Pinocchio (film 2012)
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Pinocchio
Titolo originale |
Pinocchio |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia, Belgio, Francia, Lussemburgo |
Anno | 2012 |
Genere | animazione |
Regia | Enzo D'Alò |
Soggetto | Carlo Collodi (romanzo) |
Sceneggiatura | Enzo D'Alò, Umberto Marino |
Produttore | Roebben Anton, Goesens Eric, Nicolas Steil |
Doppiatori italiani | |
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Pinocchio, film d'animazione del 2012, regia di Enzo D'Alò.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Una volta c'era un re | che a star solo si annoiava. (Geppetto)
- Un burattino che se ma va in giro a combinare disordine – deve essere rimesso – in ordine! (Carabinieri)
- Acciderbolina. (Pinocchio)
- Vieni qua, fratello! Legno del nostro legno! (Pulcinella e Arlecchino)
- Adesso anche i burattini si mettono a fare i loro comodi? (Mangiafoco)
- Io mi guarderò e basta. Oggi si può dire che sono nauseabondo del cibo. Per accompagnarvi in compagnia soltanto una lepre, tre pollastrelle impanate con contorno di due galletti, pernici, starne, conigli, ranocchi, uva, noci, datteri e dei dolci assortiti. Ah... e anche sei caffè. (Gatto)
- Pinocchio, non credere a chi ti promette la ricchezza in cambio di nulla: è una promessa fasulla. (Ombra del Grillo Parlante)
- Lo prometto: voglio diventare un burattino a modo, voglio essere la consolazione del mio babbo babbino, così poi diventerò un ragazzino per bene. Potrò crescere e sposare Turchina e stare sempre vicino a lei. Ma anche vicino al mio babbo babbino. (Pinocchio)
- Questo povero diavolo è stato derubato delle sue monete d'oro: prendetelo e mettetelo subito in prigione! Giustizia è fatta! Avanti un altro. (Giudice Gorilla)
- Bene bene: un pesce burattino non l'ho mai assaggiato! (Pescatore Verde)
- Non posso più tornare a casa! Non posso più entrare a scuola! La polizia mi ricerca! La mia fidanzata non è più viva! E mio padre sarà ormai morto anche lui di crepacuore! (Pinocchio)
- Mica siamo dei ciuchini noi. (Lucignolo) [a cui sono trasformate le orecchie]
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- [Dopo che Pinocchio si è bruciato i piedi Geppetto glieli spegne]
Geppetto: Oh, questo sì che è un bel guaio.
Pinocchio: Ti prego, ti prego! Rifammeli, ti prego!
Geppetto: E dimmi un po'? Perché mai te li dovrei rifare? Per farti scappare in giro a far danni e a bruciare la casa?
Pinocchio: Ma perché tu sei il mio babbo babbino.
Geppetto: Oh, no, no, no! Pinocchio, se fai così non voglio più essere il tuo babbino.
Pinocchio: E invece lo sei, perché mi hai fatto tu. Tu sei il mio carissimo babbo babbino, e io sono il tuo figlioletto, Pinocchio Pinocchietto. Ti prego babbino mio, ti prometto che sarò buono. D'ora in poi andrò a scuola, ti aiuterò, sarò la tua consolazione.
Geppetto: Mi sta proprio di dovere: avrei dovuto costruire un appendiabiti.
- [Gatto e Volpe riaccompagnano Pinocchio a casa]
Volpe: Che ne farai di queste belle monete?
Pinocchio: Per prima cosa, comprerò una bellissima giacca nuova al mio babbo: una giacca tutta d'oro e d'argento. E... coi bottoni di brillanti, e poi...
Volpe: Oh... ma che peccato, però.
Pinocchio: Perché "che peccato"?
Volpe: No, niente, pensavo... pensavo a questi cinque miserabili zecchini che resteranno soltanto...
Gatto: Cinque poveracci, disgraziati zecchinetti da quattro soldi.
Volpe: E dire che potrebbero diventare... centinaia.
Gatto: Centinaia? Ma che dico? Decine! Unità, addirittura!
Volpe: Vorrai dire migliaia. Milioni!
Gatto: Ma certo, assolutamente!
Volpe: Ma...
Gatto: Pecca-pecca-pecca-peccatuccio!
Pinocchio: E allora, come si fa a farli diventare di più?
Gatto [alla socia]: Il porpoglione sta abboccando.
Volpe: Ah, ma sarebbe semplicissimo: devi sapere che nel Paese dei Barbagianni, c'è un campo benedetto che tutti chiamano Campo dei Miracoli.
Pinocchio: Che succede in questo campo?
Gatto: Beh, se uno scavicchia una minuscoletta buca, poi seppellisce bene le monetigne e poi molta, molta acqua nutre rosa...
Volpe: Ecco che il mattino dopo, spunta un bellissimo albero, carico di zecchini d'oro!
Pinocchio: E... ci potrei andare anch'io a questo Campo dei Miracoli?
Gatto e Volpe: Tuuu? Ma certo!!! [Pinocchio va verso casa sua, contento]
Volpe: Ma dove vai!?!
Pinocchio: A salutare il mio babbo e dirgli che andiamo al Campo dei Miracoli!
Gatto e Volpe: Noooo!
Pinocchio: Perché no?
Gatto: Be', perché...
Volpe: Perché altrimenti si guasterebbe la sorpresa.
Gatto: Proprio così! Se lo saprebbe già questa sera, quando poi domani arrivassi caricato di zecchini d'oro, gli sembrasse una cosa scontata.
Pinocchio: Dite?
Gatto e Volpe: Assolutamente sììì!!
- [Dopo che i medici hanno finito la diagnosi, danno a Turchina delle medicine da dare a Pinocchio]
Turchina [preparando la medicina, Pinocchio ne sente il terribile odore e si rifiuta di berla]: Andiamo, bevi la medicina, povero burattino malato.
Pinocchio: O bella bambina dai capelli turchini, io farei qualunque cosa tu mi ordinassi, ma la medicina no è troppo amara.
Turchina: Se la bevi ti darò una pallina di zucchero.
Pinocchio: Dammi lo zucchero e ti prometto che berrò la medicina. [Pinocchio ottiene lo zucchero e lo mangia] Ahh... ecco questo ci voleva. Lo sai che mi sento già bene, anzi benissimo! [il naso si allunga. Entrano quattro neri con una bara in spalla] Bambina dai Capelli Turchini, cosa vogliono questi da me?
Conigli: Siamo venuti a prelevarti.
Pinocchio: Ma io... non sono per niente morto. Anzi, mi sento benissimo! [il naso si allunga tanto da incastrarsi per il buco. I conigli aprono la bara, Pinocchio prova a bere la medicina ma il buco del letto attraverso il quale è passato il naso non permette al burattino di berla. Turchina chiama dei picchi che accorciano il naso e Pinocchio beve tutto d'un fiato – e disgustato – la medicina. I conigli tornano da dove son venuti]
Turchina: Ora ti senti veramente meglio?
Pinocchio: Sì. Ma non è la medicina a fa sta bene.
Turchina: Ah no? E che cosa allora?
Pinocchio: Tu. Oh, bambina dai capelli turchini, io ti voglio sposare, ma come faccio? Sono solo un burattino di legno.
Turchina: Solo un burattino di legno, discolo e bugiardo.
Pinocchio: Sì, mentre tu... sei così bella.
Turchina: Ma forse, comportandoti da burattino a modo, potresti divenire anche un bambino vero.
Pinocchio: Davvero!?! E come?!? Dimmi come! Che io faccio di tutto pur di restare vicino a te!
Turchina: Be', la prima cosa da fare, di sicuro, è passare dal tuo babbo per tranquillizzarlo.
Pinocchio: Ahh...
- [Pinocchio mentre torna a casa passa da Mangiafoco, che sta smantellando il suo tendone, per farsi rendere da Gatto e Volpe l'abbecedario]
Pinocchio: Ehi fermatevi! [il Gatto e la Volpe, stupiti di vedere il burattino vivo (l'avevano impiccato travestiti da briganti), si affrettano a caricare il carro] Aspettate! Fermi!
Volpe: Fermo: il legno parlante non ha capito niente. Ah... sei tu.
Pinocchio: Amici! Ieri notte che fine avete fatto?
Volpe: Ehm... che fine abbiamo fatto? Ci siamo imbattuti in alcuni crudeli banditi, e abbiamo lottato per difendere un amico. Ma questo "amico", ci ha lasciato soli in mezzo alla campagna come due fessi!
Pinocchio: Oh, davvero? Mi dispiace. Ma non sapete cos'è successo a me... [nota la zampa fasciata di Gatto] Che hai fatto alla zampa? [vestito de brigante, Gatto si era fatto mordere la mano da Pinocchio che teneva nascoste in bocca le monete]
Gatto [facendo finta di niente]: La mia cianca? Perché? Che c'ha la mia cianca?
Volpe: Ha lottato come un eroe contro i feroci assassini.
Pinocchio: Oh, amici... vi ringrazio... io... [il carro parte e Gatto e Volpe salgono sopra]
Volpe: Volevi qualcosa? Perché siamo in partenza.
Pinocchio: Ah; sì: il mio abbecedario! Ehi!
Gatto: Cosa? Be', allora dacci i soldi. [Volpe lo zittisce e rende il libro al burattino]
Volpe: No, no, non vogliamo niente: quei soldi ti serviranno sicuramente per fare un regalo al tuo babbo. Certo, sarà un regaluccio proprio modesto modesto!
Gatto: Invece se si metterebbero a fruttamento quelle quattro monete...
Volpe: Potresti fargli mille regali meravigliosi! Che peccato.
Pinocchio: Amici?
Gatto e Volpe: Sìììììì?
Pinocchio: Vi posso chiedere un favore?!?
Gatto e Volpe [balzando giù dal carro]: Assolutamente sììì!!!
- [ritrovato il padre nel PesceCane, Pinocchio lo abbraccia]
Pinocchio: Babbino, raccontami un storia.
Geppetto [cantando]: Una volta c'era una re | che ha star solo si annoiava | un figliolo costrui | e cominciò a cantare | di giganti e di formiche | con la voglia di viaggiare | una volta c'era un bimbo | che sognava di volare | una volta c'era un padre | senza fiabe e senz'amore | mise al mondo un bel Pinocchio | e ad inseguirlo incominciò | Canta luna e suona sole | tutti i pesci a ballare | una volta c'era un mare | e il suo sogno era volare! | Una volta c'era un re | una volta e due e tre. Dunque, dov'ero rimasto? Ah, sì. Un brutto giorno, il babbo dovette partire per cercare il suo figliolo. Il mare era grosso, e così ben presto, la barchetta affondò, allora, un orribile e gigantesco Pescecane che passava di lì, lo inghiottì in un sol boccone, come un tortellino di Bologna.
Pinocchio: E come fece a salvarsi?
Geppetto: Devi sapere, che per sua fortuna, quella burrasca fece affondare un brigantino mercantile, e il Pescecane, inghiotti anche quello.
Pinocchio: Tutto in un boccone?
Geppetto: Tutto in un boccone. E dal barchino il babbo riuscì a recuperare un po' di carne, biscotti e candele di cera. Ma ormai è tutto finito.
Pinocchio: E allora babbo, bisogna pensar subito a fuggire.
Geppetto: E come?
Pinocchio: Scappando dalla bocca del Pescecane e tuffandoci in mare.
Geppetto: Tu parli bene, caro Pinocchio. Ma io non so nuotare.
Pinocchio: E che importa? Io sono un bravo nuotatore e ti porterò sano e salvo, fino alla spiaggia.
Geppetto: Tu t'illudi: ti pare possibile che un burattino, alto meno di un metro, possa avere possa aver tanta forza da portarmi a nuoto sulle spalle?
Pinocchio: Vedrai. Ad ogni modo, se sarà scritto insieme che dobbiamo morire, avremo almeno la gran consolazione di morire insieme, abbracciati fino all'ultimo momento.