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Piazza San Marco

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Piazza di San Marco, Venezia

Citazioni sulla piazza San Marco di Venezia.

  • Come passai, tutti i giorni, ore ed ore su quella stupenda piazza San Marco, su quella divina piazzetta, osservando tutti quegli splendidi monumenti al levare e al cadere del sole, sul meriggio e sotto i pallidi raggi della luna, provandone sempre nuovo diletto, sempre indicibili sensazioni di arcana e incomprensibile voluttà, non starò qui a riferire. (Raffaello Giovagnoli)
  • – Mi spiego subito... e mi spiego pigliando per punto di appoggio precisamente la piazzetta San Marco. Perché tutti i forestieri di ogni paese, d'ogni generazione, d'ogni levatura, sono costretti a confessare che in quell'aggregato di edifizi è il trionfo dell'architettura, e che forse in nessuna parte del mondo può trovarsi una scena più maravigliosa di quella che si presenta a chi approda sulla scalea del molo della piazzetta di san Marco? perché appunto trova l'unità nella varietà. A destra il palazzo Ducale del Calendario; vicino ad esso le prigioni di Da Ponte, dirimpetto l'edificio della libreria del Sansovino; vicino a questo il palazzo degli uffici. E se dal primo, dirò così, sipario, si spinge l'occhio oltre le colonne di Todero e del Leone, ecco la Basilica di San Marco a dritta delle sue cupole bisantine, ecco la torre dell'orologio di fronte a un brano delle Procuratie nuove de' Lombardi. Nientemeno che sette edifizi, sette stili, sette varie altezze, e una schiera d'architetti di tempi diversi e di diverse scuole che vi portano il vario contributo della loro ricca fantasia. (Giuseppe Rovani)
  • Non vorrei scrivere molto su Venezia; penso che tutti la conoscano. È realmente simile, fino al fastidio, ai vari souvenirs de Venice; quando mi sono fermato per la prima volta a piazza San Marco, sono rimasto confuso e a lungo non ho potuto liberarmi dalla opprimente sensazione che non fosse un luogo reale, ma il Lunapark dove deve svolgersi la notte veneziana. Aspettavo soltanto che cominciassero a gemere le chitarre e che il gondoliere cantasse come il signor Schütz. Por fortuna il gondoliere ha misteriosamente taciuto, ma alla fine mi ha derubato in modo poco cristiano, agitandomi davanti agli occhi un qualche tariffario. (Karel Čapek)

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