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Strega

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Illustrazione di una strega, 1897

Citazioni sulle streghe.

  • Chi si cura delle gioie o dei dolori delle streghe? In entrambi i casi esse sono lontane dall'umanità comune. Se le streghe sono felici, è perché hanno ottenuto le loro gioie a prezzo della loro anima. E se soffrono in modi che non possiamo conoscere, quando sono abbandonate dal loro oscuro Signore, il loro dolore non è che la sorte meritata dai malvagi. Eppure sono donne, hanno un cuore di donna. (Margaret St. Clair)
  • La storiografia positivista ha definito la credenza nelle streghe come una psicosi di massa che, guarda caso, mescolava idee cristiane e relitti dell'antico paganesimo. Le premesse poggiavano da un lato sulle idee cariche di timori intorno al demonio, realmente esistente per la cultura cristiana, dall'altro su «fantasticherie sempre più confuse» come la capacità magica del maleficio, la possibilità di nuocere con l'aiuto dei demoni, di volare, di attuare metamorfosi animalesche e di avere rapporti sessuali con i demoni nel famoso sabba. (Cecilia Gatto Trocchi)
  • La Strega abitava in una vecchia casa coloniale all'interno di una piantagione. La villa era disabitata e sprangata con tavole di legno e nessuno, all'infuori di me, sapeva della sua esistenza. Nessuno, nella pettegola cittadina a sud della Georgia dove abitavo da ragazzo, sapeva che, percorrendo la strada polverosa che terminava all'ufficio postale, piegando poi a sinistra e percorrendo per un tratto la stradina laterale, ci si imbatteva nel cancello di ferro arrugginito prospiciente il vialetto che conduceva alla villa. E in quel luogo avvenivano cose da far uscire gli occhi fuori dalle orbite. (Madeleine L'Engle)
  • [Le streghe fanno] il male. Nient'altro al di fuori di quello. Conoscono e praticano segreti occulti che danno loro il potere di agire sulla realtà, sulle persone. Ma solo – ripeto, solo – in senso maligno. [...] Il loro scopo è ottenere vantaggi materiali e personali, ma possono raggiungerli esclusivamente con il male degli altri. Con la malattia, con la sofferenza, il dolore e, non di rado, con la morte di coloro che prendono di mira per una qualsiasi ragione. (Suspiria)
  • Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle. (Voltaire)
  • Le streghe, nel tempo stesso che sono ricolme di spaventose superstizioni, sono sommamente fiere ed immani; talché, se bisogna per solennizzare le loro stregonerie, esse uccidono spietatamente e fanno in brani amabilissimi innocenti bambini. (Giambattista Vico)
  • Non si diventa streghe per fare del male a questo e quello, e nemmeno per fargli del bene come dame di carità a cavallo di una scopa. È proprio per sfuggire a tutto questo... per avere una vita propria e non un'esistenza elemosinata dagli altri: scarti caritatevoli dei pensieri altrui, tanti grammi di pane di vita rafferma al giorno – il vitto quotidiano del pio albergo è scientificamente calibrato in modo da garantire la sopravvivenza. Quanto alle streghe che sanno esprimersi solo per mezzo di spilloni e talami isteriliti, sono la conseguenza delle vite deprimenti che hanno avuto. (Sylvia Townsend Warner)
  • – Non vi agitate, popolo. La giustizia ha metodi sicuri per essere certa.
    – Cosa? Quali sono questi metodi?
    – Seguitemi. Voi che ci fate con le streghe?
    – A morte! Al rogo!
    – E che cosa bruciate, a parte le streghe?
    – Ancora streghe!
    – Shh!
    – La legna!
    – La legna. Allora le streghe bruciano...
    – Be'... perché sono di legno?
    – Ecco lì. E come si fa a capire che quella roba lì è di legno? Eh? [...] Va a fondo nell'acqua?
    – Va a galla! Va a galla!
    – Calma, calma, non è mica ancora finita. Cos'altro ancora galleggia nell'acqua?
    [...]
    – Le oche.
    – Le oche?
    – Risposta esatta. Le oche galleggiano come il legno.
    – Sì. Quindi... un'oca galleggia sull'acqua... allora è fatta di legno.
    – Se ha lo stesso peso dell'oca. In questo caso...
    – È una strega! (Monty Python e il Sacro Graal)
  • Si tratta di un'antica tradizione: per diventare strega una bambina deve lasciare casa all'età di tredici anni. [...] Però rendersi indipendenti a quell'età non è più cosa del mondo d'oggi. (Kiki - Consegne a domicilio)
  • I folletti sono creati per alimentare la fantasia dei bambini, mentre le streghe esistono certamente. Anche se almeno il novanta per cento è ciarlataneria. (Lorrimer Van Helsing, I satanici riti di Dracula)
  • I vampiri sono spettacolari, glamour, grandi castelli, maggiordomi, saloni. Il vampiro è più elegante e caciarone. Le streghe sono silenziose, agiscono in modo sotterraneo, maligne... fanno più paura.
  • La stregoneria la vedo come un fenomeno culturale. Che riempie pagine di letteratura, e di opere d’arte. Nella pittura le streghe sono presenti in modo massiccio, tutti i più grandi pittori se ne sono occupati, non solo come soggetto diretto ma a margine di opere che raffigurano altro.
  • Ne ho incontrate tante che si dicevano streghe. A Monaco una sera, dopo la cena, andammo a casa di questa strega – una bellissima donna – e del marito. Iniziammo a bere e bicchiere dopo bicchiere iniziò a raccontare storie che le erano successe, incontri, esperienze sovrannaturali. Il marito s’era addormentato di sasso. Io le chiesi “ma lui cosa dice nel sentirle fare questi racconti?”, e lei sogghignò lasciando intendere che fosse opera sua. E ricordo due streghe in Grecia, anziane, le voci stridule, le facce maligne. E tante altre, le loro case sepolte di libri sull’occultismo. Si conoscevano, si scrivevano attraverso i Paesi, oggi immagino che il contatto sia facile, tra loro.
  • [«Lei ci crede alle streghe?»] No. Mi incuriosivano molto alcune di loro, orgogliose di essere streghe, a volte mi inquietavano. Ma ho sempre percepito qualcosa di falso, anche se molte di loro erano convinte sinceramente di esserlo.

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