Federica Onori
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Federica Onori (1988 – vivente), politica italiana.
Intervista di Massimiliano Coccia, Linkiesta.it, 27 agosto 2024.
- Sono stata nel gruppo dei Cinquestelle alla Camera per poco più di un anno e per buona parte del tempo con il ruolo di capogruppo in Commissione Esteri. Ma dopo un anno e tre mesi di legislatura ho capito che non era più possibile per me rimanere nel gruppo. La distanza su diversi temi della politica estera e comunitaria dalla guerra russa in Ucraina, al Mes, alla difesa del Paese, era diventata incolmabile.
- Per chi non lo ricordasse, anche se è tutto sulla stampa, durante la pandemia Conte aveva preso accordi al telefono direttamente con Putin, stranamente senza passare per il Consiglio dei Ministri, per far arrivare in Italia un contingente russo comprendente medici ma soprattutto militari. Dico soprattutto perché si seppe solo dopo che i medici erano solamente circa il trenta percento e che il restante del contingente fosse invece costituito di militari. Conte ha dichiarato che serviva per aiutare l’Italia nel momento più difficile della pandemia. Ma non è ancora chiaro perché allora i russi insistevano cosi tanto per andare, ad esempio, in Puglia dove il virus praticamente non c’era, ma in compenso c’è ad Amendola, in provincia di Foggia, il più grande aeroporto militare d’Italia, dov’è di stanza il 32.mo stormo con le macchine tecnologicamente più avanzate, ovvero gli F-35.
- Le parole di Nicolai Lilin in cui nella pratica si trova a minacciare di nostri i nostri giornalisti, tra l’altro con modi e toni mafiosi, sono a dir poco vergognose. Presenteremo interrogazioni parlamentari su questa vicenda e non lasceremo che passi inosservata. Ma vergognoso è anche il fatto che questo personaggio sia stato invitato per anni in importanti salotti televisivi a parlare della guerra russa in Ucraina, e che abbia avuto così tanto spazio per inquinare il dibattito pubblico nel nostro Paese.
- [...] sembra che in certi ambienti, politici, ma anche e soprattutto culturali, sia sconveniente criticare troppo la Russia. Non dobbiamo dimenticare che la Russia, anche se, non soprattutto, quella di Putin, ha goduto da sempre di ottime relazioni in Italia, a sinistra come a destra. Abbiamo avuto il più grande partito comunista in Europa, e questo ha lasciato segni evidenti anche nel mondo intellettuale. D’altra parte, Berlusconi aveva un rapporto intimo con Putin, e la Lega di Salvini aveva siglato perfino un accordo di cooperazione con il partito di Putin. Importanti esponenti del M5s, inoltre, partecipavano ai congresso di Russia Unita, il partito di Putin.
- Col tempo si è fatta poi strada una posizione “pacifista”, dapprima ponendo maggiore accento sullo sforzo diplomatico e un maggior coinvolgimento del parlamento italiano, ma che poi prese sempre più le forme di una giustificazione delle azioni di Putin e di un’adesione totale ad una narrazione totalmente antioccidentale. Fino a dover prendere tristemente atto del fatto che Andrea Lucidi, definito da molte testate come tra i più prolifici diffusori della propaganda pro Cremlino in lingua italiana arrivi a rallegrarsi sui suoi canali social delle posizioni di Conte e del Movimento.
- [...] invitare in tv un personaggio come Nicolai Lilin o il professor Alessandro Orsini o presunti filosofi che parlano di “turbocapitalismo” procura solitamente dibattiti molto accesi che spesso sconfinano in veri e propri scontri tv che portano ascolti. Dall’altra parte ci sono poi certi partiti “pacifisti”, che scelgono scientemente di rompere il fronte europeo di supporto all’Ucraina – e creare una crepa in cui Putin potrà facilmente insinuarsi – perché questo può portare loro dei voti. O almeno questo è quello che dice loro la comunicazione. E in mezzo a questo rimpallo di cattivo, pessimo giornalismo e politica che cerca il facile consenso ci sono le persone. Quelle che ancora vorrebbero provare ad informarsi, che però vengono prese in giro da chi tutto ha a cuore tranne che fare in modo dignitoso il proprio lavoro e il bene del Paese.
- [...] non guardare quelle trasmissioni tv dove vengono continuamente invitati personaggi che fanno chiaramente propaganda per le dittature. La reputazione è un bene non solo etico, ma anche economico. Meno persone guarderanno queste trasmissioni, meno sponsor saranno disposti a pagare la loro pubblicità in quegli spazi televisivi.
- L’opinione pubblica italiana è tra le più ricettive e penetrabili alla propaganda russa. Siamo ad esempio tra i più inclini a giustificare le violazioni del diritto internazionale di Putin, a vedere il sostegno militare a Kyjiv come un modo per prolungare la guerra (proprio come dice Putin) piuttosto che come un giusto sostegno ad un Paese invaso militarmente oltre che ad un messaggio di deterrenza, nel caso non remoto che Putin pensasse di poter fare la stessa cosa in Georgia o in Moldova, con grande detrimento della stabilità della regione europea e del suo sviluppo economico e sociale. È come se ci fosse una forma di isolamento dagli altri grandi Paesi europei, che è innanzitutto culturale. E un Paese fondatore dell’Unione europea davvero non potrebbe permetterselo. A questo scopo credo davvero sarebbe utile incoraggiare canali tv europei che si possano vedere in chiaro. Così come promuovere una più ampia partecipazione dell’Italia a progetti come quello di Arte.Tv, una rete televisiva franco-tedesca a vocazione europea di servizio pubblico. Un canale che tratta estesamente anche temi di politica internazionale dal punto di vista delle società. Sono convinta ci farebbe molto bene.
Interventi alla Camera dei Deputati
[modifica]Dall'intervento alla seduta del 16 novembre 2022
Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 10 di mercoledì 16 novembre 2022
- Alaa Abdel Fattah, attivista anglo-egiziano, volto autorevole dell'opposizione al Presidente al-Sisi, è in stato di detenzione da circa nove anni. Per mesi ha poi portato avanti uno sciopero della fame, al quale, in concomitanza con COP27, ha aggiunto per alcuni giorni anche un rischioso sciopero della sete. [...] Per questo mi auguro vivamente che il recente incontro del Presidente Meloni con il Presidente al-Sisi non sia stato semplicemente una finestra per frasi di circostanza e foto visto che, al contrario di leader di Paesi quali Francia, Regno Unito, Germania, nonché esponenti delle Nazioni Unite, il Presidente Meloni non ha fatto alcun esplicito riferimento nelle sue dichiarazioni pubbliche al caso di Alaa Abdel Fattah.
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