Venticinque
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Citazioni sul numero venticinque.
- Solo nei Promessi sposi la dannazione degli scarsi lettori si qualifica nella discussa misura: «Pensino ora i miei venticinque lettori..» [...] Su questa scena si esibiscono i «venticinque» già visti in visione (con l'approssimazione di un circa) dal profeta Ezechiele (8,16) e riproposti (in cifra piena) dall'incandescente oratoria del Memoriale ai milanesi di Carlo Borromeo: «Ezechiele vide quei venticinque uomini, che avevano voltato le spalle al tempio e la faccia ad oriente e adoravano il sole. Non vi pare, o figlioli, che in un certo modo a guisa di questi siano tutti coloro che, voltate le spalle a Dio, si daranno a godere il mondo...?» [...] Ch'era un modo, in estremo, per strizzare l'occhio e dar di gomito al Bartoli della Geografia trasportata al morale. Il gesuita aveva tenuto il conto delle ore che in un anno un «pazzo» investe in sonno, giochi, cicalecci, commedie, novelle, romanzi, poesie, ozi, e «fatiche peggiori dell'ozio». Fatta la somma, e calcolato il resto, aveva concluso: «D'ottomile settecento sessantase' ore che compongono un anno, inorridirà al non vedercene rimanere, delle spese utilmente (che sole può dir sue), voglialo Iddio, che venticinque». Venticinque ore sante. Venticinque lettori «pazzi». E ancora, dentro la favola del romanzo: le venticinque berlinghe di un debito con il curato; i venticinque scudi di una multa; i venticinque giorni di un contagio di peste; i venticinque anni di una monaca giunta al punto. (Salvatore Silvano Nigro)