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Renzo Tramaglino

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Renzo porta i capponi all'Azzecca-garbugli (Francesco Gonin, 1840)

Lorenzo Tramaglino, detto Renzo, coprotagonista del romanzo I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

Citazioni di Renzo Tramaglino

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Citazioni su Renzo Tramaglino

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  • Renzo è una proiezione nostalgica del Manzoni, una figura di figlio-padre quale egli non è mai stato né mai avrebbe potuto essere: una possibilità perduta per sempre nel mondo. Renzo è il simbolo della salute e dell'integrità. Questo amore per la gioventù solida e ben piantata di Renzo, ragazzo senza problemi, fa sì che il rapporto tra il Manzoni e il suo personaggio sia sempre poetico: le pagine in cui il Manzoni parla di Renzo traspaiono sul reale, si confondono col reale, hanno l'assolutezza del reale, e anche la sua sostanziale leggerezza. (Pier Paolo Pasolini)
  • Felicità. Cos'è la felicità, per Renzo Tramaglino? Si tenti l'avventura di entrare nel suo romanzo. Non in quello che uno scrittore di nome Alessandro Manzoni dice di trascrivere e riscrivere. Ma in quello autobiografico che, all'interno del romanzo manzoniano, Renzo ama raccontare a se stesso. E agli altri, incontenibile. E, fra essi, all'anonimo romanzatore: suo improvvisato e incontrollabile segretario, nell'occasione. La propensione narrativa di Renzo imbocca dapprima, «nella sua fantasia», la strada di un romanzo precocemente operaio; ma poi l'abbandona, per assecondare un più disponibile e idillico romanzo familiare [...].
  • Fra Cristoforo crede di aiutare i giovani promessi, costretti alla fuga dal borgo, con due lettere di presentazione. Li spedisce in due conventi, a Monza e a Milano. E finisce per consegnarli, sprovveduti, a due sconvolgenti romanzi: Lucia inciampa nelle trame di sangue della Monaca e dell'innominato; e nell'allegra follia di una «coppia d'alto affare» (don Ferrante e donna Prassede); Renzo si dissipa, tra strade e osterie, nel «grosse Welt della storia»: da Milano a Bergamo, andata-ritorno-andata, via carestia e peste [...].
  • Ma se Renzo ha imparato e continua a imparare, nulla ha imparato e nulla può imparare Lucia; per lei la verità sapienziale non è una conquista, è una dote da trasmettere. Ma se Renzo era andato di parole, temperamentoso e affettatuzzo: troppo alla propria esperienza attribuendo. In una vana persuasione d'orgoglio, aveva creduto che il suo decalogo di quietitudine poggiasse sul granito; e fosse un «monumento» di conclusiva saggezza. Fu l'ultima sua mattería; quasi una fanfaronata, spiantata e scavezzata dall'umile rigore di Lucia. Ché ogni appoggio è dirupante nel ritmo vicissitudinale della storia: della storia vera e di quella supposta, che si svolge e nuovamente s'involge; e insolentisce, inconcludibile.

Voci correlate

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