La dalia azzurra
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La dalia azzurra
Veronica Lake e Alan Ladd nel film
Titolo originale |
The Blue Dahlia |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1946 |
Genere | noir |
Regia | George Marshall |
Soggetto | Raymond Chandler |
Sceneggiatura | Raymond Chandler |
Produttore | John Houseman |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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La dalia azzurra, film statunitense del 1946 con Alan Ladd e Veronica Lake, regia di George Marshall.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Non diventare troppo complicato. Quando uno diventa complicato, è infelice. E quando uno è infelice, è anche sfortunato. (Leo)
- Se si diverte a bagnarsi, può andare sotto la grondaia. (Joyce)
- Sì lo so, ho tanti difetti, ma l'essere innamorato di te non è un difetto. (Eddie)
Dialoghi
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- Johnny: Lei non dovrebbe raccogliere degli sconosciuti quando è sola.
Joyce: Ma tutti quelli che conosco erano degli sconosciuti al principio. - Joyce: Prima o poi si finisce sempre per arrivare.
Johnny: A che?
Joyce: A fare quello che non si vuole. - Joyce: Allora non mi dice nemmeno arrivederci?
Johnny: Dico addio. E creda mi dispiace.
Joyce: Perché? Non c'eravamo mai visti prima di stasera.
Johnny: Ogni uomo l'ha già vista una volta in qualche posto. Il difficile è trovarla.
Citazioni su La dalia azzurra
[modifica]- Forse sopravvalutato dalla critica quando uscì, oggi risulta un po' datato. Rimane, comunque, un'opera rappresentativa della sensibilità del dopoguerra, dei traumi psicologici e delle disillusioni dei reduci. (il Morandini)
- Non un capolavoro del noir (messinscena e regia, per quanto impeccabili, sono piuttosto anonime), e tuttavia un film interessante sul tema della disillusione postbellica e sul trauma psicologico del rientro in una società moralmente alla deriva, preludio alla nascita di quella dark lady che ossessionerà per anni il cinema americano. [...] Bravissimi Ladd nella parte del reduce spaesato e la Lake in quella della salvatrice che, con il suo carico di sensuale ambiguità, arriva ad alterare anche il tradizionale personaggio della «buona». Inizialmente il colpevole doveva essere Buzz, vittima di guerra tanto simpatica quanto inquietante [...]. Indimenticabile la scena in cui la Lake, al volante di notte, «abborda» Ladd a piedi sotto una pioggia torrenziale. (Il Mereghetti)
- Passabile, anche se antiquato, poliziesco in bianco e nero, l'unica sceneggiatura scritta da Raymond Chandler, tratto da un suo romanzo incompiuto in cui il grande giallista dovette modificare il finale, che infatti appare appiccicaticcio, per le pressioni della permalosa Marina americana. Alan Ladd se la cava con decoro nel ruolo del reduce tutto d'un pezzo afflitto dalle corna. (Massimo Bertarelli)
- Uno dei classici del famoso genere noir. Film di ottima atmosfera grazie anche all'intervento di Raymond Chandler, il grande giallista padre del detective Marlowe. Ma soprattutto grazie alla bravura di Alan Ladd, un attore le cui attitudini non sono mai state riconosciute. La sceneggiatura di Chandler dava alla storia svolte imprevedibili e al dialogo un colore particolare. Funzionale era anche la presenza di Veronica Lake, triste e misteriosa come il suo partner. Da ricordare infine la prova di William Bendix, presente in molti noir dell'epoca, un grande caratterista. La dalia azzurra, girato senza grande profusione di mezzi, vive di pura storia e di interpretazioni, un piccolo capolavoro costruito con grande intelligenza e piccolo budget. (il Farinotti)
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