Angelo Branduardi

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Angelo Branduardi

Angelo Branduardi (1950 – vivente), cantautore, violinista e chitarrista italiano.

Citazioni di Angelo Branduardi[modifica]

  • Ende, dopo l'insoddisfazione per la versione de La storia infinita, ha voluto mettere il naso direttamente nel film, ed è stato proprio lui a volere le mie musiche. (citato in Cercando l'oro)
  • Fabrizio lo conoscevo bene, ci siamo sempre stimati, anche se frequentavamo ambienti molto diversi. Lui era figlio di uno degli uomini più ricchi di Genova, io di uno dei più poveri. Non c'è mai stato modo di fare qualcosa insieme. [...] Anche se musicalmente c'è troppo Brassens per chi Brassens lo conosce, credo che La buona novella sia il disco più bello mai fatto in Italia.[1]
  • La musica è guardare oltre una porta chiusa, perdere il senso del tempo e dello spazio. Togliere certezze ritmiche e armoniche.[1]
  • [...] Maria Carta ridona alla musica il suo potere esorcizzante e, ricreando il magico ponte tra il musicista-stregone ed il suo auditorio, ancora una volta allontana il buio che ci fa paura.[2]
  • Momo volevo davvero farlo, sapevo che sarei riuscito benissimo. In realtà la colonna sonora doveva farla Giorgio Moroder, e quindi avevo pochissime possibilità di riuscita, poi è stato proprio Hohannes Schaaf a scegliere me, e a preferirmi. Io ho detto grazie e mi sono messo a lavorare in maniera pazzesca, quasi un anno, un lavoro enorme: pensa, su un'ora e quarantacinque di film ci sono cinquantacinque minuti di musica. E lì, come si dice, ho fatto le nottate, ho veramente cercato di dare il massimo. (citato in Cercando l'oro)
  • Noi a Genova abitavamo nel quartiere pittoresco dell'angiporto – cioè contrabbandieri e prostitute – e non eravamo di certo una famiglia ricca. [...] Mia madre non ha mai chiuso la porta di casa a chiave, nonostante sotto di noi ci fossero due fratelli che entravano e uscivano dalla galera.[3]
  • Vivo immerso nel verde, circondato di bella gente, e mi piace definire la Valcuvia il mio piccolo Canada.[4]

Citazioni tratte da canzoni[modifica]

La luna[modifica]

Etichetta: RCA Italiana, 1975, prodotto da Mario Gennari.

  • Mi piace spettinato camminare | col capo sulle spalle come un lume, | così mi diverto a rischiarare | il vostro autunno senza piume. (da Confessioni di un malandrino[5], n. 7)
  • Mi piace che mi grandini sul viso | la fitta sassaiola dell'ingiuria. | Mi agguanto solo per sentirmi vivo | al guscio della mia capigliatura.[6] (da Confessioni di un malandrino[5], n. 7)
  • Mi son cari i miei furti di monello | quando rubavo in casa un po' di pane, | e si mangiava come due fratelli, | una briciola l'uomo ed una il cane. (da Confessioni di un malandrino[5], n. 7)
  • Io non sono cambiato, | il cuore ed i pensieri son gli stessi | sul tappeto magnifico dei versi | voglio dirvi qualcosa che vi tocchi.[6] (da Confessioni di un malandrino[5], n. 7)

Alla fiera dell'est[modifica]

Etichetta: Polydor, 1976, prodotto da Angelo Branduardi, Maurizio Fabrizio e David Zard.

  • Alla fiera dell'est | per due soldi | un topolino mio padre comprò. | E venne il gatto | che si mangiò il topo | che al mercato mio padre comprò. (da Alla fiera dell'est[7], n. 1)
  • E fu così che col cuore in gola | un agguato al daino io tendevo | ed invece venne il cervo | che davanti a me si fermò. | «Piango il mio destino, | io presto morirò | ed in dono allora | a te io offrirò | queste ampie corna, | mio buon signore, | dalle mie orecchie | tu potrai bere, | un chiaro specchio | sarà per te il mio occhio, | con il mio pelo | pennelli ti farai | e se la mia carne cibo ti sarà, | la mia pelle ti riscalderà | e sarà il mio fegato | che coraggio ti darà». (da Il dono del cervo[8], n. 6)

La pulce d'acqua[modifica]

Etichetta: Polydor, 1977.

  • È la pulce d'acqua | che l'ombra ti rubò | e tu ora sei malato | e la mosca d'autunno | che hai schiacciato | non ti perdonerà. | Sull'acqua del ruscello forse tu | troppo ti sei chinato, | tu chiami la tua ombra, ma | lei non ritornerà. (da La pulce d'acqua[8], n. 6)
  • È la pulce d'acqua | che l'ombra ti rubò | e tu ora sei malato | e la serpe verde | che hai schiacciato | non ti perdonerà. | E allora devi a lungo cantare | per farti perdonare | e la pulce d'acqua, che lo sa | l'ombra ti renderà. (da La pulce d'acqua[8], n. 6)

Cogli la prima mela[modifica]

Etichetta: Polydor, 1979, prodotto da Dory Zard, David Zard, Angelo Branduardi.

  • Danzala la vita tua | al ritmo del tempo che va | ridila la tua allegria | cogli la prima mela... (da Cogli la prima mela[8], n. 1)
  • Donna sei luce, donna sei cenere | donna sei ansia, donna sei danza | e a volte nuvola sei... (da Donna ti voglio cantare[8], n. 4)

Domenica e lunedì[modifica]

Etichetta: Emi, 1994.

  • No, non perdetelo il tempo ragazzi, non è poi tanto quanto si crede; | non è da tutti catturare la vita, non disprezzate chi non ce la fa. | Vanno le nuvole coi giorni di ieri, guardale bene e saprai chi eri; | è così fragile la giovinezza, non consumatela nella tristezza. | Dopo domenica è lunedì... (da Domenica e lunedì[8], n. 1)
  • Non ascoltare, aspetta | non ascoltare più, | piede che sfiora l'erba | più non ritornerà, | ma la tua gola ride: | solo mon Dieu, mon Roi. | Cantano le voci chiuse dentro te: | "Una contadina darà il trono a un re!" (da Giovanna D'Arco[9], n. 3)
  • Una tua ruga | bella di stanchezza | di più m'intriga | della giovinezza. (da La donna della sera[10], n. 6)
  • Tutto quel gran mare di gioventù | non vale il letto che riscaldi tu. (da La donna della sera[10], n. 6)
  • Nell'istante più importante, | sulla soglia della vita, | ogni spirito è diviso | e si deve ritrovare. | E quell'urlo in cui si è nati | è già il nome da cercare | per poi essere completi | ed insieme camminare. (da C'è una sala in Paradiso[11], n. 9)

Il dito e la luna[modifica]

Etichetta: Emi, 1998, prodotto da Angelo Branduardi.

  • C'è una luce che luna non è | in un buio che notte non è | e una voce che voce non è | che non parla ma parla di me. (da Il giocatore di biliardo[12], n. 1)
  • Ed il gioco si porta via | rotolando la vita mia. (da Il giocatore di biliardo[12], n. 1)
  • Ecco perché si trattiene il fiato | finché si resta giù | e per sempre vuol dire mai più. (da Il giocatore di biliardo[12], n. 1)
  • Per ogni matematico | c'è un senso d'infinito | nel dar la caccia ai numeri | già sfuggenti di per sé | c'è un sogno pitagorico | che a me non è servito | adesso che | nel due per tre | so cosa sei per me. (da Per ogni matematico[12], n. 5)

Note[modifica]

  1. a b Citato in Angelo Carotenuto, Branduardi si racconta: "Volevo suonare il pianoforte, poi mi mostrarono un violino...", Repubblica.it, 9 marzo 2014.
  2. Dalla presentazione dell'Album "Umbras", 1978. Citato in Musica: È morta Maria Carta (3), adnkronos.com, 22 settembre 1994.
  3. Da un'intervista rilasciata nel dicembre 2010 per la trasmissione televisiva Visioni private, Rai Storia, 26 marzo 2011; citato in Alberto Nocerino (a cura di), Genova canta il tuo canto, Editrice ZONA, Lavagna (GE), 2015, p. 95. ISBN 978-88-6438-574-7
  4. Citato in "La Valcuvia è il mio Canada..." E Branduardi non si è spostato più, ilgiorno.it, 17 marzo 2022.
  5. a b c d Il testo è frutto di una traduzione e adattamento dello slavista Renato Poggioli di una poesia del 1920 del poeta russo Sergej Aleksandrovič Esenin, intitolata Confessioni di un teppista.
  6. a b Questa strofa della canzone venne campionata da Caparezza per la canzone La fitta sassaiola dell'ingiuria, traccia n. 9 dell'album ?! (2000).
  7. Liberamente tratta da un canto pasquale ebraico.
  8. a b c d e f Testo di Luisa Zappa e Angelo Branduardi.
  9. Testo di Paola Pallottino e Angelo Branduardi.
  10. a b Testo di Roberto Vecchioni e Angelo Branduardi.
  11. Testo di Eugenio Finardi e Angelo Branduardi.
  12. a b c d Testo di Giorgio Faletti e Angelo Branduardi.

Bibliografia[modifica]

Filmografia[modifica]

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]

Collegamenti esterni[modifica]