Giaime Pintor

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Giaime Pintor (1919 – 1943), giornalista e scrittore italiano.

Citazioni di Giaime Pintor[modifica]

  • Amo gli scrittori che trattano sempre lo stesso motivo. (da Doppio diario)
  • Aveva fissato un mondo, Trakl, rigido e di pochi oggetti, che poi si studiò a lungo di comporre e, direi, di chiarire. Così che il volume dei suoi versi somiglia a una raccolta di appunti e di esercizi, su temi fissi. Ma è anche, questa, la prima giustificazione della sua poesia.
    Le cose più giovanili sono affidate a schemi meccanici ed è palese e più aspro il dissidio fra la chiamata evidente degli oggetti e quella faticosa risposta. Poi tutto il libro è un progressivo liberarsi, un adeguarsi della parola alle immagini prima così ingrate.[1]
  • Come lirico, Hesse è sulla linea di quel romanticismo minore che in Germania è stato fecondo di opere pure se non di altissima poesia. Dopo le ultime esperienze di Rilke e di George, e le tendenze più moderne del dopoguerra, l'arte di Hesse non sembra certo indicare nuove vie. Egli è tuttavia considerato un maestro dalle nuove generazioni che soprattutto apprezzano la rara leggerezza del suo stile e il forte equilibrio interiore che è alla base di ogni sua opera.[2]
  • Contrariamente a quanto afferma una frase celebre, le rivoluzioni riescono quando le preparano i poeti e i pittori, purché i poeti e i pittori sappiano quale deve essere la loro parte. (lettera al fratello, Napoli, 28 novembre 1943, in Doppio diario, Einaudi, 1975)
  • L'Italia è nata dal pensiero di pochi intellettuali: il Risorgimento, unico episodio della nostra storia politica, è stato lo sforzo di altre minoranze per restituire all'Europa un popolo di africani e levantini.[3]

Commento ad un soldato tedesco[modifica]

  • Dietro gli schermi universali offerti dalla propaganda la gioventù d'Europa cerca dalle due parti una ragione ed uno scopo alla guerra che si combatte. E non può trovarli nelle statistiche e nei discorsi, nei dati dell'economia e della storia diplomatica, perché in realtà questo suo lavoro si traduce in una ricerca interiore, nella ricerca delle proprie possibilità e dei propri mezzi, della propria misura personale di fronte alla guerra. Opera di puro egoismo come lo sono le opere migliori della giovinezza, questa ha un valore politico immediato: di indice sulle future esperienze.
  • Finché il successo accompagnerà le grigie armate del Reich e sulle città conquistate sventola la bandiera bianca e rossa non vi sarà posto in Europa per altri uomini e per un'idea contrastante.

Note[modifica]

  1. Da Rainer Maria Rilke, Poesie, tradotte da Giaime Pintor, con due prose dai quaderni di Malte Laurids Brigge e versioni da H. Hesse e G. Trakl, Einaudi, Torino, 1984, p. 120, ISBN 8806002678
  2. Da Rainer Maria Rilke, Poesie, tradotte da Giaime Pintor, con due prose dai quaderni di Malte Laurids Brigge e versioni da H. Hesse e G. Trakl, Einaudi, Torino, 1984, p. 108, ISBN 8806002678
  3. Da una lettera al fratello Luigi, 28 novembre 1943; in Doppio Dario 1936-1943, Einuadi, Torino, 1978, p. 201.

Bibliografia[modifica]

  • Giaime Pintor, Commento ad un soldato tedesco, Primato; citato da Piergiovanni Permoli Fra politica e letteratura, La Fiera Letteraria, giugno 1973.

Voci correlate[modifica]

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