Rovereto

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Panorama di Rovereto
Rovereto. Il Castello visto dal torrente Leno.

Citazioni su Rovereto e i roveretani.

  • Adalberto Libera appariva come un gentiluomo dell'Ottocento. Agghindato con sobria, inappuntabile eleganza, usciva dal suo palazzo di Villa Lagarina, deliziosa residenza a pochi chilometri da Rovereto, scendeva la collina, attraverso il ponte sull'Adige (El pont de Vila), imboccava dopo un po' il corso San Rocco (oggi corso Bettini), e percorrendolo fino al termine, veniva a trovarsi in piazza Rosmini, dove c'era un caffè famoso. Lì dentro, io lo aspettavo (1922). Entrava con il suo contegno signorile, un sorriso appena, una leggera stretta di mano, e mi si sedeva accanto. Come lo invidiavo. Al suo confronto mi sembrava di essere un villano. Parlava quasi sottovoce e le cose che diceva avevano già un contenuto profetico (anni venti) per quanto riguardava l'architettura. (Carlo Belli)
  • Attiva con alterne vicende per oltre vent'anni la Casa d'Arte Futurista Depero inizia la sua attività nell'autunno del 1919 a Rovereto, in un piccolo locale di via Vicenza. La notizia relativa all'apertura era stata data alla stampa dallo stesso Depero. Il 5 giugno infatti, nel n. 12 di «Cronache d'Attualità» si legge: "Il pittore Depero sta per fondare un grande stabilimento per mobili e oggetti d'arte decorativa nel Trentino". Il progetto della Casa d'Arte ha però origini più lontane e può essere agevolmente fatto risalire ancora all'estate del 1917. Fu proprio in quell'anno che Depero, nel clima incantato di Capri, vicino all'amico Gilbert Clavel, iniziò a sperimentare i primi quadri di stoffa "cuciti". (Gabriella Belli)
  • L'attenzione di Depero per una rivisitazione globale del fare artistico-artigianale, che interessava soprattutto il settore dei manufatti realizzati nella Casa d'arte roveretana si colora proprio in quegli anni di un portato ideologico che, di fatto, trasferisce il contenuto del quadro e, più in generale delle sue opere, dal contesto del mito a quello del folclore. [...] Dunque, non è un caso che Depero fosse nato austriaco e che la sua formazione scolastica fosse orientata in senso tecnico-artigianale dall'insegnamento presso la Scuola Elisabettiana di Rovereto, scuola sorta nel panorama di un progetto didattico delle scienze e delle arti applicate, diffuso in tutto l'Impero. (Rossana Bossaglia)
  • Nel dire ch'io farò di Antonio Rosmini, mi conterrò nelle cose ch'io posso attestare com'uomo che l'ha conosciuto dalla sua giovanezza; e mi sarà conforto al dolore rammentare come la vita di lui fosse tutta una tranquilla, e fin da' primi anni preordinata, armonia. Nato in Rovereto, l'amenità del paese cominciò bentosto a svolgere in lui il senso della pura bellezza alla quale aveva informato lo spirito e n'erano indizio i lineamenti del viso composti a modestia dignitosa, avvivati di subito rossore ch'esprimeva la schiettezza dell'anima e l'agilità del pensiero, n'era indizio la persona agile e forte, ritraente della materna delicatezza e un po' del rigido vigore paterno. Le quali due doti si contemperarono anche nell'animo suo, e lo fecero umile nel decoro, nell'austerità mansueto. L'amore delle naturali bellezze più minute conciliavasi in lui, come suole nelle anime elette, all'amore del grande, e così un tremolare di fronde quasi vive allo spirito del vento, come l'ampio prospetto de' poggi e de' monti, lo commoveva. (Niccolò Tommaseo)
  • Sappiamo del resto dallo stesso Depero che nell'autunno del 1919, rientrato definitivamente a Rovereto, aveva ottenuto da Umberto Notari l'incarico di eseguire due grandi arazzi in panno colorato per decorare le pareti della sala da fumo della sua villa a Monza. Venivano così realizzati Cavalcata fantastica e Il corteo della Gran Bambola, due arazzi di grandissime dimensioni cuciti in pochi mesi, straordinario atto di nascita della Casa d'Arte Futurista Depero. Nell'agosto del 1920, grazie anche alle prospettive aperte da queste prime importanti commissioni, la Casa d'Arte viene trasferita nei grandi saloni di casa Keppel in via 2 Novembre a Rovereto e in questo nuovo spazio si assiste allo sviluppo e all'incremento massimo del suo programma di produzione. In questi ampi locali Depero si prepara per l'esposizione del 1921, ma anche per quelle ben più importanti del 1923 a Monza e del 1925 a Parigi. Da qui escono anche i progetti esecutivi del primo allestimento d'interni a lui affidato, quello del Cabaret del Diavolo a Roma (1921-1922). (Gabriella Belli)

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