Buddhismo

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Ordinazione di monaci buddisti

Citazioni sul buddhismo.

Citazioni[modifica]

  • C'è sempre qualcosa che ti ricopre di merda. [...] E nelle diverse culture hanno trovato molte diverse risposte a questo, per esempio [...] i buddhisti [...] dicono: "In realtà, questa non è vera merda!" (Viaggio in India)
  • Con la mia condanna del cristianesimo non vorrei aver arrecato un'ingiustizia a una religione affine, che anche per il numero dei seguaci è superiore a esso: vale a dire il buddismo. Sono connesse tra loro in quanto religioni nichilistiche – sono religioni della décadence. (Friedrich Nietzsche)
  • Esemplarmente opposto [al cristianesimo] il buddismo, che nel suo divieto di uccidere comprende il mondo non umano! (Karlheinz Deschner)
  • Gli esponenti di tanta varietà non si sono mai ammazzati fra di loro; non hanno mai emesso dogmi, né si sono mai reciprocamente scomunicati; la «maitri», o benevolenza verso tutti gli altri, è la matrice del buddismo. (Carlo Coccioli)
  • Ho letto sul buddismo, il suo insegnamento. Straordinario. L'insegnamento che è inutile far domande sull'eternità è bellissimo. (Lev Tolstoj)
  • Ho scoperto il buddhismo durante la malattia di mia madre, quando mi sono trasferita negli Stati Uniti per assisterla. È difficile vedere un genitore morire: il buddhismo è stata la mia ricompensa, tutte le domande hanno avuto una risposta. Ho sradicato la rabbia, ho capito che è un veleno che non devo ingoiare più. Prima andavo negli ashram ma non sentivo di appartenere a niente. Non ho rinnegato nulla, il buddhismo non ti chiede di farlo: quando ero piccola e mi preparavo per la Cresima pensavo di farmi suora. (Romina Power)
  • Il buddhismo è dunque una religione completamente umanistica, democratica e scientifica: il che spiega l'interesse che ha suscitato in Europa e America, in tempi recenti. L'interesse intrinseco si coniuga poi al fascino di personalità e luoghi particolari, primi fra tutti il Dalai Lama e il Tibet. (Piergiorgio Odifreddi)
  • Il buddhismo e il taoismo, insomma, concordano quasi su ogni punto, tranne che sotto un aspetto limitato ma di fondamentale importanza: l'atteggiamento rispetto agli eventi della vita. Il buddhismo, al proposito, è stato accusato di pessimismo, e non del tutto a ragione; non di meno, esso concepisce la vita, in questo mondo, come dolore, un dolore che è il risultato del desiderio e dal quale è comunque necessario liberarsi. (Jean Campbell Cooper)
  • Il Buddhismo è la dottrina della non-dualità. (Huìnéng)
  • Il Buddismo è per l'Induismo ciò che il Protestantesimo è per il Cattolicesimo romano, solo con forza molto maggiore, e un grado d'intensità molto più elevato. (Mahatma Gandhi)
  • Il Buddhismo, nato nella casta regale degli Kśatriya, permise agli imperatori indiani di liberarsi dalla dominazione della classe sacerdotale ed è stato un prodigioso strumento d'espansione coloniale. (Alain Daniélou)
  • Il buddismo nelle sue numerose e sempre legittime differenze è impastato di paradossi, il che è normale perché assai più che una religione (nel senso occidentale della parola) è una rivoluzione della mente. (Carlo Coccioli)
  • Il nucleo e lo spirito più profondo del cristianesimo è identico a quello del bramanesimo e del buddismo: tutti insegnano la grave colpa della razza umana causata dalla sua semplice esistenza. (Arthur Schopenhauer)
  • In questa religione non esistono divinità alle quali rivolgere preghiere per ottenere grazie o aiuto; il destino personale è deciso esclusivamente dalle azioni del singolo. Pur accettando questa verità, gran parte della gente trova difficile resistere alla necessità di affidarsi a poteri sovrannaturali, particolarmente in circostanze difficili. (Aung San Suu Kyi)
  • L'evoluzione più tarda del buddhismo, in India e soprattutto fuori dall'India, e del giainismo post-canonico lascia scorgere pratiche, una produzione di immagini e speculazioni che, spesso, sono molto debitrici verso l'ambiente induista. Se, come si ha ragione di credere, il tantrismo buddhista si è sviluppato sulla base del tantrismo indù (lo scenario è di provenienza śivaita), si avrebbe qui un'influenza di grandi conseguenze, che ha contribuito al diffondersi, nei vasti territori asiatici, di dottrine di origine induista. (Louis Renou)
  • La coproduzione condizionata, questa e non altra noi chiamiamo la vacuità. La vacuità è una designazione metaforica. Questa e non altro la via di Mezzo.
    La realtà assoluta non può essere insegnata, senza prima appoggiarsi sull'ordine pratico delle cose: senza intendere la realtà assoluta, il nirvana non può essere raggiunto. (Nāgārjuna)
  • La morale buddistica è quindi superiore a quella cristiana, perché l'amore del prossimo predicato da quest'ultima non oltrepassa i confini del paese né la cerchia della setta.
    La morale buddistica ha ancora un altro vantaggio su quella del preteso Cristo: quello di ammettere la libera ricerca della verità, mentre nei Vangeli invano si cercherebbe una parola in favore della scienza. (Emilio Bossi)
  • Nella sua pacifica marcia, che dura da venticinque secoli, il Buddhismo ha diffuso fra le popolazioni raggiunte una serenità, una benevolenza che son ormai tipiche di quelle genti. Ha addolcito la bellicosità dei mongoli e l'aggressività dei tibetani, divenuti il popolo più religioso del globo. Il Buddhismo, ricco d'intelligenza, indica come massima virtù la bontà. (Alessandro Bausani)
  • Praticando il buddhismo non aspettatevi di volare subito nel cielo, di attraversare la materia e conoscere l'avvenire. Lo scopo principale della pratica non è acquisire poteri miracolosi, ma dominare il proprio spirito. (Tenzin Gyatso)
  • Quando si dischiude la comprensione intuitiva del Buddismo, le caratteristiche del mondo sono tutte insegnamenti buddisti. (Musō Soseki)
  • Se il buddhismo seduce è perché sembra una promessa di toccare l'infinito, la felicità, senza avere obbligazioni religiose concrete. Una spiritualità erotica, in qualche modo. (Papa Benedetto XVI)
  • Se si volesse compendiare l'essenza del Buddhismo in una frase, non potrebbe essere che questa: tutto ciò che è transeunte è doloroso. (Leonardo Vittorio Arena)
  • Tutti coloro che credono il Buddhismo inconciliabile con le necessità sociali, ignorano i dati di fatto allegati, e soprattutto non sanno che uno degli imperi più prosperi e felici della terra, e forse il più prospero e felice, [l'impero di Ashoka] scelse il Buddhismo come religione dello Stato e cercò di propagarlo fra le lontane genti. (Carlo Formichi)

Paolo Emilio Pavolini[modifica]

  • Abbiamo già notato, come una delle caratteristiche della religione buddistica, la mancanza di una gerarchia. Non v'è dubbio che questa circostanza abbia contribuito a far nascere e ad aumentare gli scismi, affrettando così la decadenza della fede.
  • Come il cristianesimo è stato definito la religione dell'amore, così si potrebbe chiamare il buddismo la religione del dolore. L'esistenza è dolore, col cessare dell'esistenza cessa ogni dolore: e dall'esistenza può liberarsi soltanto chi conosca le quattro sublimi verità e segua l'ottuplice sentiero.
  • È facile capire come in una religione senza Dio, il concetto del bene e del male debba essere ben diverso da quello che ci è familiare nelle nostre religioni teistiche. Il peccato è peccato in quanto ostacola e ritarda il raggiungimento della verità, o meglio delle quattro sublimi verità: ma ciò che c'impedisce di riconoscere queste ultime non è che l'«ignoranza» e da questa, come vedemmo, non possiamo liberarci che liberandoci dal desiderio, dalla cupidigia e dalle passioni. Quindi male e bene, vizio e virtù, diventano sinonimi di ignoranza e scienza, di cupidigia e assenza di desiderî.
  • In una religione che non riconosce alcuna divinità, è naturale che non s'incontri nessuna forma di culto. La «meditazione» tien luogo di preghiera; la «confessione» poi è l'unica pratica diretta a mantenere i membri dell'Ordine nell'osservanza di quelle regole morali e disciplinari che il Buddha ritenne necessarie al conseguimento della santità e quindi della liberazione finale.
  • La concezione pessimistica, a cui tutto il buddismo è informato, è ignota alle prime età della cultura indiana; i più vetusti monumenti di essa, gli inni vedici, ci ritraggono un popolo forte e sereno, contento di vivere.

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