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Don Abbondio

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L'incontro tra don Abbondio e i bravi in un'illustrazione di Francesco Gonin tratta dall'edizione del 1840 de I promessi sposi

Don Abbondio, personaggio del romanzo I promessi sposi di Alessandro Manzoni

Citazioni di don Abbondio

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  • Carneade! questo nome mi par bene d'averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?
  • I colpi cascano sempre all'ingiù; i cenci vanno all'aria.
  • Il coraggio uno non se lo può dare.

Citazioni su don Abbondio

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  • Don Abbondio. Personaggio di tragico umore, povera animula prigioniera nella cruna di un secolo di ferro. O còmpiti, passeggiando, il breviario; o conti berlinghe; o legga di misteriosi Carneadi; o bruci, «stoppino umido», alla vampa d'una grande torcia; sempre Don Abbondio offre l'immagine di una quiete in bilico, d'un idillio timido dei nervi su cui sta per schioccare l'imprevisto colpo di frusta della paura: paziente e martire d'un vangelo del mondo che l'autore, mentre lo rifiuta, accompagna con un sorriso serio. Come chi (c'è bisogno di aggiungerlo?), in un angolo buio di sé, almeno una volta, se n'è sentito tentare. (Gesualdo Bufalino)
  • Quando Don Abbondio incontra i bravi, deve passare sul cadavere del racconto dei bravi – di che si saran parlati andando a quel bivio? – e il cadavere del racconto che voleva nascere attorno a quel tabernacolo dipinto d'anime purganti [...]. (Giorgio Manganelli)
  • Per l'"errore" di don Abbondio, Manzoni ha umana comprensione. Quando Federico Borromeo arringa il confuso e ammutolito curato sul coraggio intrepido dell'esercizio pastorale, sul «timore» e sull'«amore» che esso comporta, Manzoni si fa partecipe delle realistiche «ragioni» del pavido di fronte alla facile magniloquenza di un "santo" [...]. La pusillanimità di don Abbondio, è una «debolezza della carne», per Federico Borromeo; che ad essa oppone la virtù di «fortezza». (Salvatore Silvano Nigro)
  • [Sulla frase di Alessandro Manzoni nei Promessi sposi «Il coraggio, uno non se lo può dare»] Questa confessione è un così fedele e compiuto ritratto di Don Abbondio, circoscrive così bene l'angustia invincibile del suo spirito, svela una tale penosa coscienza della sua natura e una tale rassegnazione a non saperla mai varcare, che in questo momento il nostro giudizio tace. (Attilio Momigliano)

Voci correlate

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