Georges Sorel
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Georges Eugène Sorel (1847 – 1922), filosofo francese e teorico del sindacalismo rivoluzionario.
Citazioni di Georges Eugène Sorel
[modifica]- Alla violenza il socialismo deve gli alti valori morali grazie ai quali porta la salvezza al mondo moderno. (da Riflessioni sulla violenza, 1908)
- La storia della democrazia ci offre una curiosissima combinazione di utopie e miti. (da Riflessioni sulla violenza, 1908)
- "La Voce" annuncia la pubblicazione prossima di un giornale in cui Mussolini avrà con sé Papini, Prezzolini, Salvemini, e perché no Marinetti? Mi auguro che conosceremo le bellezze del socialismo "futurista"; sarà, in ogni caso, un socialismo "rumorista". (dalla lettera ad Agostino Lanzillo del 17 novembre 1914; citato in Annali della Fondazione Micheletti, 1993-1994, p. 215)
- Ho una grande paura che le elezioni conducano ad una camera favorevole ai fascisti [...] Sono persuaso che i fascisti hanno per capo nascosto, ma reale, il re che nel 1915 ha spinto l'Italia a far la guerra nella speranza di distruggere il socialismo. (dalla lettera a Paul Delesalle del marzo 1921, in Lettres à Paul Delesalle, Parigi, 1947, p. 215)
- I "fascisti" trattano i socialisti più o meno come i black and tans trattano i Sinn-feins e hanno fin qui il prestigio della violenza. [...] La Russia rimane il solo paese nel quale possa fermentare qualche lievito. [...] Occorre seguire con molta simpatia quello che fa Lenin. (dalla lettera a Guglielmo Ferrero del 13 marzo 1921; citato in Georges Sorel e Guglielmo Ferrero, a cura di Mario Simonetti, "Il Pensiero politico", n. 1, 1972, p. 149)
- Il nostro Mussolini non è un socialista ordinario. Credetemi, lo vedremo forse un giorno alla testa di un battaglione sacro salutare con la spada la bandiera italiana. È un italiano del XV secolo. Un condottiero.[1]
- Le cose d'Italia mi sembra vadano assai male [...] Il disordine dei fascisti, che sopprimono lo stato di cui [Giolitti] pretende essere il difensore intransigente, ben potrebbero ricondurre l'Italia ai tempi del medio-evo. Non sembra che i fascisti siano più equilibrati dei futuristi. (dalla lettera a Mario Missiroli del 21 giugno 1921; citato in Lettere a un amico d'Italia, a cura di M. Missiroli, Bologna, 1963, p. 308-309)
Attribuite
[modifica]- L'Italia ha la prima, la migliore diplomazia del mondo. Vedremo grandi cose, o una guerra spaventosa, o una rivoluzione non meno formidabile, e forse entrambe.
L'Italia non perderà mai la tramontana. Si ignora troppo, in Francia, la solidità delle teste italiane. Continuare ad ignorarla ci costerebbe caro. Comunque io conosco un giovanotto, un certo Mussolini, socialista, che è il solo socialista che io conosca, oggi, capace di non fare sciocchezze. Egli saprà ben condurre i suoi compatrioti verso il loro interesse.[2] - Il vostro Mussolini non è un socialista ordinario. Credetemi, voi lo vedrete forse un giorno alla testa di un battaglione sacro, salutare con la spada, la bandiera italiana. È un italiano del xv° secolo, un condottiero. Non si sa ancora, ma egli è l'unico uomo energico, capace di riparare le debolezze del Governo. (1912[2])
- Il nostro Mussolini non è un socialista ordinario, credetemi: voi lo vedrete forse un giorno alla testa di un battaglione sacro, salutare con la spada la bandiera italiana. È un italiano del quindicesimo secolo, un condottiero. Non lo si sa ancora, ma egli è il solo uomo energico capace di riparare le debolezze del Governo. (citato in Leo Longanesi, In piedi e seduti, Longanesi, 1968.)
- Mussolini non è meno straordinario di Lenin, è anch'egli un genio politico di una dimensione che supera quella di tutti gli uomini politici attuali. Io udii parlare di lui prima della guerra. Egli non è un socialista nella salsa borghese, egli non ha mai creduto al socialismo parlamentare: ha una straordinaria capacità di comprendere il popolo italiano e, ha inventato qualcosa che non è nei libri, "L'Unione del nazionale e del sociale".[2]
Citazioni su Georges Eugène Sorel
[modifica]- Mauss approvava pienamente la connessione suggerita da Halévi tra bolscevismo da un lato e fascismo e nazismo dall'altro, segnalando l'importanza, in questo contesto, degli scritti di Sorel, a cui si erano richiamati Lenin, Mussolini e indirettamente (rifacendosi a Mussolini) anche Hitler. (Carlo Ginzburg)
- Se non mi sbaglio, è stato Sorel a scrivere nelle sue Riflessioni sulla violenza, che i paesi non impegnati in una guerra esterna sono gratificati dalle delizie delle guerre civili. (Sergio Panunzio)
Note
[modifica]- ↑ Scrivendo nel 1912, da Decio De Minicis, Vittorio Emanuele II - Dal regno all'impero, Maglione editore, Roma, 1938, p. 130; citato in Romano Bracalini, Vittorio Emanuele III il re "vittorioso", I edizione Oscar Biografie e storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, cap. XI, p. 144.
- ↑ a b c Attribuite dal filofascista Jean Variot, in L'Eclair, 11 settembre 1922, e Propos de Georges Sorel, 1935.
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