Insider - Dietro la verità

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Insider - Dietro la verità

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Titolo originale

The Insider

Lingua originale inglese, arabo, giapponese e persiano
Paese USA
Anno 1999
Genere thriller, drammatico
Regia Michael Mann
Soggetto Marie Brenner
Sceneggiatura Michael Mann, Eric Roth
Produttore Pieter Jan Brugge, Michael Mann
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Insider – Dietro la verità, film statunitense del 1999 con Russell Crowe e Al Pacino, regia di Michael Mann.

Frasi[modifica]

  • [...] la più grande truffa della storia americana perpetrata contro i suoi cittadini. Ha ucciso milioni di persone [...]. (commentatore televisivo)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Jeffrey Wigand: Sei convinto che dare informazioni alla gente possa far accadere qualcosa.
    Lowell Bergman: Sì.
    Jeffrey Wigand: Forse è quello che ti sei raccontato in questi anni per giustificare il tuo lavoro, il tuo status, ma per il pubblico non è altro che un passatempo, qualcosa da fare la domenica sera, non cambierà niente. Mentre invece per me, e la mia famiglia, sarà un vero disastro, purtroppo saremo soli, abbandonati.
    Lowell Bergman: Stai parlando con me o ti rivolgi a qualcun altro? Io non ho mai abbandonato nessuno...!
    Jeffrey Wigand: Non hai capito quello che voglio dire...
    Lowell Bergman: No, no, no, non puoi evitare una scelta che devi fare tu mettendo in dubbio la mia reputazione o quella di 60 minuti con questo scetticismo da quattro soldi!
    Jeffrey Wigand: Io metto in pericolo il benessere della mia famiglia, amico mio; tu invece cosa metti? Metti solo parole!
    Lowell Bergman: "Parole"... mentre tu cazzeggiavi in un fottuto torneo aziendale di golf io ero tra la gente, a dare la mia parola e a mantenerla con i fatti. Allora, hai preso questa decisione sì o no?
  • Mike Wallace: Ma chi è questa gente, si può sapere?
    Lowell Bergman: È gente comune sotto il peso di fortissime pressioni. Che diavolo ti aspettavi, cortesia e coerenza?
  • Mike Wallace: E le sigarette servono a questo?
    Jeffrey Wigand: Servono a spacciare nicotina.
    Mike Wallace: Un mezzo per spacciare la nicotina. La metti in bocca, poi l'accendi e prendi la tua dose?
    Jeffrey Wigand: Prendi la tua dose, sì.
    Mike Wallace: Lei sostiene che la Brown & Williamson manipola e regola la dose di nicotina non aggiungendo artificialmente nicotina, ma aumentando l'effetto della nicotina attraverso l'uso di elementi chimici, come l'ammoniaca?
    Jeffrey Wigand: Il processo è noto come "incremento ad effetto": pur non aumentando la dose di nicotina, essa viene chiaramente manipolata. C'è un uso esteso di questa pratica, nota come "processo ammoniacale", e fa in modo che la nicotina venga assorbita più rapidamente dai polmoni, danneggiando cervello e sistema nervoso centrale. Ma quello che ha oltrepassato il limite e mi ha messo nei guai col signor Sandefur era un composto chiamato "cumarina". Quando sono entrato alla Brown & Williamson abbiamo tentato di passare dalla cumarina a un prodotto che aveva lo stesso aroma e lo stesso gusto, ma è stato un insuccesso. Io volevo eliminarla a tutti i costi, ma mi fu detto che era negativo per le vendite, e di non interessarmene. Scrissi al signor Sandefur dicendo che in coscienza non potevo continuare a permettere l'uso della cumarina che dagli studi fatti sapevamo essere simile alla cumadina, un cancerogeno per i polmoni.
  • Mike Wallace: E si pente di aver parlato, di aver raccontato tutto?
    Jeffrey Wigand: Sì, ci sono dei momenti in cui mi pento. A volte mi sento obbligato a farlo. Se mi chiedesse se lo farei di nuovo e ne vale la pena, sì, ne vale la pena.
  • Ron Motley: Ha lo stesso effetto di una droga? [...] Risponda alla domanda.
    Jeffrey Wigand: Sì, produce una reazione fisiologica che equivale a quella prodotta dalle droghe. La nicotina che viene trattata con ammoniaca dà maggiore assuefazione, ha un effetto farmacologico che attraversa la barriera ematoencefalica interamente.
  • Don Hewitt: Non interessa più, schierati con me, ce la caveremo. Queste notizie hanno sempre vita breve.
    Mike Wallace: No, quella è la fama. È la fama che ha sempre una vita molto breve. L'infamia invece dura sempre un po' più a lungo.

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