Antonio Segni

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Antonio Segni

Antonio Segni (1891 – 1972), politico italiano, 4º Presidente della Repubblica Italiana.

Citazioni di Antonio Segni[modifica]

Dal discorso di Insediamento del Governo Segni I alla Camera dei Deputati, 13 luglio 1955

Stenografico originale pubblicato nell'Archivio della Camera dei Deputati, Roma, 13 luglio 1955.

  • Signor Presidente, onorevoli colleghi, la gravita dei problemi, che incombono sul nostro paese, e le difficoltà obiettive, che si incontrano nella loro soluzione e che non sono rimaste inavvertite dal Governo, che si presenta al giudizio del Parlamento, mi porterebbero ad una troppo lunga e ambiziosa esposizione, se avessi la presunzione di volerli risolvere tutti, e non fossi conscio della limitazione dei mezzi a disposizione, e solo incoraggiato nel mio compito dalla fiducia che nella valutazione del nostro sforzo si vorrà tenere conto anche della buona fede con la quale viene compiuto.
  • Un programma non può valutarsi per le soluzioni particolari, ma per i principi che lo ispirano, nella valutazione degli interessi supremi della nazione.
  • La base indispensabile di ogni ordinamento sociale è il diritto, dalla cui completezza, certezza ed osservanza dipende l'ordinato volgersi della vita sociale, il progresso civile ed economico di essa.
  • Tra le attività, che lo Stato esplica per il bene comune, assume certo particolare importanza quella educativa. Dalla scuola materna all'università milioni di bambini, adolescenti, giovani frequentano la scuola dello Stato, al cui perfezionamento tecnico, al ravvivamento degli indirizzi si è in questi anni molto lavorato e ancora devesi lavorare, specie per migliorare ed estendere l'insegnamento professionale, valido strumento di miglioramento sociale.
  • A questo punto, non esito ad affermare che tanto l'alleanza atlantica quanto l'Unione europea occidentale non solo non impediscono in alcun modo una politica distensiva, ma contribuiscono a realizzarla.
  • L'umanità è oggi oppressa dall'angoscia della propria possibile distruzione e insieme è ricca di una nuova speranza. L'energia termo-nucleare, caduta sotto il controllo degli uomini e che può essere utilizzata sia per fini distruttivi sia per fini pacifici e produttivi, è la causa di questa nuova condizione umana.
  • Gli uomini del Governo non hanno ambizioni da soddisfare, ma solo un preciso dovere di coscienza da compiere: contribuire ad assicurare al popolo italiano, a questo grande popolo di lavoratori, i beni essenziali della convivenza civile, ai quali esso aspira: la giustizia, la libertà, il lavoro, la pace!

Dal discorso di Insediamento del Governo Segni II alla Camera dei Deputati, 24 febbraio 1959

Stenografico originale pubblicato nell'Archivio della Camera dei Deputati, Roma, 24 febbraio 1959.

  • Assicureremo, con tutti i mezzi legittimi, che la libertà democratica sia difesa, che i cittadini siano tutelati nell'esercizio delle loro libertà, che sia assolutamente garantita la integrità dello Stato italiano.
  • Bene applicare le leggi e bene amministrare sono i cardini di una società che vuol progredire, e noi ci impegniamo a rispettare e a far rispettare questi principi.
  • Fondamento di ogni società è la giustizia.
  • Premessa della ricostruzione e del successivo balzo innanzi era stata la fermezza di tutti i governi nel difendere la stabilità monetaria, condizione della quale è l'equilibrio del bilancio. Questo impegno politico, ed insieme d'onore, verso il popolo italiano e le classi lavoratrici particolarmente (perché la svalutazione è il ladro che riduce i redditi dei lavoratori), è riaffermato anche da questo Governo.
  • Dovrebbero essere noti i compiti dell'impresa di Stato e dell'impresa privata, ma per ricordarli e precisarli non trovo parole più adatte di quelle che, nel presentare lo schema, diceva Vanoni affermando che l'azione pubblica deve conservare la sua funzione di stimolo e, se occorre, di base dell'azione privata. Egli dichiarava che "il compito più impegnativo resta nella misura più alta possibile alla iniziativa privata, rettamente orientata a realizzare, col proprio benessere, il benessere della società nazionale".
  • Altri problemi incombono, ma il tempo impone di non trattarli; essi sono però a noi presenti, a noi che diamo la nostra opera affinché la nostra Italia avanzi sempre.

Dal discorso di Insediamento del Presidente della Repubblica alle Camere, 11 maggio 1962

Testo originale pubblicato nell'Archivio della Presidenza della Repubblica, Roma, 11 maggio 1962.

  • Mentre vi parlo ho davanti a me il popolo italiano con le sue ansie e le sue speranze, coloro che vivono ed operano nei confini della patria e quanti al di là dei monti e dei mari serbano nel loro cuore gelosamente l'immagine della nostra terra.
  • L'Italia ha dato e, a mio avviso, continuerà a dare la sua opera efficace al proseguimento di una unità europea effettiva, sviluppando i germi essenziali di una comunità politica che sono contenuti nei trattati di Roma.
  • È in questa direzione che si svolge la storia e progredisce l'umanità: i nuovi legami che si stanno per contrarre in Europa significheranno il superamento definitivo di antichi, sterili antagonismi e un concreto efficace contributo alla pace, aspirazione suprema di tutti i popoli, e alla libertà. A questo nuova organizzazione dell'Europa tendono i tempi nuovi; per essa anche io ho lavorato con fede, a fini di progresso e di pace: ed io auspico che alla sua realizzazione si diriga l'impegno del Governo, del Parlamento e di tutto il popolo italiano.
  • Il popolo italiano, vivendo in un territorio scarsamente dotato di risorse naturali, ha però una grande ricchezza: l'intelligenza e il lavoro degli italiani.
  • Ma ogni opera di Governo, seppur provvida, sarebbe vana ove non fosse accolta da ogni cittadino come opera di giustizia.
  • Mi sia consentita una ultima espressione: quella del profondo mio rimpianto di lasciare quest'aula, dove nell'Assemblea Costituente e sin dall'inizio del Parlamento della Repubblica ho servito quelli che sono gli ideali di tutta la mia vita: democrazia, libertà, giustizia e ordinato progresso.

Citazioni su Antonio Segni[modifica]

  • Segni non ha abbastanza salute per assumere responsabilità di governo, ma ne ha troppa per rinunciarvi. (Alcide De Gasperi)

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