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Hans Küng

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Hans Küng

Hans Küng (1928 – 2021), teologo svizzero.

Citazioni di Hans Küng

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  • Certo qualcuno dirà: Se si guarda all'infinito dolore del mondo, non si può credere che esista un Dio. Ma è anche possibile capovolgere l'affermazione: Solo se esiste un Dio si può reggere la vista di questo infinito dolore. Solo in virtù di una fede nutrita di fiducia nel Dio incomprensibile, sempre più grande, l'uomo può attraversare con fondata speranza quel fiume ampio e profondo, nella consapevolezza che sopra l'oscuro baratro del dolore e del male una mano si tende verso di lui. Naturalmente riaffiora di continuo la domanda: Che Dio è questo Dio incomprensibile, insensibile, che tenendosi al di sopra della sofferenza umana lascia che l'uomo si dibatta, lotti, protesti, perisca nella sua smisurata miseria? Ma anche questa domanda è ribaltabile: Realmente Dio è così al di sopra della sofferenza come umanamente immaginiamo, come diamo per scontato nelle nostre proteste e come reputano gli stessi filosofi? Non sono proprio la sofferenza e la morte di Gesù a farci apparire Dio in una luce diversa?[1]
  • Ci fu un tempo che aveva bisogno del doctor utriusque iuris, esperto in entrambi i diritti, civile e canonico. Il nostro tempo ha urgente bisogno del doctor utriusque theologiae, esperto in entrambe le teologie, evangelica e cattolica. E se qualcuno lo è stato in modo esemplare nel nostro secolo, questi è Karl Barth.[2]
  • La conoscenza di von Balthasar della tradizione (patristica, medioevale e moderna, sia sistematica che esistenziale, mistica e poetica) cattolica in un periodo in cui ci sono troppe novità dell'ultima ora in teologia, non può essere mai abbastanza ammirata o sovra stimata.[3]
  • Non vi può essere convivenza umana senza un ethos mondiale delle nazioni; non vi può essere pace tra le nazioni senza la pace tra le religioni; non vi può essere pace tra le religioni senza il dialogo tra le religioni.[4]
  • Solo una mariologia che non rifugga dal confronto critico con i documenti biblici; che, invece di presentare Maria come esempio di umiltà ancillare, le riconosca la sua piena femminilità e la metta in rapporto con le altre grandi figure femminili della Bibbia e della storia della Chiesa, può indirizzare l'uomo contemporaneo verso una migliore comprensione del messaggio cristiano.[5]

la Repubblica, 15 aprile 2010

  • La politica di restaurazione di Benedetto XVI è fallita. Le sue pubbliche apparizioni, i suoi viaggi, i suoi documenti non sono serviti a influenzare nel senso della dottrina romana le idee della maggioranza dei cattolici su varie questioni controverse, e in particolare sulla morale sessuale. Neppure i suoi incontri con i giovani, in larga misura membri di gruppi carismatici di orientamento conservatore, hanno potuto frenare le defezioni dalla Chiesa, o incrementare le vocazioni al sacerdozio.
  • Non si può sottacere il fatto che il sistema mondiale di occultamento degli abusi sessuali del clero rispondesse alle disposizioni della Congregazione romana per la Dottrina della fede (guidata tra il 1981 e il 2005 dal cardinale Ratzinger), che fin dal pontificato di Giovanni Paolo II raccoglieva, nel più rigoroso segreto, la documentazione su questi casi. In data 18 maggio 2001 Joseph Ratzinger diramò a tutti i vescovi una lettera dai toni solenni sui delitti più gravi ("Epistula de delictis gravioribus"), imponendo nel caso di abusi il "secretum pontificium", la cui violazione è punita dalla la Chiesa con severe sanzioni.
  • Papa Benedetto XVI sembra allontanarsi sempre più dalla grande maggioranza del popolo della Chiesa, il quale peraltro è già di per sé portato a disinteressarsi di quanto avviene a Roma, e nel migliore dei casi si identifica con la propria parrocchia o con il vescovo locale.

la Repubblica, 30 aprile 2011

  • Giovanni Paolo II è stato globalmente lodato come un combattente per la pace e per i diritti umani. Ma quello che ha predicato all'esterno è in totale opposizione con la sua politica all'interno della Chiesa, dove ha esercitato un pontificato autoritario, opprimendo i diritti delle donne e dei teologi. Per questo non merita di essere presentato ai fedeli come un esempio.
  • Del resto, il suo [di Giovanni Paolo II] comportamento nei confronti dei teologi sudamericani della liberazione è stato l'esatto opposto di quello che un esempio cristiano dovrebbe rappresentare.
  • Come un sovrano assolutista, Benedetto XVI ha infranto il diritto canonico per poter beatificare alla spiccia Giovanni Paolo Il mediante l'aggiramento dei termini temporali stabiliti e l'approvazione di una delle più dubbie guarigioni miracolose.
  • Ma il "Santo Subito" è stata un'esortazione pilotata. Me li ricordo gli striscioni "spontanei" di Piazza San Pietro: tutti di stampa meticolosa, raffinata. È stata una palese messa in scena da parte di gruppi cattolici, conservatori e reazionari, che sono molti forti soprattutto in Spagna, Italia e Polonia.
  • Allo stesso modo, l'entità degli scandali sessuali nella Chiesa, è stata sistematicamente nascosta sia da Wojtyla che dall'allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Ratzinger.

Perché sono ancora cristiano

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  • [...] come Nietzsche aveva profetizzato, con la religione è sparita anche la morale. Diviene infatti sempre più chiaro che non si può, come Sigmund Freud avrebbe voluto, fondare un'etica in modo semplicemente razionale, con la sola ragione [...]. (p. 12)
  • [...] è dovere e obbligo del teologo dire le verità opportune importune – anche se per questo dovesse essere punito –. (p. 22)
  • Già, perché sono cristiano? [...] In breve: perché, nonostante ogni veemente obiezione contro ciò che è cristiano solo di nome, trovo tuttavia nel cristianesimo un orientamento di fondo nelle questioni circa il grande da-dove e verso-dove, perché e a-che-scopo dell'uomo e del mondo: un orientamento di fondo per la mia vita individuale e sociale! E con esso contemporaneamente una patria spirituale, cui vorrei tanto poco voltare le spalle quanto poco in ambito politico le vorrei voltare alla democrazia, di cui a suo modo non meno del cristianesimo si è fatto e si fa un uso indebito e vergognoso. (p. 24)
  • Già, che cosa, come, chi è Dio, quel Dio che mi dovrebbe offrire un orientamento di fondo? [...] Un Dio che – diversamente da come ce lo rappresentano certi cosiddetti educatori cristiani – non deve significare per l'uomo paura ma senso di sicurezza, non infelicità ma felicità, non morte ma vita. [...] Per ebrei, cristiani e musulmani, questo unico vero Dio non è il Dio sconosciuto, ma il Dio buono, il Dio amico dell'uomo, su cui anche nel dubbio, nel dolore e nella colpa, anche in tutte le pene private e in tutte le necessità sociali, l'uomo può riporre una fiducia incondizionata e totale, fede appunto. (pp. 25-27)
  • [...] l'essere di Dio, nella sua totale incommensurabilità che fa saltare tutte le categorie, non è né personale né apersonale, in quanto Egli è entrambe le cose contemporaneamente, e quindi – volendo – lo potremmo definire «transpersonale», «sovrapersonale». (p. 27)
  • E si noti bene: ogni uomo ha il suo Dio, ha cioè un valore supremo in base al quale egli giudica ogni cosa, in base al quale egli si orienta praticamente, per il quale, in caso estremo sacrifica tutto. E se questo non è il vero Dio, allora è un qualche idolo, un idolo vecchio o un idolo nuovo: denaro, carriera, sesso, divertimento – tutte cose di per sé non cattive, ma che non debbono prendere il posto di Dio, se si vuole che l'uomo non venga reso schiavo. (pp. 31-32)
  • Poi vi sono gli ortodossi, la confessione di quell'Apollo che ha dalla sua parte la grande tradizione del pensiero greco e che spiega la rivelazione in modo più brillante, più profondo, e anche «più corretto», appunto «più ortodosso» di tutte le altre. (p. 60)

Citazioni su Hans Küng

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  • Il processo a Küng fu assai complicato. Non ho elementi per giudicare se tutto si sia svolto secondo le norme o meno. Ma si sono verificati ripetutamente dei fatti che esulavano dalla mentalità e dalla prassi più o meno normale dei romani: fatti che non voglio assolutamente minimizzare, quando affermo che io personalmente non mi sono sentito così terribilmente perseguitato. Occorre quindi fare una distinzione tra il modo in cui un teologo vecchio stampo come me incassava la cosa, e la tutt'altra questione se e come debba essere la procedura obbiettiva della Congregazione per la dottrina della Fede. (Karl Rahner)

Note

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  1. Da Essere cristiani, traduzione di Germano Re e Marco Beck, Mondadori, Milano, 1976, p. 488.
  2. Da Karl Barth: 1886-1968; citato in Gibellini, p. 28.
  3. Da Incarnazione di Dio: Introduzione al pensiero teologico di Hegel, prolegomeni ad una futura cristologia, Queriniana, 1972.
  4. Da Progetto per un ethos mondiale; citato in Gibellini, p. 543.
  5. Da 20 tesi sull'essere cristiani, 16 tesi sulla donna nella Chiesa; citato in Gibellini, p. 476.

Bibliografia

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  • Rosino Gibellini, La teologia del XX secolo, quarta edizione, Editrice Queriniana, Brescia, 1999. ISBN 88-399-0369-0
  • Hans Küng, Perché sono ancora cristiano: Un orientamento cristiano in un tempo povero di orientamenti, traduzione di Roberto Garaventa, Casa Editrice Marietti, Genova, 1988. ISBN 88-211-6862-X

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