Piedone lo sbirro
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Piedone lo sbirro
Titolo originale |
Piedone lo sbirro |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1973 |
Genere | azione, poliziesco, commedia |
Regia | Steno |
Soggetto | Luciano Vincenzoni, Nicola Badalucco |
Sceneggiatura | Lucio De Caro |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Piedone lo sbirro, film italiano del 1973 con Bud Spencer, regia di Steno.
Frasi
[modifica]- Aaah! Ma ch'è, hai ereditato? Tre mmise fa te murive 'e famme? (Rizzo) [dopo che Ferdinando 'O Barone gli ha mostrato la sua Lamborghini rosso fiammante]
- Io so spiegarmi molto bene, anche senza quella lì. (Rizzo) [allude alla sua pistola]
- L'ammacchiato se n'hadda jì ca vene a cchiovere! L'ammacchiato se n'hadda jì ca vene a cchiovere! L'ammacchiato se n'hadda jì ca sta chiuvenno! L'ammacchiato se n'hadda jì ca sta chiuvenno! (Compari di Antonino Manomozza) [si passano la voce per farlo scappare]
- E con questa vi siete fumato pure domani! (Caputo) [a Rizzo, dopo l'ennesima sigaretta fumata]
- La politica comanda, la Polizia obbedisce. (De Ribbis)
Dialoghi
[modifica]- [A casa di Maria, dove Rizzo vive a pensione]
Tenente dei Carabinieri: Buongiorno signor commissario!
Rizzo: Buongiorno, che c'è?
Tenente dei Carabinieri: Ci deve scusare, ma abbiamo avuto una segnalazione: un ricercato è stato visto entrare in questo palazzo e allora stiamo visitando appartamento per appartamento.
Rizzo: Sì, ma qua non ci sta nessun ricercato.
Tenente dei Carabinieri: Grazie signor commissario e scusi tanto per il disturbo! Buongiorno! Buongiorno signora!
Maria: Buongiorno.
Rizzo: Buongiorno. [...] Gennarino!
Gennarino [compare dal corridoio]: Buongiorno, commissà.
Rizzo: Vieni avanti, vieni.
Gennarino: Commissà, buongiorno.
Rizzo: Io dico che avete deciso di rovinarmi, tutti e tre!
Salvatore: Ma non hai visto i Carabinieri? Quello è ricercato!
Rizzo: E che vuol dire che è ricercato? E proprio qua in questa casa deve venire? Che mestiere faccio io, eh?
Gennarino: 'O commissario!
Rizzo: Di Pubblica Sicurezza!
Gennarino: Di Pubblica Sicurezza.
Rizzo: Di Pubblica Sicurezza!
Maria: Aaah, basta eh! Stai esagerando, stai proprio esagerando! Ma allora perché non prendi questo povero disgraziato e lo porti in galera? Così sarai contento, no?
Rizzo: No, perché in galera ci finisco io, non questo povero disgraziato. [a Gennarino] E tu che fai in piedi? Stai allo snack?
Gennarino: Eh, tengo dieci figli...
Rizzo: Eh, e devi fare rifornimento anche per loro. Va' va', vatti a sedere...Che altro hai rubato oggi?
Gennarino: Ho rubato...Ho rubato due copertoni, senza camera d'aria e col battistrada zero.
Rizzo: Aaah, che schifezza di ladro che sei, Gennarì! Tu, oltre a essere ladro, sei pure fesso.
Gennarino: Quella era la merce esposta!
Rizzo: Tu dopo mangiato ti vai a presentare, subito!
Gennarino: Scusate, ma perché non mi avete consegnato prima, quando sono venuti i Carabinieri a cercarmi?
Rizzo: Perché primo, non sapevo che tu stavi qua, e secondo, chi si presenta da solo c'ha l'attenuante!
Gennarino: E vabbè commissà, faccio quello che volete voi: io mi vado a presentare. Dopo il caffè, se permettete!
- Caputo: Eeeh, è arrivato chi sa il fatto suo! [alludendo a Tabassi]
Rizzo: Ma perché, tuo lo sai il fatto suo?
Caputo: No.
Rizzo: E allora?
Caputo: Ognuno sape 'e fatte suoje!
- Rizzo [parlando al telefono]: Va bene, va bene...allora...?
Tabassi: Rizzo, faccia spedire subito i fonogrammi: quel figlio di puttana [Antonino Manomozza] s'è squagliato!
Rizzo [continuando a parlare al telefono]: Sì va bene, sta' tranquillo, nessuno ti tocca fino davanti al commissariato: ci puoi venire pure in processione. Stammi bene, eh?
Tabassi: Con chi stava parlando?
Rizzo: Con Antonino Percuoco detto Manomozza: stavo trattando la sua costituzione.
Tabassi: Trattava che...? Si spieghi meglio!
Rizzo: Manomozza è un capoparanza, non è un delinquente qualunque, e non si sarebbe mai fatto prendere da noi davanti a tutti quanti, come un rubagalline.
Tabassi: E cosa dobbiamo fare per avere l'onore di interrogarlo?
Rizzo: Niente, sta venendo qui!
- [Rizzo chiede a un automobilista effeminato di inseguire Ferdinando 'o Barone] Automobilista: Chi mi dice che lei è della Polizia? Non ha nemmeno la divisa!
Rizzo: Ma perché, tu ce l'hai?
[...]
Automobilista [dopo che Rizzo ha gettato via il pupazzetto dal tettuccio]: Ma che fa, è impazzito? Ma mi butta via il Pampy?
Rizzo: Se non ti stai zitto ti butto via pure a te!
[...]
Automobilista: Dio mio, ma stia attento per favore! Io soffro di cuore, lei mi fa saltare le coronarie!
Rizzo: Guarda che se non ti stai zitto ti arresto per schiamazzo!
- [Dopo che Rizzo al commissariato ha cercato, con la forza, di far parlare Ferdinando 'O Barone]
Tabassi: Rizzo, ma che sta facendo?
Rizzo: Stavo...parlando con Ferdinando 'O Barone. [rivolto all'avvocato De Ribbis] Avvocato.
Tabassi: L'avvocato De Ribbis è il difensore del signor Scarano.
Rizzo: L'avvocato De Ribbis, principe del foro...Baró, fossi diventato il sindaco?
De Ribbis: Risparmiateci le vostre battute, commissario.
Tabassi: Rizzo, deve sapere che qui c'è un formale esposto presentato dall'avvocato nei suoi confronti, dove si afferma che quindici giorni fa lei ha sottoposto il signor Ferdinando Scarano a severi maltrattamenti procurandogli lesioni.
Rizzo: E nell'esposto non si dice che questo gentiluomo ha fatto sfregiare una povera ragazza?
De Ribbis: Commissario, le ricordo che il reato di calunnia esiste ancora: ha le prove di quanto afferma?
Tabassi: Avvocato, lei ha presentato l'esposto, lasci che sia io ad accertare i fatti. Il suo cliente può venire con lei.
De Ribbis: Bene commissario, non domando di meglio. Del resto è la ragione per cui sono qui, per un atto di deferenza nei suoi confronti, altrimenti mi sarei rivolto all'autorità giudiziaria.
[...]
Tabassi [a Rizzo]: Sarà contento della sua prodezza.
Rizzo: Sarà contento lei, che m'ha fatto scappare un delinquente che stava per cantare!
Tabassi: Magari con un'altra scarica di botte? Lo sa che non ammetto certi metodi.
Rizzo: Lei usi i suoi che io ho i miei. La prossima volta che metterò le manette a quel 'Signor Scarano', come lo chiama lei, non basteranno dieci De Ribbis a tirarlo fuori dalla galera, gliel'assicuro!
Tabassi: Lei non metterà le manette a nessuno, Rizzo! Mi consegni la tessera. Da questo momento è sospeso dal servizio.
- Rizzo: Voi 'o vedete a Ferdinando 'O Barone?
De Ribbis: Come no, è un mio cliente. Ma che c'entra?
Rizzo: Gli dovete fare un'ambasciata da parte mia...
De Ribbis: Certo, volentieri.
Rizzo: Ditegli che quando lo vedo, prima o poi...gli faccio 'nu mazzo tanto!
- [Rizzo si presenta improvvisamente dall'avvocato De Ribbis, e questi si appresta a prendere una pistola]
Rizzo: State calmo avvocato, sono venuto soltanto per un parere legale.
De Ribbis [ripone la pistola nel cassetto]: Be', lo potevate dire subito. Per me va bene, purché non sia incompatibile con le altre pratiche che ho qui in corso.
Rizzo: È solo una questione che riguarda...un amico mio.
De Ribbis: Ah...ha commesso un reato?
Rizzo: Sì e no: si è appropriato di un carico di droga destinato ad altri.
De Ribbis: Ah, un vostro amico? Beh, secondo me...gli conviene restituire la merce ai legittimi proprietari, e in questo modo magari può...pretendere una giusta retribuzione.
Rizzo: E voi li conoscete questi legittimi proprietari?
De Ribbis: Beh, uno studio come il mio è come un porto: prima o poi ci passano tutti quanti.
Rizzo: Beh, dite a questi vostri amici...che se vogliono vedere a me, sanno dove trovarmi!
- Manomozza: Ho saputo quello che avete fatto al porto. Ma che fesserie andate combinando, commissà? Adesso neppure io vi posso aiutare.
Rizzo: Tu parli di questa roba, eh? [gli mostra il carico di droga rubato ai Marsigliesi] E di che ti preoccupi, Tonì? Io non sono mica fesso? Finché io solo so dove sta il malloppo, campo tranquillo. E mi levo pure qualche soddisfazione.
Manomozza: Di che state parlando? Quale soddisfazione?
Rizzo: La prima, la più grossa, è quella di vedere morto quel fetente che ha ammazzato il Gobbo, ché quello è un uomo morto, Tonì.
Manomozza: E perché? Perché è un uomo morto?
Rizzo: È semplice: è la stessa persona che voleva la roba che ho preso io. E i Marsigliesi non perdonano chi s'è fatto fregare un milione di dollari.
Manomozza: E voi sapete chi è?
Rizzo: Sei stato tu, Tonì.
Manomozza: Comme? Ma come io? Ma chi v'ha ditto 'sta fessaria, commissà?
Rizzo: Il Gobbo.
Manomozza: Il Gobbo? Ma c'è, stanotte ve lo siete sognato? E vi ha dato pure i numeri al Lotto, ah! ah! ah!
- Rizzo: Bravo Caputo, arresta a 'sti fetenti! [allude a Manomozza e ai suoi scagnozzi]
Caputo: Mi dispiace commissà: so' venuto p'arrestà a vuje...
- Tabassi [leggendo l'art. 447 del Codice Penale]: «Chiunque senza autorizzazione produce, fabbrica, estrae, pone in vendita, distribuisce, acquista, cede e riceve a qualsiasi titolo, procura ad altri, trasporta, importa, esporta, passa in transito o illecitamente detiene sostanze stupefacenti, o psicotrope, o relative preparazioni...»... Rizzo, lei va incontro a una condanna dai sette ai quindici anni. Ma c'è di peggio: due omicidi da spiegare, Rizzo! Deve sapere che c'è qualcuno che afferma di aver visto uscire da Casa Scarano un uomo grande, grosso e con la barba: insomma, uno che corrisponde ai suoi connotati, Rizzo. Eppoi, io ho una mia teoria sull'uccisione del Gobbo. Dunque, quel Gobbo le ha dato un'informazione sull'arrivo della droga al porto, e le ha anche detto che quel malloppo andava diviso con lui. Non è così, Rizzo? E invece lei l'ha fatto fuori!
Rizzo: Beato lei che c'ha una teoria. Io, invece, non capisco niente. Sono successi troppi fatti strani. Io sto per far cantare Ferdinando 'O Barone, arriva lei e il signorino viene rimesso fuori con tutti gli onori. Le vengo a dire che stanno infestando le scuole di Napoli di droga e lei mi dice di farmi i fatti miei. Manomozza, messo completamente alle strette, e lei mi manda Caputo e i suoi uomini a farmi arrestare.
Tabassi: Che cos'è che non capisce?
Rizzo: Io...Io non capisco lei da che parte sta...
Tabassi: Che cosa vuole insinuare?
Rizzo: Oh, ma niente, io non voglio insinuare niente! È soltanto che io non capisco. E quando Piedone non capisce, sa che fa...? [sferra un pugno a Tabassi facendogli perdere i sensi]
- Rizzo: Come vede, sono di parola: qua dentro ci sta un milione di dollari di droga. Trecentocinquant'anni di stipendio da vicecommissario, indennità comprese.
Tabassi: Vengono strane voglie, non è vero?
Rizzo [ode rumori di macchina in arrivo]: Scommetto che è Manomozza: sarà venuto qua per prendersi la droga, se no i Marsigliesi lo fanno secco. Per lei non sarebbe una sorpresa, vero?
Tabassi: Lei è matto da legare.
Rizzo: Io non sono matto, sono curioso. E adesso saprò la verità: o lei è d'accordo con Manomozza e l'ha avvertito del nostro appuntamento, o Manomozza è qui perché ha seguito me e allora lei è in buonafede, e se non è fesso, non è venuto solo.
Manomozza: Alzate le mani e non vi muovete! Siete sotto tiro!
Rizzo: È proprio lui, eh...
Manomozza: Non vi muovete, alzate le mani! Se fate un movimento, siete fuori tutti e due! Lasciate il sacco dov'è e indietreggiate! [Rizzo e Tabassi eseguono]
Caputo [parlando con il megafono]: Gettate le armi e mani in alto! Siete circondati, gettate le armi! Arrendetevi, arrendetevi! Siete sotto il tiro delle nostre armi, arrendetevi! Non avete più scampo! Arrendetevi! Non ci costringete a sparare, gettate le armi! È l'ultimo avvertimento! [gli scagnozzi di Manomozza gettano le armi]
Tabassi [punta la sua pistola contro Manomozza, poi rivolto a Rizzo]: Ha visto che non sono fesso? Avevo previsto tutto: lei mi serviva come esca.
Rizzo: Butta quella pistola, Manomozza! Tanto in quel sacco non ci sta nemmeno un grammo di droga! [rivolto a Tabassi] Ha visto dottore? Non sono fesso nemmeno io!
Commissà, sono buoni, ma...un pochettino scotti... (Gennarino) [mentre mangia degli spaghetti insieme alla sua famiglia numerosa e a Rizzo]
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