Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni
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Versione delle 18:15, 31 lug 2005
(1788 - 1860), filosofo tedesco
- Alla fine tutti quanti siamo e restiamo soli.
- Ciò che rende socievoli gli uomini è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi.
- La socievolezza è l'atto per cui gli uomini si scaldano a vicenda lo spirito, esattamente come, quando fa molto freddo, si scaldano a vicenda il corpo stringendosi l'uno all'altro. Quanto più calore spirituale si possiede, tanto meno si ha bisogno di socievolezza: perciò essa tende ad aumentare quando lo spirito diminuisce.
- Il grande dolore che ci provoca la morte di un buon conoscente ed amico deriva dalla consapevolezza che in ogni individuo v’è qualcosa che è solo suo, e che va perduto per sempre.
- La vita ed i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.
- Nelle persone di capacità limitate la modestia è semplice onestà, ma in chi possiede un grande talento è ipocrisia.
- Solo la luce che uno accende a se stesso, risplende in seguito anche per gli altri.
- Chi è amico di tutti non è amico di nessuno.
- Il filosofo non deve mai dimenticare che la sua è un'arte e non una scienza.
- Che cosa rende filosofi? Il coraggio di non serbare alcuna domanda nel cuore.
- Dei mali della vita ci si consola con la morte, e della morte con i mali della vita. Una gradevole situazione.
- In questo gli uomini sono proprio come i bambini: diventano maleducati se li si vizia; dunque non si deve essere con nessuno troppo accomodanti e affettuosi.
- La vita corre e la vostra comprensione è tarda: perciò io non assaporo la mia gloria e perdo il mio premio.
- Quando pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa ha almeno questo di buono, che è la fine della vita.
- La religione cattolica è un'istruzione a elemosinare il cielo, visto che sarebbe troppo incomodo guadagnarselo. I preti sono gli intermediari di questa elemosina.
- Non v'è nulla di più inconciliabile e crudele dell'invidia: eppure ci sforziamo senza posa soprattutto di suscitarla!
- I giorni felici li viviamo senza accorgercene, e solo quando arrivano quelli brutti tentiamo invano di richiamarli indietro.
- Scuri in viso, lasciamo passare senza goderne infinite ore piacevoli e serene; ma quando poi arrivano quelle brutte, riguardiamo con vana nostalgia alle prime.
- La morte di Socrate e la crocifissione di Cristo fanno parte dei grandi tratti caratteristici dell'umanità.
- Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.
- L'egoismo teoretico possiede la coerenza della pura follia; esso non abbisogna di confutazione (che è impossibile), ma di cure.
- Il più insignificante presente ha rispetto al più insignificante passato il vantaggio della realtà.
- Imperocché tu ben sai che le religioni sono come le lucciole: per risplendere esse hanno bisogno dell’oscurità. Un certo grado di ignoranza generale è la condizione di tutte le religioni, è il solo elemento nel quale esse possono vivere
- Imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perché è il giudizio della propria nullità espresso da se stessi.
- La pietà per ogni essere vivente è la prima valida garanzia per il buon comportamento dell'uomo.
- Le cause non determinano il carattere della persona, ma soltanto il manifestarsi di questo carattere, cioè le azioni.
- La parola di un uomo è il più duraturo dei materiali.
- La lontananza rimpicciolisce gli oggetti all'occhio, li ingrandisce al pensiero.
- Per ogni libro degno di essere letto c'è una miriade di cartastraccia.
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