Paolo Tibaldi: differenze tra le versioni

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==''Da Roma a Cajenna''==
==''Da Roma a Cajenna''==
===[[Incipit]]===
===[[Incipit]]===
Mi è patria l'Italia. Nacqui a Piacenza il 27 gennaio 1827.
Mi è patria l'Italia. Nacqui a Piacenza il 27 gennaio 1827.<br>A cinque anni fui orfano di padre. La mia buona madre rimase vedova con dieci teneri figli, di cui io era il più giovane.<br>Le poche risorse, retaggio del padre, erano appena sufficienti ai bisogni di sì numerosa famiglia. La madre affettuosa nulla trascurò per allevare i figliuoli, loro inculcando con l'esempio il sentimento del bene e del bello.<br>Fiduciosa in sagace previdenza, ella mi spronava alla carriera delle arti belle, carriera alla quale mi diedi con grande amore e studio indefesso.


===Citazioni===
===Citazioni===

Versione delle 00:14, 10 gen 2020

Paolo Tibaldi (1825 – 1901),[1] patriota italiano.

Da Roma a Cajenna

Incipit

Mi è patria l'Italia. Nacqui a Piacenza il 27 gennaio 1827.

Citazioni

  • Allorché vedo questi sedicenti missionarj d'ambo i sessi, che abbandonano il suolo natìo per imporre ai popoli di lontani paesi i loro dei e le loro credenze con tutto il corollario di stupide superstizioni, e svelgono dall'anima di quegl'ingenui, (con mezzi spesso riprovevoli) credenze talvolta più assurde, io domando a me stesso se essi non vadano per calcolo o per fanatismo a commettere un crimine; e se talvolta avviene che sieno massacrati compiendo l'opera loro, mi domando se ciò non è forse giustizia per parte di coloro ai quali non si cerca di involare la borsa, ma un più prezioso tesoro: la libertà di coscienza e di pensiero!... (p. 30)
  • Oh quanto energia infonde la speranza! (p. 43)
  • È un grande conforto per chi ama i suoi simili, sapersi riamato. (p. 96)
  • Altri, ben altri sentimenti che quelli d'odio e di vendetta, devono animare un repubblicano, egli deve saper perdonare agli oppressori della vigilia diventati i vinti del domani, egli deve dare l'esempio del bene colla giustizia e colla moderazione. (p. 96)

Explicit

L'ingratitudine può offendere, ma non tener lontani gli uomini disinteressati, che giurarono combattere fino alla morte pei tre principi che dovevano emancipare il mondo: Libertà, Fratellanza, Eguaglianza! Principi che dovevano servire di base alla repubblica universale, democratica e sociale.

Note

  1. Tibaldi, Paolo, Treccani.it.

Bibliografia