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Dear White People (serie televisiva)

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Dear White People

Serie TV

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Titolo originale

Dear White People

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno

2017

Genere commedia, satira
Stagioni 1
Episodi 10
Ideatore Justin Simien
Rete televisiva Netflix
Interpreti e personaggi
  • Brandon P. Bell: Troy Fairbanks
  • Logan Browning: Samantha White
  • Antoinette Robertson: Coco Conners
  • DeRon Horton: Lionel Higgins
  • John Patrick Amedori: Gabe
  • Ashley Blaine Featherson: Joelle Brooks
Doppiatori originali

Dear White People, serie televisiva statunitense.


Citazioni in ordine temporale.

"Il paradosso dell'istruzione: quando si diventa consapevoli si esamina la società nella quale si riceve l'istruzione." James Baldwin

"The paradox of education is precisely this: that as one begins to become conscious one begins to examine the society in which he is being educated." James Baldwin[1]

Ah, l'università di Winchester. Salve. Gli autori affideranno alla mia voce esotica ma rassicurante il compito di spiegarvi quello che sono troppo pigri per esporre in modo tradizionale. Il semestre è iniziato da due mesi e la nona università tra le otto migliori del paese pullula di futuri campioni e presidenti, di coloro che inventeranno il prossimo Facebook e di studenti costretti in foto di gruppo. Una delle case studentesche più note prende il nome dal proprio giornale umoristico Pastiche. I suoi membri hanno lasciato il segno come scrittori satirici, autori televisivi e più recentemente come ideatori del blackface party. Oh, guardate, una Serena Williams! Invece lei è davvero di colore. E questa sarebbe Nicki Minaj? Non saprei. Ecco altre facce colorate. I ragazzi bianchi adorano il trucco blackface. Controllate su Google. E se non l'aveste notato, in questo party c'è più di quello che salta all'occhio. (Narratore) [voce fuori campo]

Capitolo 1

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  • Per me il McRib è stato creato negli anni '80 dai repubblicani per distruggere la comunità nera. Come il crack e Jerry Springer. (Samantha)
  • Dopo tutti i grandi discorsi che hai fatto per la gente non sei birazziale, sei solo nera. (Joelle) [a Samantha]
  • Sembra il bravo ragazzo bianco delle pubblicità. (Joelle) [parlando di Gabe]
He looks like the white dude in the picture that comes with the frame.
  • Miei carissimi bianchi... Wow! Ecco come ci si sente, eh? E non dubito che sentirsi ridotti a stereotipi basati su motivazioni razziali rappresenti un'esperienza nuova e devastante per alcuni di voi, ma c'è una differenza: le mie battute non provocano un tremendo numero di arresti tra i vostri giovani, ne rendono pericoloso per voi passeggiare nel vostro stesso quartiere. Le vostre invece sì. Quando ci deridete, oppure ci umiliate, rafforzate un sistema già esistente... perché quando un poliziotto punta il suo fucile contro un uomo di colore, non vede mai un essere umano, ma una caricatura o un criminale. Un negro, un negro, un negro! Perciò no, non avete il diritto di indossare dei costumi di Halloween con appiccate sopra le nostre facce e chiamarla "ironia" o "ignoranza". Non potete più! (Sam)

Capitolo 2

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  • Ah, la festa discriminante razzista: da tempo immemore uno dei capisaldi delle istituzioni dei bianchi. Un'opportunità per la maggioranza di celebrare le comunità emarginate rafforzando i molti stereotipi che da sempre le opprimono. (Narratore) [voce fuori campo]
  • Silvio: Non sei solo di colore, tu sei un gay di colore. Gli episodi di omofobia sono frequenti tanto alla Armstrong-Parker quanto al Pastiche. Dove sarebbe il conflitto tra queste due identità?
    Lionel: No, scusa, ehm... "gay"?
    Silvio: Oh, mi dispiace. Sei etero?
    Lionel: Io... proprio non mi sento rappresentato da certe etichette.
    Silvio: Le etichette sono quelle che impediscono alle persone di bersi la candeggina. Personalmente sono un messicano-italiano gay con una passione per i lecca-lecca.
  • Be', vede, l'account Facebook di Pastiche era molto accessibile: la password era "Pastiche". (Rettore)
  • Non sono mai bastate le parole nella lotta per i diritti civili. Sono stati gli anarchici, provocando la polizia, venendo attaccati con gli idranti, che sono riusciti a suscitare l'interesse della stampa. L'invito a quella festa, chiunque l'abbia mandato, avrebbe dovuto provocare derisione e indignazione, invece si sono presentate più di cento persone con le loro facce da culo e così facendo hanno mostrato quest'istituzione, che si dichiara post-razziale, esattamente per quello che è. (Sam)
  • La gente può farsene quello che vuole della verità. Noi possiamo solo riportarla. (Silvio)
  • La pazzia è ereditaria: puoi prenderla dai tuoi bambini.
Insanity is hereditary; you get it from your children.[2] (Scritta sulla T-shirt di Lionel)
  • Troy: Allora, che mi racconti? Hai trovato una ragazza?
    Lionel: Troy... io sono gay. Chissà perché è così difficile da dire. L'ho sempre saputo. [...] Mi piacciono i ragazzi.
    Troy: Oh... Forte, ora...
    Lionel: La vagina è come un'opera d'arte in un museo. Si può guardare, ma non toccare.
    Troy: Siamo d'accordo sul non essere d'accordo. Ora devo occuparmi di queste punte ribelli. Si sa, siete pignoli da far schifo voialtri.
    Lionel: Io non sono così.
    Troy: Naa... Tu sei unico. Chiunque lo può vedere. [coming out]

Note

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  1. Cfr. A Talk to Teachers, The Saturday Reviewer, 21 dicembre 1963.
  2. Citazione attribuita a Sam Levenson.

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