Giovanni Bosco
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San Giovanni Bosco (1815 – 1888), sacerdote e pedagogo italiano.
Citazioni di Giovanni Bosco
[modifica]- Aspetto tutti i miei giovani in Paradiso.[1]
- Chi prega si occupa della cosa più importante di tutte.[1]
- Con le opere di carità ci chiudiamo le porte dell'inferno e ci apriamo il paradiso.[1]
- Di don Cerruti, Dio ce n'ha dato uno solo, purtroppo.[2]
- È quasi impossibile andare a Gesù se non ci si va per mezzo di Maria.[1]
- Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo: il mondo è un cattivo pagatore e paga sempre con l'ingratitudine.[1]
- Il più grande dono che Dio possa fare ad una famiglia è un figlio sacerdote.[1]
- L'orazione al sacerdote è come l'acqua al pesce, l'aria all'uccello, la fonte al cervo.[1]
- Maria non fa le cose solo per metà.[1]
- Niente ti turbi: tutto passa, ciò che non è eterno, è niente![3]
- Tenete a memoria, che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male è: Oh! è niente![1]
- Tutti hanno bisogno della Comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni.[1]
- Tutto passa, ciò che non è eterno, è niente.[4]
Attribuite
[modifica]- Ricordatevi che l'educazione è cosa di cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l'arte, e ce ne dà in mano le chiavi.
- Tale citazione compare nella lettera circolare Dei castighi da infliggersi nelle case salesiane del 29 gennaio 1883 (inedita fino al 1935, quando fu pubblicata nel XVI volume delle Memorie Biografiche) attribuita a Giovanni Bosco, ma probabilmente redatta da suoi collaboratori.[5]
- Queste società segrete sono generalmente conosciute sotto il nome di Carbonari, Franchi-Muratori (Francs-maçons), di Giacobini e Illuminati e presero queste varie denominazioni nei vari tempi, ma tutte concordano nel fine. Mirano cioè a rovesciare la società presente, della quale sono malcontenti, perché non vi trovano un posto conveniente alla loro ambizione, né la libertà per secondare le passioni. Per rovinare la società, essi lavorano a schiantare la religione ed ogni idea morale dal cuor degli uomini e abbattere ogni autorità religiosa e civile, cioè il Pontificato Romano ed i troni. Questo fine ultimo è un segreto riservato ai soli caporioni, gli altri sono distinti in diversi gradi e non conoscono dell’iniqua trama se non quel poco che loro è rivelato; ma tutti si obbligano con giuramento ad eseguire ciecamente quanto loro è comandato dai capi, fosse anche di dare una pugnalata all’amico; tutti del pari si obbligano col loro danaro ad accrescere l’erario della società. Le radunanze sono varie, secondo i vari gradi, affinché a tutti non sia ugualmente noto il mistero d’iniquità.[6]
Il sistema preventivo
[modifica]- Il percuotere in qualunque modo, il mettere in ginocchio con posizione dolorosa, il tirar le orecchie ed altri castighi simili si devono assolutamente evitare, perché sono proibiti dalle leggi civili, irritano grandemente i giovani ed avviliscono l'educatore.
- La frequente confessione, la frequente comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un edificio educativo, da cui si vuole tener lontana la minaccia e la sferza.
- La sottrazione di benevolenza è un castigo che eccita l'emulazione.
- Non mai annoiare né obbligare i giovanetti alla frequenza dei santi sacramenti, ma porgere loro la comodità di approfittarne.
- Quando un giovanetto sa distinguere tra pane e pane, e palesa sufficiente istruzione, non si badi più all'età e venga il Sovrano Celeste a regnare in quell'anima benedetta.
- Si tenga lontano come la peste l'opinione di taluno che vorrebbe differire la prima comunione a un'età troppo inoltrata, quando per lo più il demonio ha preso possesso del cuore di un giovanetto a danno incalcolabile della sua innocenza.
- Uno sguardo non amorevole sopra taluni produce maggior effetto che non farebbe uno schiaffo.
Memorie biografiche
[modifica]- I due sostegni più forti a reggervi e camminare per la strada del Cielo sono i Sacramenti della Confessione e Comunione. Perciò riguardate come gran nemico dell'anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da queste due pratiche di nostra santa religione. (vol. III, cap. 14)
- Non mandate al domani il bene che potete fare oggi, perché forse domani non avrete più tempo. (vol. IV, cap. 37)
- L'essere buono non consiste nel non commettere mancanza alcuna: oh no! Purtroppo tutti siamo soggetti a commetterne. L'essere buono consiste in ciò: nello aver volontà di emendarsi. (vol. VI, cap. 23)
- Il migliore consiglio si è di fare bene quanto possiamo e poi non aspettarci la mercede dal mondo, ma da Dio solo. (vol. VII, cap. 40)
- Se vuoi farti buono, pratica tre sole cose e tutto andrà bene. Eccole: Allegria, Studio, Pietà. È questo il grande programma, il quale praticando, tu potrai vivere felice, e fare molto bene all'anima tua. (vol. VII cap. 48)
- Tutti dobbiamo portare la croce come Gesù, e la nostra croce sono le sofferenze che tutti incontriamo nella vita! (vol. X, cap. 6)
- Qui si tratta di dare un addio al mondo e molti l'hanno già fatto col vestire l'abito chiericale, il quale di per sé rappresenta la rinunzia al mondo ed ai suoi allettamenti. (vol. XII cap. 20)
- È una vera festa per Don Bosco[7] il poter prendere cura delle anime dei suoi giovani. (vol. XIII, cap. 12)
- Quando si tratta di qualche cosa che riguarda la grande causa del bene, Don Bosco[7] vuol essere sempre all'avanguardia del progresso. (vol. XIX, cap. 8)
Storia ecclesiastica
[modifica]- [Tommaso d'Aquino], nato di nobile famiglia napolitana, a cinque anni fu messo in educazione presso i Benedettini di Monte Cassino. Volendo poscia consacrarsi a Dio nell'ordine dei predicatori, i congiunti per impedirnelo il chiusero in una prigione; ove tentato gravemente da ribalde persone ad offendere la castità, ne riuscì vincitore dando mano a un tizzone acceso. Uscito poscia dal carcere e andato a Parigi, studiò teologia sotto il celebre Alberto Magno. (p. 284)
- Una volta, stando in Napoli, l'immagine di Gesù C. crocifisso gli parlò e disse: «Tommaso, scrivesti bene di me: qual mercede vuoi tu avere?» Rispose: «Non altra che te stesso, o mio Dio.»
Sedendo un giorno a mensa con s. Luigi re di Francia, e ripassando in mente un punto di teologia, trovatane ad un tratto la soluzione, batté sulla tavola dicendo: «Questo è argomento, che abbatte l'eresia di Manete.» Avvertito dal suo superiore a badare che era in presenza del re, ne dimandò umile perdono; ma quel principe chiamò tosto un segretario, cui ordinò di scrivere i concetti del santo dottore. (p. 285)
Citazioni su Giovanni Bosco
[modifica]- Don Bosco fu a 26 anni, nel 1841, nel convitto di S. Francesco d'Assisi; sotto la guida di don Cafasso, visitando le carceri di Torino, cominciò ad interessarsi della sorte dei giovani delinquenti, a riflettere che se in tempo si fosse presa cura di loro, almeno una parte di essi avrebbe potuto essere salvata, e a pensare che questo deve essere un altissimo ufficio per la religione e per la società. (Cesare Lombroso)
- Eravamo nella stagione invernale e un pomeriggio stavamo giocando nell'ampio cortile dell'Oratorio, quando all'improvviso si intese gridare da una parte all'altra: Don Bosco, Don Bosco! Istintivamente ci slanciammo tutti verso il punto dove appariva il nostro buon Padre, che facevano uscire per una passeggiata nella sua carrozza. Lo seguimmo fino al posto dove doveva salire sul veicolo; subito si vide Don Bosco circondato dall'amata turba infantile. Io cercavo affannosamente il modo per mettermi in un posto di dove potessi vederlo a mio piacere, poiché desideravo ardentemente di conoscerlo. Mi avvicinai più che potei e nel momento in cui lo aiutavano a salire sulla carrozza, mi rivolse un dolce sguardo, e i suoi occhi si posarono attentamente su di me. Non so ciò che provai in quel momento... fu qualcosa che non so esprimere! Quel giorno fu uno dei più felici per me; ero sicuro d'aver conosciuto un Santo, e che quel Santo aveva letto nella mia anima qualcosa che solo Dio e lui potevano sapere. (Luigi Variara)
- Il genio educativo di San Giovanni Bosco si è manifestato in sommo grado nell'amore verso i giovani. Per poter educare, bisogna amare. (Papa Giovanni Paolo II)
- L'impressione che io ricevetti fu quella di riconoscere in Don Bosco un sacerdote di merito singolare, sia pel modo e l'attrattiva con cui mi accolse e sia pel rispetto ed onore con cui veniva egli trattato dal mio buon parroco e da' miei maestri a Castelnuovo e dagli altri sacerdoti; impressione che in me non si cancellò né diminuì mai, ma crebbe ognor più nei trentatré anni durante i quali convissi con lui al suo fianco. Don Bosco adunque dopo avermi interrogato fissò la mia entrata nell'Oratorio per l'anno venturo. (Giovanni Cagliero)
- Vedo la sua preghiera essenzialmente giovannea, piena di amore, di meraviglia, di affetto per Dio.
[...] Il suo amore per Dio è appassionato; non gli è facile introdurre le persone nel mondo della sua preghiera. Cosa vuol dire? Gli manca la distanza: idem nei confronti di Dio, della fede degli altri e della propria fede. Egli vive in una sorta di immediatezza, personalmente molto bella, di una purezza giovannea; egli non desidera altro che poter amare e contemplare Dio e prova una gioia infantile di potere, lui e gli altri, amare così. (Adrienne von Speyr)
Note
[modifica]- ↑ a b c d e f g h i j Citato in Teresio Bosco, I più bei pensieri di don Bosco, Elledici, Torino, 1999.
- ↑ Citato nel sito ufficiale dei Salesiani di Don Bosco.
- ↑ G. B. Lemoyne, Scene morali di famiglia esposte nella vita di Margherita Bosco. Racconto ameno ed edificante, Torino, Libreria Salesiana 1886.
- ↑ Citato in Mauro Faverzani, Don Bosco mistico, Corrispondenza Romana.it, 23 gennaio 2013.
- ↑ Testo critico della lettera sul sito della Direzione Generale Opere Don Bosco.
- ↑ Don Giovanni Bosco, Storia d'Italia, Radiospada editore. Citato in Le parole di San G. Bosco contro Massoneria e Rivoluzione Francese, 15 luglio 2020.
- ↑ a b Come indicato nelle Memorie biografiche (vol. XIX, cap. 8), quando Giovanni Bosco "parlava di se stesso usava sempre la terza persona".
Bibliografia
[modifica]- Giovanni Bosco, Il sistema preventivo nella educazione della gioventù, testo a stampa premesso al Regolamento per le case della Società di San Francesco di Sales, Tipografia Salesiana, Torino, 1877.
- Giovanni Bosco, Storia ecclesiastica. Ad uso della gioventù. Utile ad ogni grado di persone, Torino, 1872.
- Giovanni Battista Lemoyne, Memorie biografiche di Don Giovanni Bosco, Scuola tipografica e libraria salesiana, San Benigno Canavese, 1939.
Filmografia
[modifica]Voci correlate
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