Amintore Fanfani
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Amintore Fanfani (1908 – 1999), uomo politico e storico dell'economia italiano.
Citazioni di Amintore Fanfani
[modifica]- [Riferendosi a Ettore Bernabei] Approvando la Sua designazione non ho fatto che seguire la mia convinzione, maturata in una ormai lunga osservazione delle Sue qualità e del Suo lavoro. Ora Le auguro di ricordare ogni giorno quale alta cattedra Ella dirige e quanto numerosi e vari siano gli spiriti che da essa attendono informazioni vere, orientamenti costruttivi, svaghi sereni, per divenire uomini e cittadini migliori. Questo ricordo quotidiano La renda solerte ed attento, con zelo scrupoloso ed intelligenza aperta. Io ho assolto il mio dovere di assicurare alla Rai Tv un direttore probo e capace. Assolva ora Ella il Suo di dimostrare che il Governo ha ben servito l'interesse pubblico.[1]
- Io voglio bene a Moro e gli ho dato un mucchio di buoni consigli. ma lui non li segue e si è messo in testa che io sia il suo rivale. Quando Moro si mette un'idea in testa non c'è modo di fargliela cambiare.[2]
- La rivolta universale contro la civiltà capitalistica, fatta in nome d'un ideale di dignità e di giustizia umana, prova che la coscienza cristiana può addormentarsi, ma non può morire.[3]
- [Alle cerimonia di posa della prima pietra dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria del 22 gennaio 1962] Un anno e mezzo fa, presentando il governo al Parlamento, assunsi l'impegno di fare proseguire la dorsale autostradale italiana fino a Reggio Calabria. Alla fine del 1960, il Consiglio dei Ministri finanziò l'opera. Nel luglio 1961 l'approvò il Parlamento. Ora si iniziano a Reggio Calabria e in serata a Salerno i lavori per la nuova autostrada. Essa entro tre anni congiungerà nel modo più moderno l'estremo sud della penisola alle Alpi. Proprio l'inizio di questa importante opera consente di ricordare che nient'altro che questo assunse mandato di fare il governo che ho avuto l'onore di dirigere per diciotto mesi: cioè con nuove iniziative e nuove leggi unire serenamente, nel lavoro e nel progresso, libere e pacifiche, tutte le genti d'Italia, inserendole sempre più autorevolmente nella famiglia europea, nella consociazione atlantica, nel consesso umano. Queste parole esprimono, quindi, la speciale soddisfazione che, dando inizio a questa singolare opera, si prova, ripensando ai servigi che dall'estate del 1960 al gennaio del 1962 la fiducia convergente delle forze democratiche ci ha consentito di rendere alta la nostra Italia.[4]
- Volete il divorzio? Allora dovete sapere che dopo verrà l'aborto. E dopo ancora, il matrimonio tra omosessuali. E magari vostra moglie vi lascerà per scappare con la serva![5]
Intervista di Mauro Anselmo, La Stampa, 25 giugno 1993.
- [Sull'interferenza della Chiesa nel partito] Con me mai!
- [Sugli uomini politici che resteranno nella storia della Democrazia cristiana] Dossetti, De Gasperi, ma potrei aggiungere anche Piccioni, La Pira, Moro. Gente di quel livello, di quel carattere, di quella storia, nel partito non l'ho più vista.
- [Sulla Democrazia cristiana appena fondata] Non era niente, salvo entusiasmo, valori e volontà. Ma quando arrivai a Roma non trovai nessuna struttura, nulla, muri spogli e basta.
- [Su Giuseppe Dossetti] Un grande amico e, certo, una guida. Fui il primo a sapere che si sarebbe fatto prete.
- [Sull'abbandono della scena politica] Una volta stavo lasciando la politica attiva nella dc. Lo avevo già deciso. Era poco dopo il Natale del 1945. [...] Il Papa [Papa Pio XII] mi guardò e pronunciò queste parole: "Quando è di fronte a un bivio e non sa che strada prendere, abbia almeno il coraggio di scegliere la più difficile." Capii tutto; mentre lui mi benediceva avevo già deciso di restare a Roma e nella dc.
- [Sulla ideazione del nome Democrazia cristiana] Un nome che non rendesse il partito schiavo di nessuno, che non si prestasse a farci subordinare. Che desse l'idea del coraggio, della voglia e della capacità di costruire.
In Roberto Gervaso, La mosca al naso
[modifica]- Un partito, anche se imprudentemente si chiama cattolico, non dev'essere sottoposto alla Chiesa. Nell'interesse reciproco.
- Non dimentico i fatti che m'hanno ostacolato e offeso, ma non serbo rancore verso chi li ha compiuti. Né cerco rivalse.
- Sono uno strumento pedagogico efficace e suggestivo.
- Ho spesso anticipato di tre-quattr'anni i miei contemporanei, e a questo sono forse dovute alcune mie sconfitte politiche.
- In politica le bugie non servono.
- Nessuno è mai morto per aver mangiato insalata, mentre la politica ha mietuto fior di vittime.
- [A proposito di Alcide De Gasperi] Fu uno dei pochissimi uomini da cui non udii mai un giudizio irrispettoso verso chicchessia.
Citazioni su Amintore Fanfani
[modifica]- Amintore Fanfani. Brevi nanu.[6] (Marcello Marchesi)
- Andreotti, Fanfani, Rumor, e almeno una dozzina di altri potenti democristiani, dovrebbero essere trascinati sul banco degli imputati. E quivi accusati di una quantità sterminata di reati: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, collaborazione con la Cia, uso illegale di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di colpirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabilità dell'esplosione "selvaggia" della cultura di massa e dei mass-media, corresponsabilità della stupidità delittuosa della televisione.
Senza un simile processo penale, è inutile sperare che ci sia qualcosa da fare per il nostro paese. È chiaro infatti che la rispettabilità di alcuni democristiani (Moro, Zaccagnini) o la moralità dei comunisti non servono a nulla. (Pier Paolo Pasolini) - Dario Fo, poeta di corte dell'ultrasinistra, flagella nella sua ultima fatica teatrale il senatore Amintore Fanfani, responsabile di ogni nequizia passata, presente e futura. I sarcasmi più grevi hanno però come bersaglio il metraggio del notabile democristiano che, come tutti sanno, non è quello di un granatiere. Toulouse-Lautrec, che per gli stessi motivi dovette per tutta la vita subire analoghe canzonature, disse una volta, giocando sulla lunghezza del suo doppio casato: «Ho la statura del mio nome». Non sappiamo se questo discorso si possa applicare a Fanfani. Certo, si applica a Fo. (Indro Montanelli)
- Fanfani, che pure proveniva dalla sinistra dossettiana, non osteggiò i governi centristi ma si allontanò sensibilmente dalla linea prevalentemente liberista seguita da De Gasperi per favorire una tendenza neocapitalistica caratterizzata da un'accentuazione dell'intervento pubblico nell'economia. Il nuovo leader democristiano favorì lo sviluppo degli enti pubblici come l'IRI e l'ENI, e l'insediamento di uomini della DC o a questa graditi nei quadri dirigenti degli enti stessi, degli istituti di credito, della RAI-TV ecc. (Giorgio Candeloro)
- Fanfani è un vulcano in eruzione, sia pure con intermittenze, Moro invece ribolle tutto dentro. (Emilio Colombo)
- Grintoso, ruspante, imponente malgrado la statura. (Enrico Montesano)
- In Italia non c’è un "piano casa" ormai dai tempi di Fanfani. Si chiamava "Ina Casa" e coinvolse i migliori architetti dell’epoca: Ridolfi, Forentino… (Massimiliano Fuksas)
- Qui | riposa | Amintore Fanfani | amico | dei nemici | nemico | degli amici | figlio | di De Gasperi | padre | di nessuno. (Indro Montanelli)
- Si sa come sono i democristiani. Non dicono mai ciò che pensano. Fanfani è un'eccezione. Dice sempre quello che pensa e quel che vuole. Peccato che voglia tutto. Il troppo non gli basta. (Roberto Gervaso)
Note
[modifica]- ↑ Dalla lettera al neoletto direttore generale della Rai, Ettore Bernabei; riportata in Caro Giorgio... Caro Amintore..., a cura di Selmi Nerozzi, Polistampa, 2003; citato in ToscanaOggi.it, 19 marzo 2003.
- ↑ Citato in Eugenio Scalfari, Il mattatore del centro-sinistra, L'Espresso, 26 aprile 1964.
- ↑ Da Economia orientata; in Guide del propagandista, fasciscolo 5, Spes, Roma, 1946, p. 7; citato in Luciano Canfora, La metamorfosi, Gius. Laterza & Figli, Roma-Bari, 2021, p. 5. ISBN 978-88-581-4415-2.
- ↑ Citato in Fanfani dà il via ai lavori della Salerno-Reggio Cal., La Stampa, 22 gennaio 1962.
- ↑ In merito al referendum sul divorzio, il 26 aprile 1974 a Caltanissetta; citato in Giampaolo Pansa, La caduta di Fanfani, la Repubblica, 8 maggio 2004.
- ↑ Cfr. locuzione latina: «brevi manu» («alla mano (per vie brevi, non formali)»). Cfr. voce su Wikipedia.
Bibliografia
[modifica]- Roberto Gervaso, La mosca al naso, Rizzoli, 1980.
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