Carlo Porta: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]] di ''Poesie''==
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Figlio mio,<br />A te Giuseppe figliuol mio carissimo ed amatissimo dedico, consagro e dono questo libercolo per te appostamente scritto di mio proprio pugno, e sul quale mi è piaciuto di consegnare tutta quella parte de' miei vernacoli componimenti, che mi è avvenuto di poter raccostare sia coll'aiuto della memoria (che sempre viva mantenni di talun d'essi) sia coll'aiuto degli amici, che a me di buon grado ritornarono quanto delle cose mie era stato da loro in vari tempi raccolto. Io non pretendo in essi esibirti un modello di poesia da dovere, o poter imitare; pretendo bensì di esserti esempio in ciò, che fui nemico in ogni tempo dell'ozio e che ebbi dall'amor delle [[letteratura|lettere]], almeno in questo modo additata, se non in altro migliore, una strada sicura per sottrarmi alle di lui insidie e fuggirlo.
Figlio mio,<br />A te Giuseppe figliuol mio carissimo ed amatissimo dedico, consagro e dono questo libercolo per te appostamente scritto di mio proprio pugno, e sul quale mi è piaciuto di consegnare tutta quella parte de' miei vernacoli componimenti, che mi è avvenuto di poter raccostare sia coll'aiuto della memoria (che sempre viva mantenni di talun d'essi) sia coll'aiuto degli amici, che a me di buon grado ritornarono quanto delle cose mie era stato da loro in vari tempi raccolto. Io non pretendo in essi esibirti un modello di poesia da dovere, o poter imitare; pretendo bensì di esserti esempio in ciò, che fui nemico in ogni tempo dell'ozio e che ebbi dall'amor delle [[letteratura|lettere]], almeno in questo modo additata, se non in altro migliore, una strada sicura per sottrarmi alle di lui insidie e fuggirlo.



Versione delle 17:15, 17 mar 2015

Carlo Porta

Carlo Porta (1775 – 1821), poeta italiano.

Citazioni di Carlo Porta

  • [...] de podè nanca vess indifferent | sulla scerna del boja che ne scanna.[1] (da Paracar che scappée de Lombardia)
  • El serà vera fors quell ch'el dis lu | che Milan l'è on paes che mett ingossa, | che l'aria l'è malsana, umeda, grossa, | e che nun Milanes semm turlurù.... (da Le poesie, citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993)
  • N'han miss tucc in stat de perfezion, | Col degiun, col silenzi, col trann biott | E col beato asperges del baston. (da Catolegh, apostolegh e roman, in "Poesie di C. P. rivedute sugli originali e annotate da un milanese", Milano, 1887, p. 613)
  • Per mí l'acqua, se l'è bona, | l'è domà per lavà i piatt. (da Brindes de Meneghin all'ostaria, in Poesie)
Per me l'acqua, se è buona, lo è soltanto per lavare i piatti.
  • Sissignor, sur Marches, lu l'è marches, | Marchesazz, marcheson, marchesonon, | E mì sont Carlo Porta milanes, | E bott lì, senza nanch on strasc d'on Don. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 468)
  • Saran fior, ma i mee camis | hin tutt lis - per el brusacc | che gh'è dent in quella fotta | che pergotta - del pissacc. (da Sissignor! Saran fors anch, in Poesie)
Saranno fiori, ma le mie camicie | sono tutte sciupate - per il bruciore | che c'è in quella robaccia | che sgocciola dall'organo dell'orina. [riferito alla gonorrea]

Incipit di Poesie

Edizione del 1921

Figlio mio,
A te Giuseppe figliuol mio carissimo ed amatissimo dedico, consagro e dono questo libercolo per te appostamente scritto di mio proprio pugno, e sul quale mi è piaciuto di consegnare tutta quella parte de' miei vernacoli componimenti, che mi è avvenuto di poter raccostare sia coll'aiuto della memoria (che sempre viva mantenni di talun d'essi) sia coll'aiuto degli amici, che a me di buon grado ritornarono quanto delle cose mie era stato da loro in vari tempi raccolto. Io non pretendo in essi esibirti un modello di poesia da dovere, o poter imitare; pretendo bensì di esserti esempio in ciò, che fui nemico in ogni tempo dell'ozio e che ebbi dall'amor delle lettere, almeno in questo modo additata, se non in altro migliore, una strada sicura per sottrarmi alle di lui insidie e fuggirlo.

Citazioni su Carlo Porta

  • E sarà magari una suggestione che viene in parte dal dialetto (irto di consonanti e con due, tre o addirittura quattro vocali di seguito, e ciascuna con un suono distinto): ma i poeti di San Fratello o di Nicosia più fanno pensare al Porta che al Meli. (Leonardo Sciascia)

Note

  1. Sulla restaurazione Austriaca del 1815, ricordando l'occupazione francese.

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