Inside Man

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Inside Man

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Titolo originale

Inside Man

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2006
Genere thriller
Regia Spike Lee
Sceneggiatura Russell Gewirtz
Produttore Brian Grazer
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Inside Man, film statunitense del 2006 con Denzel Washington, Clive Owen e Jodie Foster, regia di Spike Lee.

TaglineSembrava una rapina perfetta, ma a volte l'apparenza inganna.

Incipit[modifica]

Il mio nome è Dalton Russell. Fate attenzione a quello che dico perché scelgo le mie parole con cura e non mi ripeto mai. Vi ho detto il mio nome, e questo è il Chi. Il Dove lo potremmo anche descrivere come la cella di una prigione, ma c'è una bella differenza fra trovarsi chiusi dentro una cella e trovarsi in prigione. Il Cosa è facile: ho realizzato un piano in questi giorni allo scopo di eseguire la rapina perfetta ad una banca. Che è anche il Quando. Riguardo al Perché: a parte le ovvie motivazioni economiche, è estremamente semplice... perché lo so fare. Ci resta solo il Come da svelare. Ed è qui – il grande Bardo direbbe – che c'è l'intoppo.[1] (Dalton Russell)

Frasi[modifica]

  • [Durante l'interrogatorio] Volete farmi un'altra foto? Posso abbassarmi a raccogliere la penna se volete. (Testimone tettona)
  • Le racconto una storia. Seconda guerra mondiale. Un americano lavora per una banca in Svizzera. È inutile che io le dica che quel periodo storico era pieno di opportunità per gente priva di morale. Gente come quest'uomo [Arthur Case] ha usato la sua posizione con i nazisti per arricchirsi mentre intorno a lui la gente veniva spogliata di tutto quel che possedeva. E con il suo denaro macchiato di sangue fondò una banca. Allora, la descrizione potrebbe corrispondere all'uomo per cui lavora? O sto solo aprendo bocca e dando fiato? (Dalton Russell) [a Madeline White]
  • Non facciamo i furbi tra furbi! (Keith Frazier) [a Dalton Russell]
  • Prima la pianta di darmi problemi e si decide a darmi soluzioni e meglio sarà per lei. (Madeline White)
  • Quando scorre il sangue per le strade, è il momento per comprare. (Madeline White) [attribuita al Barone Rothschild]
  • Più lontano scappi dai tuoi peccati, più sarai esausto quando ti raggiungeranno. E ti raggiungono. Sempre. (Dalton Russell)
  • Le cattive azioni puzzano di fogna, puoi cancellarle, seppellirle, ma non te ne liberi mai. (Dalton Russell)
  • Quando scorre sangue sulle strade, è il momento che qualcuno finisca in cella. (Keith Frazier)
  • Peter, scegli attentamente la risposta alla mia prossima domanda, perché se sbagli, il tuo epitaffio sarà: "Qui giace Peter Hammond, eroe, che sprezzante del pericolo per impedire una geniale rapina, tentò di nascondere il suo telefonino, ma rimediò solo una pallottola nella sua testa di cazzo". (Dalton Russell)
  • Ho cinquanta persone qui dentro; rompi di nuovo le palle e ti faccio passare i due giorni più lunghi della tua vita. (Dalton Russell)

Dialoghi[modifica]

  • [Un ostaggio viene fatto uscire dalla banca a volto coperto, con le mani legate e una borsa al collo]
    Poliziotto: Chi sei?
    Vikram Walia: Non sparate, Vikram Walia, sono della banca.
    Poliziotto: Ok. Vikram, quella è una bomba? [Dopo aver scoperto il volto] Oh cazzo, ma sei un arabo!
    Vikram Walia: Sono un sikh!
    Poliziotto: Quella è una bomba? Rispondi, Vik, è una bomba? Sei una bomba umana??
    Vikram Walia: No no no no!...
  • [Poco dopo]
    Vikram Walia: "Pubblica sicurezza", un paio di palle, dov'è il mio turbante? Io non parlo con nessuno senza turbante, è la mia religione: il capo coperto per rispetto a Dio, sono un sikh.
    Bill Mitchell: Dai, ti troviamo il turbante...
    Vikram Walia: Non un arabo per inciso, come mi hanno chiamato i vostri.
    Capitano John Darius: No, quest– questo però non è vero: c'era molta confusione, eri sicuramente disorientato, io non l'ho sentito.
    Vikram Walia: L'ho sentito io. Vi darò qualunque informazione. [...] Datemi il turbante.
    Capitano John Darius: Te lo diamo il tuo turbante.
    Bill Mitchell: Te lo troviamo noi.
    Vikram Walia: No no no! Non «troviamo», io voglio il mio turbante ora.
  • Vikram Walia: Non ne posso più, che cazzo di fine hanno fatto i miei diritti civili? Perché ovunque vada vengo sempre maltrattato? Esco dalla banca come ostaggio e mi maltratti, in aeroporto, al controllo, mi ritrovo sempre in una selezione casuale. Casuale un paio di palle, quasi perdo il-
    Keith Frazier: Scommetto che il taxi lo trovi però.
    Vikram Walia: È l'unico privilegio.
  • [Maneggiando un videogioco violento sulla PSP]
    Dalton Russell: Come si gioca?
    Brian: Più la fai sporca più fai punti, se rubi un'auto o spacci crack. E perdi punti se l'auto la fregano a te o ti sparano.
    Dalton Russell: Gesù santo. Ma che senso ha?
    Brian: Il mio mitico Fifty dice «Get rich or die tryin'».[2] Oh quanti ne beccavi di punti tu per la banca...
    Dalton Russell: Ti sembra una bella cosa?
    Brian: Eh sì, eh! Diventi ricchissimo tu.
    Dalton Russell: Finisci la pizza, ti riporto da tuo padre. Gli voglio parlare di questo gioco. È buona?
    Brian: Di brutto.
    Dalton Russell: Andrà tutto bene.
    Brian: Fico.
    Dalton Russell: Presto sarai a casa.
    Brian: Da paura.
  • Dalton Russell: Hai qualche altra proposta?
    Keith Frazier: Oh, ti prego, non parlarmi di proposte. La mia ragazza vuole una proposta da me.
    Dalton Russell: Ti senti troppo giovane per sposarti?
    Keith Frazier: No, non troppo giovane, no. Troppo povero. Dovrei rapinare una banca!
    Dalton Russell: Voi due vi amate?
    Keith Frazier: Sì, sì, ci amiamo.
    Dalton Russell: Allora i soldi non contano.
    Keith Frazier: Grazie "rapinatore".
    Dalton Russell: Dico solo che i soldi non danno la felicità.
    Keith Frazier: Grazie, veramente, è una lezione di vita questa, sai? Perché non arriviamo all'angolo a Killain Rose, eh? Lasciamo perdere questa storia degli ostaggi, ci facciamo una birra, offro io.
    Dalton Russell: Grazie detective, ma cerco di evitare bar, sbarre e affini.
  • [In un ristorante di lusso]
    Cameriere: Salve, posso avere il suo cappello?
    Keith Frazier: No, non te lo dò, compratelo!
  • [Durante l'interrogatorio]
    Testimone (uno dei rapinatori, in realtà): Io so solo che si chiamavano usando una variante di Steve: Steven, Steve-o, Stevie...
    Keith Fraizer: E come chiamavano te?
    Testimone: A me non mi chiamavano. Dicevano solo...
    Keith Fraizer: Non mentire con me! Dimmi la verità, dai, non mentire con me. La verità: guardami e dimmela tutta.
    Testimone: Erano degli AK-47... Quattro in tutto.
    Keith Fraizer: La sai lunga sulle armi, eh?
    Testimone: No! Non so un cavolo sulle armi!
    Keith Fraizer: Ma sai che era un AK-47.
    Testimone: Chiunque riconosce un AK-47, avanti.
    Bill Mitchell: Proprio chiunque...
    Testimone: Dico chiunque abbia visto un decente action movie, ovvio.
  • Dalton Russell: Tra una settimana mi starò ciucciando Piña Colada nell'idromassaggio con sei che si chiamano Amber e Tiffany.
    Keith Frazier: O sarai sotto la doccia con due che si chiamano Jamal e Jesus più facilmente... e sai il peggio qual è?...che quello che stai ciucciando non è Piña Colada...
  • Keith Frazier: Allora, finito?
    Madeline White: Cos'è, mi sta congedando?
    Keith Frazier: Esattamente. Mi dà il suo biglietto in caso avessi bisogno?
    Madeline White: Ah la prego, non la prenda sul personale, ma..no. Non può permettersi me.
    Keith Frazier: Non la prenda sul personale, miss White, ma baci il mio culo nero. Ok?
    Madeline White: Attento, detective Frazier. Abbaio, ma se mordo è anche peggio.
  • Bill Mitchell: Ehi, Keith, vediamo la scarpa.
    Keith Frazier: Cosa?
    Bill Mitchell: Vediamo la scarpa.
    Keith Frazier: Perché?
    Bill Mitchell: Perché non avevo visto nessuno mai preso a calci in culo a quella maniera!
    Keith Frazier: Ahahahahah! Sì, infatti!
    Bill Mitchell: Gli hai fatto un culo grande quanto la galleria della Manica! Ci passeranno i treni adesso!
  • Keith Frazier: Permetti una domanda?
    Dalton Russell: Non ci sono domande da fare.
    Keith Frazier: Come la metteresti se davvero io avessi aeroplano e pilota, eh?
    Dalton Russell: Come?
    Keith Frazier: Tu non vuoi un aereo, fin dall'inizio. Chi ha mai visto dei rapinatori scappare in aeroplano con cinquanta ostaggi? Sai "Quel pomeriggio di un giorno da cani"? Tu traccheggi. Perché, non lo so. Non riuscite ad aprire la cassaforte?
    Dalton Russell: Può darsi.
    Keith Frazier: Ci sono due vie d'uscita: quella facile ,in cui esci dall'ingresso con me o quell'altra, in cui ti tagliano la corrente, usano i lacrimogeni, irrompono dalle finestre... a te la scelta. Tu non lo vuoi, E io neanche. Tutto questo, poi, lo fanno di notte. Ce li hai gli infrarossi? Ce le hai le maschere antigas?
    Dalton Russell: Forse.
    Keith Frazier: Sto per dare l'ordine.
    Dalton Russell: Basta cazzate. Primo: non si ordina un assalto se non c'è un ostaggio ucciso né minaccia immediata. Secondo: se finisce in questo modo, comunque vada, tu non fai la parte dell'eroe. Non ci provare con me, furbacchione.
  • Bill Mitchelll: Se qualcosa va storto, scaricheranno tutta la merda su di te, lo sai?
    Keith Frazier: Sto passando a prima classe.
    Bill Mitchell: Cosa?
    Keith Frazier: Mi fanno detective di prima classe. L'apparenza inganna, è risaputo.
    Bill Mitchell: Che cazzo sarebbe...?
    Keith Frazier: Detective di prima classe Keith Frazier! Sì!
    Bill Mitchell: Mi prendi per il culo?
    Keith Frazier: Grazie alla misteriosa ospite e al sindaco.
    Bill Mitchell: Se' d'accordo con quei due?
    Keith Frazier: Non passare mai di grado? Col cazzo. Me lo sono sudato troppo. A ognuno il suo, e a me il mio.

Note[modifica]

  1. Il riferimento nella frase conclusiva è al celebre monologo dell'atto III dell'Amleto, sebbene nella citazione cinematografica vi sia un leggero discostamento dal testo originale: da «qui è l'ostacolo» a «qui c'è l'intoppo» per la lingua italiana e da «there's the rub» a «there lies the rub» per la lingua inglese.
  2. Il riferimento è a 50 Cent (Get rich Or Die Tryin' è il nome del suo primo album di studio) e in generale alla cultura violenta del gangsta rap.

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