Sully Prudhomme

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Sully Prudhomme
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la letteratura (1901)

Sully Prudhomme, pseudonimo di René François Armand Prudhomme (1839 – 1907), poeta francese, premio Nobel per la letteratura.

Citazioni di Sully Prudhomme[modifica]

  • Chi sa morire, non ha più padrone.[1]
  • E voi magari la credete morta? | No. Il giorno che per lei io il lutto presi, | non distinsi funerei drappi appesi | né vidi bara innanzi alla sua porta.[2]
  • L'amicizia fa amare la vita, l'amore dà gusto alla morte.[3]
  • Penso ai miei colleghi giovani che non hanno i mezzi per fare stampare le loro prime poesie. Ho intenzione di riservare una somma [quella ricevuta per il Premio Nobel] che permetta di fare stampare i loro primi quaderni di poesie. Ho già ricevuto una grande quantità di richieste il cui soddisfacimento assorbirebbe l'intero premio.[4]
  • Provo gioia e fierezza grandissima e mi allieto al pensiero che l'onore di una distinzione così alta e disputata da scrittori che collocavo al di sopra di me si rifletterà sulla mia patria alla quale devo tutto ciò che questa onorificenza premia nelle mie opere.[5]
  • Son io, che la brezza raggiro | coi battiti miei graziosi... | O donne! Talvolta, la attiro | ai vostri begli occhi radiosi; || talaltra, la acciuffo: e m'inchino, | facendola mia prigioniera, | perché vi accarezzi il visino | con una carezza leggiera. || Vi porto, alle orecchie commosse, | – dei vostri capelli al tremore – | il sospiro che le fa rosse | con dolci parole d'amore. || Son io, che per voi la sommetto: | e vi aiuto a dissimulare | o il vostro sorriso furbetto, | o le lagrime pronte a sgorgare.[6]
  • Vediamo a volte, nelle buie scuole, | dei ragazzini che son sempre in pianto. | Si scatenano, gli altri in capriole, | ma loro si rannicchiano in un canto. | Dicono i forti che sono fanciulle, | ed i furbi li chiamano innocenti. | Sono dolci, regalano i trastulli; non faranno di certo i commercianti...[7]

Diario intimo[modifica]

Incipit[modifica]

1° ottobre 1862

Buona giornata. – Diritto romano, lavorato con piacere... Valgo più di quanto pensassi. Alle cinque intensa meditazione sulla coscienza (è e sa di essere). ...Riflessioni sulla felicità; non si deve sognare la felicità al di fuori di quelle che sono le condizioni fondamentali dell'essenza umana; ora, la nostra essenza comporta la sazietà e la noia; la felicità perciò consiste nella soddisfazione della nostra essenza, ma nell'esercizio delle nostre facoltà; essa è una condizione terrestre.
Poesia: Voi somigliate alla mia giovinezza.

Citazioni[modifica]

  • Quando una donna è veramente casta, è anche incorruttibile; crederò meno facilmente ai cedimenti morali di donne angeliche. (Giovedì, 2 ottobre [1862], p. 51)
  • Arriverò a una soluzione circa il problema del tempo. Quando l'infinito mostra un lembo della sua veste, esso getta sul problema la sua ombra immensa; allora si brancola, ma è fatica perduta. (Sabato, 4 ottobre [1862], p. 52)
  • Pascal, ti ammiro, sei mio, penetro il tuo pensiero come se io pensassi in te; tristezza magnanima, profonda, profonda come la notte; com'essa è piena di deboli luci lontane! Sii mio maestro, adottami; io soffro infinitamente, gravito intorno alla verità, non la raggiungo mai. Hai tu veramente creduto alla rivelazione? (Domenica, 5 ottobre [1862], p. 53)
  • Non credere, amico mio, che l'uomo sia capace di sentire tanta felicità quanta ne può concepire; c'è nel desiderio e nell'immaginazione meno forza che nella sensibilità. (Giovedì, 19 febbraio [1863], p. 75)
  • Quando uno ha approfondito un problema filosofico deve, in qualche modo, indietreggiare come un pittore davanti al quadro e guardare ciò che ha prodotto. (Sabato, 30 gennaio [1864], p. 87)
  • Discorso della Virtù. La Virtù non promette niente, si limita a compiacersi dei propri atti. Al coraggio propone delle prove di dolore e come ricompensa alla vita offre il puro sentimento della dignità. (Lunedì, 1° febbraio [1864], p. 92)

Citazioni su Sully Prudhomme[modifica]

  • Che Sully Prudhomme sia un artista geniale, un poeta delicatissimo, è risaputo da quanti hanno sentito, con accompagnamento di musica o senza, il suo celebre Vase brisé. Che egli sia un pensatore coltissimo, un filosofo acuto, è noto a quanti hanno compulsato il suo ponderoso volume sull'Espressione nelle Arti belle. Egli non ha voluto però tener separate le sue diverse facoltà, contentandosi di scrivere ora versi ispirati ed ora ragionamenti rigorosi; ha pure composto i poemi intitolati I Destini, La Giustizia e La Felicità con cuore di poeta e mente di filosofo. Questa parte dell'opera sua è la più degna di nota, perché si riferisce a uno dei più singolari problemi del tempo nostro. (Federico De Roberto)
  • Le persone che meglio potrebbero ragionare intorno all’arte pare che dovrebbero essere gli artisti. Un artista squisito, un poeta delicato come Sully Prudhomme, il quale possiede, con le facoltà artistiche, una solida cultura letteraria e, che più importa, scientifica, ci ha dato il libro dell'Espressione nelle arti belle, che è tra i più ponderati e ponderosi apparsi in questi ultimi anni. Quantunque il titolo parli solo dell'espressione, molti altri problemi d'estetica sono compresi in quest'uno che l’autore si propone di risolvere. Il primo di tutti è, senza dubbio, quello che riguarda la natura dell'arte, o per dir meglio il rapporto fra l'arte e la natura. (Federico De Roberto)
  • Sully Prudhomme è uno scrittore di una profondità sempre eguale. Ci si fa il bagno dentro senza paura e si tocca sempre il fondo. (Jules Renard)

Note[modifica]

  1. Da Indépendance; citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, Il libro dei mille savi, Hoepli, Milano, 2022, n. 4675. ISBN 978-88-203-3911-1
  2. Da Junes Filles; citato in Gabriel D'Aubarède, La vita e le opere di Sully Prudhomme, traduzione di Maria Luisa Spaziani, ne I Premi Nobel per la Letteratura, vol. II, p. 31.
  3. Da Pensieri, p. 186.
  4. Citato in Gunnar Ahlström, Il conferimento del Premio Nobel a Sully Prudhomme, ne I Premi Nobel per la Letteratura, vol II, p. 12.
  5. Dalla lettera spedita all'Accademia Svedese per il conferimento del Premio Nobel, Châtenay, 19 novembre 1901; citato in Gunnar Ahlström, Il conferimento del Premio Nobel a Sully Prudhomme, ne I Premi Nobel per la Letteratura, vol. II, p. 10.
  6. Da Il ventaglio, in AA. VV., Parnassiani e simbolisti francesi, liriche scelte e tradotte da Vincenzo Errante, Sansoni, Firenze, 1953, p. 231.
  7. Citato in Gabriel D'Aubarède, La vita e le opere di Sully Prudhomme, traduzione di Maria Luisa Spaziani, ne I Premi Nobel per la Letteratura, vol. II, pp. 27-28.

Bibliografia[modifica]

  • Sully Prudhomme, Diario intimo (Journal intime), traduzione di Pietro Lazzaro, Pensieri (Pensées), traduzione di Pietro Lazzaro, Poesie (Poésies), traduzione di Maria Luisa Spaziani, ne I Premi Nobel per la Letteratura, vol. II, Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1965.

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