturali, cerimonie degli Oscar, niente. Ecco cos'è l'isolamento. Nessuno ti dà più la mano. (Volodymyr Zelens'kyj)
  • Il regime di Putin è così antiquato che vuole trascinare il mondo intero nel medioevo. La Russia si sente così a disagio nel rispettare le regole, le relazioni di buon vicinato, nessun cambiamento di confine con la forza, nessun ricorso alla forza brutale. E quando il Cremlino non riesce a mettersi al passo con qualcosa come il progresso, tende a far crollare tutto e a distruggerlo, ottenendo così la parità. (Petro Oleksijovyč Porošenko)
  • Il restauro della lapide in memoria di Andropov sull'edificio della Bolšaja Lubjanka che ospita l'FSB, un brindisi alla salute di Stalin insieme al capo dei comunisti russi Zjuganov, bombe negli edifici residenziali e una nuova guerra in Cecenia, l'approvazione di una legge che consente di nuovo di fare indagini su privati cittadini sulla base di denunce anonime, la promozione a incarichi di potere in seno all'FSB di generali e ufficiali dell'esercito; e infine la completa distruzione delle basi stesse di una società costituzionale costruita sui valori, che tutti riconosciamo fragili, ma comunque democratici, di un'economia di mercato, lo strangolamento della libertà di parola: queste sono solo alcune delle conquiste del primo ministro e presidente Putin durante i primi mesi del suo dominio. (Russia. Il complotto del KGB)
  • In Russia c’è un numero sempre maggiore di prigionieri politici, gente arrestata per cose minime – un like o una condivisione su Facebook. Siamo ancora in grado di intraprendere azioni di resistenza per la strada, ma sta diventando sempre più difficile perché veniamo costantemente seguite, i nostri telefoni intercettati. A volte ci pedinano apertamente assicurandosi che li vediamo mentre ci filmano. (Nadežda Tolokonnikova)
  • In un Paese dove le maestre denunciano i bambini (e i bambini le maestre) per un disegno pacifista, dove il leader dell'opposizione in cella perde 8 chili in 15 giorni perché torturato con la fame, la Tv inneggia alla bomba atomica, gli intellettuali decantano Stalin e i giudici tolgono i figli ai dissidenti, il limite dell'orrore è stato sfondato da tempo. Il paragone con l'Isis regge nella furia con la quale la Russia resuscita il suo passato più oscuro, cancellando con le sue mani ogni residuo rispetto o empatia che poteva suscitare. (Anna Zafesova)
  • Invece di contare sulle promesse personali e sulle performance di Putin, le autorità si sono sempre più concentrate sugli indicatori tecnici dello sviluppo della Russia, mentre sottolineavano la minaccia rappresentata dall’Occidente. (Nina Lvovna Chruščёva)
  • L'opinione pubblica russa oggi è dominata da questa visione del mondo: 1) vent'anni fa c'era un paese stabile, in via di sviluppo, potente, l'Unione Sovietica; 2) gente "strana", probabilmente agenti dei servizi segreti stranieri, ha avviato in questo paese riforme politiche ed economiche; 3) i risultati di queste riforme si sono rivelati catastrofici; 4) negli anni 1999-2000 è giunto al potere qualcuno preoccupato degli interessi nazionali; 5) successivamente anche la vita ha cominciato a normalizzarsi. Questo mito è altrettanto lontano dalla realtà quanto la leggenda della Germania non sconfitta e tradita, mito popolare nella società tedesca alla fine degli anni 1920-1930. (Egor Timurovič Gajdar)
  • La dirigenza della Russia è capace di uccidere i propri cittadini senza pietà e nel modo più crudele. (Šamil' Salmanovič Basaev)
  • La maggior parte del mondo ha capito che la Russia non ha il secondo esercito del pianeta, non fa neppure parte della società civile e ha un presidente che ordina di uccidere i bambini. (Oleksij Danilov)
  • La politica della Russia e di Putin è basata sulle bugie, l’ipocrisia e le aggressioni costanti ai nostri vicini. La reputazione del nostro paese è gravemente offuscata non solo in Ucraina, ma in tutta l’area ex-sovietica e l’ex blocco comunista. E quindi, non sono inclini a credere ai russi. (Marina Ovsjannikova)
  • La Russia è [...] militarmente più debole della Nato, ha pessime prospettive economiche, una popolazione sempre più anziana, un governo di cleptocrati con inclinazioni dittatoriali. (Arsenij Jacenjuk)
  • La Russia è un disastro economico, un Paese arretrato, ma vanta un esercito antiquato e obbediente, una struttura stalinista del potere militare. È l’unica cosa che possiede: la capacità di infliggere la morte ai suoi cittadini, senza una ragione. (Manuel Vilas)
  • La Russia è un grande Paese, ma attualmente è occupato da un clan criminale. (Bill Browder)
  • La Russia è uno Stato terrorista, guidato da una cosca di mafiosi paranoici e popolato da milioni di volenterosi carnefici di ucraini e delle libertà occidentali, a questo punto altrettanto colpevoli dei loro leader o perché incapaci di fermare la mattanza orchestrata dal Cremlino o perché conniventi con le politiche stragiste di Putin e con i suoi crimini contro l'umanità. (Christian Rocca)
  • La Russia ha bisogno di essere ricaricata. La Russia ha bisogno di un processo di de-Putinizzazione. Dobbiamo anche ridurre l'influenza russa nel mondo: fermare l'influenza russa sui politici, sulle organizzazioni non governative e sui mass media finanziati con il denaro insanguinato russo. Sarebbe uno strumento per dimostrare che non possiamo permettere a Putin di utilizzare meccanismi democratici per minare il processo democratico nel mondo. (Petro Oleksijovyč Porošenko)
  • La Russia non è più uno Stato ideologico: l'ideologia odierna è il patriottismo. Non ci sono dogmi, non c'è bisogno di giruare fedeltà al comunismo. Oggi posso pubblicare i miei libri e scrivere articoli: è un editore a decidere se pubblicarli. Non ci sono più alte istanze ad approvare le mie pubblicazioni. Non devo concordare i contenuti. Io, cresciuto sotto il regime sovietico come dissidente, perseguitato in patria ed edito solo all'estero, oggi mi sento libero come intellettuale e scrittore. Non ho motivo per stare all'opposizione. Non aderisco a nessun partito. (Roj Aleksandrovič Medvedev)
  • La Russia non è uno Stato fascista, ma solo una cleptocrazia in cui i ladri e i delinquenti hanno preso il potere. (Gwynne Dyer)
  • La Russia, su questo non si discute, è una democrazia fondata sul gas e sul petrolio che esporta. Se non li esportasse tornerebbe a essere la buona, vecchia dittatura di un tempo. (Beppe Grillo)
  • La verità è che ero stato generoso nel descrivere la Russia persino come una potenza di medie dimensioni. L'Inghilterra e la Francia sono potenze di medie dimensioni; il prodotto interno lordo della Russia è solo un po' superiore alla metà di ciascuna di esse. (Paul Krugman)
  • Mi sento molto triste, e non so se ho completamente ragione, ma ho la sensazione che questo è uno Stato che non ha il senso del valore della vita umana, che pensa che lo Stato possa solo diventare forte attraverso cataclismi e tragedie. Ma questo verrà pagato a caro prezzo. Prima o poi le autorità dovranno assumersi la responsabilità dei crimini commessi. Altrimenti, la Russia non uscirà mai dalla situazione attuale in cui è governata con la forza. (Andrej Babickij)
  • Non c'è [...] soltanto un'ossessione difensiva di sicurezza nella pretesa di Putin di ricreare intorno alla Russia un'area d'influenza che tenga a distanza i missili e gli uomini della Nato. C'è l'inseguimento della dimensione imperiale su cui in realtà si regge il patto autoritario tra ogni Capo del Cremlino e il suo popolo, perennemente orfano e pretendente di quell'aura di potere sovrano allargato: o per estensione territoriale, o per egemonia politica, o per preminenza culturale, o addirittura per destino della storia. Quel mandato che diventa missione assegnata dalla Russia a se stessa, rispondendo nel caso dell'Ucraina a una vocazione naturale e a un vincolo metafisico che Putin non ha avuto esitazione a definire "spirituale". (Ezio Mauro)
  • Oggi la Russia non ha nessuna capacità attrattiva, né culturale né economica, con una società chiusa, un prodotto interno lordo inferiore a quello dell'Italia nonostante le ingenti riserve energetiche e una povertà diffusa da paese sottosviluppato. Per questo il cerimonioso inchino bieloitaliano alle bugie del Cremlino risulta ancora più stravagante. (Christian Rocca)
  • Ora la polizia ha mano libera, fa quello che ha sempre sognato di fare. Lo sai che fermano i ragazzi per strada, così a caso, si fanno consegnare il telefonino e controllano chi hai chiamato, chi ti ha chiamato, ecc.? Questo non è legale neanche in Russia. E che fai? Protesti? Ti piantano della droga in tasca e ti arrestano. (Nina Lvovna Chruščёva)
  • Quanto sia fallito l'esperimento democratico russo è dimostrato dal fatto che l'ipotesi di un Putin-Pinochet equivalga a un buon augurio per la Russia. (Zbigniew Brzezinski)
  • Questo regime, un semplice aggregato di criminalità e saccheggio, non è altro che uno di quegli istanti di caos che fanno seguito a qualsiasi rivoluzione. Non è altro che un'atroce virgola della Storia da cui la Russia uscirà presto, perché nessuno è immortale e, precipitando il suo Paese in un'avventura senza via d'uscita, quell'uomo ha accelerato la sua stessa fine. (Bernard Guetta)
  • Tutta la società russa è bastata sulla paura, non ci sono voci contro la guerra, non c'è nessun Andrej Sakarov, non ci sono movimenti dissidenti come ce n'erano ai tempi sovietici. Gli attivisti sono fuggiti all'estero o sono in carcere. I sovietici avevano meno paura dei russi di oggi. E in parte la colpa è della cultura e della letteratura russa che continuano a ricordare ai russi la loro presunta natura fatalista. Alla fine li hanno convinti che non possono cambiare niente. (Andrej Kurkov)
  • Tutto deve restare sotto controllo della presidenza, questo il principio base della dottrina putiniana: i governatori locali sono inquadrati e non devono sgarrare; gli oligarchi sorvegliati; l’opposizione messa all’angolo, perseguitata, repressa; la Russia deve essere forte territorialmente ed economicamente; la “nuova” Russia è portatrice di valori tradizionali e patriottici, la religione ortodossa è uno degli strumenti che saldano passato e presente, il nazionalismo sollecitato da Putin diventa un’arma politica ed economica. (Leonardo Coen)
  • Una cleptocrazia etnonazionalista governata da un pleonexiaco con un tavolo troppo lungo. (John Sweeney)

Boris Bondarev[modifica]

  • È opinione diffusa in Russia che non spetti ai cittadini decidere perché incapaci di capire, mentre il governo è composto da persone ritenute le più intelligenti e colte. Questa mentalità è stata il pilastro che ha sostenuto l’Impero russo, l'Urss e ora il regime di Putin.
  • [...] le persone sono nominate in base alla fedeltà, non alla competenza. Gli alti funzionari non vogliono avere intorno a sé addetti che possano individuare e sollevare problemi o magari esprimere un parere critico su ciò che viene fatto. È considerato spiacevole e non gradito. Ricordo un mio collega, un compagno di studi: non era molto dotato, ma non perdeva occasione per esaltare qualsiasi cosa il suo ambasciatore dicesse o facesse. Naturalmente, questo ha funzionato molto bene per la sua carriera. [...] La competenza è sospetta, perché in qualsiasi momento si può diventare fastidiosi. La mediocrità viene premiata con le promozioni, perché i mediocri non hanno altro modo di farsi apprezzare dai loro superiori se non compiacendoli in continuazione. È un aspetto profondamente radicato nella storia russa, dall’epoca zarista e bolscevica: le persone non vogliono assumersi responsabilità per le proprie azioni, per il proprio comportamento o persino delle proprie idee. Tendono a preferire che gli altri decidano per loro.
  • Oggi il servizio pubblico russo è pieno di persone abituate a dire "sì" ai loro capi, qualunque cosa dicano o facciano. Non hanno un’opinione, se ce l’hanno non la mostrano.

Vladimir Konstantinovič Bukovskij[modifica]

  • Al momento ci sono prigionieri politici, non sono tanti, ma stanno aumentando. La maggior parte della gente che protesta contro la guerra in Cecenia o contro l’inquinamento nucleare è stata accusata di aver rivelato segreti militari. Ma in realtà non sono segreti, sono cose risapute, l’autorità semplicemente non vuole che la gente ne parli.
  • Con l’avvento di Putin al potere possiamo tranquillamente dire che il Kgb è tornato a occupare i ranghi della società, a livello finanziario, politico, economico e amministrativo. La cosa assurda è che, se dieci anni fa questi uomini in qualche modo mostravano di essere imbarazzati e di vergognarsi del loro passato, ora non lo fanno più. Questa è la situazione attuale.
  • Il governo Putin sta cercando di ricomporre il potere del centro, diciamo il potere del Cremlino. È chiaro che non ci riuscirà totalmente, perché prima il potere del Cremlino era strettamente collegato all’ideologia, al sistema totalitario. Non credo che riescano più a restaurare un sistema totalitario, ma possono ripristinare il potere centrale su molti aspetti della vita, rendendo i russi sempre più infelici.
  • In Russia, quando due poteri si contendono un mercato, si uccidono a vicenda. Non è la concorrenza di un prodotto sul mercato. È la concorrenza di chi ha più kalashnikov. Questo non è libero mercato. Noi abbiamo un mercato mafioso, regolato da norme interne al mondo mafioso.

Aleksandr Gel'evič Dugin[modifica]

  • Finché c’è Putin, la Russia ha speranza di essere forte, ma Putin è un problema perché non ha istituzionalizzato la sua linea di pensiero. La Russia oggi è Putin-centrica.
  • La popolazione appoggia completamente Putin. Non c'è una vera opposizione. E non tanto perché c'è una censura contro chi critica le operazioni militari in Ucraina, ma perché il popolo russo è davvero solidale con il Presidente.
  • La Russia oggi è il baluardo che oppone l’identità collettiva alla globalizzazione, che è un’universalizzazione della missione protestante: è la vecchia sfida tra la potenza del mare e la potenza della terra, in un nuovo scenario.
  • Non ha fatto nulla nell’educazione, che è rimasta metà sovietica, metà liberale, copiata dall’Occidente. Un miscuglio di incoerenza. Lo stesso vale per la nostra cultura. La nostra cultura è un’imitazione della cultura occidentale e liberale con un frammento di pura propaganda politica, mal fatta. Questa è solo un simulacro, non una preparazione per il regno dello zar. Così non si ritorna alla nostra identità. Si ragiona troppo pragmaticamente e si pensa troppo poco al sacro

Maša Gessen[modifica]

  • C'era voluto quasi tutto il secondo mandato di Putin per trasformare il cliché consolidato della narrazione corrente: la «democrazia emergente» a poco a poco aveva ceduto il posto a «tendenze autoritarie», espressione che gradualmente diede un quadro più preciso di quella che era diventata sotto tutti gli aspetti una dittatura militare. Nel 2003, quando Chodorkovskij aveva cercato di parlare a Putin della corruzione, l'organizzazione internazionale Transparency International aveva classificato la Russia come il paese più corrotto del 64 per cento dei paesi nel mondo: nella classifica era un po' più corrotta del Mozambico e un po' meno corrotta dell'Algeria. Nel rapporto del 2010 la stessa organizzazione qualificava la Russia come più corrotta del'86 per cento dei paesi del mondo e la poneva in classifica tra la Papua Nuova Guinea e il Tagikistan.
  • Il regime non è totalitario, è piuttosto uno Stato mafioso, però costruito sulle rovine della società totalitaria.
  • La Seconda guerra mondiale è l'evento centrale del mito storico russo. Durante il regno di Vladimir Putin, mentre gli ultimi che hanno vissuto la guerra stanno morendo, gli eventi commemorativi si sono trasformati in carnevali che celebrano il vittimismo russo.
  • Nella Russia di Putin, gran parte delle elezioni erano state abolite del tutto: adesso governatori e senatori erano nominati, mentre i rappresentanti della camera bassa erano eletti su indicazione dei partiti tramite una modalità di voto ampiamente spersonalizzata.
  • Prima del 2012 la società era autoritaria. L’autoritarismo non chiede ai cittadini di mobilitarsi: nulla è politico, tutti se ne stanno a casa e si occupano dei fatti privati, mentre il governante fa ciò che vuole. Una società totalitaria è l’esatto contrario: i cittadini devono partecipare alla vita pubblica, tutto è politico, nulla è privato. Questo cambiamento è avvenuto dopo il 2012, in particolare dopo l’annessione della Crimea.

Leonid Gozman[modifica]

  • Abbiamo bisogno di valori tradizionali. Ma il principale di questi valori "russi" secondo [Putin] è la samovlastye, il potere di una sola persona. Un potere che vale a tutti i livelli. Nella famiglia, per esempio, il padre è il padrone assoluto. Per questo motivo in Russia non abbiamo leggi contro la violenza in famiglia: se sono il capofamiglia, posso picchiare chi mi pare. E per lo stesso motivo in Russia non abbiamo i sindacati: il proprietario o il manager dell’azienda è una specie di padre. Come succedeva prima del 1861: il proprietario terriero era il "padre" dei contadini. Al livello più alto, quindi, tutti devono dipendere dal capo della nazione – che si chiami zar, khan o presidente. Così in Russia non abbiamo né un parlamento indipendente né un sistema giudiziario indipendente né media indipendenti. È la "tradizione russa".
  • In tarda epoca sovietica, non che mancassero gli intrighi, [...] i meccanismi per assicurare la sopravvivenza funzionavano, come, per esempio, la metropolitana. Quei meccanismi ormai sono scomparsi da molto tempo e quelli vecchi ora vengono distrutti davanti ai nostri occhi a un'inimmaginabile velocità. E con loro se ne andrà anche la vita a cui eravamo abituati: i computer, le automobili, fare acquisti senza dover mettersi in fila.
  • Persone che concordano nel giudicare orribile ciò che sta accadendo nel nostro paese, ritengono al tempo stesso che non si possa fare altrimenti, che per la Russia questo sia l'unico possibile ordine delle cose. Le emozioni antigovernative avrebbero dovuto essere coronate da un rifiuto reale di questi pregiudizi, dalla dimostrazione che nel nostro paese si può vivere diversamente. Purtroppo questo lavoro tra il grande pubblico non è stato fatto, si è discusso di questo problema solo fra «esperti». Così è successo che la gente, dopo aver visto queste efficaci denunce, dopo essersi indignata un po' degli episodi di corruzione e gli abusi, dopo aver compianto un po' le vittime, ritornava al solito tran tran.

Lev Gudkov[modifica]

  • Il cittadino tipico dell'era di Putin è simile a quello dei tempi sovietici ma più cinico. Utilizza le stesse capacità di adattamento al totalitarismo usate dal suo predecessore. Ma siccome non ci sono più i defizit, l'"Homo Putinus" è relativamente soddisfatto del suo tenore di vita e non vuole perdere quel che ha. È cinico, appunto. Ogni visione del futuro è sparita. Quando c'era l'Unione Sovietica, le persone avevano un'esistenza pacifica e potevano immaginare un futuro radioso. Questo, almeno, prometteva lo Stato. Lo Stato di oggi non promette nulla. Certamente non la pace.
  • Il regime afferma l'idea dei valori primitivi come primari ai valori della persona. E questa posizione si accompagna sempre con l'idea della violenza.
  • La deriva è decisamente totalitaria. E la popolazione si è adeguata. Il regime è diventato più repressivo, ha allargato il suo controllo su aree che prima non rientravano nella competenza dello Stato. Sta rapidamente rafforzando il dominio sull'istruzione, sui media e su internet. Sono stati bloccati oltre 250 siti di notizie.
  • Quello del sovetsky chelovek (uomo sovietico) è un modello complesso, ma la sua caratteristica principale è di aver imparato ad adattarsi a uno stato repressivo. Pertanto, l'attuale inasprimento della politica repressiva e il rafforzamento delle strutture di potere lo stanno rianimando. Complice un'istruzione pubblica mai riformata, le nuove generazioni sviluppano le stesse capacità di adattamento alla repressione dell'Homo sovieticus. Tutte le abitudini tipiche di un'esistenza in una società chiusa si stanno oggi attivando, in parte sotto l'influenza della propaganda, in parte per la cultura politica di tipo sovietico che Putin vuol restaurare.

Paolo Guzzanti[modifica]

  • La sensazione è che dopo la distruzione della borghesia avvenuta sotto Lenin e Stalin, morti anche gli ultimi epigoni del dissenso, nella Russia di Vladimir Putin non ci sia granché. Certo, milioni di esseri umani che tirano la carretta cercano di ottenere delle licenze commerciali dal governo con cui vivere decentemente talvolta anche sfarzosamente, ma lo spirito dell’arte sembra entrato in letargo.
  • Se quella dell'era Breznev e fino alle aperture di Michail Gorbaciov, meritò il nome di "Stagnazione", l'epoca più che ventennale di Putin potrebbe essere definita come l'età del disprezzo.
  • Tacete, arricchitevi, non date fastidio e obbedite: queste sembrano essere le parole d’ordine di una autocrazia disinteressata all’egemonia cultura e che si limita a scoraggiare, solo nei casi estremi sopprimere, tutto ciò che rappresenti un elemento di semplice fastidio per un governo. E il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi: non solo non rinascono Gogol e Tolstoj, ma il pianeta culturale russo, una volta splendido e clamorosamente produttivo.

Grigorij Javlinskij[modifica]

  • La politica putiniana sta portando la Russia verso un vicolo cieco. La Russia ha bisogno di un vettore di sviluppo europeo: deve sviluppare la propria economia, la propria politica interna ed estera indirizzandole verso l’Europa. Invece avviene l’esatto contrario: la politica di Putin è una politica di isolamento, di avvicinamento alla Cina, una politica — come disse lo stesso Putin — di una «civiltà a se stante». È un grave errore.
  • La prima ragione [perché non esiste opposizione in Russia] è che non esiste un sistema giudiziario indipendente, laddove l'opposizione può appellarsi solo ed esclusivamente a una giustizia senza padroni. La seconda è che mancano dei mass media indipendenti a carattere nazionale, e ho in mente la televisione, il Primo e il Secondo canale. La terza ragione è che mancano finanziamenti indipendenti. Non esistono. In assenza di questi tre fondamenti è praticamente impossibile creare un'opposizione politica attiva. Ed è una dimostrazione lampante del fatto che in Russia non c'è democrazia. Perché non c'è democrazia senza opposizione.
  • Oggi in Russia vige un capitalismo di Stato. Non c’è né privatizzazione, né riduzione della spesa pubblica, né un aumento del ruolo del settore privato, manca un vero libero commercio, manca una deregolamentazione, mentre cresce il controllo statale sull’economia. La quota delle proprietà statali nell’economia è di oltre il 75%, la concorrenza è estremamente limitata, i gruppi oligarchici si espandono e sono loro a determinare la formazione del governo, l’indirizzo degli investimenti e della spesa pubblica. Una spesa pubblica enorme, un budget immenso destinato al settore militare, l’ampliamento dei monopoli sono tutte caratteristiche dell’attuale sistema economico russo, un sistema di capitalismo statale-monopolistico.
  • Putin dice che la Russia si sente più forte. Forse, ma perché è stata ingannata.

Vladimir Kara-Murza[modifica]

  • L'intero modus operandi del regime di Putin è che le persone intorno a lui, non dimentichiamolo mai, non è solo un regime autocratico, è anche un regime cleptocratico, dalla classica definizione greca della parola "governato dai ladri"; quei ladri vogliono rubare in Russia e poi spendere e nascondere il denaro rubato in occidente, dove hanno i loro yacht, le loro ville, i loro conti bancari, o molto spesso le loro famiglie. Per anni e anni, i paesi occidentali hanno permesso che ciò accadesse.
  • La Russia è un paese europeo. Non è normale ritrovarsi con una dittatura in Europa, nel XXI° secolo.
  • Molto spesso, le persone in occidente vedono solo il lato ufficiale. Vedono Putin, la repressione, le azioni aggressive e la guerra in corso. Molto spesso si perde di vista l'altra faccia della Russia. L'altra faccia, ovviamente, è che nel mio paese ci sono milioni di persone che rifiutano e dissentono radicalmente da tutto ciò che il regime di Putin rappresenta, dalla cleptocrazia agli abusi, alle repressioni e ai crimini contro l’umanità che vengono commessi.
  • Sappiamo che arriverà un giorno in cui la Russia diventerà un normale paese europeo. Credo sia nell'interesse, non solo di noi russi ma anche di tutti voi della comunità internazionale, avere a Mosca un governo che rispetti i diritti e le libertà del proprio popolo e che si comporti da cittadino responsabile sulla scena internazionale. Sappiamo che quel giorno arriverà e tutto ciò che facciamo nel movimento di opposizione russo ha come obiettivo quello di cercare di avvicinarsi a quel giorno.

Garri Kasparov[modifica]

  • La Russia di Putin si può in un certo senso considerare il paese più mafioso del mondo, perché tutto il sistema si basa sulla fedeltà: a Putin prima di tutto, e poi in linea verticale verso il basso. Se sei fedele al Boss sei fedele al sistema, e quella è l'unica cosa che conta. Non importa se ti macchi di qualche crimine.
  • Lo Stato di Putin, oltre ai segni evidenti di una dittatura fascista, è anche uno Stato mafioso. A questo proposito, non ha analogie dirette con la Germania di Hitler o l'Urss di Stalin, perché non esiste un'ideologia. Da un lato questo lo rende più forte, perché se non c'è ideologia può trattare con chiunque: con l'estrema sinistra, con l'estrema destra. Dall'altro è più debole internamente perché, a differenza di una dittatura ideologica, nessuno vuole morire per un'idea
  • Oggi la Russia è un Paese in crisi profonda, controllato da una cupola di potere attorno a Putin, praticamente in mano all'erede del Kgb sovietico.

Botakoz Kassymbekova[modifica]

  • Ciò che unisce coloro che sostengono il regime, l'opposizione liberale e la classe intellettuale è l'idea che il popolo russo sia la vittima per eccellenza: delle forze straniere o del regime di Putin. [...] Per essere popolari in Russia, bisogna sposare la narrazione del vittimismo e occultare temi come il colonialismo.
  • Essere russi sotto Putin significa appartenere a una casta imperiale, cioè a una casta superiore, che richiede di dare la vita per l’Impero. È significativo il modo in cui si cerca, soprattutto tra le minoranze, di motivare gli uomini ad andare in guerra: improvvisamente questi cittadini di seconda classe vengono considerati russi e devono sacrificarsi per la patria.
  • Una dittatura, senza libertà di espressione, media indipendenti o una società civile critica. È anche un impero coloniale che ha represso i movimenti nazionali fin dall'inizio, specialmente in Cecenia negli anni Novanta. [...] I diritti di autonomia sono stati ridotti progressivamente, ma la classe intellettuale di Mosca e San Pietroburgo non ha riconosciuto questa violazione, o in ogni caso non le ha attribuito la giusta importanza.

Nicolai Lilin[modifica]

  • I nostri discendenti ci ricorderanno come una società soggiogata da una lobby di oligarchi e governata da politici in simbiosi con la finanza corrotta. La cosa più preoccupante è che ormai tutto ciò viene percepito come normale.
  • L'unica cosa importante che le élite al governo in Russia sembrano non capire è che non si può proporre per due decenni lo stesso identico programma solo perché questo, vent'anni fa, era popolare. Sembra che il tempo non scorra, all'interno delle prestigiose mura del Cremlino: le persone che lavorano in quel luogo sembrano non cambiare, non evolvere, non accorgersi che il pasese che governano (così come il resto del mondo) è mutato radicalmente. Le masse sono stanche dei rendiconti in stile nordcoreano che arrivano dalle faraoniche riunioni del partito Russia Unita, non ne possono più dei notiziari impostati sulla linea editoriale "lui, sempre lui". La gente non riesce a capire perché di nuovo, come durante gli anni dell'URSS, si debba vivere sotto la costante pressione ideologica che insegna che il resto del mondo è nemico, che tutti ci odiano perché siamo il paese più ricco e più bello al mondo – stranamente, però, pur esportando gas a migliaia di chilometri di distanza, abbiamo ancora il settanta per cento delle case e delle infrastrutture in Siberia (patria di quel gas) che si scaldono con la legna.
  • La Russia è uno dei Paesi più corrotti al mondo ed è sotto gli occhi di tutti. Il flusso di denaro dalla Russia ha fatto comodo a lungo all’Occidente, ora le sanzioni hanno stravolto il mercato tra l’Europa e la Russia. La situazione attuale fa comodo soprattutto agli Stati Uniti, che stanno realizzando il loro progetto di mantenere l’egemonia economica e militare in Europa. Per loro la Russia è un pericolo, non è un partner e lo vorrebbero come un vassallo.

Aleksandr Val'terovič Litvinenko[modifica]

  • Fintanto che i cechisti governeranno la Russia, questo Paese e la sua gente non potrà aspettarsi altro che guerra e sangue. Il principale merito del governo settennale di Putin è che nel Paese governato dal Kgb viene deprezzata pienamente la vita umana, oggi la vita umana in Russia non vale proprio un bel niente.
  • Gradualmente ho preso coscienza del fatto che non stavo servendo la Russia ed il suo popolo, bensì una banda di criminali che di fatto avevano occupato il mio Paese, una feccia che manteneva la gente nel terrore e nella miseria, che rapinava la gente mettendosi in tasca miliardi di soldi rubati.
  • La Russia è un Paese che adotta il terrorismo di Stato come metodo, la sua politica estera ed interna è criminale e pericolosa tanto per i cittadini che la abitano, quanto per l'intera comunità internazionale. Le autorità russe basano la loro attività sulla violenza e sulla completa negazione delle norme universali della morale e del diritto. I suoi più alti ufficiali esortano pubblicamente alla violenza e all'omicidio e incitano all'inimicizia nazionale; queste dichiarazioni non fanno che rafforzare le loro posizioni all'interno dell'entourage di Putin.
  • Nella Russia di oggi in verità si sta effettuando un grandioso esperimento, che verrà studiato per secoli dagli studenti delle accademie dei servizi segreti di tutto il mondo; lo studio consisterà nell'individuare i metodi per contrastare i servizi segreti dell'avversario quando sono capeggiati da uno schizofrenico che soffre di paranoia.

Sergej Medvedev[modifica]

  • È tipico che il presidente veda la causa del deficit demografico nel crollo di due imperi, e non nei crimini del bolscevismo: non nella morte delle vittime del "Terrore Rosso" e della Guerra Civile del 1918-22, né nelle tre ondate di carestia del 1921-2, 1932-3 e 1946-7 (in cui morirono fino a 13 milioni di persone); non nella collettivizzazione degli anni trenta, né nella deportazione di interi popoli negli anni quaranta; secondo Putin, non aveva nulla a che fare con il "Grande Terrore" del 1937-38, o con le repressioni del dopoguerra... Anche se si è scettici sulla cifra di 66,7 milioni di persone eliminate dallo Stato (senza contare la guerra) avanzata da Aleksandr Solženicyn, stiamo comunque parlando di decine di milioni di persone. Erano tutte vittime della politica statale, sulla quale però il presidente Putin preferisce tacere. Per lui la tragedia non sta nel terrore dello stato, ma nel crollo dello stato e nella perdita del territorio.
  • È un potere imperiale, totalitario, mafioso... E mi piace usare anche la formula del “biopotere” di Michel Foucault, perché mira a controllare ciò che ha a che fare con il corpo degli abitanti, come abbiamo visto con la messa al bando delle persone LGBT, il divieto delle adozioni straniere, poi lo “spettacolare” aumento delle violenze corporali da parte dello Stato contro i cittadini: torture, stupri dei prigionieri con i manganelli, l’uso della forza bruta da parte della polizia contro i manifestanti...
  • Il cambiamento principale avvenuto in Russia negli ultimi quindici anni è che la guerra è diventata il linguaggio della vita quotidiana, proprio come i rituali militaristici sono diventati parte della propaganda di stato e della routine quotidiana. Da un lato, il culto della Seconda guerra mondiale e la religione della "Vittoria" si sono costantemente radicati nella coscienza delle persone e sono diventati l'ideologia statale non ufficiale. D'altra parte, il militarismo si è insinuato in ogni aspetto della vita, nelle celebrazioni pubbliche e nei festival rock, nelle scuole e nei cinema. Ovunque si sono svolte mostre di tecnologia militare e di armi leggere, i bambini sono stati vestiti con uniformi militari e gli è stato insegnato come assemblare e smontare i fucili automatici; anche i bambini sono stati messi in passeggini che sono stati trasformati in carri armati. Nel 2008, sono ricominciate le parate militari in Russia, cosa che non accadeva dai tempi dell'Unione Sovietica, e da allora ogni anno veicoli militari sempre più pesanti sono apparsi sulle strade cittadine, facendo a pezzi l'asfalto e le infrastrutture della città; è stato anche messo in mostra il missile balistico nucleare Topol-M. I presentatori televisivi hanno sbavato parlando di attacchi nucleari su Londra e Washington, minacciando di trasformarli in "polvere radioattiva", e nei suoi discorsi annuali al parlamento Putin ha mostrato film animati sui missili nucleari ipersonici russi che possono volare in tutto il mondo. Per quanto riguarda la propaganda di guerra, la Russia si è trasformata in una sorta di Corea del Nord.
  • La Russia è diventata il principale esportatore mondiale di guerra. In retrospettiva, questo sembra essere stato l'obiettivo strategico di Putin fin dall'inizio. Se il defunto Michail Gorbačëv è riuscito a neutralizzare la minaccia sovietica e ha ricevuto "il dividendo della pace", Putin ha rilanciato "la minaccia russa" e cerca il dividendo della guerra. Secondo lui, partendo da una posizione di debolezza, la Russia dovrebbe aumentare continuamente i rischi per tutti coloro che la circondano. [...] Poiché non è in grado di garantire pace e stabilità, la Russia del 21° secolo ha iniziato a specializzarsi nella produzione del rischio come un modo per promuovere i propri interessi, elevare il proprio status globale e intimidire i potenziali rivali. Nel 2020, la Russia aveva perso la sua potenza economica e diplomatica e, come hanno dimostrato i primi mesi della guerra con l'Ucraina, anche la sua potenza militare – nonché qualsiasi attrattiva del suo modello sociale, del suo potenziale scientifico e innovativo, dei suoi risultati nello Spazio e, dopo lo scandalo del doping a Soči, le sue prodezze sportive. Gli unici elementi rimasti del "soft power" russo erano la paura e la capacità di allentare la tensione.
  • La violenza è penetrata nella carne e nel sangue della società russa, è diventata la matrice di una collettività costruita su gerarchie e sottomissioni, sulla sottrazione e la distribuzione delle risorse in cui la forza bruta è ben al di sopra della morale e il potere vince sul diritto. Tale ordine è consacrato dal comportamento della classe dirigente che dà alla plebaglia le sue automobiline con i lampeggianti, che esce impunita dai tribunali, che viene immortalata nei discorsi del presidente Putin, il quale insegna che «i deboli si picchiano» e «bisogna farlo per primi», strappando così gli applausi della folla.
  • Negli ultimi anni, grazie alla diffusione di telefoni e tablet nei luoghi di reclusione e all’accessibilità dei social network, si sono riversati sugli utenti terabyte di testimonianze scioccanti di torture, sevizie e violenze che da decenni vengono perpetrate nelle prigioni russe e che sono ormai diventate la norma nei rapporti tra l’amministrazione e i detenuti e dei detenuti tra di loro.
  • Nel tentativo di creare tensione in tutto il mondo, la Russia sta inviando i suoi agenti del caos. Gli avvelenatori dell'Fsb e dell'intelligence militare, il Gru, hanno effettuato gli attacchi contro Aleksandr Litvinenko, Sergej e Julija Skripal' in Gran Bretagna. I mercenari della compagnia militare privata russa Wagner hanno causato disordini in Siria, Libia e Repubblica Centrafricana e ora combattono in Ucraina. Nel 2014 le spie russe hanno fatto saltare in aria un deposito di armi nel villaggio ceco di Vrbětice e nel 2016 hanno tentato un colpo di stato in Montenegro. Gli hacker delle forze informatiche del Cremlino hanno attaccato infrastrutture critiche e i server del Partito Democratico negli USA, e sponsor segreti hanno finanziato gli ultra - il Rassemblement National di destra in Francia e l'Alternative für Deutschland (AfD) in Germania. Poi ci sono i corrispondenti del canale televisivo statale Russia Today (RT), che diffondono notizie false sul coronavirus in Europa; e gli hooligan portati da Mosca soprattutto per provocare disordini ai Campionati europei di calcio di Marsiglia nel 2016... Nel novembre 2021, il Ministero della Difesa russo ha portato il caos russo nello Spazio. Distruggendo inespertamente un vecchio satellite russo mentre sperimentavano un'arma anti-satellite, i militari hanno creato una nuvola di 1.500 schegge ad altezza orbitale, che ha rappresentato una tale minaccia per tutti i voli spaziali pilotati che la Stazione Spaziale Internazionale ha alterato la sua traiettoria e preparato l'equipaggio per evacuazione.
    All'inizio del 2022, quando la Russia ha iniziato a potenziare le sue forze militari al confine con l'Ucraina, preparandosi per una guerra totale, la produzione di caos e rischio è stata portata a un nuovo livello. Sono passate solo poche settimane prima che "l'esportazione della tensione" di cui parlava Putin alla fine del 2021 diventasse l'esportazione della morte.
  • Poiché la Russia non è in grado di garantire pace, cooperazione e stabilità, ha iniziato a specializzarsi nella produzione di tensione come strumento per promuovere se stessa, elevare il proprio status globale e spaventare gli eventuali oppositori. Il problema del paese è che, negli anni 2020, aveva esaurito quasi tutti gli attributi tradizionali del suo soft power. Le forme classiche delle esportazioni culturali russe risalenti alla seconda metà del XIX e XX secolo, che comprendevano la triade sovietica di arte, sport e scienza, sono state erose negli ultimi decenni. E anche se capolavori eterni come i romanzi di Lev Tolstoj o le sinfonie di Čajkovskij rimangono i biglietti da visita della cultura russa, la cultura contemporanea è scarsamente rappresentata sulla scena mondiale. Se prendiamo figure chiave di fama internazionale, come il regista Andrej Zvjagincev, lo scrittore Vladimir Sorokin, il regista d'opera Vladimir Černjakov o il direttore d'orchestra Vladimir Jurovskij, risulta che ora vivono e lavorano tutti fuori dalla Russia. [...] Negli oltre trent'anni trascorsi dal crollo dell'Urss, la Russia ha perso gran parte del suo potenziale scientifico e ora si trova al quarantasettesimo posto nel Global Innovation Index. Nel corso di questi tre decenni, solo tre russi hanno vinto il premio Nobel; inoltre, due di questi riguardavano scoperte fatte in epoca sovietica. Ora non ci sono premi Nobel per la scienza che vivono in Russia.

Dmitrij Muratov[modifica]

  • Ci sono due tendenze contraddittorie nella Russia di oggi. Da un lato, il presidente della Russia sostiene la realizzazione di un monumento per il centesimo anniversario della nascita di Sacharov. Dall'altro, il Procuratore generale della Russia chiede l'eliminazione dell'organizzazione internazionale Memorial. Memorial provvede al ritrovamento delle vittime delle repressioni staliniane. E adesso la Procura accusa Memorial di "violazione dei diritti umani"! [...] Ma Memorial è stata fondata da Sacharov.
  • [«Si può parlare di democrazia in Russia?»] Esistono tribunali indipendenti, quando i processi non interessano la sfera politica o il grande business. Quando invece cominciano a toccare la politica o i grandi affari, allora i tribunali diventano di Stato e non più indipendenti. Per quanto riguarda la libertà dei mezzi di informazione, esistono media liberi nella carta stampata, ma certamente non esiste libertà in televisione: basta accenderla per capirlo. Quando succede qualcosa di grave, aspettano istruzioni.
  • La pratica della tortura in prigione o durante le indagini è viva e vegeta nella Russia di oggi. Abusi, stupri, condizioni di vita terribili, visite vietate, vietato telefonare a tua madre per il suo compleanno, detenzione illimitata. Persone gravemente ammalate vengono rinchiuse e picchiate durante la detenzione, ragazzi ammalati sono tenuti in ostaggio e subiscono pressioni per dichiararsi colpevoli senza alcuna prova contro di loro.
  • Nel nostro paese (e non solo) è comune pensare che i politici che evitano lo spargimento di sangue siano deboli. Mentre minacciare il mondo con la guerra è il dovere dei veri patrioti.
  • [«C'è libertà di espressione in Russia?»] No, non si può parlare di libertà nel ricevere e accedere alle informazioni. Le persone che vogliono sapere qualcosa leggono il Kommersant, le Vedemosti, la Novaya Gazeta, i siti internet Gazeta.ru, il settimanale The New Times e ricevono la foto completa del Paese. Comunque nella carta stampata c’è più libertà che nei media elettronici: in televisione non c’è libertà di parola nel modo più assoluto. Tutta la televisione federale, tutti i canali sono di pura propaganda; una grossa macchina di propaganda. E su internet da noi è diffusissimo il fenomeno del trolling.

Boris Nemcov[modifica]

  • Il sistema putiniano è caratterizzato dalla fusione diffusa a tutti i livelli e manifesta tra funzionari e business, dalla partecipazione di parenti, amici e conoscenti all'acquisizione dei fondi pubblici e della proprietà statale, dall'inamovibilità del potere e dalla chiusura del suo sistema di funzionamento.
  • La Russia oggi può scegliere di raddoppiare le pensioni, invece di costruire e foraggiare basi militari a Cuba e in Venezuela. La mentalità della nostra gente è che non importa se siamo poveri, l’importante è che ci temano.
  • La Russia oggi rappresenta circa il 2% del pil mondiale. Gli Stati Uniti contano per il 27%, la Cina per il 15%, l’Europa da sola pesa per più del 25%: che tipo di impero può contare su statistiche del genere?
  • [«Perché la politica liberista in Russia ha fallito?»]
    Perché l’eredità di trecento anni di schiavitù non è ancora superata. La nostra mentalità è storicamente quella degli schiavi. E poi perché la gente dalla mente più libera e indipendente è stata uccisa dai bolscevichi e da Stalin. L’intera genetica dei russi è cambiata. La Russia non ha sufficiente esperienza di liberismo.

Oleg Orlov[modifica]

  • È [...] inevitabile che la difesa dei diritti umani venga stravolta, in un paese in cui la legalità non esiste più. Oggi i russi che se ne occupano si trovano nella stessa posizione dei dissidenti d'epoca sovietica, loro predecessori. Cercare di farsi conoscere al pubblico russo ed estero diventa un obiettivo primario.
  • In pratica è tornata l’era del totalitarismo sovietico. Il numero dei prigionieri politici oggi è addirittura superiore rispetto a quello dei tempi di Brezhnev. [...] Si è ritirato fuori il reato di alto tradimento, per cui si possono facilmente prendere 25 anni di galera, come nel caso del politico di opposizione Vladimir Kara-Murza. C’è poi l’articolo che punisce le "informazioni consapevolmente false" sulle forze armate: per poche parole si può esser condannati fino a dieci anni. E nella "cassetta degli attrezzi" predisposta dal regime per stroncare ogni dissenso va annoverato anche l’articolo che prevede una pesante responsabilità penale per chi organizza un’organizzazione "estremista", dove per "estremista" il giudice può intendere qualsiasi cosa non piaccia al governo.
  • L'intimidazione da parte del Governo avviene a diversi livelli. Inizia dai controlli infiniti, che ci obbligano a fornire volumi e volumi di documenti e rapporti, costringendoci a interrompere il nostro lavoro per lunghi periodi. Alla fine dei controlli, possono decidere di chiudere l'organizzazione o aprire un processo penale con l'accusa di estremismo. È un modo per silenziare le voci critiche.
  • Le masse aspiravano all'impero, all'uomo forte, al mito di Stalin. Opinioni rintracciabili sia "in vetta", fra le élite che dirigono il paese (dipendenti pubblici, forze di sicurezza, deputati, dirigenti di aziende pubbliche e oligarchi) sia "in fondo", tra i più poveri. Tra quelli che hanno Mercedes, yacht e castelli, e tra chi non ha neanche il bagno in casa. A tutti, però, il sistema autocratico di Putin nega qualunque diritto.
  • Si contrappone la Russia al presente, al passato e al futuro degli stati circostanti (soprattutto di quelli europei); si afferma la superiorità della cultura russa (dove l'aggettivo non va inteso in senso etnico, ma imperiale); si nega l'esistenza stessa del popolo, della lingua e della cultura dell'Ucraina... tutto ciò è ormai la base della propaganda di stato. Quanto a negare la democrazia, affermare il culto del capo e sopprimere la dissidenza, non c'è niente da dimostrare, è una cosa che salta agli occhi...

Nikolaj Patrušev[modifica]

  • Il nostro Paese irrita i governanti degli Stati Uniti e dell'Europa con la sua indipendenza economica, l'autonomia dalle materie prime e il pensiero scientifico.
  • La Federazione Russa non solo persegue una politica indipendente di rafforzamento di un mondo multipolare, ma è notevolmente superiore all'America spiritualmente, eticamente e militarmente.
  • La Russia ha scelto la via della piena tutela della propria sovranità, della ferma difesa degli interessi nazionali, dell’identità culturale e spirituale, dei valori tradizionali e della memoria storica. Gli europei hanno fatto una scelta diversa. Hanno adottato i cosiddetti valori liberali, anche se in realtà si tratta del neoliberismo che promuove la priorità del privato sul pubblico, l’individualismo che sopprime l’amore per la Patria. Con una tale dottrina l’Europa non ha futuro.
  • Oggi il nostro Paese è in grado di garantire non solo la stabilità interna, ma anche la sicurezza del suo popolo dalle minacce esterne.

Gleb Pavlovskij[modifica]

  • Da noi, non esiste l’economia nell’accezione occidentale della parola. Ci sono reti orizzontali di nuclei familiari che si nutrono di economia statale. Negli anni ’90 e nei primi anni Duemila, si è creata un’economia di sopravvivenza in cui le élite e la popolazione sono divise. Quest’ultima chiede solo non di svilupparsi o progredire, ma di sopravvivere. Finché le élite lo garantiscono, possono fare quello che gli pare. È questo che gli osservatori occidentali faticano a comprendere.
  • Il nostro stato è un ibrido singolare tra una compagnia assicurativa e un casinò. A tutti è garantito che non scenderanno al di sotto di un certo livello, mentre allo stesso tempo si gioca una grande scommessa con i loro soldi sul mercato mondiale. Ma la gente non brucerà una compagnia di assicurazioni, perché con essa andrebbe in fiamme anche la loro assicurazione.
  • La spinta di questa utopia della Russia autarchica è la cosa peggiore che Putin sta facendo al suo popolo. Perché non è possibile, semplicemente. La Federazione russa è un progetto ultra-globalizzato, non potrà mai trasformarsi in una economia chiusa. Guardi quel che sta accadendo. Anche i settori creati per sostituirsi alle importazioni, si basano su alcuni elementi di importazione. In un regime di crisi, si dovranno cercare vie traverse per sostituire quella globalizzazione di cui la Russia è stata un fattore importante.
  • La verticale del potere è un sistema di accreditamento: devi letteralmente pagare per fare le cose. In dieci anni, la disponibilità delle persone ad amare Putin e ad essere d'accordo con tutto ciò che fa è cambiata radicalmente. Non c'è più. Prima nessuno poteva rischiare lo scontro – un governatore, per esempio – perché avrebbe sicuramente perso. Ma ora si è aperto uno spazio per il dissenso. Tutti hanno risorse. Putin può continuare a dispensare denaro per essere amato, ma ogni singolo ammiratore dovrà essere pagato. Quando dico pagamento, intendo bonus finanziari di qualche tipo. Abbiamo completamente finanziarizzato la politica. Le autorità esistono solo entro i limiti della loro capacità di concedere credito. E in questo senso il nostro sistema è assolutamente ideale, ciò che è richiesto nel mondo della globalizzazione. Il potere di Putin non sta nell'emettere ordini: non può ordinare nulla. Sta nel fatto che è lui che può entrare nel mercato mondiale in nome delle vaste risorse naturali della Russia. È un monopolio.
  • Nel primo decennio del nuovo secolo, io scrivevo messaggi ai vertici per dire che bisognava presentare le notizie e le nostre scelte in un certo modo. Allora la tivù era molto noiosa. Poi è arrivata l’Ucraina, che dal 2014 ha fornito un conflitto reale, che si poteva mostrare, e così è nata la propaganda di oggi, che agisce sulle persone normai e anche su chi le governa, in un processo inarrestabile di autoconvincimento. Quando finirà questo modello di potere, e finirà senz’altro, sarà ben difficile cambiare la percezione della gente. Per questo non ci saranno cambi bruschi di potere. Per questo occorreranno decenni per avere una Russia diversa.
  • Non abbiamo istituzioni che agiscano in modo regolare. Non abbiamo una burocrazia che svolga il suo ruolo. Il nostro sistema continua a saltare. Se non riesce ad affrontare una sfida, se ne allontana. E si allontana verso un luogo dove può simulare la forza. Se non riesce ad affrontare un problema in Ucraina, va in Siria. Se non riesce a risolvere un problema in Siria, comincia a dare l'impressione di influenzare le elezioni negli Stati Uniti, in Francia e in Germania. Questo è simile all'antica tecnica dei villaggi Potëmkin. Tuttavia, questo è un tipo di villaggio Potemkin in 3-D. È un villaggio Potëmkin flessibile e agile, che mobilita le risorse per utilizzarle al momento giusto, per presentare un quadro luminoso, se possibile globale.

Anna Stepanovna Politkovskaja[modifica]

  • A sentire i sondaggi, solo il 2% dei russi ha idea di che cosa sia scritto nella Costituzione. Il 45% ha dichiarato che il diritto più importante è quello al lavoro; solo il 6% ha menzionato la libertà di parola quale cardine della propria esistenza.
  • Ci siamo accorti tutti che la parola «pietà» è stata cancellata dal vocabolario del Governo. Il Governo oggi fa affidamento sulla crudeltà dei propri cittadini: la distruzione è incoraggiata, la logica dell'omicidio seguita e diffusa. In un contesto simile, per diventare un eroe devi uccidere.
  • Così vanno le cose in Russia: per stilare perizie legali non sono i fatti che contano, ma chi li manipola. Il risultato di una perizia dipende da chi la effettua.
  • Così vanno le cose in Russia: se ammazzi qualcuno sei degno di rispetto.
  • È curioso. Passano gli anni, il Partito comunista non c'è più da un pezzo, ma alcune peculiarità del passato restano immutate. Come la patologica mancanza di rispetto per le persone in generale e, in particolare, per chi, nonostante tutto, lavora con dedizione e sacrificio. Per chi ama la causa che serve. Il potere non ha ancora imparato a ringraziare chi gli dimostra fedeltà. Lavori duro? Bravo, continua fino a che non crepi o fino a che non ne puoi più di sopportare. Il potere si fa di giorno in giorno più spudorato nel voler annientare i nostri migliori concittadini e nel puntare sui peggiori con la pervicacia di un maniaco.
    Non c'è dubbio che il comunismo sia stato un danno tremendo per il nostro Paese. Ma quel che sta accadendo oggi è ancora peggio.
  • È una peculiarità del nostro Paese: se il sogno di ogni soldato è di diventare generale, quello di ogni criminale russo è di fare soldi legalmente.
  • Fu subito chiaro, inoltre, che un vecchio ceto stava rinascendo a nuova vita: la nomenklatura, l'élite di governo, un anello fortissimo della catena di potere dell'era sovietica che stava marciando sui binari di un'economia a cui aveva saputo adattarsi in un batter d'occhio. I rappresentanti di questa nomenklatura hanno tutte le intenzioni di vivere nell'agio quanto i «nuovi russi», ma ufficialmente ricevono stipendi ridicoli. Non ritornerebbero mai indietro ai vecchi tempi sovietici, ma nemmeno i nuovi soddisfano del tutto il loro desiderio di ordine e legalità (che la società chiede con sempre maggior insistenza). Perciò perdono molto del proprio tempo ad aggirare la legalità e l'ordine costituito in favore del proprio arricchimento personale. La conseguenza è una rinascita assai rigogliosa della corruzione, che con la nuova-vecchia nomenklatura putiniana ha raggiunto vette inattingibili per i comunisti o per El'cin e compagni, una corruzione che stritola le piccole e medie imprese (e la classe media con loro) e sostiene («fa fiorire», cioè predilige quali erogatori di tangenti) i grandi e i grandissimi gruppi e i monopoli paragovernativi, che sono quelli che portano alla Russia le entrate maggiori, le più stabili, e non solo ai manager e ai padroni del vapore, ma anche a chi, nello Stato, offre loro protezione (e in Russia non si fanno grossi affari senza sponsor nel governo). Sullo sfondo di tale e tanto sfacelo – che nulla ha a che spartire con il mercato – la nostra nuova «nomenklatura di partito» (hanno ricominciato a chiamarla così, come in epoca sovietica) è rosa da una forte nostalgia per l'URSS, per i suoi miti e i suoi fantasmi.
  • In Russia, oggi, i veri democratici sono quelli che votano «nessuno». È gente che va a votare – dunque cittadini consapevoli –, che pensa, ma è disgustata da chi è al potere.
  • L'idea dell'oligarchia di Stato è un parto di Putin e di una ristretta cerchia di persone attorno a lui. Il concetto è il seguente: le entrate principali della Russia si devono all'esportazione di materie prime, dunque lo Stato deve averne il controllo totale. E nella mente di Putin e della sua amministrazione, lo Stato sono loro. Dunque loro devono controllare il grosso delle entrate, perché sono i più intelligenti e sanno meglio di chiunque altro di che cosa ha bisogno la gente e come gestire i flussi di capitale provenienti dal commercio delle materie prime. [...] Non c'è bisogno di dire che sul trono dei supermonopoli siedono ex čekisti (KGB) diventati oligarchi. Putin si fida esclusivamente di loro (sarà perché vengono dallo stesso mazzo?) e della loro capacità di capire che cosa serva ai russi. Per l'amministrazione del presidente ciò significa che soltanto loro sanno distribuire «equamente» il sovraprofitto delle materie prime. Tradotto: tutto deve passare per le loro mani.
  • L'uomo russo di oggi, l'uomo dell'era Putin, ha il cervello offuscato dalla propaganda e per buona parte è tornato a pensare da bolscevico. Ma non ha disimparato del tutto a pensare con la propria testa, come era autorizzato a fare con il presidente El'cin. Oggi un russo non avrà fretta di rispondere alla domanda se un processo debba per forza essere politico o se debba, invece, fare i conti solo con la legge. Anzi, è molto probabile che chieda del tempo per rifletterci...
  • La linea politica attuale è prettamente neosovietica: non uomini, ma ingranaggi costretti a realizzare incondizionatamente gli azzardi politici di chi ha preso il potere. Ingranaggi senza alcun diritto, nemmeno quello a una morte dignitosa.
  • La nostra non è una società. È un'accolta di cellule di cemento non collegate tra loro. In una c'è un Eroe. In un'altra un sostenitore di Jabloko. In una terza Zjuganov, il leader dei comunisti. Eccetera eccetera. Insieme, a migliaia, potrebbero formare un popolo. Invece sono impermeabili ai sentimenti. Quando una sta male, si strugge perché nessuno le offre una spalla su cui piangere. E se proprio le altre cellule le rivolgono un pensiero, è solo superficiale. Ci pensano qualche attimo in più solo quando anche loro si ritrovano a stare malissimo.
    Il potere mira a rendere le cellule ancora più impermeabili, a separare le persone, ad aizzarle le une contro le altre: divide et impera... E la gente lascia fare. Questo è il problema. Ecco perché la rivoluzione russa è tremenda quando scoppia: le cellule si disgregano solo quando il livello delle emozioni negative diventa intollerabile.
  • La politica russa è, come sempre, una politica di fondi neri. Senza i quali nulla si crea e nulla si distrugge. Il denaro sporco è il principio secondo il quale si formano tutti i rami del nostro sistema di potere. Che per sopravvivere non ha bisogno di ordine e di norme ben delineate, ma di un caos fomentato artificialmente.
  • La Russia è un Paese stabile, come no. Ma di una stabilità mostruosa, nella quale nessuno chiede giustizia a tribunali di un asservimento e di una faziosità lampanti. Chiunque abbia un po' di cervello non cerca protezione presso le istituzioni intese a far rispettare la legge e a mantenere l'ordine, perché sa che sono corrotte fino al midollo. Il linciaggio è all'ordine del giorno, nelle azioni e nella coscienza della gente. Occhio per occhio, dente per dente.
  • «Mattaccino», da «matto», è una vecchia parola per dire pagliaccio. [...] Mattaccini sono quasi tutti i giornalisti russi dell'ultima generazione e i mass media odierni. Un bel circo di mattaccini e buffoni. Il loro compito è divertire il pubblico, e se proprio devono scrivere di cose serie, l'argomento è uno solo: com'è bella la «verticale del potere» in tutte le sue ipostasi.
  • Migliaia di persone vengono umiliate e maltrattate, e nessuno fiata. Quello che si spaccia per un popolo eletto da Dio e che di Dio è latore, un popolo che si crede una superpotenza (ed è stuzzicando questi sentimenti che Putin ha portato avanti la sua politica), si è rivelato fatto di omuncoli, sottoproletari, filistei corrotti, spregevoli borghesucci dissoluti che non vedono oltre il proprio naso. Che si oppongono e dissentono solo di fronte a un piatto vuoto o perché lo Stato ha tolto LORO qualcosa. Perché se la togliesse al vicino, non starebbero certo a sindacare.
  • Negli ultimi anni siamo diventati molto più rozzi. E molto più vili. È una tendenza evidente, e lo diventa sempre più man mano che la guerra nel Caucaso continua, trasformando vecchi tabù in abitudini consolidate. Omicidi? Roba di tutti i giorni... Furti? Che c'è di male! Sciacallaggio? È la norma. I crimini non trovano una condanna non solo in un'aula di tribunale, ma nemmeno nell'opinione pubblica. Quel che prima era vietato, ora è lecito...
  • Sono pochi i risultati positivi della Russia di Putin: l'economia è ancora controllata dagli oligarchi, l'assistenza sociale è inesistente. E allora, su quale base è possibile costruire una politica interna? Sulla nostalgia della grande Unione Sovietica e su quella dell'Impero, perché abbiamo sempre tanta voglia di sentirci "grandi".
  • Un tale sistema – giudici corrotti, elezioni falsate, presidenti che se ne fregano spudoratamente dei cittadini – può esistere solo se la gente non protesta. È su questo che conta il Cremlino: oggi come oggi [...] ciò che non deve mai mancare in Russia è l'apatia, radicata nella convinzione quasi unanime che il potere «sistemerà» comunque tutto a proprio vantaggio. Elezioni comprese. E più si vota, più la gente se ne convince. Più se ne convince, più se ne frega di tutto e di tutti. Più se ne frega, più è indifesa e muta. Più è indifesa, più il potere se ne approfitta. Non solo in materia di elezioni, ma anche nella vita di tutti i giorni. È un circolo vizioso. Ma pare che alla maggioranza il vizio non dispiaccia. La gente ha un fremito solo e soltanto quando è coinvolta in prima persona.

Vladimir Putin[modifica]

  • Ho già detto molte volte come vorrei vedere la Russia. Lo dico di nuovo: deve essere orientata al futuro, essere molto moderna, il sistema politico deve essere flessibile, l'economia deve fondarsi sulle tecnologie avanzate, la produttività del lavoro deve moltiplicarsi.
  • Il numero dei partiti politici da noi è aumentato di parecchie volte, negli anni precedenti abbiamo liberalizzato le regole per la loro costituzione e il loro avanzamento sulla scena politica regionale e nazionale. Si deve solo essere validi e sapere lavorare con l'elettorato, con i cittadini.
  • La Russia da tempo non è più un pezzo dell'Unione Sovietica frantumata, ma una nazione sicura di sé, con un radioso futuro e una popolazione splendida.
  • La Russia praticamente non ha più basi militari all'estero. La nostra politica non ha un carattere globale, offensivo o aggressivo. Pubblicate sul vostro giornale la mappa del mondo, indicando tutte le basi militari americane e vedrete la differenza.
  • Non è stata colpa della Federazione Russa se i rapporti con i Paesi dell'Unione europea si sono deteriorati. La scelta ci è stata imposta dai nostri partner. Non siamo stati noi a introdurre certe limitazioni nel commercio e nell'attività economica. È stato fatto contro di noi e siamo stati costretti ad adottare contromisure.

Timothy Snyder[modifica]

  • Il Paese di Putin porta all'estremo certe tendenze che si possono osservare altrove, come la disuguaglianza nella ricchezza pro-capite, la banalizzazione delle elezioni e la crisi economica.
  • L'essenza della politica estera russa è il relativismo strategico: non potendo diventare più forte, la Russia deve rendere gli altri più deboli; e il modo più semplice per rendere gli altri più deboli consiste nel renderli più simili alla Russia. Anziché risolvere i propri problemi, la Russia li esporta; e uno dei suoi problemi fondamentali è l'assenza di un principio di successione. La Russia si oppone alla democrazia europea e americana per assicurarsi che i russi non vedano che la democrazia potrebbe funzionare come un principio di successione anche nel loro Paese; i russi devono nutrire verso gli altri sistemi quella stessa sfiducia che nutrono verso il proprio. Se la crisi della successione che affligge la Russia potesse essere di fatto esportata – se gli Stati Uniti diventassero un regime autoritario – i problemi russi, pur rimanendo irrisolti, sembrerebbero perlomeno una cosa normale, e la pressione su Putin verrebbe a diminuire. Se l'America fosse quel faro della democrazia che a volte i suoi cittadini immaginano, le sue istituzioni sarebbero state molto meno vulnerabili di fronte alla ciberguerra della Russia.
  • La Russia di oggi soddisfa la maggior parte dei criteri [del fascismo] che gli studiosi tendono ad applicare per definirlo. C’è un culto per un unico leader, Vladimir Putin. Il culto della morte, legato alla seconda guerra mondiale. E poi il mito di un’età d’oro passata di grandezza imperiale, da restaurare con una guerra, proprio come nel caso di quella oggi in corso scatenata contro l’Ucraina.
  • La Russia sostiene i fascisti in tutto il mondo ideologicamente, finanziariamente e logisticamente. Chi è di sinistra potrebbe esser confuso al riguardo. Ma le persone di estrema destra certamente sanno che la Russia è il loro protettore e che la Russia è il loro modello.
  • Nella Russia del 21° secolo, "l'antifascismo" è semplicemente diventato il diritto di un leader russo di definire i nemici nazionali. I veri fascisti russi, come Aleksandr Dugin e Aleksandr Prokhanov, hanno avuto molto spazio nei mass media.

Vladimir Georgievič Sorokin[modifica]

  • L'attuale "verticale del potere" non differisce in modo significativo dalla piramide del potere creata da Ivan il Terribile. Naturalmente non è fatto di mattoni e legno, ma piuttosto di vetro e cemento.
  • La situazione attuale in Russia è talmente grottesca che mai sarei capace di descriverla posizionandomi nel presente. Forse, non è un caso se in questi ultimi vent'anni non è apparso un solo grande romanzo in grado di raccontare la società post-sovietica.
  • Mettendo da parte tutti i compromessi, mi chiedo se la Russia si stia muovendo nella direzione della democrazia. Non credo che lo sia! A poco a poco, la Russia sta tornando ad essere un impero autoritario. La cosa peggiore che può accaderci è l'indifferenza dell'Occidente, ovvero, se fosse interessato solo a petrolio e gas.
  • Nel nostro Paese ci sono persone speciali a cui è permesso fare qualsiasi cosa. Sono i sacerdoti sacrificali del potere. Chi non è membro di questo gruppo non ha alcun peso nei confronti dello Stato. Si può essere puri al massimo – proprio come lo era il magnate Michail Chodorkovskij – e tuttavia perdere tutto in un lampo e finire in prigione.
  • Ogni volta che incontri un funzionario minore, ti fa sapere che è al di sopra di te e che dipendi da lui. Si riflette nella mentalità da superpotere che nutre il Cremlino. Un impero esige sempre sacrifici dal suo popolo.
  • Si parla molto del fatto che la Russia sia una fortezza. Le chiese ortodosse, l'autocrazia e le tradizioni nazionali dovrebbero formare una nuova ideologia nazionale. Ciò significherebbe che la Russia verrebbe superata dal suo passato e il nostro passato sarebbe il nostro futuro.
  • Solo negli ultimi 15 anni i russi sono riusciti a vestirsi bene e a saziarsi. Tuttavia, le persone con la pancia piena tendono ad avere sonnolenza. Questo spiega, ad esempio, il disinteresse degli studenti. In nessun altro paese sono così apatici come da noi.
  • Tedeschi, francesi e inglesi possono dire di sé: "Io sono lo Stato". Io non posso dirlo. In Russia solo i membri del Cremlino possono dirlo. Tutti gli altri cittadini non sono altro che materiale umano con cui possono fare ogni genere di cose.

Vladislav Surkov[modifica]

  • All'estero, i politici accusano la Russia di interferire nelle elezioni e nei referendum in tutto il mondo. In realtà, la questione è molto più seria. La Russia si sta insinuando nei loro cervelli e non sanno cosa fare con la propria coscienza alterata. Dai catastrofici anni '90, quando il nostro Paese ha rifiutato i prestiti ideologici e quando abbiamo iniziato a dare il nostro significato agli eventi e abbiamo lanciato il nostro contrattacco informativo verso l'Occidente, esperti europei e americani hanno iniziato a ingannare sempre più spesso nelle loro previsioni. Le preferenze paranormali del loro elettorato li stupivano e li facevano infuriare. Confusi, annunciarono l'espansione del populismo.
  • Il modello contemporaneo dello stato russo inizia con la fiducia e tiene insieme la fiducia. Questo è ciò che lo differenzia fondamentalmente dal modello occidentale, che coltiva sfiducia e critica. È qui che attinge la sua forza.
  • Il nostro nuovo Stato, in questo nuovo secolo, avrà una storia lunga e gloriosa. Non sarà rotto. Agirà a modo suo, otterrà e manterrà i posti migliori nella champions league della lotta geopolitica. Prima o poi tutti coloro che chiedono alla Russia di "cambiare comportamento" dovranno rassegnarsi ad accettarlo così com'è. Dopotutto, che abbiano una scelta è solo un'illusione.
  • Il nostro stato non è diviso tra uno stato profondo e uno stato esterno. È intero e tutti i suoi componenti sono chiaramente visibili. Le costruzioni più brutali della sua struttura di forza sono sulla facciata, senza alcun artificio architettonico. La nostra burocrazia, anche quando imbroglia, non prende mai le pinze, partendo dal presupposto che "nessuno si fa fregare".
  • In questo nuovo sistema tutte le istituzioni sono subordinate allo stesso compito principale: quello di instaurare uno spirito di fiducia attraverso la comunicazione e l'interazione del capo supremo con i cittadini. Diversi rami del potere convergono sulla persona del leader. Il valore di questi rami è determinato solo dall'importanza e dalla vicinanza del loro legame con lui. Inoltre, i mezzi di comunicazione informali operano aggirando le strutture ufficiali e i gruppi d'élite. E quando la stupidità, l'arretratezza o la corruzione creano interferenze tra le onde di comunicazione con le persone, vengono prese misure drastiche per ristabilire il collegamento il prima possibile.
  • La Russia ha iniziato a ricostruirsi ed è tornata al suo unico stato naturale: un paese immenso, che estende e riunisce le terre di una comunità di popoli. Il ruolo immodesto che la storia del mondo ha attribuito al nostro Paese gli vieta di uscire di scena o di tacere tra le comparse. Non garantisce riposo e determina la natura ardua del nostro governo.
  • La solitudine non significa isolamento totale, ma nemmeno apertura senza limiti: ognuna di queste opzioni significherebbe ripetere gli errori del passato. [...] La Russia senza dubbio commercerà, attirerà investimenti, scambierà conoscenze, combatterà (perché la guerra è anche un modo di comunicare), parteciperà a progetti comuni, entrerà a far parte di organizzazioni, competerà e collaborerà, susciterà paura e odio, curiosità, simpatia e ammirazione. Solo che lo farà senza falsi obiettivi e senza disincanto verso se stessa.
  • La struttura multilivello delle istituzioni politiche, copiata dal modello occidentale, è qui talvolta vista come non necessaria e adottata solo per "fare come tutti gli altri". Quindi le differenze nella nostra cultura politica non sono evidenti ai nostri vicini: li irritano e li spaventano meno. Sono come gli indumenti da esterno che indossi per uscire ma non indossi mai a casa.
  • Non esiste uno stato profondo in Russia, ma esiste un popolo profondo. In superficie brilla l'élite. Secolo dopo secolo, con dinamismo (va riconosciuto), coinvolge il popolo in alcune sue attività: assemblee di partito, guerre, elezioni, esperimenti economici... Il popolo partecipa a queste attività, ma in modo un po' distaccato, non mostrandosi non in superficie, vivendo la propria vita nel profondo. [...] Le persone profonde mantengono sempre la propria opinione, sfuggendo a sondaggi, propaganda, minacce e altri metodi di studio e influenza diretti. A volte le persone fortunate riescono a capire chi è, cosa pensa e cosa vuole. Ahimè! questa conoscenza spesso non viene colta se non troppo tardi e dalle persone sbagliate.

Zoja Svetova[modifica]

  • Io, come i dissidenti sovietici, voglio che il potere del mio Paese rispetti la legge. Come singola cittadina rispetto la legge e vorrei che il potere del mio Paese facesse altrettanto. Se chi sta in prigione ha diritto di ricevere la visita del suo avvocato, allora voglio che ciò avvenga.
  • Io sono idealista e quindi spero, voglio credere che la Russia diventerà un Paese civile, e voglio credere che allora sarò viva e in salute e potrò vederlo con i miei occhi; e se non potrò vederlo io, lo vedranno i miei cinque nipoti.
  • La differenza principale tra la Russia sovietica e la Russia odierna è che oggi non c'è la Cortina di ferro, per lo meno non ancora. Oggi, a distanza di circa due settimane da quando i miei figli hanno scelto di trasferirsi in Georgia, ho preso un mezzo di trasporto e ho potuto raggiungerli tranquillamente; all'epoca non mi sarebbe stato permesso. Un'altra differenza è che oggi non ci sono più regole del gioco, perché le regole del gioco ora si fanno e si disfano senza preavviso, i servizi speciali possono cambiare le carte in tavola a seconda del momento: per esempio, se qualcuno dell'opposizione viene in Russia non so cosa lo aspetta, se può essere portato fuori, preso dai servizi speciali, subire un'esecuzione...
  • Nel corso di questi ultimi anni il governo russo si sta trasformando in un regime totalitario. Non solo la libertà di parola, ma la stessa libertà individuale viene sempre più minacciata: basti pensare alle vere e proprie persecuzioni nei confronti degli omosessuali e dei blogger che, attraverso i re- tweet sui social, diffondono informazioni considerate deleterie dal potere. Vengono perpetrate vessazioni anche verso chi ha partecipano a manifestazioni pubbliche.
  • Oggi non possiamo parlare di giornalismo in Russia così come generalmente lo concepiamo. Tutti i media liberi e indipendenti sono stati chiusi o bloccati, etichettati come agenti stranieri: un processo di censura che si è intensificato negli ultimi tre, quattro anni. Poco a poco, il potere russo ha sgretolato l’informazione indipendente, è la morte dei media.

Elena Tregubova[modifica]

  • Alcuni visitatori vengono spesso fuorviati riguardo allo stato della Russia perché vedono solo Mosca, una città internazionale come Londra o Tokyo. Ma una visita a una qualsiasi città di provincia dimostra che la stragrande maggioranza del paese è povera.
  • La differenza fondamentale tra quest'epoca e l'era sovietica sta nel fatto che allora si sapeva esattamente da quale parte delle barricate si stava, quando si forniva sostegno morale agli oppositori della dittatura. Ma oggigiorno, a causa della situazione favorevole sui mercati del petrolio e del gas, Putin ha le risorse per comprare la vostra indulgenza e il vostro silenzio.
  • La Russia è tornata ad essere una colonia di ex agenti del Kgb, che hanno cambiato solo il nome: una colonia ricca di carburante per un piccolo gruppo di commercianti di petrolio e gas che non donano nulla delle loro ricchezze a chiunque viva fuori dalla capitale.
  • Perché i leader di oggi – come i leader comunisti di un tempo – vedono ancora una volta la grandezza della Russia nel brandire missili e nel distruggere fisicamente chiunque non sia d'accordo?
  • Sono pronta a scommettere che oggi della reale situazione della Russia sapete molto meno che ai tempi della "cortina di ferro". Prima, all'epoca dell'Unione Sovietica, per lo meno sapevate molto bene che là, oltre la cortina di ferro, c'era l'"impero del male", una dittatura.
    Oggi invece, al contrario, vi mostrano solo una bella scenografia, con al centro un sorridente Bush che stringe la mano al suo migliore amico, Vladimir Putin.
  • Vedo che il mondo è sempre più disposto a chiudere un occhio sulla cosiddetta democrazia russa, e io cerco di dimostrare che nel mio paese mancano gli ingredienti più importanti per fare una vera democrazia. Gli anni delle riforme di Eltsin sono finiti, adesso si può parlare piuttosto di crollo delle riforme liberali in Russia.

Sandro Viola[modifica]

  • Il declino demografico, se non lo si deve chiamare agonia, provocato dall'alcolismo e da strutture sanitarie fatiscenti, appare inarrestabile. L'Aids dilaga. Le infrastrutture sono quelle che c'erano sessanta o settant'anni fa in Occidente. Le campagne non sono ancora uscite dalla povertà e dal degrado dell'epoca comunista. La crescita economica è quasi totalmente dovuta all'aumento dei prezzi del petrolio e del gas, e dunque, come per ogni altro petro-stato, dovuta ad una congiuntura favorevole di durata incerta. La corruzione permea ogni segmento delle istituzioni e della società. Sulla decina di omicidi eccellenti commessi durante gli anni di Putin, non ce n'è uno su cui i tribunali abbiano fatto luce.
  • Il fatto è che certi tratti della presidenza Putin, che si dichiara democratica e liberale, ricordano la Russia sovietica in modo un po' più che simbolico. Non c'è niente di democratico e liberale, per esempio, nella persecuzione cui sono stati sottoposti in questi mesi i giornali e la Tv del gruppo Mediamost, che in tutto il paese sono i più critici verso il governo e il presidente. Redazioni perquisite, giornalisti intimiditi. [...] Ma ciò che più inquieta è che l'offensiva contro Mediamost, Reuters, Radio Liberty, gli ambientalisti e le associazioni che reclamano il rispetto dei diritti umani in Cecenia, è condotta con la vecchia accusa leninista di sabotaggio e collusione con agenti stranieri. Uno stile Kgb, per dirla in due parole, che induce a ripensare l'origine, la formazione, la cultura di Vladimir Putin. Un' idea Kgb del potere.
  • Il fatto è che noi continuiamo a parlare della Russia quasi fosse un paese come gli altri: i prezzi del petrolio e del gas che continuano a calare, la crisi finanziaria, la marea dei disoccupati, i piccoli segnali d'un possibile miglioramento dei rapporti con l'Occidente.
    Ma la Russia non è un paese come gli altri. Negli "altri" paesi i giornalisti non vengono sparati al cuore o alla nuca. E se domani ne venisse ammazzato uno, il presidente della Repubblica di quel paese dove è stato commesso l'omicidio non direbbe, come disse Putin dopo la morte della Politkovskaja, che si trattava di "persona senza vero ascolto nella società".
  • La verità, infatti, è che la Russia è un paese ancora in bilico tra la spaventosa arretratezza lasciata da sette decenni di comunismo, e i pochi, sconvinti tentativi che il regime di Vladimir Putin ha fatto dal 2000 ad oggi per portarlo nella modernità. Tutta la rete delle sue infrastrutture - condotte d'acqua, elettricità, trasporti, strade, fogne - è per vastissimi tratti vicina al collasso, nonostante gli enormi introiti da petrolio e gas venuti alle casse del regime tra il 2001 e il 2008.
  • Quale settore sociale, quanti russi, sono oggi contro il regime? La Russia e i russi stanno meglio, molto meglio di quanto non siano mai stati, forse, nella loro lunga storia. Persistono sacche di grande miseria, mentre una Sanità pubblica da Terzo Mondo è impossibilitata a contenere il dilagare dell'Aids e di altre malattie endemiche. Infrastrutture fatiscenti o addirittura mancanti, ritardi tecnologici, agricoltura ancora arretrata di mezzo secolo e più rispetto a quelle dei paesi sviluppati. E infine la corruzione sempre più estesa e sfrontata, indomabile. Ma i redditi, specie nelle grandi città, sono aumentati, si va delineando una classe media, il vertiginoso aumento del numero delle automobili rende una tortura ogni percorso nel centro di Mosca. E persino i russi cui Putin non ha portato un po' di prosperità hanno motivi di soddisfazione. Le ferite che il loro nazionalismo aveva subito con il crollo dell'Urss e il caos degli anni di Eltsin, sono ormai rimarginati.
  • Un'opposizione di massa, in Russia, non esiste. Non esiste un pensiero liberale, se non confinato in piccoli gruppi di politici e intellettuali. La frase che i russi ripetono più spesso è come sempre «Po figu»: non me ne importa niente. [...] La filosofia di chi è stato perennemente maltrattato senza ragione né spiegazioni, buona per fronteggiare le asprezze d'ogni giorno ma anche per tapparsi le orecchie dinanzi ai discorsi complicati, astratti, come quelli sulla democrazia, le libertà, i diritti umani e politici.

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]