Guerra di liberazione bengalese
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Citazioni sulla guerra di liberazione bengalese.
Citazioni
[modifica]- Avete le benedizioni e il sostegno di Allah onnipotente. I vostri cuori stanno palpitando con l'amore del Santo Profeta. Il nemico ha ancora una volta sfidato il nostro amor proprio. Per la vostra sopravvivenza e il vostro onore, alzatevi come un solo uomo e affrontate il nemico come un'inespugnabile roccaforte. La vostra è la causa della verità e della giustizia. (Yahya Khan)
- Dopo la Nigeria, il Pakistan. La seconda guerra civile scoppiata all'interno del Commonwealth si presenta già, in queste prime ore, non meno terribile e sanguinosa. (Sandro Viola)
- Il nostro governo ha mancato di denunciare la soppressione della democrazia. Il nostro governo ha mancato di denunciare le atrocità. Il nostro governo ha mancato di prendere misure coercitive per proteggere i propri cittadini e allo stesso tempo si è tirato indietro per compiacere il governo dominato dal Pak[istan] occidentale e per sminuire ogni condivisibile reazione negativa della comunità internazionale. Il nostro governo ha avallato quella che molti considererebbero una bancarotta morale, mentre per ironia della sorte l'Unione Sovietica inviava al presidente Yahya Khan un messaggio di difesa della democrazia, in cui condannava l'arresto del dirigente di un partito di maggioranza democraticamente eletto e casualmente filo-occidentale, e chiedeva la fine delle misure repressive e degli spargimenti di sangue [...] Ma noi abbiamo scelto di non intervenire, nemmeno su un piano morale, con la giustificazione che il conflitto con la Lega Awami, a cui sfortunatamente si può applicare l'abusata definizione di genocidio, sarebbe una questione puramente interna a uno Stato sovrano. Alcuni privati cittadini americani hanno espresso il loro disgusto. Noi, quali funzionari pubblici professionisti, esprimiamo il nostro dissenso con le politiche adottate e ci auguriamo vivamente che i sinceri e duraturi interessi che abbiamo in questo paese possano essere chiariti e le nostre politiche abbiano un nuovo indirizzo. (Archer Blood)
- Io, maggiore Ziaur Rahman, sotto la direzione di Sheikh Mujibur Rahman, con la presente dichiaro che è stata fondata la Repubblica Popolare del Bangladesh. Seguendo le sue direttive, ho preso il comando come Capo di Stato provvisorio. Nel nome di S. M. Rahman, esorto tutti i bengalesi a ribellarsi contro l'attacco dell'esercito west-pakistano. Dobbiamo lottare fino alla fine per liberare la nostra Patria. Grazie ad Allah, la vittoria è nostra. (Ziaur Rahman)
- L'India sa che la guerra è una cosa malvagia, ma vi sono dei momenti in cui il non accettare una sfida di guerra significa null'altro che viltà e mancanza di adempimento dei propri doveri. Se noi avessimo consentito all'annientamento di una nazione ed alla soppressione del suo popolo, ciò sarebbe stato motivo di disonore per l'India. Se una nazione non è in grado di alzare la voce quando viene commessa altrove un'ingiustizia, essa non può pretendere di combattere l'ingiustizia in casa. Siamo pertanto orgogliosi di aver aiutato ad estinguere il genocidio che veniva consumato alle nostre porte. Se non lo avessimo fatto, non avremmo potuto vivere con onore e dignità in seno alla comunità internazionale. (Indira Gandhi)
- Le radici del conflitto sono tipiche del mondo uscito dalla decolonizzazione: confini arbitrari improvvisati dall'ex potenza coloniale, gravissime crisi economiche, mancanza di vere strutture politiche e sociali. Nel caso specifico del Pakistan c'era poi il problema dei rapporti tra i due tronconi in cui il Paese è diviso e che distano 1700 chilometri l'uno dall'altro. (Sandro Viola)
- Anziché collaborare con mio padre e i rappresentanti del Pakistan Occidentale all'elaborazione di una nuova costituzione accettabile per le due parti del paese, Mujib diede l'avvio a un movimento indipendentista per separare il Pakistan Orientale, o Bengala Orientale, dalla federazione occidentale. Più volte mio padre si appellò a Mujib perché mantenesse unito il Pakistan e collaborasse con lui per estromettere il regime militare di Yahya. Invece di dar prova di flessibilità e di riconoscere quella che era una necessità politica, Mujib dimostrò un'ostinazione di cui ancora oggi non capisco la logica. I ribelli del Bengala Orientale risposero al suo appello all'indipendenza impadronendosi degli aeroporti; i cittadini bengalesi rifiutarono di pagare le tasse, i dipendenti bengalesi del governo centrale entrarono in sciopero. In marzo, la guerra civile era ormai imminente.
- Il paese unito che Mohammed Ali Jinnah aveva fondato nel 1947 dopo la spartizione dell'India era morto con la nascita del Bangladesh.
- La perdita del Bangladesh fu un colpo terribile per il Pakistan. La comune religione islamica, che pensavamo potesse trascendere milleseicento chilometri di India esistenti tra Pakistan Orientale e Occidentale, non bastò a tenerci uniti. La fiducia nella nostra sopravvivenza come nazione era incrinata, i legami tra le quattro province del Pakistan occidentale sembravano sul punto di spezzarsi. Il morale non era mai stato più basso, anche a causa dell'effettiva resa del Pakistan all'India.
- La popolosa provincia del Pakistan Orientale veniva trattata sostanzialmente come una colonia dalla minoranza occidentale. Con gli introiti di più di trentun miliardi di rupie ricavati dalle esportazioni del Pakistan Orientale, la minoranza occidentale aveva costruito strade, scuole, università e ospedali per sé, ma aveva sviluppato pochissimo l'altra provincia. L'esercito, che nel nostro paese poverissimo era il maggior datore di lavoro, attingeva dal Pakistan Occidentale il novanta per cento dei suoi effettivi. L'ottanta per cento dei posti statali era occupato da gente delle province occidentali. Il governo centrale aveva addirittura proclamato lingua ufficiale l'urdu, che nel Pakistan Orientale pochissimi comprendevano, e in questo modo aveva ulteriormente svantaggiato i bengalesi nella competizione per i posti statali e l'insegnamento. Non era affatto strano che si sentissero sfruttati ed esclusi.
- Saccheggi, stupri, sequestri di persona, assassini. Quando ero arrivata a Harvard nessuno si curava del Pakistan; ora tutti erano interessati. La posizione di condanna verso il mio paese era universale. All'inizio mi rifiutai di credere alle cronache pubblicate dalla stampa occidentale sulle atrocità commesse dal nostro esercito in quello che i ribelli del Bengala Orientale chiamavano Bangladesh. Secondo i giornali governativi pakistani, che i miei genitori mi inviavano ogni settimana, la breve rivolta era stata domata. Allora, perché quelle notizie sull'incendio di Dacca, i plotoni d'esecuzione mandati nell'università a massacrare studenti, professori, poeti, romanzieri, medici e avvocati? Scuotevo la testa, incredula. Si diceva che migliaia di persone cercavano di fuggire e venivano bombardate con gli aerei pakistani... anzi, le vittime erano così numerose che i cadaveri venivano usati per erigere blocchi stradali.
- La signora Gandhi può vantarsi a ragione d'aver vinto una guerra ma, se l'ha vinta, deve ringraziare anzitutto Yahya Khan e la sua banda di analfabeti psicopatici.
- Ma come osano screditarmi con un episodio così barbaro e stupido? L'intera faccenda fu condotta in modo così stupido. Lasciarono che tutti i capi scappassero in India e poi se la presero coi disgraziati che non contavano nulla. Solo Mujibur fu arrestato. Siamo logici: io avrei fatto la cosa con più intelligenza, maggior senso scientifico, minore brutalità. Gas lacrimogeni, pallottole di gomma, e i capi li avrei presi tutti. Oh, solo un disgustoso ubriacone come l'ex presidente Yahya Khan poteva macchiarsi di un lavoro fatto così male e sanguinosamente.
- Se l'India non si fosse appollaiata sulle spalle di una grande potenza non sarebbe così arrogante. Che male ha fatto il Pakistan all'Urss perché quest'ultima abbia un atteggiamento così partigiano e appoggi una campagna per smembrare uno stato sovrano? Dobbiamo essere smembrati perché l'Urss ha cattive relazioni con la Cina. Perché dovremmo sciupare le nostre relazioni con la Cina, che non abbandona mai i suoi amici a vantaggio dell'Unione Sovietica che tratta i suoi nel modo che tutti conosciamo?
- Sì, vi sono circostanze in cui una repressione sanguinosa è giustificabile e giustificata. Dalla repressione dei secessionisti, in marzo, dipendeva l'unità del Pakistan. Ma condurla con tanta brutalità sul popolo anziché sui responsabili non era necessario.
- Avendo imparato a fondo la lezione del sacrificio, profonderemo ancora altro sangue. Se Dio vuole, libereremo il popolo di questa terra. La lotta ormai è una lotta per l'emancipazione. La lotta, questa volta, è una lotta per l'indipendenza. Joi Bangla!
- Che male abbiamo commesso? In seguito alle elezioni, il popolo del Bangladesh conferì a me e alla lega Awami la totalità del suo appoggio elettorale. Ci aspettavamo che il parlamento si sarebbe riunito, che avremmo elaborato la nostra costituzione, che avremmo fatto progredire questa terra, che il popolo di questo paese avrebbe conseguito la sua libertà economica, politica e culturale. Ma è motivo di dolore il fatto che oggi siamo costretti a dire con tristezza assoluta che la storia degli ultimi ventitré anni è stata la storia d'una persecuzione del popolo del Bengala, una storia del sangue versato dal popolo del Bengala. Questa storia degli ultimi ventitré anni è stata una storia delle urla di agonia di uomini e donne.
- Credo nel perdono e nell'oblio, ma chi può dimenticare e perdonare il genocidio del mio popolo? Essi devono essere puniti. Li hanno falciati a migliaia con le mitragliatrici perché per loro tutti erano miei seguaci.
- Dico al popolo del Pakistan: siate felici. Voi non siete responsabili di quello che il vostro esercito ha fatto nel mio paese. Ma mi rammarico che non sia più possibile per il Bangla Desh rimanere a fianco del Pakistan. I legami sono spezzati, non ci sono più, lo affermo.
- Esorto il popolo del Bangladesh dovunque siate e con qualsiasi [arma] abbiate, a resistere contro l'esercito di occupazione fino alla fine. La nostra lotta dovrà continuare finché l'ultimo soldato dell'esercito di occupazione pakistano non venga espulso dalla terra del Bangladesh. La vittoria finale sarà nostra.
- Non erano esseri umani, ma degli assassini scatenati, ognuno di noi ha delle qualità animali, ma quella gente era peggio degli animali.
- Signor Yahya Khan, lei è il presidente del Pakistan. Venga, sia testimone del modo disumano in cui il popolo del mio Bengala viene massacrato, del modo in cui le madri della mia terra vengono private dei loro figli.
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