Costantino I
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Flavio Valerio Costantino, conosciuto anche come Costantino I e Costantino il Grande (274 – 337), imperatore romano.
Citazioni di Costantino I
[modifica]- Liberiamo la nostra vita dagli errori e, con l'aiuto della misericordia di Dio, dirigiamola sulla retta via.[1]
Citazioni su Costantino I
[modifica]- Buon politico e ignorante teologo, Costantino credette l'arianesimo niente più che una differenza esteriore, laonde comandò il silenzio: agli uni disse Avete fatto male a tirar in campo una questione irresolubile; agli altri Avete fatto male col pretendere di risolverla; sono punti speculativi da lasciar da banda; non molestatevi l'un l'altro, ma vivete in armonia. (Cesare Cantù)
- Costantino fu uno strano e complesso personaggio. Faceva gran scialo di fervore cristiano, ma nei suoi rapporti di famiglia non si mostrò molto ossequente ai precetti di Gesù. Mandò sua madre Elena a Gerusalemme per distruggere il tempio di Afrodite che gli empi governatori romani avevano elevato sulla tomba del Redentore, dove, secondo Eusebio, fu ritrovata la croce su cui era stato suppliziato. Ma subito dopo mise a morte sua moglie, suo figlio e suo nipote. (Indro Montanelli)
- Costantino non fu mai un vero galileo, si servì semplicemente dei galilei per estendere il suo dominio sul mondo. Era un soldato di mestiere, di scarsa cultura, che se ne infischiava altamente della filosofia, sebbene, per non so quale gusto perverso, provasse una enorme soddisfazione alle dispute dottrinarie; le folli diatribe dei vescovi lo affascinavano. (Gore Vidal)
- Costantino non fu responsabile del trionfo del cristianesimo. Quando salì sul trono, la crescita del cristianesimo aveva già assunto le proporzioni di un’ondata di marea con andamento esponenziale. Semmai, il cristianesimo ebbe un ruolo importante nel trionfo di Costantino, fornendogli un solido e ben organizzato sostegno urbano. E anche se per molto tempo gli storici hanno scritto di aspre rimostranze da parte dei pagani contro l’appoggio dato da Costantino al cristianesimo, gli studiosi moderni più preparati concordano sul fatto che di queste proteste non c’è alcuna prova e suggeriscono che persino i pagani più direttamente coinvolti considerassero i favori, concessi da Costantino alla Chiesa, «un male tollerabile». E potevano ben farlo, dato che Costantino non mise fuori legge il paganesimo né giustificò le persecuzioni contro i non cristiani. In effetti, anche se finanziò e diede una posizione ufficiale alla Chiesa cristiana, continuò a elargire finanziamenti ai templi pagani. (Rodney Stark)
- Dall'esempio di mio zio, l'imperatore Costantino detto il Grande, che morì quando avevo sei anni, ho imparato che è pericoloso prendere le parti dei galilei, a qualunque fazione appartengano, perché vogliono soffocare e distruggere le cose veramente sante. Non ricordo quasi nulla di Costantino, sebbene un giorno mi abbiano presentato a lui, nel palazzo sacro. Rivedo, vagamente, un gigante molto profumato, che indossava una veste rigida, tempestata di gioielli. Mio fratello Gallo diceva sempre che avevo tentato di strappargli la parrucca. Ma Gallo aveva un umorismo crudele e dubito molto che la storia sia vera. Se avessi veramente tirato la parrucca all'imperatore non mi sarei fatto voler bene, perché era vanitoso come una donna: lo riconoscono perfino i suoi ammiratori galilei. (Gore Vidal)
- È vero che ancora rimangono insoluti molti problemi sulle convinzioni religiose e politiche di Costantino; in particolare alcuni suoi atteggiamenti neoplatonici e gnostici richiedono un esame più approfondito. Credo, però, che si possa considerare acquisito il fatto che Costantino, a suo tempo e luogo, decise il conflitto religioso in favore del monoteismo cristiano. (Joseph Vogt)
- Gli orribili spettacoli di tanti schiavi divorati dalle bestie feroci, la morte dell'innocente suo figlio, quella di sua moglie, la cui punizione troppo precipitosa prese le sembianze dell'ingiustzia, dimostrano che il sangue dei barbari scorreva tuttavia nelle sue vene, e che s'egli era buono e clemente per carattere, diveniva duro e spietato per impetuosità. (Charles Le Beau)
- Il ruolo di Costantino nella storia del Cristianesimo può essere paragonato a quello di Ashoka nella storia del Buddhismo. Entrambi agirono tre secoli dopo il loro maestro, ed entrambi trasformarono una religione indifferente alla politica ed anche all'ordine sociale in una religione di stato. [...] Mentre, però, Ashoka predicò e praticò la non-violenza e la tolleranza religiosa, Costantino si impegnò, appena ebbe conquistato il trono, ad estirpare due eresie. (Joseph Campbell)
- Le indicazioni più esplicite e positive che si abbiano sui sentimenti di Costantino per la propria famiglia sono quelle che testimoniano il suo rispetto per i genitori: propose suo padre Costanzo (un membro leale della Tetrarchia) come modello di imperatore e rimase sempre devoto alla madre Elena, che aveva dovuto cedere il suo posto al fianco di Costanzo alla rivale aristocratica Teodora poco dopo la nascita di Costantino, ma che più tardi riprese con grande dignità il suo rango come compagna del figlio. (Joseph Vogt)
- Nato e cresciuto nel centro di quell'Impero che governò per 31 anni, l'Imperatore Costantino ha nel corso della propria esistenza viaggiato attraverso il mondo allora conosciuto, scoprendo le diversità tra le culture, le lingue e le regole sociali dei popoli, giungendo a comprendere come l'esistenza di diversi credi e culture all'interno del territorio imperiale di allora rappresentasse non una minaccia da contrastare o un fenomeno da perseguitare, ma una ricchezza da difendere, valorizzare e trasfondere nell'enunciazione di principi universalmente riconoscibili, accettati e rispettati da tutti i cittadini. (Emma Bonino)
- Partendo dall'assunto che la Chiesa è la confutazione dell'Impero, egli [Pierre Klossowski] denuncia il travestirsi dell'Impero in Chiesa «trionfante»: «Cesare in effetti non è ancora l'Anticristo; solo dopo che Cristo si sarà rivelato al mondo, Cesare "con l'anima di Cristo" diventerà l'Anticristo». Così, lo In hoc signo vinces di Costantino è ciò attraverso cui si realizza «l'eresia» che trasforma la comunità cristiana in Impero [...]. (Denis Hollier)
- Se lo si confronta con Augusto, si scorgerà che mandò in rovina la idolatria con quelle stesse precauzioni e con quello stesso accorgimento che l'altro adoperò per distruggere la libertà. Fondò, siccome Augusto, un nuovo impero, ma meno abile e meno politico, non seppe renderlo ugualmente solido; debilitò il corpo dello stato, aggiungendovi in qualche maniera una seconda testa colla fondazione di Costantinopoli; e trasportando il centro del movimento e delle forze troppo da vicino alla estremità orientale, lasciò senza calore e pressoché senza vita le parti dell'occidente, che divennero la preda dei barbari. (Charles Le Beau)
Note
[modifica]- ↑ Dalla Lettera ai vescovi di Numidia; citato in AA.VV., Il libro della legge, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2021, p. 46. ISBN 9788858029596
Voci correlate
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