Angelo Fiore

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Angelo Fiore (1908 – 1986), scrittore italiano.

Un caso di coscienza[modifica]

  • La realtà non esiste, l'hanno inventata gli uomini per i loro scopi. (p. 45)
  • La civiltà nasce dalle intenzioni, non dai fatti, né dai modi. (p. 47)
  • Dio è all'inizio, non mai alla fine. (p. 89)
  • Odio gli automobilisti; ammazzano e mutilano indiscriminatamente, e non vengono puniti. Una società più ipocrita della nostra non è immaginabile. (p. 105)
  • La realtà distrugge le fisime. (p. 106)
  • Tutto è errore. (p. 107)
  • La volontà viene dal potere. (p. 143)
  • La filosofia è la ricerca di ciò che l'uomo ha dimenticato o che più non sente; di ciò che non gli sembra più attuale. (p. 168)
  • La perfezione è il più grave errore del burocrate e dell'uomo: la ricerca dell'equilibrio diventa fede in una verità dogmatica. (p. 190)

Il supplente[modifica]

Incipit[modifica]

Un pomeriggio di novembre, la corriera automobile scaricò nella piazza di B... insieme con gli altri viaggiatori e i bagagli, Attilio Forra, venuto a fare il supplente. Era costui prossimo ai quarant'anni, snello; aveva il viso aggrottato, si guardava intorno, ma uno dei viaggiatori gli fece segno, ed entrambi si avviarono all'albergo che dà sulla piazza.

Citazioni[modifica]

  • Quantunque stanco, non sono ancora vissuto. (p. 9)
  • La mia vita è una carriera spirituale. (p. 10)
  • Non riusciva a pensarsi. (p. 13)
  • Le forme della vita gli servivano come mezzo, non c'era accordo né coincidenza tra lui e le cose. (p. 13)
  • La memoria gli sovveniva con avarizia. (p. 14)
  • Nessun metodo è valso, né vale, all'umanità. (p. 14)
  • Un dissimulatore che non aveva niente da dissimulare. (p. 18)
  • Tutto è necessario e utile. (p. 19)
  • Anche gli uomini di buon senso non sfuggono al paradosso, a questa avidità perennemente delusa. (p. 23)
  • Il denaro è l'espressione della volontà non mai appagata e che si rinnovella. (p. 24)
  • Abolite il mondo, e non vi saranno peccatori né peccati. (p. 24)
  • Tolta la causa, l'effetto si rinnova tale e quale. (p. 25)
  • Colui che vive, pensa più all'infermità che alla salute. (p. 27)
  • L'azione scioglie e annienta il residuo di male che è in noi. (p. 31)
  • La ricchezza che non frutta il massimo, non è ricchezza. (p. 31)
  • Noi dobbiamo somministrare la menzogna, non la verità. (p. 53)
  • Una tendina di velo ci separa dal caos, dal nulla. (p. 54)
  • Non credevo di essermi manifestato fino a questo punto. (p. 64)
  • Ce n'è di roba, materiale senza fine. È questa la vera, l'unica storia dell'uomo. (p. 68)
  • Kierkegaard erra nel dire che ogni peccato non può essere che sessuale. La virtù è sessuale. (p. 76)
  • Dicono che lei sia come un albero senza ombra. (p. 88)
  • La coscienza umana non è che la reazione dell'animo all'atto iniquo. (p. 97)
  • Insegnami tu a vivere. (p. 119)
  • La mia vita è la vita. (p. 131)
  • Se Dio si mettesse a filosofare dimostrerebbe che l'uomo non è. (p. 205)
  • Venera la carne, sorella Brigida: è la stoffa di Dio. (p. 216)

Il lavoratore[modifica]

Incipit[modifica]

Cominciava un periodo di sosta per Paolo Megna, l'impiegato straordinario alcuni anni prima iscritto a una facoltà universitaria. ma egli si avvide di un cambiamento nel suo animo: Dio gli appariva come una idea nuova e insolita. cercava nella memoria, richiamava le definizioni udite o apprese; e nella memoria era la forma e l'essenza della vita. L'appercezione di Dio non era più immediata né sicura, ed egli cercava invano di ricostruirla, di trarla da sé e dagli avvenimenti.

Citazioni[modifica]

  • Un filosofo dice che l'uomo tiene della bestia e dell'angelo; questo significa che l'uomo non è né bestia né angelo, ma una creatura degenere, un esperimento fallito. (p. 12)
  • Nell'idea dell'immortalità è racchiuso il concetto di riesame. (p. 19)
  • L'esperienza, e ancor più l'abitudine, è il fondamento di ogni cosa. (p. 31)
  • A causa della solitudine, abbiamo perduto il senso delle proporzioni. (p. 81)
  • Ogni periodo della vita si distingue per una forma di azione o di inazione, e sorge da una necessità dell'esistenza, a cui non obbediamo senza averne coscienza. (p. 113)
  • Sopportare è la prima regola di ogni comunità. (p. 122)
  • Il nostro scopo è durare. (p. 122)
  • Curioso, non sapevo di esistere. Non ci badavo. (p. 138)
  • Non oscurità, ma intensità. (p. 191)
  • Le autorità non agiscono, reagiscono. (p. 194)

L'incarico[modifica]

Incipit[modifica]

Parenti uscì dalla sua stanza gridando:
− Non date lavoro a Salfi per nessun motivo. Neanche una lettera di poche righe da copiare. Quante volte devo dirlo.
Andava per il corridoio e sventolava un foglio:
− Guarda un po' che inesattezza, che pasticcio. Chi gli ha fatto copiare questa lettera?
Procedeva a passi lunghi e veloci, con i baffetti irti; l'addome sbonzolava, gli occhi folleggiavano.
Piombò in segreteria:
− Non possiamo fidarci di Salfi: in un modo o nell'altro sbaglia. Incredibile in quanti modi sbagli.

Citazioni[modifica]

  • L'intelligenza non è mai astratta. (p. 14)
  • C'è qualcosa di meccanico in noi. (p. 30)
  • Lo avevano colpito i suoi occhi di un celeste denso, ipnotico; ma l'intensità era in parte conseguenza della miopia, e quindi fissità; e dal concetto di fissità a quello di limitatezza e d'inerzia, il passaggio era facile e quasi ovvio. (p. 46)
  • Si cerca di vivere a ogni costo e con ogni mezzo. (p. 73)
  • Perché questa tenacia nella lotta? (p. 123)
  • Non sentiva nulla; non poteva più. Le sensazioni erano monche; e tutte ripudiabili. (p. 146)
  • Non esce dal suo io: il suo animo si estende e si allarga da per tutto; e si frappone tra lui o le cose, tra lui e gli altri. Quando cerca la realtà, ritrova se stesso, o trova il nulla. (p. 148)
  • Le cose si affermavano con durezza. (p. 166)
  • L'uomo è sempre sincero, soprattutto quando mente. (p. 180)

Incipit di alcune opere[modifica]

Domanda di prestito[modifica]

Il sindaco di P. scriveva in un librone, e aveva il sorriso di mistica letizia sulle labbra. L'assessore anziano Bosco alzò gli occhi dal giornale:
− Stefano, hai letto l'articolo di padre M.?
− Sì, l'ho visto.
− È molto bello.
− È scritto da Padre M.
− Già; è pieno di entusiasmo; fa l'elogio di questo comune e della tua opera. Ascolta. − E Bosco lesse ad alta voce: «P. è la città degli uomini e per gli uomini, dove si attua senza sforzo, allegramente, il rinnovato accordo dell'uomo con Dio».
Entrò Mulé, il factotum, e diede al sindaco una lettera:
− L'abbiamo ricevuta ora.
Il sindaco la guardò:
− Arriva il nuovo segretario.
− Finalmente − disse Goretti, l'assessore aggiunto. − Come si chiama?
− Falchi. Luigi Falchi.
− Nome e cognome da sciagurato − Bosco deplorò.

L'erede del Beato[modifica]

Andrea si preparava all'esame d'ammissione alla Scuola ufficiali, quando il suo reggimento ebbe l'ordine di partire per la capitale, ove si sarebbe svolta una rivista in onore di Guglielmo II. Prima della partenza ci fu molta agitazione e un fervore di preparativi: il colonnello era teso d'ansia e d'ambascia, gli ufficiali ammattivano; ogni giorno si facevano prove, i soldati dovevano sfilare e manovrare impeccabilmente.

Bibliografia[modifica]

  • Angelo Fiore, Un caso di Coscienza, Lerici, 1963.
  • Angelo Fiore, Il supplente, Vallecchi, 1964.
  • Angelo Fiore, Il lavoratore, Vallecchi, 1966.
  • Angelo Fiore, L'incarico, Vallecchi, 1969.
  • Angelo Fiore, Domanda di prestito, Vallecchi 1976.
  • Angelo Fiore, L'erede del Beato, Rusconi, 1981.

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]