Robert Picardo
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Robert Picardo (1953 – vivente), attore statunitense.
Citazioni di Robert Picardo
[modifica]Da Welcome to Werewolfland
Intervista di Jeffrey Schwarz, Kinowelt Home Entertainment, 2003, in Making-of, L'ululato, regia di Joe Dante, 1981, DVD 2 Dischi, Pulp video, 2015.
- In teoria ero stato avvertito, perché la scena della trasformazione era, almeno in parte, nella sceneggiatura. Avevo sentito dire che si trattava di un nuovo tipo di trucco, che creava l'effetto camera d'aria. Ti appiccicavano alla pelle dei sacchettini e poi piazzavano una copia della tua pelle, una maschera di lattice modellata sulla tua faccia, su questi sacchettini. Non sapevo che questi sacchettini erano dei preservativi. Erano nuovi, ma erano preservativi e te li appiccicavano qui qui, qui e qui, e poi mi appiccicarono al collo una borsa dell'acqua calda gigante. C'erano otto assistenti che soffiavano in dei tubi e mi facevano rigonfiare le guance. Quando soffiavano nel tubo collegato al mio collo, mi si chiudeva la gola e non respiravo. Non ti avvertono perché non lo sanno che accade una cosa del genere. È una tecnica nuova e non ne conoscono i difetti fino a che non la usano su di te e allora glielo dici tu quali sono i difetti.
- Mi ricordo che un giorno ero molto giù. [...] Era il giorno dedicato al trucco e mi avevano messo una maschera all'acido che mi bruciò mezza faccia. Ero nel corridoio, dopo aver passato sei ore e mezza in sala trucco, pronto a filmare e con un'aria sconsolata. Pensai: "Accidenti. Ho alle spalle un tirocinio a Yale, due parti da protagonista a Broadway, un primo film in California, e mi fondono la faccia in un film a basso budget". Me ne stavo lì con quell'espressione sul volto e Dennis Dugan mi disse: "Bob, la prossima volta leggi la sceneggiatura per intero".
- Ricordo il giorno in cui il produttore di Star Trek, Brannon Braga, scoprì che io avevo fatto Eddie Quist. Non ne aveva idea. Lavoravo con lui da due anni per Star Trek: Voyager e non lo sapeva. Qualcuno gli disse che avevo fatto Eddie in L'ululato e penso che alla fine disse: "Wow, questo ragazzo vale più di quanto pensassi, fatemi scrivere un episodio". Poco dopo, girammo un episodio di Voyager ispirato a Jekyll e Hyde.
Intervista di Maurizio "Zeno2k" Corò, Nerdando.com, 22 aprile 2016.
- La mia più grande preoccupazione, quando ho iniziato a recitare in Voyager, è stata quella che il mio personaggio venisse paragonato con quello di Brent Spiner di The Next Generation, che era molto popolare. La differenza, da quanto ho potuto capire all'epoca, era che il suo non aveva alcuna emozione, mentre il mio aveva delle sub-routine emozionali che non gli consentivano di interagire correttamente. A parte questo erano due personaggi molto diversi: Data era un tipo forte, energico e concreto, mentre il mio personaggio era quasi immaginario, e la mia maggior preoccupazione era che non venissero accumunati.
- Sono molto fiero delle mie origini italiane e mia madre ama moltissimo l'opera, in particolare Madama Butterfly, la sua preferita. Ho considerato molto divertente, per il Dottore, associare la sua scarsa emotività ad una cosa come l'opera che invece ne è ricca. Per questo ho suggerito ai produttori di far cantare il Dottore e sono molto contento che mi sia stata data questa opportunità. Penso che abbia contribuito molto allo sviluppo del personaggio.
- Credo sia un momento terribile per essere americani. È orribile vedere quanta rabbia c'è nelle persone, nei confronti del diverso, degli immigrati, delle altre religioni... e se ascolti parlare Trump, hai l'impressione di sentire direttamente Hitler nei suoi primi discorsi.
Intervista di Francesca Giulia La Rosa, On.techprincess.it, 13 marzo 2017.
- Da giovane ero interessato alle scienze naturali, mi sono laureato a Yale in biologia. Volevo diventare un dottore, ma poi ho iniziato a recitare per divertimento, così ho poi deciso di diventare un attore. È solo una coincidenza il fatto che abbia interpretato un medico nella serie China Beach per undici anni e poi altri sette anni in Voyager. Però è vero, ho sempre amato la medicina.
- Non mi sono mai veramente interessato all’esplorazione spaziale finché non ho incontrato le persone incredibili che a loro volta erano state ispirate da Star Trek: sono stato su un palco con cinque uomini che hanno camminato sulla Luna, ho incontrato molti ingegneri, ricercatori e addetti alla strumentazione in diverse strutture della NASA come il Jet Propulsion Laboratory o il Goddard Space Center. Grazie alla mia esperienza in Star Trek ho avuto l'opportunità di incontrare molte persone che hanno dedicato la propria vita all'esplorazione dello spazio, cosa che ha assolutamente dato un’ulteriore spinta al mio interesse.
- Sono [...] stato molto fortunato ad avere il personaggio più interessante dello show, e questo non lo dico io, quanto i miei stessi colleghi del cast. Il mio arco narrativo è stato il più stimolante perché ho cominciato con molto poco, che ho intenzionalmente reso in modo molto meccanico e artificiale all'inizio. Ma non volevo essere come Data, perché Brent era stato così bravo a renderlo quasi come se fosse un bambino, e così ho reso il "mio" dottore un vecchio burbero e scontroso, regalandogli anche una certa dose di paranoia. È fin da subito infatti convinto che non gli sia reso il rispetto che merita.
- È stato un mio suggerimento il fatto che il Dottore fosse un fan dell'opera lirica, perché pensavo sarebbe stato divertente che un personaggio con così poche emozioni fosse interessato alla forma più emotiva dell'espressione umana.
- Avrei voluto che scrivessero una storia intorno a un paradosso temporale ambientato a San Francisco in cui avessero attivato il medico olografico al tempo del terremoto del 1906. Non so se lo sapete, ma il grande Caruso proprio in quel periodo era in città per tenere dei concerti, così ho suggerito una storia in cui il Dottore avrebbe incontrato Caruso, facendolo cantare e cercando di superarlo in bravura; in seguito poi si sarebbe anche innamorato di una suffragette. Era una bellissima storia, ma non ha mai visto la luce.
Intervista di Alessandro Gamma, Ilcineocchio.it, 16 marzo 2017.
- Joe Dante mi vide durante uno show a cui stavo prendendo parte molto tempo fa a Broadway al fianco del famoso Jack Lemmon, in cui io interpretavo il suo giovane figlio pieno di ira, e mi fece fare due audizioni per L'ululato. Alla fine mi scelse, non so perchè... forse riteneva che avessi questa rabbia esplosiva adatta per interpretare bene un lupo mannaro, e mentre stavamo girando il film, io mi divertivo a fare delle battute tra una scena e l’altra, che lo facevano ridere.
- [Su Matinee] È un film che la gente dovrebbe riscoprire, visto che è decisamente attuale di questi tempi poi, in cui si parla molto di aumentare gli arsenali nucleari di nuovo.
- Homecoming[1] era qualcosa di rischioso da proporre nel 2005. Era in corso la guerra in Iraq, un momento storico piuttosto sventurato per gli Stati Uniti, in cui se non eri a favore di quella guerra eri additato come un non patriota, cosa che ovviamente non era vera. Nel momento in cui Joe concepì il progetto il presidente George W. Bush aveva una popolarità pari all'80%, ma quando andò in onda l'episodio era scesa al 33%... Si trattò comunque di un progetto rischioso per gli attori, perchè c'erano alcuni siti web che chiedevano agli studi di non assumere personaggi che parlavano a sfavore della guerra. Il mio personaggio si basava su Karl Rove, uno dei consiglieri del presidente, e da quanto si racconta, quando lui incontra il suo destino, il pubblico presente al Festival di Torino, dove venne proiettato, applaudirono. Sono stato contento di avervi preso parte.
- Sono stato invitato in Italia la prima volta dal fan club italiano di Star Trek e da allora sono tornato molte volte, da Bologna a Bellaria, per molti eventi. È sempre un piacere venire in Italia perchè ho molti parenti qui, specie a Roma e nella zona di Salerno, e tutti e quattro i miei nonni erano di origine italiana e si sono poi trasferiti negli Stati Uniti agli inizi del secolo scorso. Un pezzo del mio cuore è in Italia e Gina, la mia figlia più piccola, parla benissimo l'italiano!
- [Sulla trilogia di Star Trek di J.J. Abrams] Mi sono piaciuti soprattutto il primo e il terzo, Beyond. Non sono un grande fan di Into Darkness. Mi piace soprattutto il cast, penso siano tutti attori straordinari. Sono opere orientate soprattutto all'azione, quindi non molto cerebrali, ma ritengo che J.J. Abrams abbia fatto un gran lavoro nel rielaborare questo universo, anche se qualcuno si è lamentato per i cambiamenti e la timeline, ma non si può rendere tutti felici. Quando si realizzano film del genere non si può pensare solo ai fan duri e puri ma ad un pubblico più ampio.
- Amo il Dottore, un personaggio meraviglioso, e guardo a lui come a un vecchio amico, qualcuno che mi manca e sono contento che le persone continuino a riguardare Voyager e che i nuovi film portino nuovi fan a Star Trek, che guardano ogni cosa ogni giorno. Ci sono ragazzini di 8, 9 o 10 anni che guardano Voyager!
Note
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