Francesca Archibugi
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Francesca Archibugi (1960 – vivente), regista e sceneggiatrice italiana.
Citazioni di Francesca Archibugi
[modifica]Intervista di Maurita Cardone, Lavocedinewyork.com, 6 giugno 2015.
- Io racconto, racconto ciò che vedo e ciò che sento, non giudico i personaggi.
- Tutti noi siamo posizionati in una specie di scacchiere sociale, antropologico più che sociologico. E ci muoviamo in questa parte che ci è stata assegnata.
- Mi piace la parola antropologico più che sociologico perché sociologico mi porta a uno schematismo, mentre l'antropologia è uno sguardo su come ci si comporta, sulle regole, sui rapporti di forza, un racconto senza giudizio.
- Io cerco sempre di schiodare la gente dall'idea di luogo comune per cui gli intellettuali di sinistra sono tutti radical chic, o i sedicenni sono tutti così. Non esistono i sedicenni, esiste il mio. Uno. Perché siamo tutti diversi.
- Ricordare da dove vieni significa soltanto avere molto più precisa la gittata del tuo futuro. Siamo anche quello da cui veniamo, però, di nuovo, mi è difficile ragionare per precetti e dire cosa la gente dovrebbe fare.
- Io racconto, non voglio mandare messaggi. Se li devo proprio mandare, li mando a me stessa.
- Il lavoro delle persone che raccontano è un lavoro antico come la prostituzione, come l'agricoltura. Esseri umani hanno cominciato a raccontare la vita di esseri umani ad altri esseri umani. Da sempre.
- Alessandro è un principe, lo è dentro. È uno che ha un senso dell'equità, della giustizia. Potrebbe guidare una nazione.
- Valeria illumina qualsiasi cosa tocchi, qualsiasi relazione, una stanza: entra Valeria, si accende un fascio di luce.
- Rocco è un pezzo unico. L'originalità. Rocco non assomiglia a niente altro che a Rocco Papaleo.
- L'Italia è afflitta da un problema serio che è il nepotismo, soprattutto nel cinema, e da una mentalità mafiosa. È un problema che ci ha bloccato l'ascensore sociale.
- Essere nati ricchi o poveri, belli o brutti sono tutte cose fondamentali, ma sono grandi insiemi, grandi campi semantici, poi c'è l'unità particolare. Ed è nell'unità particolare che si esprime l'artista.
Corriere.it, 1 dicembre 2022.
- Ero felicemente pronta a fare la cineasta sfortunata, mi sembrava già una vita stupenda, la marginalità non mi dispiaceva. Poi Mignon è partita e ha incassato tantissimo, anche se io pensavo fosse un film minore e improvvisamente mi sono ritrovata che tutti mi cercavano.
- Sono figlia di genitori separati, mio padre non sapeva cosa fare con i figli e ci portava a vedere di tutto, anche Antonioni. A volte mi addormentavo in sala. Crescendo, ho affinato il mio gusto, mi piaceva per esempio il cinema di Polanski.
- [Su Paolo Virzì] Ogni volta che gli dai una scena la “paolizza”, sempre in bilico tra il grottesco, l’esagerato, il profondamente umano, mi sorprende sempre, tra parola scritta e messa in scena è sempre una sorpresa, come una realtà aumentata.
- [Su Nanni Moretti] Lo conosco da una vita, gli voglio bene. È un grande regista, è stato dolce, presente. È un uomo generoso. Lavorare con lui è stato semplice.
- In letteratura è permesso parlare del mondo borghese, cosa che al cinema ha quasi perso la legittimità.
- La persona che invidio di più al mondo è Elena Ferrante. La stimo come scrittrice e la ammiro come essere umano. [...] invidio idea di poter avere la tua vita, mantenere la tua identità nascosta, non essere condizionato da come gli altri ti vedono.
- Ho avuto infanzia e adolescente vivida a tinte forti, piene di conflitti, la mia era una famiglia terrificante, litigiosissima. Tutte le domeniche finivano in liti tra figli, fratelli, fratellastri, mogli, mogliastre.
- [Su Giorgia Meloni Presidente del Consiglio] Cosa mi cambia se è donna o maschio, se ha un programma contrario ai miei valori?
- Mi sembra che ci sia un programma chiaro di ignorantizzazione. Ma più sei istruito e più puoi difenderti da idee che hanno scartamento ridotto.
- Ho una passione: costruire i muretti a secco. Se trovo un bel pietrone non resisto.
Citazioni su Francesca Archibugi
[modifica]- Francesca Archibugi è stata una maestra straordinaria. Un incontro importantissimo. Ti dice due parole, quelle due parole, e ti tira fuori tutto. In Questione di cuore mi costringeva a stare immobile per dare maturità e durezza al personaggio. Tra l'altro lei mi ha salvata. Rischiavo di rimanere appiccicata all'immagine di Sonia: ragazza madre, svampita, sensuale e fragile. Archibugi, invece, mi ha fatto interpretare una donna tosta e combattiva, che difende il suo mondo e la sua famiglia. (Micaela Ramazzotti)
Filmografia
[modifica]- Verso sera (1991)
- Lezioni di volo (2007)
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