Teodora (film 1954)
Aspetto
(Reindirizzamento da Teodora, imperatrice di Bisanzio)
Teodora
Gianna Maria Canale in una scena del film
Titolo originale |
Teodora |
---|---|
Lingua originale | italiano |
Paese | Francia, Italia |
Anno | 1954 |
Genere | storico |
Regia | Riccardo Freda |
Soggetto | André-Paul Antoine, Riccardo Freda |
Sceneggiatura | Claude Accursi, Ranieri Cochetti, Riccardo Freda, René Wheeler |
Produttore | Giuseppe Fatigati |
Interpreti e personaggi | |
|
|
Doppiatori originali | |
|
Teodora, anche noto come Teodora, imperatrice di Bisanzio, film italo-francese del 1954 con Gianna Maria Canale e Georges Marchal, regia di Riccardo Freda.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Lo spirito nasce dal vino, e il vino troppo acido rischia di diventare aceto. L'aceto è nemico della salute: bisogna rovesciarlo nel mare, perché si disperda e si purifichi. (Andres)
- Non v'è atleta che possa vincere se non è appoggiato dalla fede dei suoi amici. (Giovanni)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Giustiniano [in confessione]: I suoi occhi di fuoco mi divoravano. Ho tentato di sfuggire a quello sguardo, di resistere a quella creatura maledetta, ma l'ho seguita come un cane, come un cane!
Metropolita: Pensi sempre a lei?
Giustiniano: Ad ogni istante del giorno e della notte.
Metropolita: Se tu la incontrassi ancora, che cosa faresti?
Giustiniano: La desidererei con tutte le mie forze!
Metropolita: E non provi vergogna?
Giustiniano: Ho bisogno di lei. M'ha stregato! Ho tentato tutto per liberarmene, tutto pur di soffocare il desiderio! Ma è più forte di me! L'ho fatta condannare ingiustamente, mentre questa passione mi dilania con rimorso e la viltà del mio gesto mi fa orrore.
Metropolita: Allora cosa vuoi da me? Che ti dia l'assoluzione della Chiesa?
Giustiniano: Io ho fede nella misericordia divina.
Metropolita: Dio ti ha fatto imperatore perché tu sia il simbolo vivente della sua dottrina. E questa sacra investitura tu la profani con il fango dell'ingiustizia e della lussuria!
Giustiniano: Mi pento, padre mio.
Metropolita: In te la passione è più forte del pentimento!
Giustiniano: L'imperatore ti chiede di assolverlo!
Metropolita: E io non t'assolvo! Almeno fino a quando il tuo pentimento non si sarà dimostrato sincero. A Dio non bastano le parole. Allontana questa donna dal tuo cuore, scacciala dai tuoi pensieri! E se ti accade d'incontrarla, respingila, con fermezza! Soltanto allora io ti potrò assolvere. - Teodora: Ti seguo, mio signore.
Giovanni: Chiamami "Giovanni", oggi ti è concesso.
Teodora: I giorni passano ma non si rassomigliano. - Giovanni: Attenta, sono molto forte.
Teodora: Forse non quanto la mia debolezza. - Teodora: Voglio che tu smetta di trattarmi come una cortigiana. Io non sono cristiana, ma conosco abbastanza bene la vostra religione per sapere che...
Giustiniano: Per sapere cosa?
Teodora: Che non sarò mai tua, se non unita in matrimonio. - Teodora: Io ho portato in dote a Giustiniano la cosa più preziosa del mondo.
Arcal: E quale?!
Teodora: L'anima del popolo. L'imperatore non ha più bisogno di andare per le vie in cerca della verità: essa è qui, vicino a lui, sempre, ogni istante, e si chiama "Teodora". Qui sono tutte le tue speranze, Arcal, e quelle di Egina, di Scarpios, di tutti i verdi, e l'avvenire di Bisanzio.
Arcal: Ora capisco tutto.
Teodora: Ognuno di noi nasce con un destino, Arcal. Il mio era quello di cercare di aiutare il popolo con l'aiuto di Dio. - Saidia: Sei vizioso quanto sei avaro!
Giovanni: Noi siamo fatti per intenderci. In quattro mesi ho avuto tempo di capire che non sei né generosa né virtuosa.
Saidia: La virtù della donna è alimentata solo dal denaro. E se tu mi trascurerai, io sarò costretta a dedicarmi a qualcun altro.
Citazioni su Teodora
[modifica]- 1° film a colori di R. Freda [...] e uno dei suoi risultati più armoniosi in cui le ragioni dello spettacolo non prevaricano sulla definizione dei personaggi. (il Morandini)
- Primo film a colori di Freda che costruisce una delle sue opere più classiche [...]. Con uno stile che non concede niente ai facili effetti, Freda gioca con i contrasti di luci e ombre [...] per esaltare la fusione tra la sensualità di Teodora e la tenerezza di Giustiniano, la fermezza patrizia dell'imperatore e il popolaresco liberalismo della ballerina. (Il Mereghetti)