100 caratteristi del cinema italiano
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100 caratteristi del cinema italiano, dizionario del cinema a cura di Enrico Lancia, Fabio Melelli e Massimo Giraldi.
Citazioni
[modifica]- Una grande caratterista dalla forte personalità, dotata di eccellente autoironia e, soprattutto, di forte carisma e di una simpatia contagiosa, nonostante le sue caratterizzazioni siano sempre di donne irascibili e prepotenti, anche se spesso di buon cuore. Non certo il tipo di donna remissiva come gli italiani vogliono vedere le "sicilianuzze". (Rosina Anselmi, p. 14)
- In quel decennio dei Settanta, che in Italia segnano il trionfo del cinema di "genere", Giuliana Calandra si afferma come attrice versatile e attenta, in grado di ricoprire ruoli assai diversi tra loro. [...] Certamente la sua maschera arguta, ironica ma mai cattiva, la rende adatta a muoversi negli infiniti canovacci umoristici del cinema italiano anni Settanta e Ottanta. Frequenta così, con il consueto distacco, il genere dei "B-movies" [...]. Sul calare degli anni Ottanta, Rimini Rimini (1987), diretta ancora una volta da Sergio Corbucci, resta forse un suo titolo significativo, in cui sfoggia tutta la sua carica espressiva a testimonianza di come, da un ruolo secondario, si possa determinare e colorire un'intera sequenza. (Giuliana Calandra, p. 45)
- Alla fine degli anni Trenta, approda nel cinema, dove si costruisce una più che ragguardevole notorietà, grazie soprattutto alle sue innate doti di simpatia e di comunicativa. [...] Il successo non si fa attendere: piovono per Carlo Campanini scritture su scritture dai registi più validi del cinema. Per tutti gli anni Quaranta – perfino nel periodo cruciale della seconda guerra mondiale – e i Cinquanta, è quasi insostituibile. Campanini gira anche dieci film all'anno, tanto da farsi affibbiare l'epiteto di "prezzemolo del cinema italiano", che dà sapore e gusto ai sapidi e deliziosi personaggi a lui affidati. (Carlo Campanini, p. 48)
- Nel dopoguerra, esattamente nella prima metà degli anni Cinquanta, esplode il caso "Tina Pica" che, grazie ad alcuni ruoli indovinatissimi, saporitamente conditi dal suo umorismo corrosivo e sagace, assurge ad una notorietà insperata. (Tina Pica, p. 166)
- Tina Pica è il classico esempio di come una caratterista del cinema possa essere promossa sul campo a protagonista assoluta, caso più unico che raro nello spettacolo. Pur fra tanti alti e bassi. Ma unica! (Tina Pica, p. 169)
- Per un ventennio circa le sue apparizioni sul grande schermo si fanno sempre più frequenti: partecipa a film di grande successo commerciale, prodotti per lo più per un pubblico dal palato semplice e dal gusto facile, certamente non intellettuale o snob. [...] Ha una volta sola l'opportunità di essere protagonista, impersonando un poliziotto dilettante, farfuglione e confusionario, nella commedia C'è un fantasma nel castello (1942), diretto con arguzia da Giorgio C. Simonelli. In questo film Riento si diverte, centrando il bersaglio, a mettere in caricatura poliziotti e investigatori come sono descritti da romanzieri del genere "giallo". (Virgilio Riento, pp. 178-179)
- Recita sempre in un'infinità di commediole comico-brillanti, alcune saporitamente realizzate, altre assai modestamente e di scarso contenuto. Con delle eccezioni, ovviamente, per alcuni personaggi, quali il sergente dell'esercito personale del capitalista in Miracolo a Milano (1950) di Vittorio De Sica, un film in cui brillano di luce propria i caratteristi più prestigiosi del cinema italiano. [...] Ed è ancora Risi che offre a Riento buone opportunità in film manifesto della imperante commedia all'italiana dove, seppure in piccoli ruoli, il comico concede tutta la sua vena di grande interprete [...]. Sono gli ultimi sprazzi di uno dei più personali e amati caratteristi di un periodo indimenticabile del cinema italiano, un cinema ancora senza fronzoli, senza forzature, senza manierismi. Un cinema nazionale per tutti. (Virgilio Riento, p. 179)
Bibliografia
[modifica]- Massimo Giraldi, Enrico Lancia, Fabio Melelli, 100 caratteristi del cinema italiano. Gli interpreti "minori" che hanno fatto grande il nostro cinema, prefazione di Enrico Vanzina, Gremese editore, Roma, 2006. ISBN 88-8440-383-9