Ugolino Martelli (1519-1592)
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Ugolino Martelli (1519 – 1592), umanista e vescovo cattolico italiano.
La vita di Numa Pompilio
[modifica]- [...] avvenne un giorno, che avendo Romulo convocato tutto il popolo alla palude Capra, o fosse per sacrificare, (sì come Plutarco, scrittore di singolare autoritade, racconta) o fosse pure (sì come Tito Livio e Dionisio Alicarnasseo affermano) per orare al popolo, ed orando far generale rassegna di tutto l'esercito suo; ed a cotale opera, quale ella si fosse, essendosi già per Romulo dato principio; circondato intorno intorno, sì come era costume, da i più vecchi e reputati cittadini, chiamati padri; tale e così fatto nembo di tempesta, coprendo tutta la terra di nugole, lo assalse di subito con tuoni spaventevoli e smisurate pioggie di tal maniera, che tutto il popolo, da così feroce tempo impaurito e spaventato, chi qua e chi là si misse fuggendo a ricoverarsi. Romulo sparì via; e da indi innanzi né egli né il corpo suo morto si potette vedere in alcun luogo già mai. (p. 10)
- [...] Numa Pompilio considerando la giustizia in dua cose massimamente consistere; nel contentarsi ciascheduno del suo, non togliendo ad altrui quel d'altri, e nell'osservare le promessione fatte; fece edificare due tempi; uno a Giove terminale, e l'altro alla pura ed immaculata Fede; per fare gli uomini osservanti di volontà loro nell'uno e nell'altro modo di giustizia. (p. 45)
- [...] Numa Pompilio, che, oltra l'esser uomo religiosissimo, era ancora giustissimo, iniqua ed inumana cosa gli pareva al tutto essere, togliendo l'altrui per forza, se stesso arricchire, e del suo propio violentemente discacciare i veri possessori; ed in segno de' publici e privati confini fece egli certe pietre sagrate ponere a Giove terminale dedicate, nel cui onore si celebravano ogn'anno maravigliose feste solenni: e chiunche avesse o con frode o con violenza violato i sacramenti delli dei Termini, (che così eran addomandate quelle tai pietre consagrate) volendo accrescere iniquamente il suo propio col danno d'altri; per vive legge era costituto et ordinato, che da qualunch'altro si fosse, senza pena o peccato alcuno, potesse esser occiso per tutto, sì come sacrilego e delle sacrate leggi divine violatore: ordine veramente ottimo, anzi divino. (p. 46)
Bibliografia
[modifica]- Monsignor Ugolino Martelli, La vita di Numa Pompilio, per Raniero Guasti, Prato, 1847.
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